Chanel: per essere modelle occorre unicità ed intelligenza

Chanel Jungsten

Chanel Jungsten

Chanel Jungsten: il nome già racchiude la passione per la moda a 360°.
Modella certificata presso diverse accademie italiane e straniere per modelle, Chanel ha aperto un’accademia tutta sua, la CJ Modeling , per la formazione per la catwalk.

Aliza Karu: Come è iniziata la passione per la moda in sl e quale è stato il tuo viaggio virtuale in questo senso

Chanel Jungsten: Innanzitutto posso dirti che il mio ingresso nel lontano gennaio 2008 è nato per caso. Ma non è nata per caso la mia passione per la moda in SL. A differenza di tante ragazze che svolgono questa attività in SL, la mia è una vera  epropria passione RL che ho riportato in SL. Ed è stato l’unico lavoro che ho svolto in SL sin dal principio senza mai interrompere. La moda in SL è qualcosa di ancora più magico perché a differenza della realtà SL ti permette di giocare ancora di più con forme e colori. Oltre che ripetere le magie della moda presenti nella nostra realtà. Ricordo che già dopo un mese dalla nascita ero riuscita ad entrare in quella che allora era la scuola più famosa nel mondo SL. Dopo 3 mesi ero arrivata terza  ad un concorso di bellezza. Si perché sistemare la mia immagine perfettamente è stata la prima cosa che ho voluto fare in SL. Da lì la mia esperienza, la mia carriera nel mondo della moda è andata avanti con tanto studio nelle varie agenzie presenti nel Metaverso, ma dando priorità a quelle straniere che hanno un modo di lavorare molto completo. Oggi, nel 2011 posso dirti che, dopo molti studi in scuole italiane e straniere, sono riuscita ad aprire la mia Accademia grazie a tutti gli studi completati precedentemente e cerco di formare modelle in modo completo. Mi tengo sempre aggiornata nelle novità RL che influenzano di conseguenza la nostra moda in SL.

Aliza Karu: Cosa significa frequentare un’accademia per modelle, cosa c’è da imparare su sl per sfilare, come si dice “non basta camminare dritte”?

Chanel Jungsten: Frequentare un’accademia significa tante cose.. Significa avere passione vera per la moda in modo viscerale, significa tenersi aggiornati in RL e SL, significa impegno e pazienza, imparare a capire l’unicità e ad usare intelligenza. Significa imparare ad attenersi alle regole, anche se queste non ci piacciono in fatto di moda.
Camminare dritte.. No assolutamente non basta. E non è facile neanche farlo. Poiché anche quello è un qualcosa che si impara con varie tecniche. Non basta tenere schiacciata la freccia in su della nostra tastiera. Frequentare un’accademia significa scoprire tutti i segreti del nostro avatar, del nostro PC e imparare la magia delle sue funzioni. Significa sentirsi emozionate quando si sfila in passerella con new release di abiti che verranno indossati da tutto il Metaverso, significa soprattutto imparare a dare importanza al lavoro dei designer e imparare a valorizzare ciò che si indossa in una sfilata. Ecco queste sono le cose che bisogna portare dentrom poi se la domanda era ad unìinsegnante allora ti posso rispondere che oltre al resto c’è bisogno di pazienza e rispetto, disponibilità ed onestà nei confronti di chi viene da te per imparare. Per il resto, Aliza, ti invito volentieri a scoprire tutto con me nel mondo della moda XD

Aliza Karu: Quanto è importante imparare ad accostare gli accessori, skin e capelli e comunque questa non rimane una cosa soggettiva?

Chanel Jungsten: Aliza direi che accostare significa saper accostare gli accessori, i capelli e una skin ad un outfit è basilare. La moda in SL come prima ti dicevo riporta qui ciò che abbiamo in RL con l’aggiunta di nuove e stravaganti forme che in RL è impossibile avere. A differenza di SL, in RL non possiamo cambiarci la pelle ogni volta che indossiamo un abito diverso, ovvio XD, Ma SL in questo è un mago, per cui possiamo rispettare le regole del colore della moda anche con l’aiuto di una skin. Prima ti parlavo di unicità… i tratti somatici di un viso fanno parte della sfera privata di ongi singola persona quindi è decisamente insidacabile. Ma una skin dettagliata e ben definita è importante se vuoi far parte di questo mondo. Hli accessori vanno abbinati secondo il buon gusto che ci insegna anche la moda RL.
I capelli bhe si, anche lì ci sono regole da rispettare in fatto di moda e tenendo sempre ben presente la vaolrizzazione dell’outfit che indossiamo. La differenza sta anche qui nel fatto che SL ci propone.. ci regala release ben più stravaganti della nostra RL ma pur sempre da abbinare con gusto e buon senso e regole. La scelta di una skin, degli accessori e dei capelli secondo il nostro gusto possiamo farla nella nostra quotidianità, ma il mondo della moda impone regole ben precise anche qui quando dobbiamo invece presentarci in passerella o sponsorizzare uno store.

Aliza Karu: SecondLife come risaputo sta passando un momento di crisi economica, sulla scia della mondiale: quanto si è riflessa nel tuo campo, che cambiamenti ci sono stati negli ultimi anni

Chanel Jungsten: Qui ti rispondo molto secca, Aliza… la crisi economica è una cosa iniziata molto tempo fa e che si sta riperquotendo negli anni e il bello è che non si sa fino a quando e a che punto si spingerà. Penso di aver accusato le conseguenze della crisi come tutti, anche se in SL le cose sono ben diverse dalla nostra realtà poiché in RL bisogna basarsi sul proprio lavoro e quindi sulle proprie risorse, in Sl invece il discorso è un po’ diverso: se in SL un avatar proprietario o no di un’accademia ha incassi sufficenti per pagare le spese bene, altrimenti c’è il proprietario dell’avatar a provvedere alle stesse necessità XD Sarebbe bello avere un tutor in questo senso anche nella nostra real life LOL
Quindi… direi che per questo motivo sarcastico ce ne siano stati pochi di cambiamenti nel mondo di SL… e forse il cambiamento è avvenuto nella carta di credit di tutti noi XD

Aliza Karu: E che cambiamenti invece per quanto riguarda lo stile vero e proprio: gli avatar seguono per lo più la moda rl o preferiscono osare a dispetto della rl

Chanel Jungsten: Come ti dicevo prima, SL rispecchia in modo perfetto la realtà della moda in RL ma sai bene che ormai nel 2011 abbiamo programmi di grafica che ci permettono di fare magie vere e proprie creando tessuti e colori stravaganti che ci permettono di poter osare di più nel nostro mondo. Sono del parere che dietro ogini avatar si nasconde una persona con pensieri e gusti diversi. E questo non può far altro che portare all’interno della propria seconda vita il proprio stile. La maggiorparte degli avatar hanno uno stile molto simile a quello della realtà dei nostri giorni in RL, pochi invece imparano come dicevi tu ad osare e quindi ad indossare la moda SL. La cosa che ho notato è che nel momento in cui qualcuno decide di intraprendere la carriera della moda in Sl partendo da una scuola e/o accademia, ha poi un cambiamento radicale nel modo di vestire ed addirittura indossare ogni singolo prim di capelli, accessori, abiti ecc.. (la skin è la prima cosa a cambiare). Quindi si impara ad osare, si impara a stare al passo con l’evoluzione della moda SL. Per me è meraviglioso assistere a questa evoluzione, qui in SL significa crescita nel mondo della moda. Una vera e propria soddisfazione poi se questo è dovuto al mio lavoro, visto che amo formare ed essere a completa disposizione dei miei studenti.

Presentazione del nuovo CEO della Linden Lab

Il nuovo CEO della Linden Lab Rodvik Linden (aka Rod Humble) incontra i rappresentanti della stampa internazionale di Second Life, venerdì  4 febbraio mattina (alle 11.00 SLT), per un breefing di presentazione. Diamo il link alla trascrizione dell’intero meeting, fatta da uno dei partecipanti (http://slofdreams.blogspot.com/2011/02/rodvik-linden-meet-and-greet.html).

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Un nuovo CEO per Linden Lab

Philip Rosedale ha annunciato che lascerà l’incarico di CEO e la gestione quotidiana dell’azienda a Bob Comin (il COO attuale, responsabile delle operazioni, ed ex CFO, responsabile finanziario). Si dedicherà alla ricerca del nuovo CEO e al lavoro nella suo nuova azienda Love Machine. Philip non lascerà il board della Linden Lab e continuerà a dare il suo contributo. Questo spiega la mancanza di una chiarificazione degli obiettivi dell’azienda in questi mesi: il ritorno di Philip non era quello del figliuol prodigo, ma una soluzione tampone per passare poi nuovamente la mano. C’è solo da sperare che la scelta del nuovo CEO cada su un manager di valore, capace di comprendere le potenzialità evolutive dei Mondi Virtuali e che abbia le capacità manageriali finora mancate, sia al fondatore che all’ex CEO. In bocca al lupo! )

Moda virtuale: c’è business?

Il primo giorno di Aliza Karu, maggio 2008

Il primo giorno di Aliza Karu, maggio 2008

Mi registro, entro in Second Life. Dopo il primo impatto, fortemente emozionale, dove ti rendi conto che puoi volare, teletrasportarti, visitare le magnificenze che non riusciresti a visitare altrimenti, mi rendo conto che il mio avatar non è un granchè, rispetto ad altri.
Superato il problema dei Linden (faccio qualche lavoretto o mi rassegno e li carico), mi fiondo nei negozi, skin, capelli, vestiti, scarpe, accessori, gioielli.. c’è di tutto.
Di certo noi non siamo di quelle persone che spendono tantissimo (forse…) ma chiedendo in giro, secondo una media italiana una donna in Second Life spende in media dai 30 ai 50 euro al mese soltanto per trucco e parrucco. Forse non una cifra spropositata, se si considera quanto spende l’italiano medio nella RL, ma pur sempre una cifra che moltiplicata per almeno la metà del numero degli accessi giornalieri diventa un bel numero.

In molti si sono chiesti, si chiedono e si continueranno a chiedere se è possibile guadagnare in Second Life nel campo della moda, molti profili di designer su Second Life recitano frasi del tipo “Sl è il mio lavoro RL” o “Non sono qui per giocare ma per lavorare”: la domanda è quindi lecita.

D’altronde realizzare vestiti su Second Life non è faticoso, basta imparare le basi di un programma di grafica e l’utilizzo dei prims, se poi si vuole proprio completare l’opera, anche la costruzione di sculpt e di script. E tutto è reso fattibile anche grazie a texture, sculpt, template già pronti e full perms, oggetti che non si esauriscono come nella vita vera e che, se proprio non ci sentiamo creativi, ci permettono un primo abbozzo di vita commerciale nel campo della moda.

Anche se, piccola parentesi, utilizzare materiali già pronti potrebbe far scenedere il valore commerciale del nostro prodotto, proprio perché non ha quell’aurea di estro e originalità che avrebbe se fosse ideato completamente da noi.

I prezzi in Second Life sono di certo più bassi che nella vita vera: se un vestito ha un costo ad esempio di 500 L$ spendo circa 2 dollari. E spendo decisamente meno rispetto ai vestiti, sempre virtuali, realizzati per The Sims o altri giochi 3D (che oltretutto non hanno una piattaforma on-line simile a Second Life): si viaggia dai 20 ai 60 dollari di media a vestito. È come dire che per un bell’abito da sposa completo in Second Life invece di spendere, che so, 2 mila L$ ne spendessi 15 mila. Per ogni vestito.
Tornando a Second Life, è possibile guadagnare uno stipendio nel campo della moda? È la domanda che abbiamo posto ad alcuni conosciuti brand italiani del mondo virtuale.

Ecco chi ci ha risposto, che ovviamente ringraziamo.

DD Style / Anubis Style

DD Style / Anubis Style

Dadina Dosei di DD style ci dice che «In base alla mia esperienza posso dire si, un’attività in SL può fruttare quanto un lavoro RL. Non perchè un negozio in SL può sostituire un negozio in RL ma perchè ci sono svariate attività “virtuali” che consentono buoni guadagni.
Tra le tante, sempre secondo la mia esperienza, ed essendo una stilista anche nella RL, posso dire che quello della “Moda” (intesa come vestiti, accessori e calzature e non di certo skin e capelli ) è il campo che più si avvicina al mondo reale.
Il problema fondamentale nell’intraprendere una attività in SL è che nessuno può sapere se Second life durerà a lungo e ammesso che duri se l’economia in esso continuerà su questa linea».

Viola Jolles di Lhuminal è un po’ meno ottimista «Non è il mestiere ideale per pensare di mantenersi… Diciamo che puoi toglierti qualche piccola soddisfazione ecco».

Anubis Hartunian di Anubis style impronta un discorso più articolato e approfondito per quanto riguarda l’idea di business in Second Life «Bisognerebbe fare questa domanda ai gruppi di lavoro chee hanno impiantato in SL un vero business. IO in RL nn sono nè stilista nè disegnatrice, anzi, neanche conoscevo photoshop quando ho iniziatonel 2007. Sono una piccola creativa, però in RL sono sempre stata a capo di un’azienda, quindi la parte manageriale (che è quella che meno mi piace) la conosco.Ho così messo insieme le mie conoscenze RL in campo manageriale e la cretività in SL ed è nata Anubis Style. Non guadagno sicuramente per vivere anche perché non sono costante con i nuovi prodotti, impiego parecchio tempo a realizzare un abito, dal disegno alla texture. E poi sono una persona precisa, ci perdo parecchio tempo, cosa controproducente per il business. A mio avviso solo chi ha alle spalle un team di lavoro, disegnatori fuori e creatori qui dentroe si dedica al business può guadagnare bene. Un singolo piccolo come me no, troppo lavoro e troppo poco guadagno».

Red passion / Lhuminal

Red passion / Lhuminal

Katiuscia Vollmar di Red Passion invece ci dice che «Personalmente utilizzo la moda in Second Life come divertimento, quindi non mi sono mai impegnata a conservare i linden guadagnati per convertirli in euro e portarli nella vita reale, ma conosco persone che hanno fatto di SL un lavoro RL fisso e guadagnano tranquillamente circa 2000 euro al mese. Per poter guadagnare cifre elevate in SL bisogna avere un capitale iniziale da investire per la pubblicità, di modo che il marchio venga conosciuto, perchè come in RL il nome di un prodotto conta e spesso si acquista più il nome che il prodotto stesso. Il guadagno nel campo della moda c’è, basta pensare che senza un’eccessiva pubblicità si può tranquillamente arrivare a guadagnare circa dai 100 ai 300 euro al mese, se ci si mette l’impegno a trasformarla in un’attività lavorativa vera e propria, quindi con pubblicità e francising, si direi che si può tranquillamente vivere con la moda in SL anche in RL. Il punto è: vale la pena chiudersi a creare e lavorare in un gioco? La risposta direi che è senza ombra di dubbio affermativa se si pensa al livello disoccupazionale nella RL e al fatto che molte persone non trovano lavoro o semplicemente sono in pensione e spesso con pensioni non esorbitanti. Personalmente rispondo in modo negativo perchè non è il campo in cui voglio sviluppare le mie qualità e perchè ritengo Second Life un gioco, un divertimento, uno svago nel tempo libero dalla mia RL».

In conclusione, un’altra piccola considerazione: se la moda vera e propria, intesa come realizzazione di vestiti, skin ecc.. può non portare uno stipendio reale se affrontato come hobby, forse però può portare soldini in maniera trasversale. Stavo giusto leggendo il costo dei banner sul famoso ning per la moda, Pixelook: un banner a lato della pagina costa 7 mila L$ per un mese (circa 28 dollari), di certo poco rispetto a quanto può costare un banner in un sito “normale” con questa tipologia specifica (la moda in SL) e quantità di visite (dichiarate sono “234.000 hits – 8500 unique visitors – 1870 subscribers subscribers”). Vedo che proprio in questa pagina, quella dell’advertising, ci sono ben 13 banner che per 7 mila L$ fanno al mese 91 mila L$. In home al centro ci sono 9 banner, quindi altri 63 mila L$, e di lato 2 che sono altri 10 mila per un totale al mese di 164 mila L$, circa 656 dollari, solo per i banner pubblicitari.

Buono. In attesa di diventare una stilista affermata, quasi quasi mi apro un ning.

Il ritorno del guerriero (the warrior came back!)

Mentre pubblicavamo sul Magazine un resoconto degli annunci di ristrutturazione della Linden Lab, cercando di analizzarne le cause ed i possibili risvolti ), arrivava la notizia bomba: Mark Kingdon lascia l’Azienda (con tanti ringraziamenti per il lavoro fatto, ovviamente) e viene richiamato in campo Lui, il fondatore: Philip Rosedale.

Sulle prime, mi è sembrata la solita americanata, tanto per gettare fumo negli occhi e mascherare la pesante situazione aziendale. Tuttavia, qualcosa non mi tornava. Allora ho analizzato il post inserito dallo stesso Philip su secondlife.com (http://blogs.secondlife.com/  community/features/blog/2010/06/24/returning-to-the-lab), e, leggendo meglio e tra le righe, ne ho dedotto quanto segue:

  • insieme alla nomina a CEO di Philip Rosedale, viene annunciata la promozione a COO del CFO Bob Komin, il responsabile finanziario. Questo suona come un’amministrazione da stato d’emergenza, una sorta di commissariamento, gestito dal Finance, con l’utilizzo a fini di marketing dell’immagine del fondatore, da dare in pasto ai giornali e al mercato;
  • si dà atto a Mark Kingdon dei progressi tecnici compiuti in questi due anni, soprattutto sul fronte della stabilizzazione della piattaforma (almeno questo…);
  • la missione di Philip è di focalizzare la Linden Lab sui prodotti e la tecnologia, rendendo SL più facile da usare (una critica al viewer 2.0, esperienza abbastanza fallimentare) e concentrandone la crescita sulle esperienze “core” di Second Life (fuori uno!);
  • Philip si dice convinto di essere l’uomo giusto per attuare una svolta e ridare all’Azienda una forte leadership (e due!), lasciando trapelare motivazione e soddisfazione per essere richiamato in causa ad aiutare l’Azienda in un momento tanto difficile;
  • c’è un richiamo al valore della squadra (e tre!), alle grandi sfide che si hanno davanti e alla determinazione dell’Azienda nel perseguire la crescita.

Questo il succo dell’annuncio. Mi sembra una virata abbastanza evidente rispetto alla gestione aziendale degli ultimi due anni. Tuttavia, i numeri e i risultati economici sono spietati, e non immagino quindi un ripensamento della ristrutturazione e del taglio dei costi in atto, quanto, piuttosto, una rifocalizzazione dell’azienda sugli obiettivi iniziali e una forte propensione alla crescita e ai prodotti.

E’ presto per tirare conclusioni, non bisogna mai farlo in situazioni del genere finchè non si hanno a disposizione fatti concreti, ma il “Ritorno del Guerriero” ridà speranza a quanti credono nel futuro di Second Life, dei mondi virtuali e delle loro applicazioni.

Noi siamo tra questi.

AquilaDellaNotte Kondor

Susa bannata dalla Linden

Una notice piena di sconcerto è stata spedita oggi dall’artista olandese Rose Borchovski. La linden le ha infatti rimandato indietro uno dei lavori dell’istallazione che aveva presentato per le cerimonie ufficiali organizzate nel Metaverso in occasione del 7mo compleanno di Second Life. Si tratta di “The kiss”, una delle foto dell’ultimo capitolo di Rose sulla Storia di Susa Bubble che da tempo l’artista mette in scena con grande successo in varie sim del Metaverso.

La motivazione comunicatale dalla Linden è stata che il regolamento delle land “General maturing raiting” non consente di esporre immagini di nudo, neppure a carattere artistico. Sembrerebbe dunque una pedissequa applicazione delle norme linden.

Pubblichiamo qui sotto la lettera di Rose Borchovski e, a seguire, quella di Peter Greenaway, noto regista inglese, amico e collaboratore di Rose in alcuni lavori teatrali real life dell’artista olandese, autore di film di grande valore artistico quali “Giochi nell’acqua”, “I racconti del cuscino”, “Rembrandt’s J’accuse”, “The Marriage”.

La rappresentante della Linden, da noi interpellata, non ha voluto dare ulteriori spiegazioni.

ROSE SPAM: Susa banned from celebration

Hello Secondlife art Lovers:

My Susa Bubble Installation : The Kiss has been returned to me from the SL7B sims where Linden is celebrating Secondlife. I quote “The images on your build are in violation of our general rating, to be clear: Nudity is not allowed at art events with a general maturity rating.”

I would like to point out and educate Linden Lab that most of classic and contemporary art is based upon nudity. Not because of Sex, but because of the beauty and the vulnerability of the human body, the human body we all share and look at in the bathroom mirror in the early morning.

The story of Susa is a sweet but savage story, told in image and text, sound and installation. It is about our dark inside, but also shows how vulnerable and lonely we all can be. My art shows a naked body, but it is not about nudity or sex.

Art being shown at a public art event of Linden means pretty pictures that bring aesthetic pleasure void of all critical thinking. Culture must be “safe” / sterile, no matter how free of content that makes it. As implemented by LL, “Community Standards” means content so content less that no viewer has even a remote chance of being caused to think about anything, to question any of their values or assumptions. Safe in SL means safe from thought.

When I protested against it in the group chat I was shut out .I was told not to discuss it in SL7B Group Chat “because this isn’t the place” — because NO place is the place to discuss it — because we don’t even want to think or let others think about the ideas we don’t want to think about

The worst part of censorship is not that which is censored, but the climate of self-censorship it imposes on all artists. Art is about having a voice. Art is about thinking differently and about thinking from fresh perspectives. When artists are not allowed to have a voice, culture is not allowed to progress.

When I hide my susas nakedness, I have stopped telling her story.

Nothing is more resistant to authoritarian control than a naked body. Control & conformity require uniforms. Nudity is too wild and uncontrolled. When you know my Susa Bubble story you can see it isn’t really even about “nudity” but that just suggests how powerful the forces for thinking-avoidance-at-all-costs are. Better to censor the world than risk allowing in a question that could topple the status quo. Authority does not like questions. Authority does not like creativity. Authority does not like art. Authority does not like nudity.

I did not bring my installation to the celebration to publicize myself, I make in art in SL because I want to share my Susa story and touch people

Greetings Rose Borchovski

SECOND LIFE NUDITY CENSORSHIP by Peter Greenaway

Dear Courtney Linden,

As a reaction to the rejection of Rose Borchovski ‘s art installation : The Kiss at the Celebration Sim, I would like you to read this.  It seems to me incredible that you are enforcing censorship concerning nudity in public forums on Second Life.

Traditions of nudity in Western Art have for centuries been legitimate, honourable and creditable. The cyperspaces of Second Life – and Second Life has so far proved itself to be among the very best of such events – are among todays’ cutting edge of visual languages – continuing an enviable tradition of new technologies in the visual arts now that the orthodox cinematic arts are proving themselves moribund and archaic, and enforcing new efforts to avoid artistic elitism and the encouragement of egalitarianism in artistic expression Any artist worth his or her salt, always must engage in contemporary technologies – it has been the very reputable tradition of the most worthwhile artists that has benefitted us all. Visual artists have always taught us to look. The man-made world owes them everything.

Just because you have eyes does not mean you can see. And the political and social emancipation of the naked and the nude by artists has been essential for humanist civilisation – it has given you and me great liberalities of thinking and self-respect.

Whatever else you think you may be doing with Second Life, you have created a very sophisticated tool that combines traditions of painting with cinema and the graphic arts in present tense terms that permits visual expression of language like never before. Do not underestimate what you have created – but to remain creditable you simply cannot enforce reactionary hypocritical standards that have been so discredited over the last five hundred years.

Like any self-respecting artist of course I am against gratuitous exploitation that demeans and insults intelligence and sensibilities but by your blanket censorship you are now doing both those things – insulting artistic intelligence and demeaning sensibility.

I suspect you are responding to pressure, to some form of mind-police, certainly to some form of political correctness that is related to money and the slow swing to the political right that is happening all over the world related to civilisation’s fear of financial insecurity. Don’t go that way. You are endangering a tool that is greater than you.

When the cultural histories of the early 21st century are written from hindsight, you will undoubtedly find the possibilities and successes of Second Life being eminently lauded and praised. Too many art forms in the 20th century have been stunted and deformed and deflected into ineffectuality and banality by small mindedness. If you really insist in so-called protection of innocence (and I really wonder what that really is – is it a synonym in fact for ignorance and intolerance?) then do so on a careful case by case basis with intelligence and foresight. This will be troublesome for you to do, if you want to do it well. But it will be very well worth your while,

Yours, hoping you will see sense, and not be influenced by short-term gain.

Peter Greenaway, film-maker.

Noi che viviamo la Poesia

by Viola Tatham

Da questo numero il nostro giornale si arricchirà di una nuova pagina, dedicata alla poesia in Second Life. Autori, poesie, iniziative interessanti, tutto ciò che rappresenta l’arte poetica in Second Life e, forse, anche qualche piccola divagazione dal tema.

Si inizia, come sempre, pieni di aspettative e di entusiasmo, con tante idee da realizzare, ma anche con i consueti timori di non raggiungere l’obiettivo principale, quello di creare interesse nei lettori e, magari, far amare la poesia a qualcuno che non l’hai mai considerata.

Negli ultimi tempi ho notato, con grande piacere, un discreto aumento di eventi dedicati alla poesia, anche nelle lands italiane, prima poco interessate a questa materia e alla cultura in genere. Quando, con il mio gruppo, pensammo di proporre un modo diverso di usare il voice, appena inserito in SL, organizzando serate di lettura poesie,  fu una land libanese ad accoglierci e la partecipazione alle serate in  italiano era molto inferiore rispetto a quella in altre lingue. Ora, dopo quasi tre anni, sono felice di non aver ceduto allo sconforto, che mi spingeva ad abbandonare quell’idea non abbastanza condivisa.

Dal prossimo mese, inizieremo con il conoscere meglio qualcuno dei poeti che si aggirano per Second Life, forse alla ricerca di un’ispirazione per nuovi versi. Spesso sono timidi e schivi, anche in questa seconda vita. Si  sentono fuori posto, in mezzo alla confusione delle disco, e appaiono davvero assorti quando li vedi camminare in land semideserte, o seduti in riva al mare, come se un’immaginaria brezza marina potesse cullarli in un sogno.

Sognatori che riempiono pagine bianche con i propri pensieri, i sentimenti e gli stati d’animo, facendosi trasportare dalla fantasia, e quale posto migliore per sognare, di una Seconda Vita, dove tutto è possibile? Volare, camminare sotto il mare, o godere di un tramonto, mentre fuori dalla finestra di casa infuria un temporale?

“Noi, che il caffè della mattina

ce lo porta la malinconia

per togliere il torpore

delle notti insonni.

Noi, tra gli anni migliori

vissuti solo di illusioni

tra crocevia di contraddizioni

restiamo appesi ai ganci della vita

o funamboli tra fili di cotone

ma voliamo ad un palmo dalla luna

e sogniamo solo con il sole.

Noi, che abbiamo lacrime per tutti

ed un’offesa ci ferisce a morte

non abbiamo mai creduto nella sorte

perchè comprende anche la fortuna.

Noi, che viviamo la poesia

come una febbre, come una malattia,

in esilio volontario tra la gente…

Noi, se ci incontriamo non servono parole

c’è una scintilla che accende la simbiosi

e va oltre l’affetto e l’amicizia

in uno scambio di battiti del cuore

ed una volta accesa, più non muore.”

(Noi che viviamo la poesia, Viola Tatham)


La poesia è il mio principale interesse, che ho trasferito in SL, facendo venire a galla la parte migliore di me, quella che ancora sogna, si perde dietro un bel panorama, anche se di pixels, e si emoziona leggendo  parole, parole vere, intime, musicali…che si chiamano poesie.

Ma cos’è davvero la poesia? E’ una finzione, come recitava Pessoa o la “limpida meraviglia di un delirante fermento”, nella definizione di Ungaretti? Forse è solo un modo di comunicare, spesso più a sè stessi che al prossimo, di scoprire altri sè stessi, usando le sensazioni come veicolo e l’anima come punti di partenza e di arrivo. E’ davvero difficile dare una definizione certa. Se per poesia intendiamo qualsiasi manifestazione che provochi emozioni, anche un quadro, una musica, un cielo stellato sarebbero poesia, la bellezza in genere sarebbe poesia…

[…]La poesia

ma cos’è mai la poesia?

Più d’una risposta incerta

è stata già data in proposito.

Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo

come alla salvezza di un corrimano.

(“Ad alcuni piace la poesia” – W.Szymborska)

Io, come la poetessa polacca Wislawa Szymborska, non so bene cosa sia, e non mi interessa saperlo, preferisco goderne il respiro e il ritmo, quando diventano tutt’uno con i battiti del cuore. E se volete farvi trascinare come me dalle emozioni, se, per qualche minuto,  volete accantonare i problemi quotidiani e volare con la fantasia,  ci ritroveremo tra un mese qui, in quest’angolo di poesia .

Il Machinima secondo me – 3

Ben ritrovati!

Oggi analizziamo l’oggetto principale, l’unità formale primaria del fare cinema, ovvero l’inquadratura. Secondo i manuali di cinema, ma anche i grandi registi, l’inquadratura è semplicemente un modo per mettere in ordine la visione. Mettere in ordine significa definire gli elementi del nostro vedere secondo alcune caratteristiche molto precise, e cioè:

– La grandezza. E’ l’unica caratteristica che resta invariata. Nel cinema, lo abbiamo visto, è quella della pellicola, ovvero – nel caso del 35mm – di 22x16mm. Nei formati digitali vi sono altre grandezze che abbiamo analizzato nei nostri precedenti articoli. Essendo la grandezza una costante, è un ottimo metro di misura per tutti gli altri oggetti dell’inquadratura.

– La distanza reale è quello spazio che intercorre dal punto di ripresa (la nostra camera) e l’oggetto di massimo interesse nell’inquadratura. Solitamente quest’ultimo è quello maggiormente a fuoco. Ma non sempre. Per questo interviene anche

– La lunghezza focale, ovvero l’impressione di distanza che ci viene data dal tipo di obiettivo che stiamo utilizzando. Urge un esempio. Se mi metto a 4 metri dall’oggetto della mia ripresa con un obiettivo da 120mm avrò un certo tipo di inquadratura. Se cambio l’obiettivo alla mia macchina da presa lasciandola nella stessa posizione, e monto un obiettivo da 20mm, avrò un’immagine 6 volte più piccola. Questo vuol dire che non solo nel campo entreranno molte, ma molte più cose, ma anche che le fughe di prospettiva presenti nell’inquadratura saranno molto più accentuate. Per ottenere una inquadratura simile a quella dell’obiettivo da 120mm, dovrò quindi mettere la macchina molto più vicina al mio oggetto di ripresa, e anche così le angolazioni prospettiche saranno differenti.

– La posizione si riferisce invece all’asse ottico dell’obiettivo, ovvero all’angolazione della macchina da presa rispetto all’oggetto del mio inquadrare. Può essere orizzontale, dal basso, dall’alto, verticale a piombo o supina, ecc.

– Il movimento: la macchina da presa può stare ferma, lasciando che gli oggetti si muovano nel campo visivo, o muoversi, attuando di fatto inclusioni ed esclusioni nel campo di ripresa. Ci sono diversi tipi di movimento, e li analizzeremo compiutamente più avanti.

– infine c’è la durata dell’inquadratura, elemento che parla da sé e che ci definisce una precisa fetta temporale dentro la quale si svolge la nostra ripresa.

Siete ancora lì? Facciamo una piccola pausa? Bene, vi faccio vedere un bel machinima da parte di uno dei nostri registi migliori, ovvero Luca Lisci. In questo caso Luca ha preso una delle più belle graphic novel di Guido Crepax, ovvero ‘Riflesso’ che ha come protagonista la mitica eroina del grande fumettista, ovvero Valentina, e l’ha trasformata in un sogno attraverso la piattaforma di Second Life. Questo è il trailer.

Adesso cerchiamo di classificare le inquadrature secondo lo schema classico in uso in tutto il mondo, che naturalmente utilizza come metro di misura la figura umana. Le inquadrature quindi saranno:

– Il dettaglio, (DETT) ovvero una singola parte del viso, una bocca, un occhio, che riempie completamente il campo. (Qualcuno ricorda l’inizio di LOST?)

– Il primissimo piano, o PPP, quando inquadriamo la testa dell’attore che riempie completamente il campo.

– Il primo piano, o PP, quando tagliamo l’attore appena più in basso del collo, sulla linea del petto.

Piano medio, o mezza figura, o mezzo primo piano, quando semplicemente abbiamo un mezzo busto dell’attore.

Piano americano, quando tagliamo la figura all’altezza delle ginocchia.

Figura intera, quando i piedi dell’attore sono sulla base della nostra inquadratura.

Totale, ovvero quando vediamo in campo tutti i gli attori di una data scena.

Campo medio, come il campo totale, ma con gli attori che hanno parecchia ‘aria’ sulle loro teste.

Campo lungo, la distanza aumenta, e le figure umane diventano piuttosto piccole.

Campo lunghissimo, le figure sono indistinte, parliamo di un panorama, o di una ripresa aerea, o di una scena di massa.

Bene, basta con la teoria. Adesso cerchiamo di capire qualcosa di pratico. Armiamoci del nostro nuovo viewer 2.0 di Second Life e facciamo un salto nel nostro mondo virtuale per cominciare a fare pratica con i movimenti della macchina da presa e alcuni trucchetti per rendere le riprese più ‘morbide’.

Ritorno a Svarga

Il primo reportage di Virtual Worlds Magazine, realizzato dal nostro fotografo ufficiale, Cristian Rexie, non poteva che essere dedicato a Svarga. Questa magnifica sim, sparita dal metaverso diversi mesi fa, è ritornata frequentabile ad opera, sembrerebbe, ma aspettiamo una conferma ufficiale da parte degli interessati, addirittura della Linden.

In attesa che venga chiarita definitivamente la notizia riguardante la sua gestione, siamo ritornati a visitarla in massa. Da un lato quelli che avevano frequentato la sim negli anni scorsi, e che ad essa avevano associati ricordi ed esperienze di vita virtuale vissuta, dall’altro, e sono tanti, i nuovi turisti richiamati qui dall’attenzione dedicata sulla rete a questo insperato ritorno.

Abbiamo chiesto a Cristian di realizazre questo reportage per i lettori del nostro Magazine, convinti come siamo che Svarga tornerà ad essere una delle mete preferite del nostro metaverso. Buona visione.