By Serena Domenici
Si dice che l’assassino torna sempre sul luogo del delitto, non sono di certo un’assassina ma sicuramente una nostalgica.
Al di là di ogni dietrologia, scrivere per Virtual Worlds Magazine mi piaceva molto. Sono stati tempi furenti e passionali. Forse non erano neanche i tempi adatti per discutere di certi argomenti. Io ci mettevo la faccia e la passione, e i miei modi certamente irruenti non trasmissibili nell’immediato a tutta l’utenza italiana.
Ma ho scritto belle cose, ho scritto della società italiana all’interno del Metaverso, come solo in pochissimi fanno, senza filtri. E se non usi filtri il “gioco” si fa duro.
L’avvento di Facebook nella vita esselliana ha pareggiato i conti, almeno per me. Tutto ciò che io avevo affrontato, rivoltando il Metaverso, me lo sono poi ritrovato su larga scala su quelle pagine: passioni, litigi, gelosie, invidie, ripicche, bontà, conforto, amicizia, rivalità. Tutte le emozioni, nel bene e nel male, di ciò che rappresentiamo nel Metaverso.
La comunità italiana ho notato che vive una spaccatura. Per un certo verso si è ammorbidita e vola più in basso nelle ambizioni personali. Ma all’interno di alcuni Gruppi le faide sono all’ordine del giorno. Si tende a trasportare sul social quello che avviene su Second Life e viceversa. Ci si confonde tra carne e pixel e viceversa.
Non si è persa la tendenza allo sputtanamento, ai facili giudizi e all’essere aggressivi. Ma l’aggressività non è un fatto predominante di Second Life, ma del virtuale in generale e in parte della società reale. Lo schermo per molti è come una corazza. Si diventa più audaci, ci si sente al riparo da conseguenze.
La cosa divertente che ho riscontrato è quella di aver “scoperto” degli alter anche su Facebook. Questa voglia di spiare, inciuciare con mille personalità è proprio dura a morire. Ma ci fanno buona compagnia gli spagnoli, i messicani, e altri popoli calienti.
Entro poco su Second Life, ma ho notato che gli avatar italiani, probabilmente causa crisi economica, sono più “antichi” rispetto ad altre utenze. Non tanto a livello di vestiario, ma a livello di corpo. Del resto costano non poco i nuovi corpi mesh. Anche i locali italiani si sono molto ridimensionati e meno curati di prima. Purtroppo i costi per gestire le land sono alti e giustamente si preferisce spendere in modo diverso. Le discoteche italiane, eccetto pochissimi casi, non mi sono mai piaciute, mi sono sempre sembrate delle balere, poco curate e a tratti anche molto tristi. Altra cosa le discoteche americane o di quegli italiani che fanno serate bellissime a tema.
Ma una cosa si intuisce su tutte: l’attesa. L’attesa di un nuovo modo di concepire i mondi virtuali. Si avverte leggendo che ci sarà una svolta a livello grafico, tecnico e ovviamente anche social. Nuova linfa che forse catturerà anche nuova utenza. Diventerà tutto più realistico. L’utenza italiana forse ritroverà nuovi stimoli, nuovi motivi per vivere una seconda vita, migliore in tutti i sensi, del resto una buona base c’è già. Cerchiamo di farne tesoro, anche a livello umano, perché pixel e carne condividono un solo cuore e un solo cervello, il resto lo fa solo la fantasia di ognuno di noi.
Sei sempre la migliore .