Le piattaforme virtuali

Le piattaforme che implementano Mondi Virtuali sono tantissime, oltre le duecento, ognuna con proprie caratteristiche, regole e modalità di accesso. C’è poi tutto un mondo di piattaforme private, ad uso di aziende, enti o istituzioni, il cui accesso è riservato ai possessori, per scopi di business o di servizio. Vogliamo dare un elenco delle principali piattaforme virtuali, con il numero di utenti mensili, con l’indicazione dell’uso o meno di Visori di VR come possibilità di accesso e con l’indicazione se supportano o meno l’uso di criptovalute:

1. Fortnite
– Utenti attivi mensili: Oltre 350 milioni
– Supporta VR: No, Fortnite non supporta ufficialmente i visori VR.
– Supporta criptovaluta e wallet: No, utilizza una valuta interna chiamata “V-Bucks”, ma non supporta criptovalute o wallet blockchain.


2. Roblox (piattaforma ibrida, con supporto VR limitato)
– Utenti attivi mensili: Oltre 230 milioni
– Supporta VR: Sì, ma il supporto è limitato e non è l’esperienza principale.
– Supporta criptovaluta e wallet: No, Roblox utilizza la sua valuta interna chiamata “Robux”, ma non supporta criptovalute o wallet blockchain.


3. VRChat
– Utenti attivi mensili: Oltre 40 milioni
– Supporta VR: Sì, progettato per essere usato con visori VR, ma è anche accessibile senza VR.
– Supporta criptovaluta e wallet: No, attualmente VRChat non supporta criptovalute o wallet blockchain. Per i pagamenti utilizza valuta reale.


4. Rec Room
– Utenti attivi mensili: Circa 15-20 milioni
– Supporta VR: Sì, ma è disponibile anche su dispositivi non VR (console, PC, mobile).
– Supporta criptovaluta e wallet: No, Rec Room utilizza una valuta interna chiamata “Tokens”, ma non supporta criptovalute o wallet blockchain.

5. IMVU
– Utenti attivi mensili: Circa 7 milioni
– Supporta VR: No, IMVU non supporta ufficialmente i visori VR.
– Supporta criptovaluta e wallet: No, utilizza una valuta interna chiamata “IMVU Credits”, ma non supporta criptovalute o wallet blockchain.

6. Spatial
– Utenti attivi mensili: Oltre 1 milione
– Supporta VR: Sì, progettato per visori VR, ma accessibile anche su desktop e dispositivi mobili.
– Supporta criptovaluta e wallet: Sì, Spatial ha integrato il supporto per criptovalute e wallet per acquistare e scambiare NFT (non-fungible tokens), spesso legati all’arte digitale.


7. Second Life
– Utenti attivi mensili: Circa 600.000-800.000
– Supporta VR: No, non supporta i visori VR.
– Supporta criptovaluta e wallet: No, Second Life utilizza la sua valuta interna chiamata “Linden Dollars (L$)”, ma non supporta criptovalute o wallet blockchain.

8. The Sandbox
– Utenti attivi mensili: Circa 500.000
– Supporta VR: Sì, ma è più comunemente usato su desktop. La VR è opzionale.
– Supporta criptovaluta e wallet: Sì, utilizza criptovalute come SAND (un token ERC-20) e NFT per transazioni e proprietà virtuali.


9. Horizon Worlds (Meta)
– Utenti attivi mensili: Circa 500.000
– Supporta VR: Sì, progettato per visori VR (Meta Quest).
– Supporta criptovaluta e wallet: No, attualmente non supporta criptovalute o wallet blockchain. Usa come moneta interna i Meta Points.

10. Bigscreen
– Utenti attivi mensili: Circa 500.000
– Supporta VR: Sì, principalmente per la condivisione di contenuti video e socializzazione in VR.
– Supporta criptovaluta e wallet: No, Bigscreen non supporta criptovalute o wallet blockchain. Per i pagamenti utilizza valuta reale.

11. Sansar
– Utenti attivi mensili: Diverse decine di migliaia
– Supporta VR: Sì, progettato per la realtà virtuale, ma accessibile anche senza VR.
– Supporta criptovaluta e wallet: Sì, Sansar ha integrato il supporto per criptovalute e wallet per comprare e vendere asset digitali e terreni virtuali.


12. Decentraland
– Utenti attivi mensili: Circa 10.000-15.000
– Supporta VR: Sì, ma è più comunemente usato su desktop e browser. La VR è opzionale.
– Supporta criptovaluta e wallet: Sì, Decentraland utilizza criptovalute come MANA (un token ERC-20) e NFT per le transazioni e le proprietà virtuali.


13. NeosVR
– Utenti attivi mensili: Circa 10.000
– Supporta VR: Sì, principalmente per VR, con funzionalità avanzate di personalizzazione e creazione.
– Supporta criptovaluta e wallet: Sì, NeosVR ha integrato criptovalute e wallet, supportando Neos Credits (NCR) e altre valute blockchain per transazioni all’interno del gioco.

14. Somnium Space
– Utenti attivi mensili: Circa 10.000
– Supporta VR: Sì, progettato specificamente per VR, ma utilizzabile anche su PC senza visore.
– Supporta criptovaluta e wallet: Sì, Somnium Space supporta pienamente le criptovalute e i wallet, in particolare attraverso la blockchain di Ethereum e il trading di terreni e asset virtuali tramite NFT.

15. Mozilla Hubs
– Utenti attivi mensili: Migliaia
– Supporta VR: Sì, accessibile con visori VR, ma funziona anche su desktop e mobile.
– Supporta criptovaluta e wallet: No, attualmente non supporta criptovalute o wallet blockchain. Non c’è alcun sistema di pagamento o commercio interno alla piattaforma.

16. Nemesis
– Utenti attivi mensili: Non pubblicamente disponibile
– Supporta VR: Sì, progettato per visori VR.
– Supporta criptovaluta e wallet: Sì, supporta criptovalute e wallet blockchain per transazioni all’interno del mondo virtuale.

Perchè è sbagliato parlare di “Metaverso”

L’hype creato intorno a questo termine, a partire dalla famosa presentazione di Mark Zuckerberg del 28 ottobre 2021, si è lentamente affievolito, lasciando però un notevole interesse verso le piattaforme virtuali, ma lasciandoci anche la mela avvelenata dell’utilizzo di questo termine improprio. Purtroppo, presi dall’entusiasmo, e con l’idea di sfruttare questo hype, anche i più avveduti critici ed esperti di tecnologia sono stati contagiati, persino quanti delle piattaforme virtuali avevano un’ampia esperienza. Si è carcato di cavalcare l’onda della notorietà di questo termine, ma si è fatto un danno notevole alla realtà delle cose, per quanto riguarda l’immagine di queste piattaforme.

Durante questo periodo di hype il termine è stato usato da chiunque e in modo approssimativo, dai crypto-speculatori, ai venditori di fuffa, dagli “influencer” un tanto al chilo a poco informati pseudo giornalisti, e chi più ne ha più ne metta. Si è venduto il nulla, e si è parlato di cose che non esistono, o, per quelle che esistono, senza capirle.

Perchè sono così radicale nel condannare l’uso di questo termine? Perchè ha fatto molti danni, e per diversi motivi, al futuro sviluppo dei Mondi Virtuali. Il rovescio della medaglia però, e va ampiamente riconosciuto, è che questo termine immaginifico, così come la presentazione fantasmagorica di Mark Zuckerber con Avatar e ologrammi danzanti negli uffici, ha risvegliato l’interesse del grande pubblico verso queste piattaforme, cosa che non si vedeva più dal lontano 2007, anno di boom di Second Life.

Dato questo riconoscimento, vediamo ora i danni a cui dobbiamo porre rimedio, per rendere più concreto e significativo l’impatto dei Mondi Virtuali sulla vita delle persone e sul business delle aziende.

  1. Il “Metaverso” non esiste. Se pensiamo a quello descritto da Neil Stephenson in Snow Crash, o anche all’idea che molta gente si è fatta, non esiste alcun ambiente virtuale unico e utilizzabile da tutti. Oggi esistono una molteplicità (più di duecento) di piattaforme di gestione dei Mondi Virtuali, ognuna con i suoi obiettivi, la sua governance e le sue regole. Per entrare in uno di questi Mondi Virtuali occorre avere un account specifico, diverso per ogni piattaforma, e i manufatti che vengono realizzati in-world non sono portabili dall’una all’altra.
  2. Stante le diverse piattaforme, non c’è alcuna possibilità di spostarsi dall’una all’altra, non esistono “teleport”, non esiste un account unico, non esiste ancora una “Identità” univoca dell’Avatar, nonostante la nascita del “Metaverse Standards Forum“, una organizzazione internazionale creata con lo scopo di favorire una collaborazione, abbia alimentato qualche speranza. Ed il futuro, molto probabilmente, continuerà ad essere questo, anche se una standardizzazione, almeno dei protocolli e degli standard (per la portabilità degli oggetti ad esempio), potrebbe favorire di molto la crescita di questo mercato. La concorrenza, e le rendite di posizione acquisite dalle piattaforme più diffuse, rendono molto difficile un futuro di apertura e di interoperabilità.
  3. Parlare di un qualcosa che non esiste rende vago e confuso il panorama del reale mercato, delle reali aziende che lavorano in questo settore. Fare di tutt’erba un fascio non aiuta a vedere con oggettività quale sia il reale stato del mercato. Si è portati a non scendere nel dettaglio delle singole piattaforme, per analizzarne pregi e difetti, e scegliere quale utilizzare, e quali caratteristiche ricercare per i propri progetti.
  4. Non avere idea delle diverse offering non aiuta neanche gli investitori, non aiuta chi deve decidere di spendere un budget per realizzare nuovi progetti, non rende “normale” un mercato che invece è molto concreto, pieno di prospettive e molto vivace. Non si rende giustizia alle aziende che ci lavorano. Insomma, un blog indistinto che offusca le reali potenzialità di questo mercato, e che non ne dà una immagine realistica.
  5. Parlare di un indistinto “Metaverso” non fa vedere neanche quello che c’è dietro dal punto di vista delle architetture. Non rende evidente, ad esempio, la differenza tra piattaforme con architettura decentralizzata e quelle che invece si basano su una gestione e una governance univoca. Non mette in evidenza pregi e difetti di queste architetture. E soprattutto, non consente di avere chiara e trasparente la differenza delle policies di sicurezza e di privacy.
  6. Dare l’idea di un “Metaverso” univoco è in sostanza un ostacolo allo sviluppo di questo mercato, e più si alimenta la confusione, più si scoraggiano gli investitori. Questo nuovo mercato ha invece bisogno di una visione di lungo termine, che renda accettabile il rischio dei nuovi investimenti, e che consenta la gestione di business plan realistici. Abbiamo detto che le normative non sono ancora completamente adeguate a questi nuovi sviluppi delle piattaforme virtuali, se poi si alimenta anche l’incertezza, o addirittura, se si confondono i Mondi Virtuali con quelli che sono i terreni delle scorribande dei crypto speculatori, allora il rischio è quello che, dissolto l’hype, resti poco di concreto su cui continuare a sviluppare queste piattaforme.

Il futuro dei Mondi Virtuali ha bisogno di avere un quadro più definito, con normative maggiormente adeguate, e con una fiducia crescente da parte degli investitori e delle aziende. E’ tempo quindi di lasciare da parte le fantasie e di parlare di progetti concreti, chiamando le cose con il proprio nome, e lasciando il termine “Metaverso” al suo posto, tra le fantasie letterarie di un autore di successo. E’ tempo di pensare ai progetti e alle applicazioni concrete, dando spazio alle tante aziende e ai tanti professionisti seri che lavorano in questo settore, scaricando il carro dai cryptospeculatori e dai venditori di fumo, che migreranno verso altri lidi lasciando spazio ai progetti e alle realizzazioni concrete.

Un saluto.

Nota: le immagini sono create con l’AI di MS-Copilot.

La “personalità” dell’Avatar

Sul ruolo e sul significato che attribuiamo al nostro Avatar nei Mondi Virtuali sono state scritte migliaia di pagine, e di questo nostro alter ego se ne discute ogni giorno, sia in rete sia su ben documentati saggi e lavori di ricerca in giro per il mondo. Molte sono le interpretazioni che se ne danno, alcune comuni a tutti, altre davvero fantasiose e immaginarie.

E’ del tutto evidente che l’Avatar non è solamente un logo o una interfaccia digitale che utilizziamo in rete, non nei Mondi Virtuali, almeno. Perchè un Mondo Virtuale non è un sito web, è un “luogo” vero, in cui la figura dell’Avatar è indispensabile per interagire con gli altri, e rappresenta una personificazione di noi stessi, non importa che sia del tutto digitale (come del resto lo è un Mondo Virtuale), è un personaggio con cui ci identifichiamo pienamente nel nostro vagabondare in-world.

Il modo in cui un Avatar viene realizzato varia moltissimo, a seconda dei desideri e degli scopi che il suo “utente” vuole realizzare: dalle figure realistiche, alle creature fantastiche, e fino ai veri e propri “digital tweens”, copie fedeli di noi stessi. E’ una figura che rappresenta gusti e scopi personali, ed è creata seguendo l’idea di se stessi che si intende dare nei Mondi Virtuali. E’ una espressione della modalità con cui vogliamo presentarci in un Mondo Virtuale, che sia del tutto anonima, o che sia un nostro corrispondente alter ego digitale, con tanto di tag identificativa, per ragioni di business o di riconoscibilità professionale.

Ogni forma ed ogni modo di presentarsi è legittima, avendo unicamente la regola del corretto comportamento e del rispetto delle leggi. Nei Mondi Virtuali, infatti, valgono tutte le leggi del mondo fisico, secondo le diverse giurisdizioni nazionali e le regole e le convenzioni internazionali. L’anonimato è molto difficile da mantenere, a meno di non usare precauzioni e metodologie che consentano la non identificazione assoluta dell’utente, cosa possibile e a volte necessaria, per difendere l’incolumità stessa della persona fisica (pensiamo ai regimi non liberali, ai giornalisti sotto copertura, alle forze dell’ordine in servizio, ecc.).

Tante sono le discussioni in corso tra gli esperti della rete e della cybersecurity su questi temi, ma fondamentale è il rispetto della privacy e della riservatezza e conservazione dei dati da parte delle piattaforme che gestiscono i Mondi Virtuali. Il modello più avanzato di tutela della privacy è rappresentato dal GDPR (General Data Protection Regulation) europeo, 2016/679. Questo strumento regolatorio è preso come riferimento da tutto il mondo, e costituisce ormai una pietra miliare nella regolamentazione dei diritti legati alla protezione dei dati. Negli USA non esiste una normativa come questa a livello nazionale, essendo ogni stato libero di legiferare in materia. Lo stato della California, ad esempio, così come il Canada e l’Australia, hanno adottato una regolamentazione mutuata dal GDPR europeo. Questa frammentazione ha reso in passato complicato l’applicazione dei diritti dei cittadini europei sulle piattaforme basate negli USA, anche a motivo di uno specifico “Executive Order” vigente negli USA, che consente alle autorità di sicurezza di accedere a qualsiasi dato per scopi di sicurezza nazionale. Sono stati fatti, di recente, molti passi in avanti con accordi specifici tra USA e UE in questo senso, migliorando di molto questo aspetto, e rendendo più agevole la comune difesa dei dati e della privacy.

Ho voluto sottolineare questa problematica perchè la maggior parte delle piattaforme che gestiscono i Mondi Virtuali sono basate negli USA, anche se la localizzazione dei Data Centers è sparsa per il mondo, secondo anche un principio di “Edge Computing”, di vicinanza. E’ quindi fondamentale conoscere queste tutele, in relazione al diritto alla privacy dell’Avatar. Ad oggi ogni piattaforma di gestione dei Mondi Virtuali ha proprie procedure di autenticazione e autorizzazione all’accesso, avendo account e modalità di gestione proprie. Non esiste alcuna interoperabilità tra i Mondi Virtuali, anche se, in futuro, sarebbe del tutto auspicabile poter disporre di una “Identità” univoca dell’Avatar, per consentire l’accesso alle diverse piattaforme utilizzando la stessa “identità”, tipo lo SPID italiano, per intendersi. Questa modalità richiederà però una evoluzione della giurisdizione, anche a livello internazionale, ed ancora non ci siamo arrivati.

Tornando all’Avatar, e alle modalità con cui esso viene riconosciuto in-world, è evidente che, al di là dell’Aspetto (umano, fantasioso, furry, ecc.) e delle attività svolte, l’Avatar è pienamente la nostra manifestazione digitale, siamo noi stessi, non esiste alcuna forma di “personificazione” dell’Avatar indipendente dall’individuo che lo ha creato. Possono cambiare i comportamenti, in relazione alle attività svolte e alle modalità in cui si vuole essere riconosciuti nel Mondo Virtuale, ma sempre noi stessi siamo, con la nostra mentalità, la nostra cultura, ed i preconcetti che abbiamo. Ho sentito in passato, e ancora sento oggi, fantasiose elucubrazioni sulla “personalità avatariana”, che possono avere senso se la intendiamo nel modo che abbiamo qui discusso, ma che sono del tutto immaginifiche se si vuole sostenere una forma di “indipendenza” dell’Avatar dalla persona fisica che lo gestisce. Naturalmente, il diritto a esprimere ogni opinione è sacro, ma sempre tenendo a mente l’ammonizione di Umberto Eco: che la rete ha dato libero diritto di espressione a chiunque, dal premio Nobel allo scemo del villaggio, e sta a noi distinguere l’uno dall’altro. E questo vale anche in relazione alla pletora di fake news che circolano in rete, su qualsiasi argomento.

La rete è, come sappiamo, un ambiente complesso, e bisogna imparare a gestirlo e a difendersi dalle minacce di ogni tipo, da quelle digitali, a quelle psicologiche, a quelle legate alla privacy e ai diritti. E’ una lotta continua tra guardie e ladri insomma, ma quello che rende questo mondo così attrattivo e pieno di opportunità è la possibilità di interazione con gli altri. Dobbiamo però avere la capacità di difenderci e di svolgere in libertà le nostre attività, in particolare nei Mondi Virtuali, perchè questi realizzano un ambiente di vita vero e proprio, con tutte le caratteristiche e le forme che possono assumere, così come i mondi fisici. Quello che dobbiamo curare è insomma la nostra “awareness“, la nostra consapevolezza, e il modo in cui viviamo e facciamo evolvere la nostra presenza in rete. L’Avatar, per i Mondi Virtuali, è la figura chiave di questa presenza, e dobbiamo valutarlo e farlo vivere nella giusta prospettiva, sia per noi stessi sia per le altre persone con cui interagiamo. Nel rispetto dei diritti e della personalità di chiunque.

Un saluto.

Nota: Le immagini sono state create con l’AI Microsoft Copilot, su mio prompt.

La storia siamo noi …

Se guardate alla destination guide del sito di Second Life, vedrete che è apparsa, come nuova destinazione da visitare, la “History” di Second Life, costruita nella land del Primitive Museum di Xerses Goff da Sniper Siemens (http://maps.secondlife.com/secondlife/Immaculate/140/202/22).

E’ un lavoro davvero straordinario, che racconta, pannello dopo pannello, a partire dal 1999 e fino al 2022, tutta la storia di Second Life (Sniper ha promesso di aggiornarla ad oggi …).

Scorrendo i pannelli, con le descrizioni e le immagini, accompagnate anche da qualche filmato su YouTube, quelli di noi che frequentano questo Mondo Virtuale da anni ripercorrono via via anche la loro storia personale, fatta di tante esperienze, e di tanti momenti che hanno contrassegnato la crescita di questa esperienza virtuale per milioni di persone.

Perché a tutt’oggi, nonostante l’evoluzione veloce della tecnologia, delle realizzazione di interfacce con i Visori di VR, e della Blockchain e degli NFT, Second Life rimane il Mondo Virtuale per antonomasia, quello in cui si vivono le esperienze immersive più coinvolgenti, di ogni genere, e che ha mantenuto la sua caratteristica di Mondo Virtuale fatto dai residenti, e per i residenti. Con la sua economia, i suoi creatori, gli artisti, i performer, le esperienze di volontariato, di education, e così via.

L’installazione si sviluppa su tre piani, mentre sul terrazzo c’è la storia della Burning Life. Ogni piano è costituito da un corridoio che si snoda a spirale, per ottimizzare gli spazi che ospitano i tantissimi pannelli, e alla fine del percorso a spirale, su ogni piano, c’è il teleport al piano superiore o all’ingresso.

Naturalmente, la nostra amica Sniper Siemens non ha realizzato tutto questo in poco tempo, ma è questo il risultato di un lavoro di anni, partito nel 2014 e portato avanti nelle varie edizioni del progetto LEA, e fino all’ultima esposizione, nell’ambito degli eventi realizzati per il SLB20, il ventesimo compleanno di Second Life lo scorso anno. Io scrissi un articolo nel 2015, su questo suo lavoro in fase di avvio (https://www.virtualworldsmagazine.com/la-storia-di-second-life/).

Ora, finalmente, questa esposizione trova una collocazione stabile, in mainland e accanto alla mitica Ivory Tower. L’installazione, al momento in cui scrivo, ha già visto quasi 900 visitatori unici in soli 5 giorni, con moltissime visite illustri e di esponenti della Linden Lab.

Chiunque sia interessato a questo Mondo Virtuale, alla sua storia, e a tutte le novità che ha introdotto nel corso degli anni, non può non visitarla, perché, quando il polverone del “Metaverso” si sarà diradato, Second Life emergerà come l’esempio più significativo di Mondo Virtuale, e sarà il punto di riferimento per ogni futura evoluzione delle varie piattaforme che stanno via via nascendo. Una curiosità: vicino al punto di atterraggio dell’installazione c’è anche l’Easter Egg dei primordi, rappresentato da un Hippo! Pare che esista in Second Life un secondo Easter Egg, ma finora nessuno è stato in grado di trovarlo. Provateci, e buona visita!

Scendete dal carro del “Metaverso” crypto speculatori!

Nei due anni appena trascorsi l’Hype sul cosidedtto “Metaverso” ha toccato livelli di diffusione molto elevati, anche se poi l’interesse del grande pubblico è in parte diminutito, da quando il rebranding di Facebook in META ha fatto lievitare enormemente l’interesse nei Mondi Virtuali, che comunque, è bene precisarlo, vivono e si sviluppano ormai da qualche decennio.

Certo, gli sviluppi tecnologici, e il progressivo aumento della capacità di banda nelle connessioni di rete, hanno di molto agevolato questi ultimi sviluppi, così come la concomitante esplosione di interesse nelle tematiche di Intelligenza Artificiale e di Blockchain hanno aggiunto interesse all’Hype. Ed è proprio la presenza queste novità concomitanti, che hanno invaso il campo dei Mondi Virtuali, che ha creato una grande confusione intorno allo sviluppo dei Mondi Virtuali e alle tecnologie che essi utilizzano.

da: cryptonomist.ch

Il problema più grosso è rappresentato dall’invazione, del campo del “Metaverso“, di molta parte dei propugnatori della “rivoluzione” delle Cryptovalute. Molti in perfetta buona fede, intendiamoci, ma sono anche arrivati schiere di speculatori, ansiosi di riciclarsi nel nuovo mercato emergente dopo i disastri e le esplosioni delle varie bolle speculative dei Bitcoin e degli NFT. Queste speculazioni avevano toccato vette inarrivabili di valutazioni degli asset digitali, con quotazioni astronomiche sui vari cryptomercati, per poi crollare miseramente, lasciando sul lastrico molti creduloni, che avevano impegnato i propri risparmi in queste follie crypto finanziarie, come le ICO, le DAO e le miriadi di cryptovalute seguite ai bitcoin. Ingenui inseguitori di sogni di arricchimento facile, come novelli seguaci di Gatto & Volpe di Collodiana memoria, che promettevano la crescita dei dobloni sugli alberi, cosa naturalmente non verificatosi. Da qui il riflusso e la cattiva reputazione che ancora persiste su quei mercati.

Questa invasione di campo ha dato fiato a quanti hanno preso a denigrare l’insorgente espansione dell’utilizzo dei Mondi Virtuali, spacciandoli per ambienti dove potrebbe regnare la speculazione ed il raggiro dei gonzi. Niente di più falso … Ma, al di là dell’indignazione che questa propaganda fuorviante desta, vediamo di contribuire a smontarne i contenuti, cercardo di aggiungere qualche elemento di chiarezza sui temi che ci interessano, ormai da 15 anni. Fissiamo alcuni punti che sono fondamentali, a mio parere:

(1) Perchè la tecnologia della Blockchain è importante per l’economia dei Mondi Virtuali?

Qui parliamo di BLOCKCHAIN, non di cryptovalute, o di Bitcoin, o altri asset fungibili di questo genere. Parliamo di tecnologia. La Blockchain è nata come applicazione alla cryptovaluta dei bitcoin nel 2008, ad opera del fantomatico Satoshi Nakamoto, ed è stata una invenzione straordinaria, con la sua caratteristica di sistema Decentralizzato, Affidabile e Immutabile. E’ una architettura ideale per registrare le transazioni economiche che si sviluppano nei Mondi Virtuali, non dipende da nessuno, perchè si basa su di una architettura peer-to-peer, ed è sicura perchè protetta da crittografia e registrata su di un Ledger condiviso dai nodi.

La blockchain può quindi essere l’elemento unificante dell’economia virtuale, che si sviluppa sulle molteplici piattaforme di cui il cosiddetto “Metaverso” è composto. Io credo che sia fondamentale avere un meccanismo terzo, collettivo ed indipendente, per gestire l’economia virtuale in crescita, poichè il sogno di un “Metaverso” unico, fondato sull’interoperabilità, molto probabilmente non si realizzerà mai, e quindi la convivenza di piattaforme diverse sarà il modello anche per il futuro, ognuna con le proprie caratteristiche, con le sue modalità di sviluppo, e con regole di gestione proprietarie. E’ auspicabile però, e credo che nel giro di qualche anno ne vedremo la realizzazione, la definizione di una “Identità Digitale” unica, che sia utilizzabile per i diversi Mondi Virtuali, e non solo per questi. Ma l’interoperabilità effettiva, con la portabilità di asset e inventari, a mio parere, non ci sarà mai, per motivi che non è il caso di approfondire ora.

da: Coinpedia.org

2) Perchè il concetto di NFT è fondamentale per la crescita dell’economia digitale nei Mondi Virtuali?

Perchè per gli asset digitali abbiamo il problema della protezione della proprietà intellettuale, a salvaguardia di quanti investono e creano degli asset negli ambienti digitali. Molti sono stati i sistemi creati nel tempo dall’industria per salvaguardare i propri interessi, i brevetti, il copyright, ma nessuno di questi risolve il problema in modo compiuto, per quanto attiene agli asset virtuali, dando la garanzia della proprietà e della originalità degli asset “non fungibili”.

L’evoluzione che c’è stata con la creazione della blockchain Ethereum, ad opera di Vitaly Buterin nel 2013, e la introduzione degli “Smart Contract“, ha consentito la nascita del concetto degli NFT, e di un mercato corrispondente, che può essere il terreno ideale per sviluppare la creatività e gli investimenti nei Mondi Virtuali. Naturalmente ogni innovazione trova anche orde di speculatori, pronti a tuffarsi a capofitto sulla novità, ma questo è un elemento da gestire con l’aumento della consapevolezza negli utenti, e con l’informazione obiettiva, non certo con la demonizzazione, come certi “guru” della rete fanno ormai da tempo. Perchè un martello è un martello, e serve a costruire un tavolo, anche se qualcuno lo usa per darlo in testa a qualcun’altro. Insomma, fuori i ladri e gli speculatori da questo mercato, e impariamo a non abboccare alle miriadi di trappole di truffatori, sia nel mondo fisico che nel mondo digitale!

da: cryptonomist.ch

3) Le Cryptovalute come i Bitcoin, sono indispensabili all’economia del “Metaverso”?

Assolutamente NO! Per gli scambi economici nei Mondi Virtuali sono state create nel tempo decine di valute virtuali, dai Linden Dollar di Second Life, ai Robux di Roblox, ai Minecoin di Minecraft e così via, ma sono tutte valute di transito, che vengono utilizzate sulla singola piattaforma negli scambi commerciali, per poi essere scambiate in valuta flat sulle utilizzando affidabili piattaforme di exchange, collaudate da tempo. Miliardi di dollari di revenue vengono prodotti ogni anno in questo modo, ed emergono sul mercato finanziario mondiale nell’economia reale. Sono delle valute di scambio, come i gettoni del villaggio vacanze. Certo, possiamo anche utilizzare i nostri wallet in Ether o in Bitcoin, ma possiamo anche utilizzare le varie carte di credito, come Visa o Master Card, o anche un conto PayPal. Per i Mondi Virtuali le cryptovalute SONO UNO STRUMENTO, non un fine speculativo. Basta con la diffusione di notizie fuorvianti! Anche qui è questione di corretta informazione, e non di diffusione di sfiducia, e di creazione inutile allarme nell’utilizzo di questi nuovi strumenti.

Separiamo il concetto di Cryptovaluta da quello di “Metaverso”.

Per me questi sono alcuni punti fermi, e quelli che hanno interesse per l’evoluzione dei Mondi Virtuali, che siano tecnici, aziende, giuristi, o centri di interesse culturale di vario genere, dovrebbero esprimersi chiaramente su queste questioni, evitando che si alimenti ulteriormente la confusione.

Le questioni da affrontare per favorire la crescita dell’economia dei Mondi Virtuali sono diverse, da quelle normative e legislative a quelle tecnologiche e di standardizzazione, ma questi che ho cercato di evidenziare sono dei freni che non possiamo permetterci di subire, è fondamentale che questo mercato si sviluppi in modo sano, trasparente e attrattivo per tutti gli operatori e gli investitori. In modo coerente, rispettoso delle normative e delle leggi, e favorendo le opportunità imprenditoriali

Un saluto, alla prossima puntata …

A cosa servono i Mondi Virtuali?

Sembra questa una domanda banale, ma intorno all’utilizzo delle piattaforme virtuali si discute e si polemizza negli ultimi due anni, in questo periodo di hype della loro popolarità. A questa domanda si potrebbe rispondere in tanti modi: descrivendo l’utilizzo di queste piattaforme come strumento di Marketing, parlando dell’efficacia degli strumenti di Customer Care virtuali, fino a discutere dei tanti possibili utilizzi dei Mondi Virtuali per il business aziendale, sia in ambito reale che digitale.

Sono le diverse forme di impiego di questa tecnologia, ed ognuna, anche da sola, potrebbe ampiamente rispondere alla domanda del titolo di questo articolo. Ma non vorrei discutere adesso di aspetti tecnologici o di economia, voglio parlare invece della fantasia e delle emozioni. Terreno scivoloso, ad uso di scrittori e psicologi, ma proviamo a farci un’idea di cosa questi aspetti vogliono dire, quando il mondo che ci circonda non è fisico, ma digitale.

L’Homo Sapiens è l’unica creatura, su questa terra, in grado di formulare concetti complessi, creando nella sua mente cose che non esistono realmente, ma che sono state vere nel passato, o potrebbero esserlo nel futuro. O che sono semplicemente costruzioni fantastiche, di pura immaginazione. Ed è intorno all’immaginazione che nasce il linguaggio, si sviluppa la capacità di formulare e comunicare questi pensieri, nascono i miti, e nascono le comunità di intenti e di interessi. Nasce così la socialità, le comunità, e si sviluppa la civiltà per come siamo riusciti a costruirla, e a farla evolvere.

Su queste considerazioni potremmo discutere all’infinito, ma sul fatto che siamo gli unici esseri in grado di formulare pensieri così complessi, non ci piove, per quanto alcune specie animali siano in grado di costruire semplici immagini di fantasia nel loro cervello, legate per lo più ad istinti primari: pericolo, fame, paura, riproduzione.

Ma da dove nascono le fantasie, cos’è che le stimola, e come colleghiamo i ricordi alle immagini del presente, come elaboriamo concetti, desideri, emozioni? Che differenza c’è nel vivere in un ambiente piuttosto che in un altro, quanti e quali sono i fattori che ci creano pensieri positivi o anche negativi? Sono questioni più filosofiche che scientifiche. Il punto è che certe emozioni e stimoli possono essere percepiti in vari modi e in ambienti diversi, in un mondo fisico o anche in un mondo digitale, con tutte le differenze dovute ai sensi, ai mezzi a disposizione e alle modalità di percezione.

Ma sappiamo che la mente umana non conosce limiti nel creare fantasie, nel formulare pensieri o desideri, nel creare mondi invisibili. Perchè il pensiero non dipende dagli oggetti che abbiamo intorno, ma dalle immagini che ci costruiamo con la nostra mente, dalle interazioni tra le componenti emozionali e quelle razionali del nostro cervello, così come si sono sviluppate nei 200.000 anni passati della storia della specie umana.

Il nostro cervello elabora pensieri e crea emozioni, in base agli stimoli che riceviamo. Attraverso la vista, l’udito, il tatto, e attraverso il collegamento di pensieri ad esperienze passate, o conosciute da altri. Questo processo si sviluppa anche in un ambiente digitale, in cui ci muoviamo e comunichiamo per il tramite del nostro Avatar. Con dei limiti sensoriali rispetto al mondo fisico, certamente, ma anche con possibilità nuove, che non ci legano allo spazio o ai tempi reali, che ci fanno superare distanze, e creare contatti, oltre le limitazioni dell’ambiente fisico in cui viviamo. Sono esperienze ed emozioni diverse, come diversi sono i Mondi e le modalità di interazione utilizzate. Ma il cervello è uno, è il nostro.

La conclusione a cui sono arrivato in questi anni è che i Mondi Virtuali aprono un ventaglio di possibilità molto ampio, di svago, di gioco, emozionali, e questo va al di là degli aspetti pratici legati all’economia, e anche oltre l’aspetto ludico, legato al gioco. Sono le nuove possibilità che la tecnologia ha creato, e ci ha reso disponibili. Quindi le polemiche e i dubbi sono semplicemente legati alle diverse visioni personali. A ognuno il suo, e ognuno sceglierà se utilizzare o meno queste possibilità. Sono scelte individuali, l’importante è avere a disposizione tanti strumenti e tante possibilità di scelta. Il progresso non si fermerà certo a questi primi impieghi dei Mondi Virtuali, perchè il futuro è già iniziato da un pezzo. Che ci piaccia o no.

Avatar

Sono trent’anni che discutiamo del termine “Avatar”, il nostro alter ego virtuale che ci accompagna nelle nostre esplorazioni dei Mondi Virtuali. E le discussioni vertono per lo più sulla sua natura, la sua identificazione con il possessore, il suo senso sociale, come nostra interfaccia digitale. Si è detto di tutto, c’è stato persino chi ha supposto che questa interfaccia digitale avrebbe una propria personalità, indipendente dall’umano che lo controlla. Estremizzazioni che sfociano nella follia, di quanti vivono in dimensioni aliene dalla realtà.

Vorrei partire da una definizione, molto accurata a mio parere, che dà Chat-GPT del termine “Avatar”:

” Il termine “Avatar” ha origini antiche e proviene dalla lingua sanscrita, una delle lingue classiche dell’India. In sanscrito, “avatar” (अवतार) è composto da due parole: “ava”, che significa “discesa”, e “tara”, che significa “attraversare” o “passare attraverso”. Quindi, letteralmente, “avatar” si traduce in “colui che attraversa” o “colui che discende”. L’uso moderno del termine “avatar” è stato influenzato dalla religione e dalla mitologia indiana. In queste tradizioni, un avatar è una manifestazione o incarnazione di una divinità in forma umana o animale, inviata sulla Terra per compiere una missione specifica o per portare un messaggio divino. Uno dei più noti avatar hindu è Lord Vishnu, che è detto aver avuto dieci avatar principali, tra cui Rama e Krishna. Con l’avvento della tecnologia e del mondo digitale, il termine “Avatar” è stato adottato per rappresentare una rappresentazione grafica o un’incarnazione virtuale di una persona o un utente in un ambiente online, come nei videogiochi o nelle piattaforme di social media. Questa evoluzione del termine ha reso “avatar” un concetto ampiamente riconosciuto nell’era digitale, anche se le sue radici risalgono alle antiche tradizioni religiose e linguistiche dell’India.”

Nel suo iconico “Snow Crash” Stephenson usa il termine “Avatar” 116 volte, ed intorno a questa figura, che rappresenta il personaggio centrale del libro, col nome di Hiroaki Protagonist, si svolge tutta la narrazione della storia ambientata nel “Metaverso“. Quando creiamo un account in una delle piattaforme di gestione dei Mondi Virtuali esistenti, definiamo, prima di ogni altra cosa, il nome e l’aspetto iniziale dell’Avatar, un aspetto che seguirà in seguito molteplici trasformazioni, man mano che l’esperienza di frequentazione del Mondo Virtuale si sviluppa ed acquista significato.

Intorno alla figura dell’Avatar sono stati sviluppati i più rilevanti business dell’economia digitale, dopo quello legato alle “”terre”, naturalmente. E’ sui vestiti, le skin, gli accessori, che i migliori creatori sviluppano giornalmente le loro abilità, e ricavano gran parte dei loro introiti, esponendo in negozi e mall commerciali in-world. Come si spiega tutto questo?

Diciamo subito, a scanso di equivoci, che il modo in cui si crea l’Avatar è assolutamente soggettivo, e diverse sono le interpretazioni che si danno a questa immagine. Alcuni lo lasciano così com’è, anche per anni. Sono i sostenitori della tesi che “non è l’Avatar che conta, ma chi c’è dietro”. Ci sono poi quelli che cercano di renderlo il più simile possibile alla propria immagine reale, e questa modalità trova una espressione concreta nella creazione di un “digital twin“, un nostro gemello digitale, che alcune piattaforme stanno implemantando.

Utilizzare un “”digital twin” è essenziale, ad esempio, nella moda, se vogliamo provare capi di abbigliamento utilizzando il nostro Avatar con le nostre esatte dimensioni fisiche, e vederci poi recapitare a casa il capo di abbigliamento prescelto. E’ importante anche per un utilizzo degli ambienti virtuali per lavoro, per evitare l’effetto “cartone animato” che rendono scomode le interazioni di affari con gli Avatar standard, per quanto il nome reale possa essere evidenziato sulla testa dell’Avatar. Insomma, ci sono situazioni in cui avere un avatar molto simile a noi è utile, e facilita le interazioni di business o culturali.

Ci sono persone che utilizzano i Mondi Virtuali per il Gaming, per i Giochi di Ruolo, per il Fantasy. E allora qui la fantasia si sbizzarrisce, creando i personaggi più eccentrici e peculiari, spesso bellissime rappresentazioni artistiche di forme non umane o ibride.

E ci sono poi quelli che utilizzano l’ambiente virtuale per socializzare, tessere relazioni, costituire gruppi di interesse culturale, o scientifico, o artistico. Anche qui la fantasia regna sovrana, ma, per lo più, si tende a modellare l’Avatar nelle forme più piacevoli possibili, che facilitano i contatti umani e rendono il più gradevole possibile l’aspetto di queste nostre interfacce.

Sono davvero tante le tipologie di Avatar che incontriamo nella nostra esplorazione dei Mondi Virtuali, e spesso l’abbigliamento o gli accessori seguono le “mode” del momento. Ebbene si, ci sono tendenze estetiche collettive che si sviluppano anche nei mondi digitali. Vediamo Avatar maschili con cicatrici sul volto, orecchini o collanone con pendagli vari, avatar femminili con seni enormi, tipologie di bellissimi tatoo utilizzati indistintamente, di ogni dimensione. Insomma un mondo davvero variegato, i cui la creatività, l’inventiva, e anche la moda, possono essere estrinsecate al loro massimo livello.

E’ l’essenza stessa dei Mondi Virtuali qualla di consentire il libero esercizio della fantasia, ed una rivisitazione immaginifica della propria immagine digitale. Essere rappresentati da una bellezza esotica, o da un drago, o da un vampiro, o da un ibrido fra uomo e bestia, rappresenta l’apoteosi del nostro essere creature digitali, e trovano qui la più ampia libertà di espressione.

Naturalmente, nel gioco delle relazioni virtuali e della seduzione, poter modellare un Avatar come si vuole può rendere più divertente queslla sorta di “gioco delle coppie”, in cui i messaggi di tipo sessuale possono trovare libera espressione, senza le inibizioni del mondo reale, giocando spesso sulla diversificazione delle rappresentazioni fisiche, e persino degli Avatar.

L’immagine inconsistente degli Avatar in molte piattaforme virtuali è una delle cause principali del disagio e della poco affezione che si riscontra per un utilizzo più esteso di queste piattaforme. Avatar fatti a cubetti, senza gambe, a cartone animato, sono quanto di più artificiale e innaturale possiamo immaginare per il nostro alter ego digitale.

E’ un mondo nuovo, in cui la Cyberpsycology deve svolgere un ruolo sempre più importante, ed è nuovo anche in relazione ai problemi di Cybersecurity e di protezione dei dati personali che si pongono. E’ un mondo in cui c’è un grande lavoro di tipo sociale da sviluppare, perchè una cosa è certa, se il termine “Metaverso” è ora in declino, e se l’interesse montato ad arte dal marketing aziendale sta scemando, i Mondi Virtuali sono qui per restare e svilupparsi, senza ulteriori grandi battage pubblicitari, ma con grande attenzione ai contenuti, alle realizzazioni concrete.

Oggi è il tempo della “tempesta perfetta”, è il momento in cui le varie tecnologie si stanno congiungendo: dalle reti a banda ultralarga alle potentissime schede grafiche, dai Visori di VR di ultima generazione alle tecniche della Blockchain, e all’evoluzione della Cybersecurity. Oggi abbiamo tutte le componenti possibili per creare Mondi Virtuali sicuri, vivibili, e che possano sviluppare valore aggiunto per la nostra società e la nostra stessa esistenza.

I nostri Avatar saranno centrali in questo processo, qualunque forma essi possano assumere, e qualunque potranno essere lo scopo e le loro motivazioni che vorranno avere nei Mondi Virtuali futuri. Un saluto.

Intelligenza Artificiale

Il mondo dei media digitali è fantastico, insegue le ondate di popolarità sugli argomenti del giorno, e c’è persino chi intorno a ogni parola d’ordine del momento propone corsi di formazione, stage, workshop, e via dicendo. Un mondo fatto di fuffa, e di gente che cerca di sbarcare il lunario vendendo qualche decina di prodotti. Lo hanno fatto fino a ieri l’altro col “Metaverso”, e ora si sono precipitati sull’Intelligenza Artificiale. Ormai la fuffa si riconosce a un miglio di distanza, quindi liberiamocene e andiamo avanti.

Parliamo invece di cose serie. Perchè sono molti gli esperti veri che intorno a questo argomento si stanno facendo domande serissime sulle potenzialità ed i rischi di questa tecnologia. Parliamoci chiaro, lo spartiacque è stata l’istruttoria aperta dal nostro Garante per la Privacy, che ha riguardato Chap-GPT. A beneficio di quei tre che non sanno cosa sia Chat-GPT riporto la definizione che la stessa applicazione di AI dà di se stessa:

“Chat GPT è un modello di linguaggio naturale di grandi dimensioni sviluppato da OpenAI, basato sull’architettura GPT (Generative Pre-trained Transformer). Chat GPT è stato addestrato su vasti corpus di testo in modo da apprendere i modelli linguistici e di contesto del linguaggio naturale. Questo gli consente di generare testo coerente e plausibile in risposta a domande, richieste e conversazioni, come se fosse una persona reale che comunica attraverso un sistema di chat. Chat GPT può essere utilizzato per fornire assistenza all’utente, per generare testo creativo, per l’elaborazione del linguaggio naturale, e in molte altre applicazioni che richiedono una comprensione avanzata del linguaggio umano.”

Fonte: https://www.laregione.ch

E’ una applicazione molto avanzata di AI che, dallo studio di linguaggi e di testi, appresi da un’enorme ricerca di dati fatta in rete fino al 2021, è in grado, utilizzando algoritmi avanzati di Machine Learning, di riprodurre in maniera molto plausibile delle risposte a ogni tipo di domande fatte da chi voglia utilizzarla. Se la si usa in maniera acritica fa prendere delle grandi cantonate, perchè le risposte sono spesso errate dal punto di vista sostanziale, pur avendo una perfetta sintassi, che le rende molto “verosimili”. Commette una serie di strafalcioni facilmente riconoscibili da quelli che conoscono gli argomenti, ma possono passare per verità se a fare le domande sono dei ragazzini o delle persone poco esperte. Se qualcuno gli risponde che si è sbagliata, si scusa immediatamente, cambiando la risposta (costruendone un’altra).

Il nostro garante per la privacy si è mosso, primo al mondo, facendo una serie di contestazioni all’azienda Open-AI che ha progettato il software. Domande che riguardano l’uso di dati personali, che vengono usati anche come apprendimento dall’AI, riguardano la necessità di fornire agli utenti la possibilità di fare una richiesta di correzione per dati errati, e anche l’obbligo di verificare l’età degli utenti che pongono domande. Il Garante ha fatto il suo mestiere, nè più nè meno, in una logica ineccepibile di salvaguardia dei dati personali degli utenti, sanciti dal GDPR, la normativa europea in vigore dal 25 maggio 2018, la più avanzata al mondo su questo tema che molti paesi ci stanno copiando.

Fonte: https://lateralcode.it

C’è da dire che l’Azienda è stata molto collaborativa, adottando nel giro di pochissimi giorni una serie di modifiche alla presentazione del prodotto, in modo da rispondere ai rilievi del Garante. Altro resta da fare, ma il clima di dialogo che si è instaurato rende molto ottimisti sull’esito di questo confronto, che va a beneficio di tutti. Intanto, una task force è partita anche a livello di Unione Europea su questo tema.

La cosa incredibile è un’altra. Molti “esperti” o presunti tali, supertifosi della tecnologia a ogni costo, hanno pesantemente criticato il provvedimento del Garante, come una iniziativa che rallenterebbe il “progresso”. Questa gente probabilmente è la stessa che su Facebook posta le foto dei figli o i dati personali, dimostrando di non capire, nel modo più assoluto, il valore dei dati personali ed i rischi che si corrono nel diffonderli, a uso e consumo di chiunque, anche di malintenzionati. C’è chi è arrivato a definire l’intervento del Garante “una pagliacciata”.

Questa gente purtroppo non è attenta a quello che è successo in questi ultimi anni, in relazione all’uso illegittimo dei dati personali di decine di milioni di persone. Basta informarsi, per capire il danno che è stato provocato consentendo una profilazione di massa senza precedenti, fino ad influenzare scelte democratiche, come le elezioni americane o la Brexit (e anche le elezioni in Europa). Lasciamo lavorare il Garante, e le stesse aziende di buona volontà, che miglioreranno sempre di più queste applicazioni, per tutelare chi le utilizza.

Le questioni che invece io vedo del tutto aperte sono quelle che riguardano il futuro. Il tema dei dati personali non è certo l’unica questione da tenere sotto controllo, perchè un utilizzo massivo delle AI potrebbe creare dei problemi enormi, non solo per l’uso dei dati, ma anche per le decisioni che riguardano le persone, gli impianti industriali, l’industria dei trasporti e, non ultima, quella bellica. Le AI sono ormai diffuse dappertutto, ed è urgentissimo arrivare a delle regole che pongano dei limiti al loro utilizzo, consentendo all’umanità di averne sempre il controllo. Perchè non ci vuole poi molto a passare dalla risposta a domande banali ad azioni compiute direttamente sui sistemi informatici, a volte senza l’intervento umano. E teniamo conto che siamo ancora all’ABC delle applicazioni di AI, perchè gli algoritmi miglioreranno se stessi, e la mole di informazioni, e le tecniche per trattarle, stanno aumentando esponenzialmente. Ad oggi si è in grave ritardo per arrivare ad un AI-Act a livello Europeo, ancora siamo fermi ad una “proposta di regolamento” in fase di discussione, e su cui ancora non si trova l’accordo tra i vari paesei dell’UE.

Lasciando da parte la fuffa mediatica, ed anche i tifosi della tecnologia ad ogni costo, dobbiamo concentrarci quindi sui rischi, e sulla necessità di imparare ad utilizzare nel modo migliore questa nuova e pervasiva tecnologia, perchè siamo in una fase storica in cui un salto quantistico di civiltà è in corso. Dobbiamo gestire questi problemi di fondo, e dobbiamo anche pensare a come minimizzare i danni che deriveranno dalla perdita di milioni di posti di lavoro, per tutte le attività che le AI saranno in grado di svolgere meglio di noi. Occorrerà pensare ad ammortizzatori sociali, ad una formazione su tematiche più avanzate, e a formare tutti gli specialisti di cui abbiamo bisogno, perchè quelli che formiamo, in università italiane anche di eccellenza, scappano all’estero per gli stipendi da fame ed i contratti precari che gli vengono offerti. E’ una rivoluzione da gestire, e dovevamo partire dieci anni fa. Un saluto.

Torniamo a parlare dei Mondi Virtuali

Come previsto, la bolla di sapone del cosiddetto “Metaverso” si sta sgonfiando, per due motivi soprattutto: da un lato, i cantastorie hanno trovato una nuova mucca da mungere, e ora la loro parola d’ordine è “Intelligenza Artificiale”, dall’altro la crisi di Meta, che è alle prese con un drastico ridimensionamento di personale, con un consistente numero di licenziamenti fatti e altri ancora da fare, ha dato un segnale inequivocabile sulla campagna mediatica che era seguita a partire dall’ormai mitologica presentazione dell’ottobre 2021 di Mark Zuckerberg.

La cattiva notizia è che, purtroppo, questo declino dell’Hype non è dovuto alla comprensione vera del modello di business da parte delle aziende, e ad una scelta di selezionare il meglio che oggi abbiamo sul mercato, spazzando il campo dalle chiacchiere e dalle esagerazioni, ma è dovuta alla paura di investire, e alle incertezze normative ancora esistenti. Per fortuna, alcune aziende lungimiranti hanno mantenuto un focus specifico sul tema, e spero che non seguiranno la corrente dei delusi ma manterranno i loro piani di sviluppo.

Nel Mondo Virtuale di SPATIAL

Detto questo, dobbiamo far notare che al di là delle buone intenzioni dei più avveduti, restano da risolvere alcuni problemi normativi, su aspetti che oggi riguardano le attività che si svolgono sulle piattaforme dei Mondi Virtuali.

Il primo problema è quello della Privacy. Già abbiamo questo problema con le attuali piattaforme di Social Networking, perchè oggi esiste un contrasto tra la normativa europea del GDPR (Regolamento sulla protezione dei dati personali 2016/679) , e la legislazione degli Stati Uniti che prevede la possibilità da parte delle autorità, di accedere a qualsiasi banca dati, se vi sono questioni di sicurezza nazionale che lo richiedano (Foreign Intelligence Surveillance Act par. 702).Il problema si aggraverebbe ulteriormante nella gestione dei dati utilizzati dalle piattaforme di Realtà Virtuale, che vede la mole dei dati aumentare considerevolmente, in base ad attività imprenditoriali e agli scambi economici. Non a caso l’Unione Europea sta già lavorando ad una revisione e integrazione del GDPR.

Il secondo problema è quello di una migliore regolamentazione della Blockchain e degli NFT. E qui non parlo di criptovalute, ma della tecnologia della blockchain, che è alla base della gestione sicura delle transazioni nell’ecosistema dei Mondi virtuali, e parlo anche degli NFT, che sono la tecnologia necessaria per proteggere la proprietà intellettuale degli asset sviluppati all’interno delle piattaforme.

Questi due aspetti si stanno già affrontando e ci saranno a breve delle revisioni nella giurisdizione attuale, quindi questo non deve spaventare le aziende, ma spingerle, piuttosto, a continuare a sperimentare e a proporre soluzioni all’interno dei Mondi Virtuali.

Personaggi in un Mondo Virtuale

Ancora per un bel pò chi decide di investire nei Mondi Virtuali (non parlatemi di “Metaverso” che sono allergico) deve scegliere una delle piattaforme esistenti (e sono tante) piuttosto che svilupparne una proprietaria, con tutto quanto ne conseguirebbe in termini di investimenti. Perchè oggi quello che esiste è una moltitudine di Mondi Virtuali, alcuni “chiusi” come Second Life, altri “aperti” che già prevedono l’uso di Blockchain (Ethereum) e degli NFT, come Decentraland e The Sandbox. Il mitico “Metaverso” esisterà quando tutti qusti ecosistemi potranno comunicare tra loro, richiedendo un’unica identità per l’Avatar, con il suo diritto alla proprietà intellettuale degli asset posseduti, anche mantenendo, se l’utente lo desidera, la sua presenza in anonimato.

Del resto “Metaverso” è il contraltare di “Universo”, ed entrambi non possono che rappresentare entità uniche. Quando il “Metaverse Standards Forum” stabilirà gli standard comuni, e le piattaforme potranno comunicare tra loro consentendo di loggare con un unico account, allora potremo avere una rete di “Virtual Service Providers” interconnessi, sul modello della rete internet su cui i Mondi Virtuali vanno a collocarsi.

Quanto ci vorrà? Credo che l’orizzonte temporale su cui basarsi debba traguardare ai tre-cinque anni. Ma, nel frattempo, sarebbe davvero da sprovveduti fermare lo sviluppo e la sperimentazione dei contenuti, e sedersi sulla riva del fiume. Perchè il futuro è già qui, e già abbiamo la tecnologia necessaria a gestirlo.

Un saluto.

Verso i “Mondi Virtuali”

Qualche mese è passato in questo impazzimento generale per il cosiddetto “Metaverso“, e molti fuffologi, venditori di chiacchiere, si sono spostati verso l’Intelligenza Artificiale. Bene, perchè tutta questa confusione rischiava di portare parecchie aziende ad investire dei soldi a vuoto, in progetti fallimentari, come successe nel 2007 con Second Life. Intendiamoci, noi siamo i primi a ritenere enormi le potenzialità dei Mondi Virtuali, siamo stati tra i primi a scriverne, e a descrivere le bellezze che vengono create in questi ambienti, e continuiamo a scriverne da più di 13 anni e sono anche convinto che i tempi siano ormai maturi, per iniziare a costruire le fondamenta del futuro Metaverso.

Al momento ci sono diverse piattaforme virtuali, alcune delle quali, come Decentraland e The Sandbox, utilizzano anche la valuta virtuale, e gli NFT per proteggere la proprietà intellettuale e certificare i passaggi di proprietà dei manufatti che vengono sviluppati all’interno di questi mondi.

I tasselli tecnologici quindi, ci sono ormai tutti, vediamoli. Sono la rete a larga banda, senza la quale il rendering degli ambienti e le interazioni fisiche all’interno delle piattaforme sarebbero faticose, come ai primordi di Second Life. Abbiamo oggi dei sistemi di elaborazione molto evoluti, e schede grafiche eccezionali, a supporto delle piattaforme. I visori di VR sono ad uno snodo importante del loro sviluppo, a partire da Oculus Quest 2, e arrivando al nuovo visore VR della Apple, in uscita probabilmente a giugno. La tecnologia della Blockchain anche, è ormai ben conosciuta, nonostante le disillusioni dei Bitcoin e le varie disavventure patite dagli sprovveduti. Ma la Blockchain non è fatta solo per i Bitcoin, è una tecnologia indispensabile per supportare le attività economiche che si svolgono all’interno dei Mondi Virtuali, per gli NFT a garanzia delle transazioni, e per la protezione della proprietà intellettuale delle opere e dei prodotti virtuali. Insomma la tecnologia ormai è più che matura, e prototipi di Mondi Virtuali che la sfruttano al meglio sono già operativi.

Che cosa manca allora? Manca ancora la vision da parte delle aziende per il loro ingresso, a pieno titolo, nei Mondi Virtuali. Quando il rumore di fondo dei vari venditori di Metaversi si sarà placato, sarà possibile, finalmente, passare alle implementazioni pratiche su larga scala. E allora, le aziende dovranno sviluppare strategie innovative per utilizzare appieno le piattaforme virtuali. E, soprattutto, le aziende dovranno evitare la foga dell’ “esserci a tutti i costi”, e far partire progetti a medio termine, con una visione del futuro che sia illuminata, e non dettata dalla moda o da campagne di marketing improvvisate. Sarà solo allora che la crescita si potrà concretizzare, e vedremo finalmente un approccio serio e strutturato alle attività economiche e commerciali che si svolgeranno all’interno dei Mondi Virtuali.

Ma noi sappiamo, e ne scriviamo da 13 anni, che all’interno dei Mondi Virtuali, a partire da Second Life, molte altre attività vengono portate avanti da artisti, costruttori, gestori di eventi, e di approfondimento culturale. Ma sappiamo anche che un mondo come Second Life, se non si adeguerà alle nuove tecnologie, non sarà un ambiente adatto agli sviluppi futuri. Nessuna azienda troverà conveniente entrare in una piattaforma chiusa, in cui gli ogegtti sono praticamente di proprietà della Linden Lab, e dove non esiste alcuna protezione del valore e della proprietà intellettuale.

Saranno quindi altre le piattaforme del futuro, in cui, oltre alle aziende, dovranno trasferirsi anche gli artisti, i builder, i designer, e via dicendo. Credo che sarà difficile che il Mondo Virtuale di Second Life si adegui alle nuove tecnologie, per cui, andrà man mano declinando. Tuttavia, la bellezza delle elaborazioni grafiche e delle creazioni artistiche, che si sviluppano all’interno di Second Life, non sono ancora eguagliate da nessuna piattaforma. Ma questo avverrà, inevitabilmente, nei prossimi anni. Nasceranno così, magari in termini di standard comuni e di interoperabilità, le nuove piattaforme del futuro. E non saranno nè Meta nè la Sony, nè altri nomi attuali a costruirle e farle sviluppare. Un saluto.

Nota: L’immagine in evidenza è a questo link:

https://www.repubblica.it/tecnologia/2022/10/11/news/lannuncio_di_zuckerberg_nel_metaverso_avremo_anche_le_gambe-369596831/

Che cos’è arte?

Da quando la specie umana ha cominciato a formulare ragionamenti complessi, e a cercare di comunicare il proprio pensiero agli altri membri della comunità a cui appartiene, ha iniziato a creare dei messaggi formali da mostrare agli altri.

Dai dipinti preistorici nelle grotte di Lescaux, all’arte egizia e mesopotamica, fino alle meraviglie della civiltà araba e del nostro Rinascimento, e poi alle opere, via via più sofisticate, che si sono succedute nei secoli. Sul concetto di arte si discetta da sempre, e diverse sono le interpretazioni che se ne danno. Tutti però si trovano d’accordo nel definire “Arte” un messaggio che comunichi delle emozioni, che stimoli la fantasia, e che trasmetta un pensiero dell’autore. Certo, ognuno recepisce a modo suo certe sensazioni, e quindi i giudizi comuni sono spesso in contrasto con la percezione che ne ricaviamo noi, ma se ci si ferma un attimo a riflettere, ognuno può farsi un’idea delle differenze che nota tra la banana appiccicata al muro, di Cattelan, e un’opera di Van Gogh, o fra certa musica fracassona e le composizioni di Chopin o dei Queen. Probabilmente le emozioni maggiori ce le danno quelle creazioni che stimolano i nostri sensi distanti, collettivi. Quindi il miscelare luci e ombre, colori e forme, suoni e armonie, stimola maggiormente la nostra immaginazione.

Quando cerchiamo qualcosa in un Mondo Virtuale, patria di mille “artisti” o sedicenti tali, cerchiamo qualcosa del genere. Diversi sono gli artisti che negli anni hanno creato opere e manufatti apprezzabili. Ma anche qui, ognuno giudica a modo proprio quello che vede, e che sente, e ognuno ha quindi le proprie preferenze.

A me è piaciuta molto, ad esempio, una realizzazione fatta da Moki Yuitza che si è inaugurata ieri, e che ho visitato oggi in assenza di avatar. Vi allego delle immagini che ho ripreso da diversi angoli di visuale, ma vi invito ad andarla a vedere direttamente, perchè è il solo modo per farsi un’idea diretta di una realizzazione artistica ( http://maps.secondlife.com/secondlife/Amaro/248/169/23 ).

Un saluto.