by Serena Domenici
.
Con un tp… Si, con un tip può cambiare il corso della storia. Magari sei sola, annoiata, scazzata o semplicemente per fatti tuoi. E incontri qualcuna che se ne sta seduta a guardare un mare finto, ma quasi bello come quello vero, se non fosse per la mancanza degli odori tipici del mare e della natura intorno, sembrerebbe tutto così vero.
HI Serena... HI ****. Ti leggo spesso Serena, ma tu non mi conosci. Ho sorriso imbarazzata anche al di là dello schermo. Sto sempre sulla difensiva da un po’ di tempo a questa parte 🙂
E ho aspettato in silenzio mi dicesse altro.
Ti siedi un po’ vicino a me?
Ho risposto di si… ed in silenzio per un po’ abbiamo guardato il mare.
Stasera sono triste. Mi manca lui.
Lui chi, il tuo compagno?
Si, Serena… Serena potresti scrivere una storia?
**** Io non scrivo storie, scrivo di temi sociali e attualità del Metaverso.
Si, lo so Sere, ma sempre di storie si tratta. La mia storia, potrebbe essere simile a quella di tante altre.
Ok ****, tu racconta, poi vedremo…
Sere, l’ho conosciuto tre anni fa…Io non credevo nelle storie virtuali, entravo su SL, giusto per passare un po’ di tempo. Mi sono avvicinata a lui giusto per curiosità, più che per reale interesse. Ma piano piano, ho cominciato a cercarlo, ad aprire il PC e collegarmi con la speranza di trovarlo in linea. Lui entrava di pomeriggio o la sera sul tardi. Era diffidente all’inizio sulla sua vita reale e lo ero anch’io inizialmente. Ma col passare del tempo il nostro sentimento cresceva come una febbre che ci divorava e ci consumava nostro malgrado. Io non avevo mai fatto sesso virtuale e con lui scoprii anche quello. Il piacere che provavo non era da meno e forse anche più intenso di quello provato nella mia RL. C’erano giorni però, nei quali mi sentivo dilaniata e mi chiedevo se non era una puttanata quello che stavo facendo e se tutto quello che provavo non era una forma per sfuggire da una realtà che forse non mi appagava del tutto. Mi pizzicavo da sola, chiedendomi se non stessi sognando del tutto. L’arco della giornata era scandito dal desiderio di lui, di cosa avremmo fatto e ci saremmo detti. Lavoravo e pensavo a lui… mangiavo e correvo con lui nella mia testa. E per lui era lo stesso. Finimmo per scambiarci i numeri di telefono. Abitavamo a 600 Km di distanza e senza nessuna possibilità di poter rendere il nostro sogno reale. Lui sposato con una donna ammalata e io piena di casini irrisolti. Second Life era il nostro sogno a metà. Ci scambiammo le foto con paura reciproca, e ci piacemmo, come se ci conoscessimo da tempo. Ma per quanto può sembrare impossibile, noi eravamo felici e appagati di questa forma di amore. Avevamo una vita sociale interessante all’interno di SL… una bella casa, e pochi, ma buoni amici. Ma dentro di me, piano piano, cominciò a crescere l’idea che tutto questo fosse una cosa malsana e che la vera vita era là fuori.
Non avrei mai potuto mangiare ad un tavolo di ristorante con lui, toccarlo, annusarlo, correre, nuotare e fare l’amore. Comincia a tediarlo… lui così paziente e innamorato… lui che senza esserci, c’era anche con i suoi consigli, più di tante altre persone che avevano fatto parte della mia vita fino ad allora. Lui e i suoi sensi di colpa, sensi di colpa che gli facevo venire io sul mio futuro senza di lui. Lui diviso tra il senso del dovere e del bene e l’amore per me. Io combattuta tra i miei egoismi e la paura di far del male a lui e a chi gli stava vicino. Tra litigi ed enorme passione, i giorni scorrevano veloci, mentre io diventavo sempre più intollerante e insostenibile. C’erano serate nelle quali piangevo abbracciata a lui, a lui che mi stringeva e che io stringevo, pensando di stringere il vuoto.
Eravamo insieme da quasi due anni… Ma un anno e due mesi fa, entrando su SL, non lo trovai… Trovai una Note… una note di ADDIO: “Amore io vado via…Non posso darti quello che tu desideri. Ti ho amato e ti amo, ma finiremmo per odiarci. Non entrerò mai più qui dentro, SL per me eri ormai solo tu. La mia vita senza di te sarà ancora più difficile, ma è giusto che tu possa amare un uomo libero che non porti con se bagagli pieni di sofferenza (come ben tu sai ed hai potuto constare con i tuoi occhi). Sii felice anche senza di me. Tuo per sempre ****”
Serena… cambiò persino numero di telefono e si trasferì altrove. Ogni tanto mi arriva uno squillo anonimo sul telefonino ed io sento, avverto, sia lui. Non riesco più a rintracciarlo. L’ho odiato e amato per tutto questo. Se pubblicherai la mia storia, molti penseranno che lui mi abbia presa in giro, ma io so che era tutto vero, ho potuto verificare molte delle cose che mi diceva e che non posso raccontare. Ma la cosa più importante per me è dire altro.
E’ trascorso del tempo… ho vissuto due storie nella mia RL… Sono andata al ristorante, ho fatto l’amore, ma non ho mai provato un decimo di quelle sensazioni che ho provato con lui. Nessuno mi ha dato quello che mi dava lui in termine di comprensione, complicità, affinità. No, non l’ho idealizzato, io ci ho provato a vivere.
Sere tu nei tuoi articoli cerchi di capire quello che ci circonda… Ma cosa è vero alla fine, quello che sentiamo, quello che gli altri determinano come cosa giusta o non giusta, o la felicità se esiste non ha confini, tempo e luogo?
**** io credo, come hai detto tu, che la “felicità” non abbia confini, tempo e luogo. Il Metaverso può essere uno di questi luoghi, ma credo anche che il tempo poi reclami altro… e venga fuori nostro malgrado, come è successo a te. Ma io non sono Dio, non ho certezze assolute, non su tutto almeno. Ma credo che forme di amore possano trovarsi persino su Marte volendo. Persino gli scienziati non hanno risposte a tutto. Non ho risposte certe per te, per me, e per nessuno… ma so che questa sera il nostro incontro ha dimostrato, ancora una volta, che le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Ci sono persone speciali che rendono il nostro cammino, qui e ovunque, qualcosa di misterioso e magico. Nel mare della vita, e persino del Metaverso, tutto può succedere, persino che un giorno di questi ti squilli il telefono e sia lui. O piuttosto conoscere qualcuno con il quale andare al ristorante, o fare l’amore, sarà diverso e forse più bello di come ricordavi. Intanto incontrarsi, io e te, è stato bellissimo per entrambe… Incontri che forse è più facile fare qui… dove aprirsi e raccontarsi è molto più facile che altrove. Il Metaverso non è un videogame, forse lo scopo iniziale era questo, non lo so… Ma come dice anche il mio carissimo amico maddomxc.umino: ”Ho visto capitolare dei campioni”… Dove ci sono i sentimenti non si può barare, al massimo si può barare solo con se stessi cara *****. Si, questo non è un gioco, nemmeno per i giocatori più bravi e nemmeno per quelli che fanno finta di crederci.
Storie come questa, ce ne sono tante… Più interessanti, più sofferte, meno belle. Il tutto è ovviamente soggettivo per chi legge, non sicuramente per chi la vive… Chi la vive pensa sempre che la sua storia sia unica e irripetibile.
Il senso del mio articolo è quello di evidenziare la parte finale del dilemma della protagonista. Pensieri comuni che si affacciano spesso nell’intimità di molti di noi.
Sul Metaverso si gioca, si ama, e si sogna. Ma sono certa che tanti che praticano il GDR, ad esempio, ad un certo punto abbiano smesso di giocare per seguire una qualche variabile impazzita.
Insomma, mi piace pensare che nulla si debba dare per scontato…
C’è sempre un ponte invisibile che ci collega da qualche parte per ricominciare…
http://www.youtube.com/watch?v=O5Ghr6oNDKs&feature=player_embedded#!