Che cosa ci facciamo con l’AI ?

Sono quasi due anni che non sentiamo parlare d’altro, tutti i giorni, che di Intelligenza Artificiale (AI). La causa scatenante è stata la pubblicazione in rete del Chet-Bot Chat-GPT di Open AI, (https://openai.com/) una chat “intelligente” che dà risposte a qualsiasi nostra domanda, simulando l’interazione con un essere umano “esperto”, su qualsiasi problematica. Naturalmente, le risposte che fornisce Chat-GPT sono basate sull’enorme mole di materiale raccolto in rete, dalle pubblicazioni scientifiche ai libri di testo, agli articoli di giornale e persino dai social network.

https://www.punto-informatico.it/limite-conoscenza-chatgpt-esteso-fino-2023/#:~:text=OpenAI%20ha%20annunciato%20di%20aver,limite%20di%20ChatGPT%20al%202023.

Sulla base di queste informazioni, aggiornate a fine 2023, è stata addestrata con la supervisione di esseri umani, per eliminare eventuali schemi di ragionamento derivanti da preconcetti o errori dovuti ad errata interpretazione. Il risultato è quello che vediamo, nulla di “intelligente” ma estremamente efficace. E abbiamo anche imparato che a volte la chat ci dà risposte errate, quando non ha abbastanza indicazioni su come formulare la risposta, semplicemente inventa le cose e “riempie i buchi”, a volte a casaccio. Quindi, da un lato occorre sempre verificare gli output ottenuti con fonti attendibili, dall’altro bisogna imparare a formulare delle richieste molto precise, per delimitare al massimo il margine di errore.

E’ nata così la professione del “Prompt Engineer“, l’abilità tecnica di formulare richieste molto precise, per ottenere risposte affidabili. I cosiddetti “Prompt”. Compilare un prompt è diventata una caratteristica indispensabile per chi vuole utilizzare una AI per lavoro, per studio, per attività professionali, e questa nuova scienza ha già iniziato ad essere strutturata, con precisi “Framework” di riferimento, su come formulare le richieste, come comporre i prompt. Le modalità possono variare da semplici frasi in linguaggio naturale, come le domande che tutti noi abbiamo fatto a Chat-GPT in questi mesi, a dei modelli schematici precisi, per organizzare le richieste in un modo, per così dire, “scientifico”.

Ad esempio, utilizzando Midjourney o Copilot, applicazioni AI di elaborazione di immagini, possiamo dire semplicemente:

“Dammi una immagine di un cavaliere crociato di fronte ad un drago in una foresta”.

E l’immagine che otteniamo è la seguente (da Copilot di Microsoft):

Oppure fornire come input una immagine di partenza da elaborare, a Midjourney, come la seguente:

accompagnandola con precise istruzioni su cosa vogliamo che produca, con tanto di istruzioni tecniche, di parole chiave e anche di descrizioni in linguaggio naturale, con indicazioni molto precise su cosa si vuole ottenere:

donna bionda, volto serio illuminato dal sole che filtra dall’alto, sguardo profondo, alta definizione, 8K, sfondo scuro –ar 4:3 –q 5″.

Il risultato può essere il seguente:

Sono esempi semplici, basati su chat e immagini, ma per poter utilizzare le applicazioni di AI in modo professionale è indispensabile utilizzare i Framework che dicevamo prima, perchè il risultato che vogliamo ottenere serve per il nostro lavoro, di sviluppatori software, o di medici, o di giuristi.

Si sono così sviluppati due modelli di Framework, uno relativo a richieste abbastanza semplici, denominato Modello RTF, l’altro invece denominato Modello CREATE, che serve per richieste o obiettivi molto complessi, e richiede quindi una molteplicità di indicazioni precise su tutti gli aspetti del lavoro da fare.

Il Modello RTF è l’acronimo di Role (l’obiettivo dettagliato che vogliamo ottenere e il ruolo di chi lo richiede), Task (descrizione dettagliata del lavoro da fare), e Format (il formato con cui presentarci il risultato del lavoro.

Ad esempio posso formulare la seguente rischiesta a Chat-GPT:

“Sono un programmatore Python e ho bisogno di un programma che calcoli il valore minimo tra due numeri interi da acquisire in input. Il risultato dev’essere il codice Python eseguibile.”

La richiesta è precisa e descrive esattamente il risultato che voglio ottenere. Infatti, Chat-GPT mi fornisce la risposta adeguata:

“inizio”

Certo! Ecco un semplice programma in Python che calcola il valore minimo tra due numeri interi inseriti dall’utente:

——————————————————————————————————-

# Funzione per trovare il minimo tra due numeri
def trova_minimo(num1, num2):
    if num1 < num2:
        return num1
    else:
        return num2

# Acquisizione input dall'utente
numero1 = int(input("Inserisci il primo numero intero: "))
numero2 = int(input("Inserisci il secondo numero intero: "))

# Calcolo del minimo
minimo = trova_minimo(numero1, numero2)

# Stampa del risultato
print(f"Il valore minimo tra {numero1} e {numero2} è: {minimo}")
----------------------------------------------------------------------------

Puoi copiare e incollare questo codice in un file Python (.py) ed eseguirlo. Il programma richiederà all’utente di inserire due numeri interi e poi stamperà il valore minimo tra di essi.

“fine”

Il Modello CREATE invece, è l’acronimo di Character (il ruolo che assumiamo nel creare il risultato), Request (l’esposizione dettagliata della richiesta che facciamo), Examples (esempi precisi del risultato che vogliamo ottenere), Adjustment (i vincoli di cui tener conto nel creare il risultato), Type of output (descrizione precisa del tipo di risultato che vogliamo), ed Evaluation (indicazioine di precisi indicatori con cui misurare la qualità del risultato ottenuto). Richiederebbe molto tempo darvi un esempio preciso, ma questo è il lavoro da fare.

Come si vede, per poter ottenere risultati di qualità occorre lavorare molto sulle indicazioni da fornire, ci penserà poi l’AI ad utilizzare tali indicazioni per creare la risposta più adeguata, avendo anche ottenuto da noi opportuni parametri per valutare il risultato, prima di fornirlo.

Questa del Prompt Engineer è quindi una figura molto importante, per le aziende, gli enti e gli studi professionali. Altre professioni riguardano poi l’abilità di creare le AI con gli algoritmi e le strategie di ricerca più adeguate agli scopi che vogliamo ottenere, o anche i controlli di qualità da inserire nelle fasi di addestramento delle AI, e così via. Sono queste professioni necessarie alle aziende che producono i sistemi di AI. Insomma, sono tanti, e molto diversificati, i nuovi “mestieri” che stanno nascendo. Ed altri ne nasceranno, perchè l’AI sta dando un’accelerata straordinaria a tutta la nostra civiltà, alla tecnologia e all’industria.

Abbiamo già parlato, in altri articoli su questo Magazine, anche dei rischi connessi all’utilizzo delle applicazioni di AI, in particolare nelle infrastrutture critiche e per gli utilizzi militari, e non a caso è appena entrato in vigore l’AI-Act dell’Unione Europea, e anche altri paesi, come gli USA, si sono dotati di analoghi strumenti di controllo. Ma la strada è aperta per un utilizzo sempre più esteso di queste applicazioni e gestirne i rischi è compito dei governi e degli enti regolatori, e le opportunità di crescita che stiamo creando sono davvero enormi.

Un saluto.

Intelligenza Artificiale

Il mondo dei media digitali è fantastico, insegue le ondate di popolarità sugli argomenti del giorno, e c’è persino chi intorno a ogni parola d’ordine del momento propone corsi di formazione, stage, workshop, e via dicendo. Un mondo fatto di fuffa, e di gente che cerca di sbarcare il lunario vendendo qualche decina di prodotti. Lo hanno fatto fino a ieri l’altro col “Metaverso”, e ora si sono precipitati sull’Intelligenza Artificiale. Ormai la fuffa si riconosce a un miglio di distanza, quindi liberiamocene e andiamo avanti.

Parliamo invece di cose serie. Perchè sono molti gli esperti veri che intorno a questo argomento si stanno facendo domande serissime sulle potenzialità ed i rischi di questa tecnologia. Parliamoci chiaro, lo spartiacque è stata l’istruttoria aperta dal nostro Garante per la Privacy, che ha riguardato Chap-GPT. A beneficio di quei tre che non sanno cosa sia Chat-GPT riporto la definizione che la stessa applicazione di AI dà di se stessa:

“Chat GPT è un modello di linguaggio naturale di grandi dimensioni sviluppato da OpenAI, basato sull’architettura GPT (Generative Pre-trained Transformer). Chat GPT è stato addestrato su vasti corpus di testo in modo da apprendere i modelli linguistici e di contesto del linguaggio naturale. Questo gli consente di generare testo coerente e plausibile in risposta a domande, richieste e conversazioni, come se fosse una persona reale che comunica attraverso un sistema di chat. Chat GPT può essere utilizzato per fornire assistenza all’utente, per generare testo creativo, per l’elaborazione del linguaggio naturale, e in molte altre applicazioni che richiedono una comprensione avanzata del linguaggio umano.”

Fonte: https://www.laregione.ch

E’ una applicazione molto avanzata di AI che, dallo studio di linguaggi e di testi, appresi da un’enorme ricerca di dati fatta in rete fino al 2021, è in grado, utilizzando algoritmi avanzati di Machine Learning, di riprodurre in maniera molto plausibile delle risposte a ogni tipo di domande fatte da chi voglia utilizzarla. Se la si usa in maniera acritica fa prendere delle grandi cantonate, perchè le risposte sono spesso errate dal punto di vista sostanziale, pur avendo una perfetta sintassi, che le rende molto “verosimili”. Commette una serie di strafalcioni facilmente riconoscibili da quelli che conoscono gli argomenti, ma possono passare per verità se a fare le domande sono dei ragazzini o delle persone poco esperte. Se qualcuno gli risponde che si è sbagliata, si scusa immediatamente, cambiando la risposta (costruendone un’altra).

Il nostro garante per la privacy si è mosso, primo al mondo, facendo una serie di contestazioni all’azienda Open-AI che ha progettato il software. Domande che riguardano l’uso di dati personali, che vengono usati anche come apprendimento dall’AI, riguardano la necessità di fornire agli utenti la possibilità di fare una richiesta di correzione per dati errati, e anche l’obbligo di verificare l’età degli utenti che pongono domande. Il Garante ha fatto il suo mestiere, nè più nè meno, in una logica ineccepibile di salvaguardia dei dati personali degli utenti, sanciti dal GDPR, la normativa europea in vigore dal 25 maggio 2018, la più avanzata al mondo su questo tema che molti paesi ci stanno copiando.

Fonte: https://lateralcode.it

C’è da dire che l’Azienda è stata molto collaborativa, adottando nel giro di pochissimi giorni una serie di modifiche alla presentazione del prodotto, in modo da rispondere ai rilievi del Garante. Altro resta da fare, ma il clima di dialogo che si è instaurato rende molto ottimisti sull’esito di questo confronto, che va a beneficio di tutti. Intanto, una task force è partita anche a livello di Unione Europea su questo tema.

La cosa incredibile è un’altra. Molti “esperti” o presunti tali, supertifosi della tecnologia a ogni costo, hanno pesantemente criticato il provvedimento del Garante, come una iniziativa che rallenterebbe il “progresso”. Questa gente probabilmente è la stessa che su Facebook posta le foto dei figli o i dati personali, dimostrando di non capire, nel modo più assoluto, il valore dei dati personali ed i rischi che si corrono nel diffonderli, a uso e consumo di chiunque, anche di malintenzionati. C’è chi è arrivato a definire l’intervento del Garante “una pagliacciata”.

Questa gente purtroppo non è attenta a quello che è successo in questi ultimi anni, in relazione all’uso illegittimo dei dati personali di decine di milioni di persone. Basta informarsi, per capire il danno che è stato provocato consentendo una profilazione di massa senza precedenti, fino ad influenzare scelte democratiche, come le elezioni americane o la Brexit (e anche le elezioni in Europa). Lasciamo lavorare il Garante, e le stesse aziende di buona volontà, che miglioreranno sempre di più queste applicazioni, per tutelare chi le utilizza.

Le questioni che invece io vedo del tutto aperte sono quelle che riguardano il futuro. Il tema dei dati personali non è certo l’unica questione da tenere sotto controllo, perchè un utilizzo massivo delle AI potrebbe creare dei problemi enormi, non solo per l’uso dei dati, ma anche per le decisioni che riguardano le persone, gli impianti industriali, l’industria dei trasporti e, non ultima, quella bellica. Le AI sono ormai diffuse dappertutto, ed è urgentissimo arrivare a delle regole che pongano dei limiti al loro utilizzo, consentendo all’umanità di averne sempre il controllo. Perchè non ci vuole poi molto a passare dalla risposta a domande banali ad azioni compiute direttamente sui sistemi informatici, a volte senza l’intervento umano. E teniamo conto che siamo ancora all’ABC delle applicazioni di AI, perchè gli algoritmi miglioreranno se stessi, e la mole di informazioni, e le tecniche per trattarle, stanno aumentando esponenzialmente. Ad oggi si è in grave ritardo per arrivare ad un AI-Act a livello Europeo, ancora siamo fermi ad una “proposta di regolamento” in fase di discussione, e su cui ancora non si trova l’accordo tra i vari paesei dell’UE.

Lasciando da parte la fuffa mediatica, ed anche i tifosi della tecnologia ad ogni costo, dobbiamo concentrarci quindi sui rischi, e sulla necessità di imparare ad utilizzare nel modo migliore questa nuova e pervasiva tecnologia, perchè siamo in una fase storica in cui un salto quantistico di civiltà è in corso. Dobbiamo gestire questi problemi di fondo, e dobbiamo anche pensare a come minimizzare i danni che deriveranno dalla perdita di milioni di posti di lavoro, per tutte le attività che le AI saranno in grado di svolgere meglio di noi. Occorrerà pensare ad ammortizzatori sociali, ad una formazione su tematiche più avanzate, e a formare tutti gli specialisti di cui abbiamo bisogno, perchè quelli che formiamo, in università italiane anche di eccellenza, scappano all’estero per gli stipendi da fame ed i contratti precari che gli vengono offerti. E’ una rivoluzione da gestire, e dovevamo partire dieci anni fa. Un saluto.

Impariamo a dialogare con l’Intelligenza Artificiale Chat-GPT

Chat-GPT dell’azienda Open-AI è la più straordinaria applicazione di Intelligenza Artificiale che sia mai stata messa a disposizione di un vasto pubblico. Se provate a dialogare con lei vi accorgerete che siamo quasi arrivati a far superare da una macchina il “Test di Turing“, il padre dell’Intelligenza Artificiale.

Turing, uno dei più grandi matematici del secolo scorso, fu il responsabile del gruppo di lavoro del Regno Unito che nel corso della seconda guerra mondiale decifrava i messaggi in codice usati dai tedeschi, usando un primo rudimentale elaboratore elettromeccanico nei laboratori di Bletchley Park, vicino Londra. Il lavoro di quel gruppo consentiva di prevedere in anticipo le mosse dei tedeschi, decifrando i messaggi che questi si scambiavano utilizzando la famosa macchina ENIGMA. Si stima che quel gruppo di lavoro abbia consentito di abbraviare la guerra di due anni, risparmiando milioni di morti.

Tornando a noi, il famoso Test di Turing fu formulato per testare il comportamento di una macchina, e per capire se si comportasse o meno in modo “intelligente“. Naturalmente a quel tempo questa prospettiva sembrava molto futuristica, ma oggi non è più così. Il Test suggerito da Turing consiste nel porre le stesse domande a due entità, un essere umano e una macchina, e nel momento in cui le due entità fossero indistinguibili da chi poneva la domanda, si sarebbe potuto affermare che quella macchina aveva comportamenti “intelligenti”.

Chat-GPT, l’acronimo di “Chat Generative Pretrained Transformer”, ci mette alla prova, e si avvicina moltissimo a questo risultato. E’ una applicazione di Intelligenza Artificiale, addestrata su una mole enorme di dati, e sottoposta a test preliminari supervisionati dai tecnici che hanno seguito il suo addestramento, per correggere gli errori di impostazione nelle risposte che man mano venivano fatti dall’AI.

Le applicazioni sono infinite, dalla stesura di testi, alle ricerche approfondite su qualsiasi tema, alla scrittura di codice per i computer, alle traduzioni, allo svolgimento di lavori letterari, e così via.

Il risultato è straordinario, e potete testarlo voi stessi, come descritto di seguito.

Andate sul sito di Open-AI: https://openai.com/blog/chatgpt/ e cliccate “Try CHATGPT” si aprirà un pannello in cui vi chiede di registrarvi, e successivamente si aprirà il pannello della Chat, con l’ultima riga in basso digitabile per le domande.

Quello che può fare Chat-GPT vi lascerà a bocca aperta: risponde a domande di ogni tipo, tranne quelle ritenute non consone, tipo come ci si suicida, come costruire una bomba o domande di tipo razzista su specifiche etnie, e così via. Questo è il limite di questa AI, ma è anche una garanzia che certe pratiche non devono essere “aiutate” dall’AI. Potremmo discutere all’infinito su chi è che mette questi paletti, e di che tipo siano gli eventuali pregiudizi di chi ha supervisionato l’addestramento della AI, ma non arriveremmo a nessuna conclusione, è un fatto, una “valvola di sicurezza etica” se vogliamo.

Del resto, a chiunque ponessimo delle domande, dall’uomo della strada al più famoso esperto di una certa materia, avremmo comunque una risposta formulata in base alle sue convinzioni e allla sua esperienza. Il tema importante da affrontare è quello, appunto, di sviluppare delle applicazioni di AI che contengano dei limiti etici che dovremmo definire nel miglior modo possibile, e col più ampio consenso.

Non a caso, nell’ambito dell’Unione Europea, è stato varato una bozza preliminare di “Codice Etico” dopo ampia e approfondita discussione nell’ambito di una equipe di 52 esperti (due italiani tra questi), che ha definito dei paletti e dei principi generali per l’utilizzo delle AI:

(https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2020-0275_IT.html)

(https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/expert-group-ai)

(https://www.hdblog.it/2019/04/09/intelligenza-artificiale-ia-codice-etico-ue/)

Sono temi che non appartengono più al futuro ormai, ma al presente. Tocca a noi aggiornarci e seguirne gli sviluppi, senza preconcetti, ma in modo consapevole. Tenendo ben presente che o seguiamo noi il progresso, o ci troveremo emarginati nel nuovo mondo che sta nascendo. Un saluto.

Impariamo dalle Intelligenze Artificiali.

In questi giorni ci si sta divertendo a giocare con l’intelligenza arttificiale ChatGPT, sviluppata da OpenAI e che vede l’ingresso di Microsoft come principale azionista, in grado di investire cifre favolose, si parla di 10 miliardi di dollari.

ChatGPT non è naturalmente la prima piattaforma del genere, basti ricordare il famosissimo Watson dell’IBM, o i vari SIRI e Alexa, ma è la prima che sta spopolando presso il grande pubblico su internet, messa a disposizione da OpenAI per giocarci un pò.

Di applicazioni del genere ce ne sono dappertutto, è un lnto progredire, senza che noi ce ne accorgiamo, e in modo sempre più pervasivo. E’ un bene, certamente. Le AI daranno un aiuto fondamentale all’umanità, in molti settori, dalla formazione alle diagnosi mediche, dal controllo intelligente del traffico nelle smart cities alla guida delle grandi navi portaconteiners, e via dicendo.

Molti mestieri attualmente svolti dagli umani non saranno più sostenibili, verranno svolti dalle macchine, da robot guidati da AI sempre più efficienti, in tutti i campi, non solo nei lavori manuali, ma anche nelle professioni intellettuali. Basti pensare al grado di affidabilità di una AI nel formulare una diagnosi medica, con un’accuratezza di molto superiore a quella di qualsiasi medico. Purtroppo, e lo stiamo vedendo in Ucraina con l’uso di droni e di armi intelligenti, il progresso si estende anche alla tecnologia militare, ma questo è sempre successo nella storia dell’umanità.

Dobiamo abituarci a questi enormi, e veloci, cambiamenti. Molti di noi dovranno cambiare mestiere, o modo di lavorare. Occorrerà studiare, e accrescere le proprie competenze nelle varie professionalità, come successo nell’esempio famoso dei bigliettai alla stazione Termini di Roma, estinti …