by Serena Domenici
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Mi piace leggere e mi piace farlo a 360°, e per questo mi sono imbattuta in questo interessante articolo . Ma ci sono cose che ho condiviso ed altre meno. Spero di non recare disturbo al giornalista e all’intervistata se proverò ad analizzare anch’io quello che ritengo un pensiero molto importante e problematico e cioè: i confini tra il mondo virtuale e quello reale in tutti i suoi aspetti.
Sono d’accordissimo sul fatto che Second Life sia fucina di idee e creatività, anche se molto spesso ho assistito ad “opere” di dubbio gusto, dove l’arte non ci azzeccava per nulla o poco. Va bene che il mondo virtuale sia massima espressione di libertà, ma un conto è esprimersi, un conto è voler far passare vere e proprie ciofeche per arte. Chi scrive non è un critico d’arte, ma non è nemmeno una persona incapace di saper cogliere il bello dove c’è. Allora credo sia ora di confrontarsi con sana onestà intellettuale e dare a Cesare quel che è di Cesare, parlare chiaro, senza ambiguità o situazioni di comodo o di politically correct.
L’arte c’è, ed è assodato, ma il Metaverso pullula di troppi artisti che non meritano questo titolo. E siccome non tutti hanno il coraggio di dirlo, e di prenderne le distanze, con educazione e savoir faire, si finisce di fare di tutta l’erba un fascio. E chi merita di essere esaltato e portato alla giusta fama e conoscenza, finisce per essere uno/a dei tanti. Chi sa di valere alla fine si scoccia e se ne va per altri lidi.
Riguardo ai libri è la stessa cosa. Meritevole è l’impegno di Volando Amat di spingere Second Life alla lettura e, a chi ne ha le capacità e la voglia, di scrivere. Anche io in passato ho aderito alla cosa con molta partecipazione, ma col tempo ho compreso quanto sia difficile coinvolgere la gente alla lettura sul Metaverso, è quasi utopistico. Si legge poco in RL, figuriamoci in un contesto virtuale dove la gente entra soprattutto per cazzeggiare.
Trovo molto più interessante e stimolante la lettura mediante una bella voce narrante, che sappia coinvolgere gli spettatori. Ci vorrebbero più persone capaci di dar voce a ciò che viene scritto. Ma è solo una mia personalissima opinione.
Se poi si vuole un prodotto di nicchia, il discorso cambia, tutto e il contrario di tutto può starci. Ma si finirà per essere i soliti quattro gatti a dar voce ad eventi che sanno più di mondanità che altro.
Poi non capisco perché Second Life non possa sconfinare in RL. Forse non avviene il contrario?
E non capisco perché ci si ostini a chiamarlo ancora “gioco”. Non è affatto un gioco, non ne ha nemmeno le caratteristiche, a parte per i Giochi di Ruolo, che con il tempo perdono strada la loro caretteristica iniziale, lasciando spazio comunque alle emozioni.
Vogliamo illuderci sia un gioco, in realtà, ma lo è solo per pochissime persone.
L’intervistata, parla di pensiero avatariano. Ma a soffrire o a gioire chi è: l’Avatar o la persona che lo manovra dietro lo schermo?
Trovo rischioso lasciarsi andare ad una “filosofia avatariana”, come la definisce l’intervistata. Se ci passo più ore al giorno, non solo non è un gioco, ma rischio, se ne faccio motivo filosofico, di dormirci pure di notte, lasciando vagare il mio dualismo all’infinito, perdendo di vista un contesto reale che è, volente o nolente, la mia vera vita. Tra l’altro diventerebbe, e in parte lo è già diventato, un alibi a qualsiasi comportamento scorretto. Della serie: lo stronzo, non sono io, ma il mio Avatar!
Io amo il virtuale, ma amo anche il mondo reale… Reale e virtuale per me si fondono in un’unica persona, che sono io nelle mie mille sfaccettature. Ci sono cose che posso fare solo in RL, ci sono cose che posso fare solo in Second Life, ma non è dissociazione o bipolarismo, ma solo contesti tecnici e pratici sicuramente differenti. In RL non potrò mai teletrasportarmi, o volare con un semplice click. E mentre in Second Life comunicare sentimenti ed emozioni diventa molto più facile, in un contesto reale fare amicizia o altro risulta molto più difficile.
Quello che proprio non mi piace del Metaverso, per esempio, è l’incapacità di liberarsi di determinate ipocrisie che in RL non è sempre possibile fare. Invece è peggio. Spesso il tentativo di chi cerca di uscire fuori dal coro, viene visto in malo modo. Ho assistito di persona ad atteggiamenti ostili verso chi, durante un dibattito o una riunione, si sforzava di evidenziare aspetti negativi di una determinata questione. E’ come se fosse vietato il confronto, il voler mettere e mettersi in discussione. Viene tutto enfatizzato e visto come un’offesa personale. C’è più confronto nel salotto di Vespa che nei salotti del Metaverso.
Nei salotti del Metaverso ci si siede, o si sta in pied,i e in IM privati si spettegola, ogni tanto si scrive nella chat local qualcosa di circostanza, e finisce tutto lì!
Ecco perché l’evoluzione si ferma. Si ferma perché è tutto così noioso e circonstanziato. Perché nessuno osa. La comunicazione, l’arte, è anche questo: il coraggio di osare. Stranamente invece, finiamo per essere più abbottonati in Second Life, che in RL. Solo in campo sessuale, a mezzo di alter, si vive il Metaverso in tutta libertà. Per il resto, è la trasposizione in peggio del mondo reale.
So anche che i miei discorsi danno fastidio a più di una persona, ma so anche che in molti li condividono, e che in tanti non hanno voglia di esprimerli. Ma è il mio pensiero è il pensiero di una persona che non si fossilizza in un posto, ma che viaggia in lungo e in largo per il Metaverso, parlando con tutti di tutto. Non ho alcun timore di dire ciò che penso, e anche di rettificarlo se è il caso. Mi assumo sempre il coraggio delle mie azioni, parlandone in prima persona. Si, comprendo che non tutto può piacere a tutti, e che ognuno vuole e deve potersi vivere questo mondo come più gli aggrada, ma senza mentire su ciò che sono determinati aspetti. Se qualcosa non funziona e non decolla, bisogna chiedersi il motivo del perché non vada, nonostante tutti gli sforzi del caso. Forse sarebbe anche il caso che alcune persone, e non mi riferisco a Volando Amat, si prendessero meno sul serio, e scendessero dalla cattedra sulla quale salgono senza averne nemmeno i presupposti e le capacità. Mi si potrebbe obiettare che lo faccio anche io, con questi miei scritti, ma io non sto criticando singole persone, ma atteggiamenti dei quali siamo tutti a conoscenza, e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario. Mi si obietti che non sia vero, ma lo si dimostri, così come ho fatto io, e con educazione, perché anche quella latita spesso. Io ci metto la faccia in tutto ciò che dico e accetto qualsiasi critica purché fatta alle mie idee, e non alla mia persona. Lo ripeterò all’infinito, se necessario.
Tra un po’ sarà il mio compleanno, lo dico non perché voglia ricevere auguri o regali, ma per rimarcare ancora una volta il mio concetto iniziale. Lo trascorrerò in RL, con i miei amici, e poi in Second Life, sempre con amici. Per me questo significa solo una cosa: sono entrambi i miei mondi, che alle volte si fondono insieme, alle volte si sfiorano, ma sono entrambi importanti per ragioni diverse. Ma la festeggiata sarò sempre io, unica e sola identità.
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Translation in English by Duncan Bradders
I like reading and I like to do it at 360°, and for this I came across this interesting article . But there are things that I share and others less. I hope not to disturb the journalist and the interviewee if I explore what I believe a thought that is very important and problematic: the boundaries between the virtual and the real in all its aspects.
They could not agree on the fact that Second Life is a source of ideas and creativity, although I have seen very often “works” of questionable taste, where art was there for little or nothing. OK, so the virtual world is ultimate expression of freedom, but one thing is express yourself, another thing is to go into real bullshit believing is art. Who write here is an art critic, but neither is a person unable to grasp the beauty where there is it. So I think it’s time to deal with healthy intellectual honesty and give to Caesar what is Caesar’s, speaking clearly, without ambiguity or situations of convenience or political correctness.
The art is there, and it is a fact, but the Metaverse is full of too many artists who do not deserve this title. And since not everyone has the courage to say so, and to take distance from it, with education and savoir faire, you end up doing all the same brush. And who deserves to be exalted to the right and brought to fame and knowledge ends up being one of many. Who knows it at the end got annoyed and goes for other shores.
About the books is the same thing. worthy is the commitment to push Volando Amat in Second Life to read books, and whoever has the ability and desirem to write. Me too once joined the thing with a lot of participation, but over time I realized how difficult it is to engage people in reading books in the Metaverse, is almost utopian. We read just a little in RL, you can image in a virtual environment where people come mainly to hang and have a good time.
I find it much more interesting and stimulating reading through a beautiful narrative voice, that can involve the audience. There should be more people able to give voice to what is written. But that’s just my personal opinion.
Then if you want a niche product, the question changes everything and even can be its opposite. But you will end up being the usual four cats to give voice to mundane events more than anything else.
Then do not understand why Second Life can not cross over into RL. Perhaps it is the other way? And I do not understand why you still insist on calling it “game.” It’s hardly a game, do not even have the features, except for Role Playing, which eventually lose his initial characteristic, still leaving room for emotions.
We want to deceive is a game, actually, but it is only for very few people.
The interviewee speaks of avatarian thought. But who is to suffer or rejoice: the Avatar or the person who maneuver behind the screen?
I find it risky to lean towards a “avatarian philosophy”, as defined by the interviewee. If I spend inworld more hours per day, not only is not a game, but a risk, if I make philosophical reason, to sleep well at night, leaving my duality wander endlessly, missing a real context that is, willingly or unwilling, my real life. Among other things become, and to some extent has already become, an alibi for any misbehavior. Like: asshole, not me, but my avatar!
I love the virtual, but I also love the real world … for me Real and virtual merge into one person, that’s me in my many facets. There are things I can only do in RL, there are things I can do only in Second Life, but not about dissociation or beeing bipolar, but definitely different technical and practical contexts. In RL I can not teleport, or fly with a simple click. And while in Second Life to communicate feelings and emotions becomes much easier to make friends, in a real context or another is much more difficult.
What I do not like about the Metaverse, for example, is the inability to get rid of certain hypocrisy, like in RL is not always possible to do. Instead it’s worse. Often the attempt of trying to get out from the crowd, is seen in a bad way. I have personally witnessed such hostility toward those who, during a debate or a meeting, tried to highlight the negative aspects of a particular issue. And as if it were forbidden the confrontation, the wish to want to put things into questions. Everything is emphasized and seen as a personal affront. There is more confrontation in the living room of a political tv show than in the salons of the Metaverse.
In the salons of the Metaverse you sit down, or you stand, gossiping in private IMs, sometimes you write something circumstantial in the chat local, and it all ends there!
That’s because evolution stops. It stops because it’s all so boring and circumstantial. Because no one dares. The communication, art, is this: the courage to dare. Strangely, however, everuthing end up being more cuddly in Second Life, that in RL. Only in the sexual field, by the use of alters, the Metaverse is living in complete freedom. For the rest, is the translation for the worse in the real world.
I also know that my speeches bother more than one person, but I also know that many share them, and that many are unwilling to express them. But it is my thought is the thought of a person who does not fossilize in one place, but traveling the length and breadth of the Metaverse, talking to everybody about everything. I have no fear of saying what I think, and also to correct myself if necessary. I take more courage for my actions, talking in first person. Yes, I understand that not everything can please everyone, and everyone wants and needs to be able to experience this world as they wish, but without lying about who I am in certain aspects. If something does not work and does not take off, ask yourself the reason why they do not go, despite all the efforts of the event. Perhaps it would also be the case that some people, and I do not mean Volando Amat, were taken less seriously, and come down from the desk on which they climb even without having the requirements and capabilities. I could argue that I do too, with my own writings, but I’m not criticizing individuals but attitudes of which we are all aware, and I challenge anyone to show me otherwise. I objected that it is not true, but it proves, as I did, and with education, because even education is a missing behaviour. There I put my èrson in everything I say and I accept any criticism if made to my ideas, and not to me. Will repeat indefinitely, if necessary.
In fews days will be my birthday, I say this not because I wants to receive cards or gifts, but to emphasize once again my initial concept. I’ll spend it spend in RL, with my friends, and then in Second Life, always with my friends. To me, this means only one thing: they are both of my worlds, that sometimes melt together, sometimes they touch on, but both are important for several reasons. But I’ll always be celebrated it, and only with one identity. Myself.
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Traduccion al Espanol by Duncan Bradders
Me gusta leer y me gusta hacerlo a la redonda, y por es me encontré con este interesante artículo . Pero hay cosas que comparto y otras menos. Espero no molestar a la periodista y el entrevistado si yo voy a explorar lo que creo un pensamiento muy importante y problemático: los límites entre lo virtual y lo real en todos sus aspectos.
Estoy muy de acuerdo sobre el hecho de que Second Life es una fuente de ideas y creatividad, aunque he visto muy a menudo “obras” de dudoso gusto, donde el arte entraba allí por muy poco o nada. Està bien que el mundo virtual sea la maxima expresión de libertad, pero una cosa es expresarse, otra cosa es querer pasar verdaderas tonterias por arte. Quien escribe no es un crítico de arte, pero tampoco es una persona incapaz de captar la belleza donde sea. Así que creo que es hora de recorrer a sana honestidad intelectual y dar a César lo que es del César, hablar con claridad, sin ambigüedades ni situaciones de conveniencia o politicamente correcta.
El arte está ahí, y es un hecho, pero el Metaverso está llena de demasiados artistas que no merecen este título. Y puesto que no todos tienen el coraje de decirlo, y de tomar distancia, con educación y savoir faire, se termina haciendo de todo en el mismo saco. ¿Y quién merece ser exaltado y ser llevado a la justa fama y publicizado, termina siendo uno/a de los muchos. Quién sabe de valer realmente algo al final se molesta y se va por otros lados.
Acerca de los libros es la misma cosa. Digno es el compromiso de Volando Amat de empujar la poblaciòn de Second Life a la lectura, y el que tiene la capacidad y el deseo, de escribir. Yo también una vez me agreguè a estos eventos con mucha participación, pero con el tiempo me di cuenta de lo difícil que es involucrar a la gente en la lectura del Metaverso, es casi una utopía. Se lee muy poco en la vida real, y mucho menos en un entorno virtual donde la gente viene sobre todo para pasarse un rato.
Me parece mucho más interesante y estimulante lectura a través de una hermosa voz narrativa, que puede involucrar a la audiencia. Debería haber más personas capaces de dar voz a lo que está escrito. Pero eso es sólo mi opinión personal.
Entonces, si usted quiere un producto de nicho, la cuestiòn cambia, podemos conseguir todo y hasta su contrario. Pero va a terminar siendo los habituales cuatro gatos que dan voz a unos eventos que saben mas de mundanidad que cualquier otra cosa.
Entonces no entiendo por qué Second Life no se puede cruzar con la RL. Tal vez es al revés?
Y yo no entiendo por qué siguen insistiendo que se califique como “juego”. Es apenas un juego, ni siquiera tiene las características, a excepción de Juego de Roles, que con el tiempo pierden su camino caretteristica inicial, dejando espacio para las emociones.
Nos quieren dejar creer que es solo un juego, y en realidad lo es sólo para muy pocas personas.
El entrevistado habla de pensamiento avatariano. Pero, ¿quién es a sufrir o regocijarse: el Avatar o la persona que maniobra detrás de la pantalla?
Me parece arriesgado inclinarse hacia una “filosofía avatariana”, tal como se define por el entrevistado. Si paso en Second Life muchas horas al día, no sólo no es un juego sino un riesgo, si hago mis razones filosóficas, dejando mi dualidad vagar sin cesar, perdiendo de vista el contexto real que al final es mi vida real. Sin embargo se vuelve, y ya actualemente lo es, en una coartada para cualquier mal comportamiento. De la serie: gilipollas si, pero no yo, sino mi avatar!
Me encanta lo virtual, pero también me gusta el mundo real … para mí real y lo virtual se funden en una sola persona, que soy yo en mis múltiples facetas. Hay cosas que sólo se puede hacer en la vida real, hay cosas que puedo hacer sólo en Second Life, pero no es disociación o bipolarismo, pero solo contextos técnicos y prácticos definitivamente diferentes. En RL no puedo teletransportarse, o volar con un simple clic. Y mientras que en Second Life comunicar sentimientos y emociones esmucho más fácil, hacer amigos en un contexto real u otro es mucho más difícil.
Lo que no me gusta el Metaverso, por ejemplo, es la incapacidad para librarse de cierta hipocresía que en la vida real no siempre es posible hacer. Ademas es peor. A menudo, el intento de tratar de salir de la manada es juzgado de mala manera. Yo personalmente he visto tanta hostilidad hacia aquellos que, durante un debate o una reunión, trató de poner de relieve los aspectos negativos de un tema en particular. Y es como si se prohibió la confrontación, el querer de ponerse en tela de juicio. Todo se enfatiza y se ve como una afrenta personal. Hay más confrontación en una transmisiòn televisiva de politicos que en los salones del Metaverso.
En los salones del Metaverso te sientas, o te queda parado, y en privado mensajeas chismes, a veces escribimos algo circunstancial en el chat local, y todo termina ahí!
Eso es porque la evolución se detiene. Se detiene, porque todo es tan aburrido y circonstanziato. Debido a que nadie se atreve. La comunicación, el arte, es la siguiente: el valor de atreverse. Extrañamente, sin embargo, llegamos a ser más cerrados en Second Life que en la vida real. Sólo en el campo sexual, a través de alter, el Metaverso se vive en completa libertad. Por lo demás, es la traducción en peor del mundo real.
También sé que mis discursos molestan más de una persona, pero también sé que muchos comparten, y que muchos no están dispuestos a expresarlo. Pero es mi pensamiento es el pensamiento de una persona que no se fosiliza en un solo lugar, sino que viaja a lo largo y ancho del Metaverso, hablando a todos de todo. No tengo miedo de decir lo que pienso, y también de corregirme si es necesario. Tomo el valor de mis acciones, hablando en primera persona. Sí, entiendo que no todo se puede complacer a todos, y todo el mundo quiere y necesita ser capaz de experimentar este mundo a su antojo, pero sin mentir acerca de quién soy en ningun aspecto. Si algo no funciona y no despega, pregúntese a sí mismo la razón de por qué no va, a pesar de los esfuerzos del caso. Tal vez también sería el caso de que algunas personas, y no me refiero a Volando Amat, fueron tomadas menos en serio, y bajar del lugar donde quieren subir, sin tener los requisitos y capacidades. Se podría decir que yo también con mis propios escritos lo hago, pero no estoy criticando a los individuos, sino las actitudes de los cuales todos somos conscientes, y yo desafío a cualquiera a que me demuestre lo contrario. Se me observe que no es cierto, pero se me pruebe, como hago yo, y con educación, porque incluso hace falta de educaciòn a menudo. Yo pongo mi cara en todo lo que digo y acepto cualquier crítica relativa a mis ideas, y no a mí. Lo repetirè indefinidamente si es necesario.
Dentro de poco serà mi cumpleaños, lo digo no porque quiero recibir tarjetas o regalos, sino para enfatizar una vez más mi concepto inicial. La pasarè en la vida real con mis amigos, a continuación, en Second Life, siempre con amigos. Para mí, esto significa sólo una cosa: son mis dos mundos, que a veces se reúnen, a veces se tocan, pero ambos son importantes por varias razones. Pero la cumpleañera serè solo yo, unica y sola identidad.