Tu chiamale se vuoi …

Se c’è un tema classico, inflazionato quando si parla di Mondi Virtuali, è quello degli “Amori virtuali“, sempre citati e molto spesso banalizzati, o criticati. Il motivo di questa visione discutibile è originato dalla superficialità con cui si discute questo tema, e dalla mancanza di una visione chiara del contesto, che lo collochi nella corretta visione, in termini sociali.

Non tutti i mondi virtuali utilizzano le stesse tecniche e le stesse modalità di interazione, si va dalle chat rooms di una volta, in cui la comunicazione avveniva quasi esclusivamente tramite chat scritta, fino ai Mondi Virtuali “sociali” alla Second Life, in cui la “presenza fisica”, tramite l’Avatar, diventa un elemento caratterizzante e fondamentale della comunicazione.

Un primo punto su cui occorre fare chiarezza, e mettere dei punti fermi, è quello del ruolo dell’Avatar, scartando decisamente le folli teorie, da qualche buontempone diffuse in passato, della vita propria dell’Avatar, distaccato dalla persona che lo ha creato. Argomentazioni da psichiatria, ovviamente. E occorre mettere anche da parte le modalità con cui viene utilizzato un avatar nei GdR, perchè lo scopo a cui è destinato è di tipo ludico, orientato al Role Playing. La figura dell’Avatar è fondamentale nelle relazioni tra i residenti dei Mondi Virtuali: è infatti una realizzazione oggettiva, e visibile a tutti, del modello concettuale che rappresenta noi stessi in questi Mondi. Il modello che esprimiamo può essere di qualsiasi tipo, da una rappresentazione di se stessi, la più fedele possibile al corpo fisico, alla idealizzazione di un modello visivo per come lo vorremmo interpretare. Non importa come viene rappresentato, il punto è che l’Avatar assume la nostra personalità, il nostro comportamento sociale. In questi Mondi Virtuali l’Avatar siamo noi, comunque siamo rappresentati.

Il secondo punto da chiarire è quello dell’ambiente virtuale in cui l’avatar si muove. Un Mondo Virtuale come Second Life è certamente una costruzione, in ambiente tridimensionale, realizzata dalla tecnologia, dal codice software scritto da qualcuno, e dalla scheda grafica del nostro computer che renderizza le immagini tridimensionali inviate dai server del gestore del Mondo Virtuale. Ma questo aspetto, ai fini della nostra analisi, è irrilevante. Non ci interessa affatto l’aspetto tecnologico, ci interessa dimostrare che ci troviamo in presenza di un “luogo fisico” in cui si muovono gli Avatar, un vero e proprio “posto” in cui si va, ci si incontra, e si vivono esperienze. Certo, mentre avviene tutto questo, si è nella realtà seduti al computer, a manovrare i comandi con cui si effettuano le interazioni in questo Mondo. Ma anche questo è irrilevante ai nostri fini, in questo momento, perchè quello che conta è che noi, attraverso l’Avatar, frequentiamo un posto fisico effettivo, fatto per noi, secondo la nostra fantasia, per consentirci degli scambi sociali con altre persone come noi.

Chiariti questi due punti di partenza, è evidente che in un posto dove ci sono interazioni sociali fra persone di ogni origine, cultura e nazionalità, nascono rapporti di ogni genere: amicizia, collaborazione professionale, vicinanza culturale, fino ad arrivare a vivere delle storie affettive intense, che, dal nostro punto di vista, non sono distinguibili da quelle che viviamo nella vita reale. I centri cognitivi del nostro cervello, che vengono stimolati, sono sempre quelli, qualunque sia il posto che noi frequentiamo: un locale, un ufficio, una piazza, o anche un posto virtuale attraverso gli Avatar. Quando nasce una storia d’amore in un Mondo Virtuale occorre dargli la stessa importanza che assume un rapporto del genere nel mondo reale, perchè le sensazioni, gli stimoli, le difficoltà e gli ostacoli, sono sempre quelli, dovuti a noi, ai nostri pregi e ai nostri limiti. Il posto in cui questo avviene non ha importanza.

Il terzo punto quindi, che vorrei fissare come concetto chiave, è esattamente questo dei rapporti affettivi. Sgombriamo il campo dai gossip, dalle critiche stucchevoli, e dalle banalizzazioni. Gli Avatar sono persone che si incontrano, interagiscono tra loro, e possono odiarsi, criticarsi, o anche amarsi. E le modalità con cui l’interazione si sviluppa, sono quelle fornite dall’ambiente in cui ci si trova: gli sguardi, il modo di muoversi e di parlare nel mondo reale, ed espressioni analoghe, ma mutuate dalla tecnologia, nei Mondi Virtuali. Non è il mezzo che è importante, è lo scopo dell’interazione, e le emozioni che si sviluppano tra due persone. Un amore che nasce nella vita virtuale si sviluppa, e cresce, indipendentemente dal mezzo usato, entra nella quotidianità delle persone, nella vita e nei pensieri reali, e diventa parte del vivere quotidiano. Viene inserito nel contesto sociale e familiare, e si conquista infine un suo spazio effettivo nella vita reale. Quindi, giù il cappello quando si guarda a questi episodi, essi meritano il rispetto che si deve alle persone, e alla vita reale. Nessuno ha il diritto di entrare nella vita degli altri, se non gli è consentito.

All’altro estremo ci sono, naturalmente rapporti più limitati e superficiali, gli “amori” che durano pochi giorni, ma anche forti amicizie o collaborazioni, che possono durare anni. Non c’è differenza anche qui da quello che succede anche nella vita reale, cambia solo il mezzo che utilizziamo per comunicare.

L’ultimo punto che vorrei condividere riguarda i limiti, e i possibili rischi, insiti nei Mondi Virtuali. Perchè la facilità con cui ci si muove, la possibilità di avere diverse versioni di se stessi, l’impossibilità, a volte, di distinguere il vero dal falso, la realtà dall’inganno, ci pone in situazioni di esposizione emotiva, che spesso sono difficilmente gestibili. Anche qui, occorre sgombrare il campo dai moralismi o dal vittimismo, di cui sono pieni i profili delle persone “tradite” in Second Life. E’ davvero un campionario stupefacente, degli errori e delle delusioni, quello che si legge sui profili, quasi esclusivamente delle donne, in Second Life. E’ una pratica che non ho mai apprezzato, che mette il piazza problemi ed esperienze personali, esponendoli alla pubblica piazza.

E la stessa cosa avviene anche su Facebook, diventato un Mondo Virtuale integrativo, e qui non c’è distinzione tra uomini e donne, è una vera fiera di ovvietà e recriminazioni su pubblica piazza. Ed è in Facebook che gli Avatar di Second Life, aggirando i limiti posti da Facebook nei suoi ToS, si sono ricavati uno spazio complementare, in cui si confrontano durante tutto il giorno, siano essi a casa, in ufficio, o in giro per il mondo, prima di arrivare a sera ed entrare in Second Life. Bisogna sgombrare il campo dai vittimismi stucchevoli e umilianti, perchè chi naviga questi mari virtuali deve accettarne vantaggi e rischi. Deve sapere che ci sono delle possibilità di vivere situazioni ambigue, spesso false, e deve essere attrezzato per gestirle e limitarne le ricadute. La protezione da questi raggiri non è nella morale, ma nella fiducia e nella stima che si crea tra le persone. Perchè, senza di queste, non c’è alcun rimedio, e il vittimismo non serve, umilia solo chi lo pratica.

Ho cercato qui di esprimere la mia visione della vita e dei rapporti che si sviluppano nei Mondi Virtuali, ma molto altro ci sarebbe da dire sulle dinamiche di gruppo, ad esempio, o sui progetti e sulle realizzazioni artistiche, che si sviluppano nei Mondi Virtuali, in modi spesso originali e innovativi. Ma di questo abbiamo parlato in altre occasioni. Un saluto a tutti.

La parola

By Serena Domenici

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“Com’è arrapante il tuo avatar!” Me l’hanno detto ieri. Anzi me l’hanno scritto. Ma non è la stessa cosa? Forse sì. O forse no… Quanti me l’avrebbero “detto” in voice? E quanti lo avrebbero fatto a voce nella vita reale, e, soprattutto, che significato avrebbe avuto? Adulazione, sfacciataggine, menzogna, voglia di “provarci”, arroganza, volgarità, ironia? E in Second Life si possono semplicemente trasporre dal parlato allo scritto tutte queste sfaccettature lessicali e concettuali? Me lo sono chiesto quando ho letto (ascoltato?) questo “complimento” tutto particolare-ma-non-troppo. Si impone, a questo punto, qualche riflessione. Si è parlato spesso del no/voice, si/voice, all’interno del Metaverso, e dei vari Mondi Virtuali. In realtà ho sempre ritenuto che fosse un falso problema. Sono dell’avviso che sia una scelta del tutto personale. E che ogni tentativo di demonizzare o, al contrario, esaltare l’uso della voce sia un atto di “prepotenza”. Personalmente trovo comodo il voice: non mi va sempre di scrivere, e con gli amici più cari mi piace ridere e chiacchierare senza dover digitare sui tasti, a tratti in modo frettoloso e compulsivo.

Ho rispetto verso chi non lo usa per ragioni personali, relative al contesto “Real” in cui si trova, molto meno invece, per chi resta muto per potersi comodamente spacciare per qualcun altro/a. Non mi riferisco all’annosa questione di cambio di sesso. Se sul Metaverso a qualcuno piace sentirsi “altro” o poter essere “altro”, ritengo siano fatti suoi, soprattutto se rimane all’interno di un contesto virtuale senza implicazioni real life. Intendo approfondire, invece, il rapporto tra comunicazione e parola scritta, se su di essa si incentrano e si basano le relazioni interpersonali in Second Life. Questione di approccio, di metodo, di mentalità e, purtroppo, o per fortuna, a seconda dei casi, di stile. Invece, poco e meno approfondito è il discorso sull’uso della parola scritta. Mi scuso in anticipo se la questione fosse già stata dibattuta, ma, a meno che mi sia sfuggito, ho letto poco al riguardo. Si digita tantissimo in chat local o in “im” privati. Si scrive per comunicare, si scrive per rendere viva e palpitante la vita all’interno dei Mondi Virtuali. Si scrive in tutte le lingue e si scrive per necessità di proporsi e manifestarsi agli altri. Si scrive per dare e ricevere emozioni, si scrive per fare sesso virtuale, per litigare, amare, sognare, calunniare, spettegolare, lavorare.

Si scrive in modo sgrammaticato, colto, ricercato, confuso o poetico. Si scrive inventando ogni volta, e si scrive per stereotipi, slogan e luoghi comuni. Qualunque sia la ragione, la parola scritta è indubbiamente per molti il veicolo principale per scegliersi, “annusarsi”, valutare e cercare chi, per una serie di varie e spesso misteriose alchimie, più ci piace, o al contrario, chi proprio non ci aggrada. E chi ha la capacità di “leggere tra le righe” riesce a farlo con tempi più rallentati e pertanto con maggiori possibilità di discernimento rispetto a quelle che l’intuito e le sensazioni epidermiche, mediate dal linguaggio del corpo, possono regalare nella vita reale. E, al contrario del voice, la parola scritta aiuta i timidi e li rende audaci. Aiuta chi millanta nobili intenzioni e sentimenti, riesce a far sognare, se si ha il dono di scegliere con cura le parole, ma è capace di distruggere al pari di Attila chiunque incroci il suo “percorso”. Può essere un’arma o un dono, un pugnale o una carezza, una rosa o una spina. La scrittura parla di noi attraverso noi, che diventiamo gli artefici, non sempre consapevoli, di “giochi” di ruolo, che ci vedono di volta in volta vittime o carnefici. Sono certa, per esempio, che molta arroganza scritta trovi la forza di essere tale solo perché, al riparo da sguardi o inflessioni vocali, diventa l’arma principale di qualche imbecille (uomo o donna), che attraverso l’uso della chat, o di messaggi privati, crede che quattro cazzate scritte in maiuscolo possano avere il potere di intimorire gli interlocutori con i quali si rapporta.

Ci sono poi i beffardi (per non dire peggio…), quelli che ti sbattono in faccia risate sardoniche (secondo loro) “bannando” e “mutando” a più non posso, con annesso corredo di faccine doppie, triple e con salto mortale. E tu resti lì a ridere in Real Life, e a chiederti il perché la madre dei cretini sia sempre incinta. Ci sono i seriali, quelli che scrivono a tutti le stesse cose, usano direttamente il copia e incolla, e se li fai uscire fuori dal seminato, sono colti da crisi isterica e/o sindrome da impotenza. Un’altra ineffabile categoria è rappresentata dagli scurrili, che usano definire il loro prossimo con appellativi non proprio eleganti. Hanno la sindrome della troia a tutti i costi, e costi quel che costi. Se non gliela dai sei troia, se gliela dai sei troia lo stesso. Della serie: poche idee e confuse.

Ovviamente c’è l’analogo femminile: l’uomo se ci prova è un porco, se non ci prova è un coglione. Tutto ciò ha un vago (ma non troppo…) sentore di deja-vu Real Life, ma, si sa, non c’è mai nulla di nuovo sotto il sole, di idrogeno o di pixel che sia. I suadenti, poi … ah, loro sì che ci sanno fare: usano la parola danzandoci, sanno quali corde toccare e se alla fine ti prendono in giro sei pure contenta/o. Gli affabulatori sono i cugini larghi dei suadenti, e i parenti stretti dei seriali, ma conoscono più aggettivi e sono più furbi/e.  Riescono a fregarti, però, solo una volta, la seconda sanno già di stantio.

Interessanti, inoltre, sono i profili. Ne parlai già tempo addietro: molti di essi sono per lo più citazioni prese in prestito e raccolte qua e là; il trionfo del copia e incolla da cui è difficile capire la reale personalità che viene fuori col tempo, se si vuole farla venir fuori e, soprattutto, se vale davvero la pena cercarla.

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E’ inevitabile, a questo punto, parlare di “menzogna” nel Metaverso. Difficile stilarne una definizione accettabile, e valida per tutti. La realtà virtuale è essa stessa finzione, sia pur entro certi limiti, e non dire tutto di sè, o dire cose non vere o fuorvianti, fa parte del gioco. Un gioco, però, che spesso si fa duro e coinvolge sentimenti ed emozioni “reali”. O che si fa illusorio o, se vogliamo, consolatorio, rendendoci più vivibile la vita reale, nei casi, e non sono pochi, che essa sia avara di soddisfazioni. E allora ecco che, mentire agli altri e mentire a se stessi, diventano due facce della stessa medaglia, non necessariamente intrise di malafede o cattiveria. Abbiamo bisogno anche di illusioni, “un po’ per celia, un po’ per non morir”. Ma nello stesso modo in cui la propria libertà finisce dove inizia la libertà altrui, la propria menzogna deve arrestarsi dove inizia l’altrui sofferenza. E le parole … bisogna saperle usare.

Ci sono parole che ti arrivano dentro e ti confondono, ci sono parole nelle quali credere aiuta a sopportare meglio la vita, ci sono parole che lasciano il segno e che scrivono la tua storia, al di là del tempo. Il Metaverso è un teatro di vita … E i ruoli sono interscambiabili. Ecco perché non potrà, a mio avviso, esserci un pensiero avatariano autosufficiente ed autoreferenziale. Siamo troppo coscienti e incoscienti per poter prendere le distanze dal nostro pupazzetto. Siamo noi, al di là dello schermo, a dargli il modo di agire e trasmettere input. Sono in pochi ad ammettere di avere una vita sessuale cerebrale all’interno di SL. In realtà solo una minoranza non pratica il cybersex. Fare sesso, mediante scrittura, è per molti l’unico modo per comunicare al proprio partner il desiderio. La letteratura, d’altra parte, è piena di opere erotiche, e sono convinta che il Metaverso, o le chat history, racchiudano dei veri e propri capolavori di Ars Amandi (Ovidio Docet). Quasi quasi, proporrei attraverso questo Magazine la pubblicazione in anonimato (i nomi degli amanti celati) non di racconti, ma di esperienze scritte di erotismo. Che poi non è tanto importante praticarlo, il sesso, ma renderlo desiderabile e perfetto attraverso le parole giuste al momento giusto. Il nostro cervello può godere in mille modi diversi e sublimi, tutto il resto sono dettagli. Pensateci: scrivere, soprattutto in anonimato, ci libera. Libera il meglio e il peggio di ognuno di noi. Sta a noi metterlo su “carta”.

Una vita (virtuale) allo specchio.

by AquilaDellaNotte Kondor

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Che l’innovazione prodotta dai Mondi Virtuali sia un qualcosa destinato a cambiare profondamente le nostre modalità di interazione in rete, e anche fuori dalla rete, nella vita di tutti i giorni, è ormai più che evidente, sia a quelli che hanno conosciuto e sperimentato, senza pregiudizi, questo nuovo “mondo”, sia a quanti sono informati dai media o da persone di loro conoscenza su quanto sta accadendo alla nostra società, sempre più pervasa dalla componente digitale.

Parliamo di nuovo “mondo” perché, a differenza del web, un Mondo Virtuale propone un ambiente immersivo d’interazione, in cui la gente si incontra direttamente, utilizzando il proprio avatar. E la forma di identificazione delle persone con il proprio avatar consente di vivere una dimensione diretta, non mediata, di scendere in campo in “di persona”. Utilizzando tale ambiente, la gente si incontra ed interagisce, sviluppando amicizie, creando rapporti affettivi, e mettendosi in gioco con la propria individualità. Coinvolgendo di conseguenza, in tale esperienza, la sua stessa vita “reale” e la propria personalità. In effetti, la distinzione tra “virtuale” e “reale”, man mano che l’esperienza immersiva si fa più profonda, tende a sfumare, e la vita “in word” diventa parte integrante della vita di tutti i giorni.

In più di quattro anni di esperienza nei Mondi Virtuali, vivendo e studiando questa forma di interazione (consentita dall’accesso alla rete con larga banda di connessione, e utilizzando software di interfaccia sempre più sofisticati) ho osservato ed analizzato diverse tipologie di comportamento di chi è “entrato” in Second Life in gran parte per caso, e ha poi sviluppato, con la conoscenza e l’esperienza, un’attività continuativa. Ho così sviluppato nel tempo una mia visione delle cose, e vorrei condividere questa visione con i lettori di VWM, con la certezza che affrontando insieme un tema di tale rilevanza, si possa fare un passo in avanti nella comprensione dei nostri comportamenti e delle nostre esperienze. Ed anche di quello che potremmo attenderci per il futuro.

Userò il Mondo Virtuale di Second Life come metafora del più vasto fenomeno, poiché è più facilmente descrivibile ed interpretabile, vista la componente soprattutto “sociale” espressa dal Mondo Virtuale della Linden Lab.

La personalità e la vita quotidiana di quanti vivono intensamente la propria presenza in Second Life  viene a mio parere profondamente cambiata da tale esperienza. Innanzitutto, il proprio tempo libero viene, nella quasi totalità di tali casi, passato completamente in world e questo pervade i modelli di comportamento preesistenti, rendendo l’esperienza immersiva non sporadica o transitoria. Inoltre, il tempo libero tende gradualmente ad integrarsi con il tempo di vita o di lavoro, tanto che molti continuano ad essere connessi a Second Life anche dal posto di lavoro o mentre ci si sposta, utilizzando dispositivi mobili e software adatto. In tal modo l’esperienza virtuale diventa sempre più pervasiva, mettendo seriamente in discussione il proprio equilibrio e le proprie relazioni reali.

Ci sono stati molti casi in cui rapporti coniugali e familiari sono stati seriamente compromessi da tale esperienza (da qui anche una certa componente di allarme sociale), e la popolazione maschile e quella femminile si dividono, a mio parere, in modo equo tale casistica. Così come nuovi rapporti e relazioni “reali” si sono evoluti a partire dalla conoscenza in world. Queste tipologie di esperienza possono essere ritenute normali. In fondo Second Life è un “posto” come un altro, in cui si vivono e si sperimentano nuovi rapporti, con tutte le conseguenze del caso. Non c’è assolutamente nulla di incomprensibile in questo, basta esserne consapevoli ed avere le necessarie capacità di analisi e di salvaguardia del proprio equilibrio mentale e fisico. Si, anche fisico, poiché una vita trascorsa in gran parte davanti allo schermo di un computer può seriamente compromettere non solo la propria salute mentale, ma anche quella fisica, se tale esperienza è portata agli estremi.

Vorrei fare uno sforzo di astrazione semplificando, per facilità di discussione e di analisi, l’esperienza di vita virtuale in tre diversi livelli di coinvolgimento e di possibile rischio, od opportunità, a seconda dei punti di vista.

Il primo livello di coinvolgimento è quello che coinvolge le nostre necessità primarie: la vita, il sonno, la salute, il lavoro, la famiglia. Questo livello deve essere assolutamente salvaguardato, non deve essere intaccato da nessuna esperienza virtuale, pena la perdita di valori vitali per la sopravvivenza stessa dell’individuo. Eppure, molti sono i casi in cui l’esperienza virtuale travalica questo livello di guardia, producendo danni spesso irreversibili sulla salute o sui rapporti sociali della vita di tutti i giorni. Ovviamente, il livello di pericolo è diverso, a seconda delle situazioni personali e del modo in cui si vive l’esperienza virtuale. Una cosa è avere una famiglia, magari con bambini piccoli, altra è avere rapporti familiari già compromessi o irrecuperabili, per cui l’esperienza virtuale apporta nuovi valori o gratificazioni alla vita reale della persona. Altra ancora è l’esperienza di persone che non hanno altro modo di interagire che quello virtuale, e penso qui a gente che vive isolata, o a portatori di handicap grave, ecc. In tali casi l’esperienza virtuale è un qualcosa di assolutamente positivo e insostituibile. Qui veramente ognuno deve saper dosare il proprio punto di equilibrio, o di rottura. Il pericolo può essere veramente notevole. Per questo livello di assuefazione alla rete, e ai Mondi Virtuali ci sono centri di aiuto medico specializzato che stanno nascendo in varie parti d’Italia (http://www.corrierecomunicazioni.it/media/2322_al-policlinico-gemelli-di-roma-un-centro-di-cura-per-gli-internet-addicted.htm,

Il livello successivo, il secondo livello di coinvolgimento, è quello per cui, avendo trovato un equilibrio sufficiente, tra le esigenze primarie reali e le esperienze che si vivono nel Mondo Virtuale, si sviluppa la propria vita virtuale svolgendo attività di diverso genere: artistiche, culturali, di lavoro o di gioco. A questo livello di coinvolgimento, le esperienze virtuali possono accrescere il proprio bagaglio di esperienze e competenze, e perfino influenzare il proprio modo di pensare nella vita reale. Nuove esperienze e rapporti interpersonali nascono e si evolvono, mantenendo un livello di coinvolgimento inferiore a quello di guardia, e senza compromettere la propria vita “reale”. Ovviamente si tratta di un equilibrio instabile, occorre quindi gestire con molta attenzione tale livello di coinvolgimento, dosando l’impegno ed il tempo trascorso in world. Alcuni si sono organizzati in maniera quasi scientifica, usano sotterfugi e precauzioni, tipo crearsi vari avatar, sezionare il tipo di esperienze o le tipologie di amicizie, ecc. Insomma, sempre con un piede fuori dalla porta. Altri cercano invece livelli di coinvolgimento emotivo più elevati, spesso senza trovarli mai. Quelli che invece li trovano, vivono una esperienza che potremmo chiamare di terzo livello, continuando a seguire la nostra classificazione.

Il livello più elevato di coinvolgimento, il terzo, è quello che vede una sostanziale immersività dell’individuo nel Mondo Virtuale. Le esperienze che si vivono in world sono parte integrante e spesso sostitutiva della propria vita reale. Per molti aspetti, le persone che si trovano a questo livello di coinvolgimento hanno trasferito in world gran parte della propria vita quotidiana, fermo restando ovviamente il livello base, riguardante le necessità primarie, sacrificando le quali si entrerebbe in una situazione di allarme rosso per la propria salute fisica e mentale, come abbiamo più su descritto. Questa tipologia di immersività trova realizzati nel Mondo Virtuale gran parte dei propri bisogni sociali e affettivi. La vita in world è per loro di gran lunga più coinvolgente di una vita reale spesso insoddisfacente o difficile. Nell’ambiente virtuale si formano coppie, famiglie, comunità affiatate e ambienti organizzati, e il tempo è impegnato in attività sempre diverse e serate intense, con giochi, musica e intreccio di relazioni. Gruppi di amici si ritrovano ogni sera, spesso presso una location di riferimento in cui la comunità si identifica. Coppie più o meno affiatate passano insieme il tempo di svago e di esplorazione, e la coppia virtuale offre un surrogato completo di emozioni, fino al rapporto affettivo intenso ed al sesso virtuale. Le persone coinvolte in questa esperienza sono molto spesso soddisfatte della loro vita virtuale, e sostengono con grande convinzione la loro scelta.

Quest’ultimo livello di coinvolgimento è quello più problematico da spiegare dal punto di vista concettuale, poiché l’altro estremo, quello di chi compromette la propria vita privata, ha connotazioni di tipo quasi patologico, ed è quindi più facile da spiegare ed interpretare. La scelta consapevole, e soddisfacente, di vivere la maggior parte della propria vita in world è invece molto difficile da capire e rischia di essere banalizzata dai pregiudizi.

Ci troviamo di fronte, in questo caso, ad una scelta consapevole di trasferire una parte consistente della propria vita in un ambiente fisicamente inesistente, ma costruito in maniera completa e dettagliata utilizzando gli strumenti tecnologici che abbiamo. Con questa realtà dobbiamo farci i conti, da oggi e per il futuro, poiché quanto sviluppato finora, in termini tecnologici, non è altro che un prototipo, un primo accenno, di quanto sarà possibile utilizzare nel futuro. I Mondi Virtuali si evolveranno, e sempre più gente popolerà, in maniera più o meno immersiva, tali ambienti. Non si tratta quindi di una moda passeggera o di un fenomeno effimero, dovremo sempre di più farci i conti.

Il modo migliore per cercare di capire tali sviluppi è, a mio parere, quello di sgombrare il campo dai pregiudizi, e cercare di capire che ci troviamo di fronte a scelte consapevoli, che riguardano la personalità o le condizioni dell’individuo, e che tali condizioni possono essere le più diverse, e difficili da interpretare dall’esterno. Solo una conoscenza diretta e approfondita dell’individuo può darci elementi per capire, senza mai giudicare, la scelta che è stata effettuata. Scegliere una modalità o l’altra di interazione in rete riguarda e coinvolge elementi profondi della personalità e della vita di una persona, nessuno, oltre la persona stessa, può ergersi a giudice o censore. Se c’è una cosa che abbiamo imparato relativamente ai Mondi Virtuali, è che nessun giudizio è consentito con superficialità.

In conclusione, ci sono due elementi fondamentali di analisi che sarebbe utile portare avanti: da un lato la salvaguardia dei valori minimi di sopravvivenza, che possono essere compromessi da un approccio ai Mondi Virtuali non consapevole; dall’altro, l’evoluzione verso la piena “cittadinanza virtuale” che coinvolge un numero crescente di persone. Nel mezzo, una gamma vastissima, e maggioritaria, di quanti “usano” i Mondi Virtuali secondo le proprie esigenze ed aspettative pratiche.

Spero di tornare su tali argomenti, a valle di una discussione che sarebbe utile e costruttivo sviluppare, insieme a tanti altri.

Viaggio tra i sentimenti

by Serena Domenici

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Navigando su internet ho trovato questo articolo: http://www.padovanews.it/news/curiosita-e-gossip/5289-si-prostituisce-su-second-life-il-marito-la-scopre-e-chiede-la-separazione  Si, lo so che non è recente , mi ha fatto però riflettere su un argomento che ho sempre affrontato solo di sfuggita….  Amore, gelosia, tradimenti.  Temi passionali che affascinano e sconvolgono più o meno la vita di tutti noi mortali.  Sconvolgono soprattutto chi ne prende apparentemente le distanze…anzi, diffidate sempre da chi dice di non essere toccato da questi argomenti…mente. Chiunque vive e si relazione sul piano sentimentale, nella vita reale come nel Metaverso, non potrà mai vivere con distacco assoluto i propri e altrui sentimenti.  Si tradisce per svariati motivi…si tradisce perché è insito nell’animo umano. Si tradisce per noia soprattutto….per la necessità di vivere emozioni sempre nuove o semplicemente perché ci sente trascurati dal proprio partner.  Ma qualunque sia il motivo, fa molto male…fosse anche solo per una questione di amor proprio.  Nella vita reale si tradisce , ma lo si fa con dinamiche molte diverse. Incontrare ed essere corrisposti in rl è molto più difficile. Ma avviene lo stesso, magari con meno frequenza e si è molto più circospetti. Nel metaverso invece ,basta farsi un giretto e subito le occasioni proliferano… si indossa magari un alter nuovo…si ripetono gli stessi rituali d’accoppiamento senza dover neanche fingere una nuova personalità et voilà il gioco è fatto.  Tra l’altro il fattore tempo, in sl incide diversamente. E’ tutto molto più intenso e coinvolgente, si consumano intense passioni ma se la storia non è vissuta anche all’esterno, con appendici rl,  salvo rare eccezioni, è destinata a finire in un breve lasso di tempo.  Da tutto questo scaturiscono comportamente esasperati e morbosi, gelosie assurde e sterili perchè finalizzate unicamente a tenere l’oggetto ( il pupazzo dei propri desideri) accanto a sè. Marcare e difendere il proprio territorio diventa il bisogno primario per alcuni avatar.  Ho constatato di persona come sia facile mentire su second life, l’anonimato o pseudo tale fornisce maschere e paludamenti per tutti i gusti ed in questo contesto i cinici trovano un terreno fertile  nel  colpire ed affondare i sentimenti altrui senza battere ciglio.  Siamo in fondo tutti consapevoli, se non altro a livello emozionale ed intuitivo, che vivere un rapporto sentimentale virtuale, in linea di massima, non ha futuro e che dovremmo rapportarci all’altra o all’altro il tempo di un sogno animato comune. Ma tra il sentimento ed il sogno , ci sono in mezzo i nostri desideri , le nostre speranze, le nostre illusioni, le nostre aspettative di vita vera e quindi, nonostante tutti i nostri meccanismi di difesa ,finiamo per cascarci  come tante pere cotte.  Quello che mi sfugge è, invece, un’altra dinamica. Posso comprendere che nella vita reale, ammettere un tradimento o la voglia di evasione non sia facile,ma perché perdere anche sul Metaverso l’occasione di essere sinceri e di avere un comportamento onesto che non lasci spazio a inutili illussioni? Come al solito RL, entra prepotentemente anche nella nostra vita virtuale. Non smettiamo mai di essere, almeno in parte, quello che siamo al di là dello schermo.  La donna scoperta dal marito , protagonista dell’articolo, si è difesa dicendo che tradire virtualmente non è la stessa cosa che farlo nel mondo ‘vero’… ma un tradimento è un tradimento…avviene al di là dello schermo solo per ragioni  pratiche…anzi direi che è anche peggio…tutto ciò che è cerebrale  sa essere di una forza emozionale senza pari. E del tempo che si sottrae a chi ci vive a fianco, vogliamo parlarne?. Il tradimento non è mai solo un fatto di sesso è sempre qualcosa  di più che un fatto fisico…ci coinvolge sempre su più fronti.  Sul metaverso si ama, si odia , si tradisce in modo quasi parossistico e compulsivo…spesso i traditi sono anche i traditori … In un turbinio di apparenti cambi e sostituzioni di personaggi …si consumano veri e propri drammi della  gelosia, si effettuano sfiancanti pedinamenti e sospetti devastanti ci rodono l’anima. Non a caso ci sono anche agenzie investigative.. e si capisce non è affatto facile scoprire le corna sul Metaverso…  Troppo spesso dimentichiamo che nella vita reale,  ci sono uomini e donne che ogni giorno tradiscono il proprio partner…Ma se viene perpetrato a nostro danno sul Metaverso diventiamo cattivissimi con i nostri rivali, dimenticando di essere noi stessi in torto verso qualcuno che ignora la nostra esistenza. Ah ma SL è SL ed RL è RL…molti vi risponderebbero così.  Se chiuso il PC, soffro e ci penso…non è poi così vero.  Certo , c’è anche un campione di avatar che entra per farsi solo seghe animate e la cosa finisce lì…ma per la stragrande maggioranza di pixel in anima non è così.  Se da una parte siamo coscienti dei limiti del mezzo, dall’altra come già accennavo prima, perdiamo il senso del limite. Cerchiamo quello che ci manca e affidiamo in mani e menti altrui   i nostri bisogni primari…amare ed essere amati. Al riparo dello schermo tendiamo all’inizio a dare il meglio di noi stessi, creando quella magica illusione che tutto sia  possibile.  Invece spesso finiamo per riprodurre quegli atteggiamenti negativi che fanno di noi a seconda dei casi dei partner servizievoli, psicologi, vice mamme ,  soddisfiamo persino complessi di Edipo e di Elettra, finendo per commettere gli stessi errori del nostro vivere quotidiano.  Anche su second life  si creano gli stessi meccanismi di facciata , di conseguenza è facile venire usate o usati a scopo rappresentativo.  Ho conosciuto molti avatar, che mi hanno raccontato di non fare sesso, ma di fingere di farlo solo per tenere l’altra persona legata a se. Io gli credo. Credo della disperazione. Un termine  che fà male e mette paura ma che esprime benissimo il concetto…molti avatar vorrebbero unicamente conforto ed un sentimento platonico , ma che purtroppo spesso non trova corrispondenza e che obbliga a scendere a patti con se stessi pur di sentirsi parte di qualcuno, pur di non sentirsi soli.  In quest’ottica  second life non è solo fucina di idee , cultura e spettacolo ma è anche bisogno di appartenenza. Al di là del pc, non vivono solo i nostri demoni , c’è sempre la segreta speranza di coltivare ed inseguire i propri sogni…ecco perché, quando il sogno svanisce ,fà male…e quello che avvertiamo è maledettamente reale.

Quando i mondi si scontrano.

Un interessante dibattito è andato svolgendosi nelle scorse settimane, nella Second Life italiana, in seguito ad un articolo pubblicato su questo Magazine in data 11 febbraio 2012.

Questo articolo, provocatoriamente intitolato a “I bassifondi di Second Life”, ha ottenuto l’effetto che pensavamo provocasse. Si è infatti scatenata una bagarre che ha coinvolto molti resident, sia con discussioni dirette che con commenti postati sul Magazine che abbiamo integralmente pubblicato, senza censure di alcun tipo (non sono nostro costume, a meno di insulti, parolacce o riferimenti a dati personali). Come era facile prevedere, la discussione ha percorso due binari distinti: da un lato, i più arrabbiati, erano quelli che si sono auto ritenuti appartenenti ai cosiddetti “bassifondi”, non meglio definiti ma evidentemente, per loro, facilmente identificabili; dall’altro, quelli che, a loro dire, i bassifondi non li frequentano, e che si sono inoltre sperticati a negare la loro qualifica di “intellettuali”, negando perfino che tale categoria esista in Second Life.

E’ stata una prima fase interessantissima, e immagino lo stupore che un osservatore esterno abbia potuto provare, leggendo questi commenti o assistendo a discussioni di tale veemenza, nel difendere posizioni che nessuno aveva attaccato, o comportamenti personali che nessuno si era mai sognato di stigmatizzare (prego rileggere l’articolo). E’ stato il festival della cosiddetta “coda di paglia” all’italiana. Sia gli uni che gli altri hanno difeso posizioni preconcette, che nessuno aveva mai attaccato. E’ stata una discussione che ha dato la stura a “sfogatoi” di ogni genere, e ha fatto saltare il tappo di antichi rancori e beghe personali. Era facilmente prevedibile, ed era già successo in altre occasioni. La vena polemica ed il gossip italiota fanno sempre scuola, purtroppo. La seconda parte, che abbiamo dosato nel tempo protraendola per due serate, è stato un vero e proprio dibattito in world, in voice e in chat, a cui hanno partecipato punte di quasi 70 avatar. Ed è qui che abbiamo notato e analizzato i comportamenti del popolo di Second Life, ritenendo il campione che ha partecipato a questi dibattiti ampiamente rappresentativo, con l’unica, rilevante eccezione, delle persone più impegnate in Second Life in attività artistiche e professionali. Purtroppo, questo genere di persone ha in parte disertato gli incontri, ma un campione significativo è stato comunque presente.

Le serate di dibattito sono state due e non una, poiché la sede di Virtual Worlds Magazine, presso Solaris, per qualche strano motivo (forse troppo “intellettuale”) non è stata ritenuta neutrale. Le due serate si sono svolte quindi una a Solaris (giovedì 8 marzo) e l’altra a Suspiria (martedì 13 marzo). Un ringraziamento sentito va allo staff di Pyramid (in particolare a Magicflute Oh) e allo staff di Suspiria (in primis a LelenyLoka Demonia). Non è stato facile organizzare e gestire le due serate, quindi onore al merito. Dalle due serate sono venute fuori, innanzitutto, una serie di considerazioni scontate, tutte già sentite e discusse. Altre, invece, si sono rivelate molto interessanti, dal punto di vista sociale, soprattutto in relazione all’aggressività e alla violenza di certi scambi.

In riferimento all’articolo, la considerazione pressoché unanime è stata che non esistono categorie in Second Life, ognuno è libero nelle sue frequentazioni, e fa quello che crede. Ciò anche se alcuni ambienti sono alquanto impermeabili ad iniziative culturali “impegnate”, o legate ad attività RL. Gli stessi ambienti “intellettuali” si sono quindi rivelati, dichiarandolo apertamente, assidui frequentatori di certi ambienti, per lo più utilizzando degli alter, per “salvaguardare”, almeno così si è sentito dire, l’immagine dell’avi principale.

Quindi i punti di contatto fra i diversi mondi ci sono, e sono tanti, tuttavia, c’è una certa impermeabilità verso l’alto. La gente che utilizza Second Life per puro svago e divertimento non ha molta voglia di impegnarsi, o di partecipare ad eventi di un certo tipo. Una posizione rispettabilissima, e probabilmente maggioritaria. Non così invece, come abbiamo detto, per il percorso inverso, degli “intellettuali” verso altri tipi di ambienti. Non è quindi questione di intellettuali o bassifondisti, ma del modo di intendere Second Life, a seconda anche delle proprie aspirazioni di fondo o del momento e della serata che si vuole vivere. Su questo sono stati tutti d’accordo, e con questa conclusione unanime, l’argomento “bassifondi” veniva archiviato.

La cosa più interessante di questo dibattito è stata invece l’aggressività, e la violenza verbale, che si è manifestata da parte di alcuni, tanto da indurci, come diremo tra poco, ad una profonda revisione delle regole che è necessario darsi per gestire questo tipo di dibattiti. La violenza si è espressa nelle serate di dibattito, nelle chat di gruppo, e nei commenti postati sul Magazine. Sfruttando l’ospitalità data dalle pagine di VWM sono stati espressi commenti di ogni tipo. La maggior parte sono stati interessanti e civilissimi, mentre alcuni sono stati completamente sopra le righe, certi di non essere censurati, come avrebbero meritato. Durante le due serate ci sono stati alcuni personaggi che hanno costantemente disturbato la discussione, sproloquiando su inesistenti argomenti polemici, o tirando fuori vecchi rancori personali. Ovviamente il moderatore, il sottoscritto, ha subito ogni sorta di attacco, così come pure altri componenti la redazione di VWM. Le “accuse” sono state le più strampalate, dalla ricerca della pubblicità per fare traffico (dove? quando?), al settarismo, alla spocchia intellettuale, alla voglia di mettersi in mostra, ecc.

E’ stato il prezzo che abbiamo voluto pagare, per arrivare fino in fondo e per concludere le due serate programmate. Mi perdonerà quindi la mia stretta collaboratrice su VWM, se ho troncato qualsiasi tipo di replica, per quanto giustificata e giustificabile fosse. Ma nessuno pensi che la violenza paghi: tali atteggiamenti non verranno più tollerati, almeno per quanto ci riguarda. Abbiamo voluto, in ogni caso, andare fino in fondo, per completare la discussione e dare modo alla grande maggioranza degli intervenuti di esprimere il loro pensiero. Questo nostro atteggiamento è stato criticato, ma l’alternativa era interrompere la serata e andarcene, e non era questo il nostro obiettivo. Le prossime serate di “Virtual Worlds Magazine – Reloaded”, si svolgeranno con regole prefissate: le sopraffazioni non saranno consentite, e il moderatore userà, in casi estremi, il ban per far rispettare le regole. Criticabile o meno, questa sarà la nostra linea di condotta: chi vorrà partecipare agli incontri, sarà il benvenuto, ma chi vorrà aggredire non sarà tollerato. Confido comunque che non sarà mai necessario adottare tali provvedimenti, ma tant’è.

Di tutt’altro genere le critiche, pur feroci, che ci sono state rivolte in maniera civilissima e argomentata. Sono state queste il vero nocciolo della discussione, hanno consentito un vero confronto e hanno portato a conclusioni comuni, come abbiamo spiegato in precedenza. Ci sono stati interventi molto interessanti, di gente nota e con grande esperienza di Second Life, ma anche di perfetti sconosciuti, che hanno portato un punto di vista originale nella discussione.

In conclusione, possiamo ritenerci soddisfatti di questo dibattito, c’è stata una discussione franca e accesa, anche se a tratti di inutile violenza. Molta gente si è conosciuta, ha solidarizzato, e nuove amicizie sono nate. Spero che tali contatti si mantengano e che altre iniziative si possano organizzare insieme. Sono queste le cose che fanno piacere a chi vive e lavora in Second Life, e noi, ogni volta che sarà possibile, favoriremo questo genere di eventi.

Il format “Virtual Worlds Magazine – Reloaded” continuerà, con le regole che abbiamo detto, ponendo l’attenzione sui temi specifici che vorremo discutere, sia derivanti da articoli del Magazine, sia dai temi di attualità del Metaverso, sia proposti da lettori o protagonisti di Second Life e dei Mondi Virtuali (non dimentichiamoci che un intero nuovo Metaverso sta sviluppandosi sulle Open Sims). Ci piacerebbe organizzare le serate in land sempre diverse, per coinvolgere il maggior numero possibile di interlocutori e comunità. Chiunque voglia contribuire può contattarci in ogni momento. Ciao e grazie a tutti.

Questione sociale o questione sessuale?

By Serena Domenici

Scrivere quest’articolo  mi ha  portata a sondare anche terreni personali e di appartenza. Sono una donna/avatar. ‘Vivo’ come sapete in una comunità di pixel  nel metaverso. Mi occupo  di sondare questo ‘mondo’ cercando di carpire, capire e cogliere, quello che spesso in esso non si ‘vede’. Non sono una psico-teraupeta, sono  solo una donna che ama scrivere e ama  confrontarsi con gli altri.  Mi piace  girare su SL , conoscere  i miei ‘simili’ e luoghi interessanti,  arricchirmi di emozioni  e conoscenze. Confrontarmi  nel dare e ricevere input di reciproco interesse. Ma tutto questo, col il passare del  tempo,  se da una parte mi ha gratificata a livello personale e non, dall’altra  mi ha lasciato un retrogusto  molto amaro. Come donna e come avatar mi sento offesa, destabilizzata e delusa, da una parte di questo ‘mondo’.

E’ mai possibile che per essere credibile,  rispettata e non essere oggetto spesso di attenzioni al limite del buon gusto  io debba farmi un avatar cesso  per avvicinarmi  a mio prossimo, soprattutto di sesso maschile? Sbagliereste se pensaste leggendomi fin qui io parli solo di me stessa. Io parlo di me e di tutte quelle come me, e  non sono poche, che non ce la fanno più a sorbirsi attacchi  di testosterone , feromoni o quel che vi pare, impazziti! Ogni volta che mi avvicino ad un uomo  o sosto da qualche parte , comincia l’assedio.  Ma cosa credete, non ci piaccia essere corteggiate, ‘amate’, adulate, considerate? Certo che ci piace, ma con misura e soprattutto, tanta educazione che spesso sul Metaverso manca. Mi sono sempre chiesta  in passato se questo atteggiamento  particolare,  fosse dovuto al fatto  io mi approcci  con cortesia e disponibilità agli altri.  Col tempo ho compreso non fosse questo il problema… In RL è la stessa cosa eppure nessuno,  anche se magari lo pensa, mi propone sedute di sesso, orge, e acrobazie  sessuali.

Nella vita reale nessuno  offende in modo così palese le donne, come avviene nel metaverso. Se avviene, sono fatti davvero sporadici, che spesso nascondono patologie del comportamento che a volte purtroppo sfociano in articoli di cronaca. Qui, molti frustrati e anche frustrate  (in numero nettamente inferiore le donne) ,  da conigli che si trasformano in leoni.  No, non esiste  la violenza fisica, ma psicologica si, e tanta.  Ho parlato con donne, davvero scioccate, deluse, da simii atteggiamenti.  Non tutte sanno opporsi con fermezza, nemmeno io in determinate circostanze sono riuscita ad essere secca e decisa.  Perché molte volpi da chat spesso usano tattiche molto sottili. Non ti aggrediscono,  ma, piano piano,  arrivano a dirti le peggio oscenità, con un savoir faire , che ti lascia lì per lì  a soccombere tra fiumi di parole che hanno un solo significato: sei una pupazzetta, che sostituisce la vecchia bambola gonfiabile per maratone  di sfoghi sessuali. Che tristezza …   Sembra che il sesso  sia l’unico pensiero a dominarci l’esistenza.  Esistono tante altre cose, compresa l’amicizia, il dialogo e la capacità  di trovare nel Metaverso tanta fonte di ispirazione.

Chi scrive, e sia ben chiaro,  non è una donna che non  ha emozioni o desideri, ma è una donna con una propria dignità, come tante, indipendente anche nelle scelte personali. Non quelle indotte con violenza verbale, grazie al fatto che ci senta immune dietro ad uno schermo. Quindi totalmente tetragona ad un certo tipo di approccio. E poi, basta anche alle lady Godive, pronte a marcare il territorio altrui  e a  rivaleggiare come se si fosse in guerra e alle gelose che invece (se è il caso) di prendersela con il proprio partner , rigettano sulle altre le proprie frustrazioni. Alle donne finte che ormai anche il niubbo più sfigato riesce a sgamare all’istante. Ti immano e sembrano delle camioniste in corto circuito. A quelle che assillano e si sentono fidanzate solo come  rivolgi loro la parola . Basta ai Masters e alle Mistresses  improvvisate , che trovo solo francamente ridicoli…Basta a tutto ciò che fà del Metaverso una  brutta copia dell’originale e ci fa assistere al  funerale del buon gusto. Second Life è libertà di espressione, in tutte le sue forme, non un tiro al bersaglio o un porto franco per chi in RL indossa false maschere di perbenismo. Non è tutto lecito, come erroneamente si è portati a supporre. Solo i limiti riescono a darci la misura giusta, che ci differenzia dalle bestie. Ognuno  di noi, in questo mondo fantastico, può trovare o essere quel che sogna, a patto che non si limiti o violenti la libertà  altrui.

E voi, uomini cazzuti e vogliosi, imparate una buona volta a capire che se una donna non vuole, non vuole e basta!  Ho sondato più volte avatar maschili particolari… Niente, non capiscono, non c’è verso. Spesso allora ho giocato  per lasciarli poi con un pugno di mosche… Si, perché noi donne sappiamo anche essere stronze, se vogliamo.  Ma francamente mi sono scocciata, come tante mie amiche. Non siamo carne da macello o vacche, come qualcuno volgarmente dice.  Siamo cuore in pixel… Siccome il mondo è bello perché è vario, ognuno stia con i propri simili. Non forzi dove non è possibile arrivare e impari a comprendere che un sorriso o un modo gentile di fare non significa  necessariamente starci. Per godere bisogna essere in due, ma dubito che qualcuno lo comprenda appieno. Come non credo che alcuni conoscano il termine ”CONSENZIENTE”.

Nessuno di noi è perfetto, siamo pixel imperfetti  come l’essere umano che dietro lo schermo lo manovra. Non è una lezioncina quindi la mia, anche io commetto i miei errori, e ho le mie debolezze. Ma non impongo nulla a nessuno.  Ho rispetto della libertà altrui, ed esigo si rispetti anche la mia.  Almeno qui si impari ad essere spontanei. L’uso degli Alter non è sempre a  uso fornicatorio , alle volte diventa una corazza, una difesa per muoversi in un mondo  che troppo spesso finisce per somigliare  ad una piccola  Peyton Place.  (I peccati di Peyton Place docet). Come a dire, nulla di nuovo sotto il sole.  Nemmeno quello finto di Second Life.

La professione più antica.

Dire che una delle professioni più in vista e remunerative nel mondo virtuale è quella della Escort, è dire una banalità. Tutti lo sanno, pochi lo commentano. E questo perché la discussione su tale tipo di professione tocca il cosiddetto “lato oscuro” della rete, quello dove si esprimono impulsi e comportamenti fin troppo simili alla realtà quotidiana, ma in un contesto in cui si può essere molto più liberi e provocatori, sfruttando la copertura di un nickname (e questo fin dagli esordi della comunicazione via chat in rete) o di un Avatar (negli attuali mondi virtuali). Il corteggiamento, la provocazione sessuale, il gioco delle ambiguità, è molto diffuso in rete, e spesso la comunicazione tocca il livello dell’erotismo. In questo habitat sorgono ovviamente rapporti affettivi veri, amori, e persino prestazioni erotiche (non arriviamo a chiamarle sessuali) a pagamento. Si alimenta così un business niente affatto trascurabile in Second Life, e molti sono i club, o intere sim, dove è possibile usufruire di tale genere di prestazioni, fornite da professioniste molto apprezzate e richieste, tanto da procurargli una fonte di reddito non trascurabile anche per la vita reale.

Fin qui non scopriamo niente di nuovo, ma quello che ci siamo proposti di fare, per completare il quadro che siamo andati delineando negli ultimi mesi sul business in Second Life, è di andare a chiedere, direttamente a queste professioniste, come vivono questa loro esperienza e come la gestiscono.

Dopo qualche passaggio non breve di intermediazione e presentazioni da parte di amici, siamo riusciti a contattare una delle più rappresentative Escort in attività in Second Life: Samantha. Non darò il nome completo, per quanto sia stato autorizzato dalla diretta interessata, per discrezione nei suoi confronti, e inoltre non darò nemmeno le cifre che mi ha indicato, relativamente ai suoi guadagni, sempre per lo stesso motivo. Samantha ha così gentilmente acconsentito a rispondere a qualche domanda, e non è stata per nulla esitante nel darci uno spaccato molto rappresentativo di questo mondo. Ascoltiamo le sue considerazioni:

[14:25]  AquilaDellaNotte Kondor: grazie per aver accettato questo incontro Samantha, puoi raccontarci  qualcosa del tuo lavoro? Per cominciare, in che orari lavori? Di sera?

[14:25]  samantha: no, lavoro quasi sempre, ho 72 clienti, fissi.

[14:26]  AquilaDellaNotte Kondor: un lavoraccio. Vedo dal profilo che sei anche slave…

[14:26]  samantha: dipende J sempre per lavoro però J

[14:27]  AquilaDellaNotte Kondor: non sei appassionata di BDSM?

[14:27]  samantha: in RL sono una Mistress

[14:27]  AquilaDellaNotte Kondor: se posso chiederlo, sei escort anche in RL?

[14:28]  samantha: si, anche

[14:28]  AquilaDellaNotte Kondor: e sei in SL solo per questo, o hai anche altre attività?

[14:28]  samantha: creo, ma non vendo, non ho tempo per fare commercio

[14:29]  AquilaDellaNotte Kondor: ma con tanti clienti quante ore al giorno lavori?

[14:29]  samantha: da 3 a 7 ore

[14:30]  AquilaDellaNotte Kondor: devi essere molto brava nel tuo lavoro, 72 clienti sono un’enormità

[14:30]  samantha: hai dei dubbi? J

[14:30]  AquilaDellaNotte Kondor: il corpo non basta

[14:30]  samantha: J

[14:31]  samantha: no tesoro J

[14:31]  AquilaDellaNotte Kondor: usi il voice anche?

[14:31]  samantha: esatto

[14:31]  AquilaDellaNotte Kondor: niente cam?

[14:31]  samantha: non RL, lo evito. In RL sono una escort di alto livello

[14:32]  AquilaDellaNotte Kondor: ma sei entrata in SL per fare proprio questo lavoro o è venuto dopo?

[14:32]  samantha: mi diverte, deformazione professionale

[14:32]  AquilaDellaNotte Kondor: c’è una cosa che non capisco. Tu lavori come escort in RL, e ad alto livello dici….

[14:32]  samantha: si, esatto

[14:33]  AquilaDellaNotte Kondor: mentre qui si guadagnano quattro Linden…

[14:33]  samantha: qualche?

[14:33]  AquilaDellaNotte Kondor: chi te lo fa fare?

[14:33]  samantha: 🙂

[14:33]  AquilaDellaNotte Kondor: avrai 5 o 6 “prestazioni” al giorno….

[14:33]  samantha: xx.xxx L$ in 2 settimane sono quattro Linden per te ?

[14:34]  AquilaDellaNotte Kondor: sarebbero xxx euro a settimana…

[14:34]  samantha: sufficenti per giocare, su Second Life J

[14:34]  AquilaDellaNotte Kondor: ma in RL guadagneresti molto di più…..

[14:34]  samantha: ma non lo faccio mica 10 volte al giorno in RL, lo faccio solo se ne vale la pena

[14:35]  AquilaDellaNotte Kondor: capito

[14:35]  samantha: e guadagno dagli xxx euro agli x.xxx  per una intera notte

[14:35]  AquilaDellaNotte Kondor: accidenti, x.xxx euro per una notte??

[14:35]  samantha: dipende da ciò che e’ richiesto, si può anche salire

[14:36]  AquilaDellaNotte Kondor: sei molto valutata allora, è una cifra davvero notevole, ma dimmi una cosa….

[14:42]  samantha: dimmi

[14:43]  AquilaDellaNotte Kondor: quali sono le differenze che vedi tra Second Life e RL nel tuo lavoro, a parte l’uso del corpo, ovviamente.

[14:43]  samantha: sensazioni ed emozioni

[14:43]  AquilaDellaNotte Kondor: emozioni? Ma non è un lavoro per te?

[14:43]  samantha: si

[14:44]  AquilaDellaNotte Kondor: spiegami allora…

[14:44]  samantha: sono un essere umano, tesoro mio, non un automa

[14:44]  AquilaDellaNotte Kondor: ma immagino che tu tenga il lavoro separato dal resto

[14:44]  samantha: ovviamente

[14:44]  AquilaDellaNotte Kondor: come puoi emozionarti con 10 prestazioni al giorno? (parlo di SL ovviamente)

[14:45]  samantha: sono empatica, percepisco le loro emozioni

[14:45]  samantha: ma è un discorso troppo complesso da spiegare …

.

E’ stato veramente un colpo di fortuna riuscire ad intervistare Samantha. Successivamente, ho cercato un’altra “fonte” che avesse però un approccio diverso alla professione. Sono quindi arrivato, sempre tramite presentazione di amici degli amici, ad avere un contatto con un’altra escort, anch’essa molto conosciuta e apprezzata nella sua professione, che però svolge questo lavoro esclusivamente in Second Life: Rosa. Il suo approccio è completamente diverso. Sentiamola:

[10:51]  AquilaDellaNotte Kondor: ciao Rosa, grazie per aver accettato questa intervista. Sto conducendo una specie di inchiesta sul business in Second Life. Ho scritto finora di diversi tipi di business e vorrei infine parlare di questo tipo di attività

[10:52]  Rosa: sul sesso in Second Life sono specializzata

[10:55]  AquilaDellaNotte Kondor: a vedere il profilo di quest’avatar sembri nuova di SL

[10:55]  Rosa: si sono nuova, e non uso altri avatar

[10:56]  AquilaDellaNotte Kondor: solo sei mesi?

[10:56]  Rosa: si

[10:56]  AquilaDellaNotte Kondor: e hai cominciato subito a fare la escort o l’idea ti è venuta dopo?

[10:56]  Rosa: quando mi sono iscritta, non sapevo come fare Linden, pensai che avrei potuto fare la escort, ma uno, vedendomi mi disse: con quel tuo avatar non faresti eccitare nessuno. Si, perchè non era curato. Poi caricai i primi soldi

[10:57]  AquilaDellaNotte Kondor: scusa se te lo chiedo, ma questa tua professione influisce anche sulla RL?

[10:58]  Rosa: no, in RL sono completamente diversa, ho una vita normale

[10:58]  AquilaDellaNotte Kondor: magari sei un uomo, molte professioniste lo sono

[10:58]  Rosa: no sono una donna, uso il voice e la mia voce è quella originale

[11:00]  AquilaDellaNotte Kondor: dimmi allora, hai cominciato così, per fare un pò di soldi?

[11:00]  Rosa: no, inizialmente ho fatto la PR. Guadagnavo xxx Linden$ al giorno per stare in una land e tippare gente, per circa 5/6 ore al giorno, poi decisi di cambiare

[11:01]  AquilaDellaNotte Kondor: pochi centesimi di Euro

[11:01]  Rosa: si, ma questo era il guadagno medio di una PR

[11:02]  AquilaDellaNotte Kondor: non ho mai capito come si possano spendere tante ore per pochi centesimi di euro

[11:02]  Rosa: dipende, se hai amici in una land lo fai più che altro per stare insieme a loro, a parlare e a scherzare

[11:02]  Rosa: ma io mi ero annoiata. La sera finivo tardissimo e la mattina dovevo svegliarmi presto per il lavoro in RL. E così mollai, e una volta sistemato l’avatar, ho iniziato a girare

[11:03]  Rosa: non sapevo da dove incominciare, sono entrata in un posto come questo (siamo in una land “specializzata”) e  ho iniziato a ballare

[11:04]  Rosa: ho conosciuto una ragazza, lei mi ha fatto vedere come si rimorchiavano le persone, anche girando liberamente, sempre in posto per adulti

[11:05]  Rosa: la mia prima esperienza è stata in voice con lei e un cliente, facendo il 3some, ed è stato divertente, diciamo

[11:05]  Rosa: non mi sentivo sola perchè c’era lei con me

[11:05]  AquilaDellaNotte Kondor: e poi? hai continuato…

[11:06]  Rosa: poi sono arrivata qui, e ho continuato da sola

[11:06]  AquilaDellaNotte Kondor: ma continui a farlo per soldi, o ti diverte?

[11:06]  Rosa: allora, in questo posto ho molti amici che ci vengono solo per fare due chiacchiere e ballare su in spiaggia

[11:07]  Rosa: ma vengono anche clienti che cercano sesso a pagamento, sia italiani che stranieri

[11:07]  Rosa: quando parlo in voice con i miei amici loro mi sentono e mi immano. Una sorte di pubblicità la mia. Infatti non basta avere un bell’ avatar, vogliono essere sicuri che dietro ci sia una donna

[11:08]  Rosa: io sono giovane, e quindi sentire la voce di una ragazza li incuriosisce maggiormente, arrivano di tutte le età

[11:09]  AquilaDellaNotte Kondor: non mi hai risposto però….

[11:09]  Rosa: si solo per soldi

[11:10]  AquilaDellaNotte Kondor: non ti diverte questo lavoro?

[11:10]  Rosa: io guadagno in 20 minuti di voice, anche più di x.xxx Linden

[11:10]  Rosa: la parte divertente è quando senti il rumore dei soldi che vengono accreditati, questo mi diverte molto

[11:11]  AquilaDellaNotte Kondor: fa effetto….

[11:11]  Rosa: questo è anche un gioco, io lo interpreto così, ho questo ruolo

[11:12]  AquilaDellaNotte Kondor: ma potresti guadagnare in altro modo però, cosa ti attira in questo lavoro?

[11:12]  Rosa: sono una libera professionista, e questo è il modo più veloce per guadagnare, e senza impegni di orari J

[11:12]  Rosa: sempre soldi facili

[11:13]  AquilaDellaNotte Kondor: nessun imbarazzo quindi

[11:13]  Rosa: no, adesso no. Inizialmente si, lo ero, poi ci fai l’abitudine

[11:13]  AquilaDellaNotte Kondor: che differenza vedi con la stessa professione in RL? a parte ovviamente il virtuale

[11:14]  Rosa: bè qui si finge, e non sei coinvolta in prima persona. E’ un ruolo in un gioco, in RL non lo farei mai, non sarei io

[11:15]  AquilaDellaNotte Kondor: certo, ma mi riferivo al meccanismo. Soldi facili, autonomia….

[11:16]  Rosa: io lavoro in RL, quindi sono autonoma e guadagno bene, ma anche se non lavorassi non lo farei, non svenderei il mio corpo

[11:17]  AquilaDellaNotte Kondor: quindi l’avi non lo vedi come una seconda te stessa, è un gioco per te…

[11:17]  Rosa: noooooooooo!

[11:17]  Rosa: l’avi per me è solo pixel, non è una seconda me

[11:18]  Rosa: però non ti nego che in SL ho conosciuto gente a cui sono affezionata

[11:18]  Rosa: ma con questo resta comunque un gioco virtuale. Ci sono persone che lo fanno perchè gli piace fare la escort, altre, come me, lo fanno solo per i Linden $

[11:19]  AquilaDellaNotte Kondor: in questo ambiente avrai conosciuto gente di ogni genere….

[11:20]  Rosa: si, di tutti i generi, e con diverse problematiche

[11:20]  AquilaDellaNotte Kondor: e ti sei mai sentita offesa, in qualche modo….

[11:20]  AquilaDellaNotte Kondor: o lo prendi sempre come un gioco?

[11:21]  Rosa: quando mi pagano non mi sento mai offesa è un lavoro. Gli amici potrebbero offendermi, non i clienti

[11:21]  AquilaDellaNotte Kondor: ma anche qui ci sono gli “sfruttatori” o siete libere?

[11:21]  Rosa: io sono liberissima, qui nessuno sfrutta nessuno

[11:22]  Rosa: ma ci sono land dove ti obbligano a stare in quel caso basta non andarci più. Non è quindi come in RL

[11:22]  AquilaDellaNotte Kondor: un’ultima domanda: come vedi il tuo futuro in Second Life? Pensi di continuare con questo lavoro o di cambiare attività, un giorno…

[11:23]  Rosa: per il momento mi diverto anche così, quindi non cambio

[11:24]  AquilaDellaNotte Kondor: grazie Rosa, sei stata gentilissima

[11:24]  Rosa: grazie a te, a presto