Giovanna Cerise: un’italiana sempre più internazionale

Uno degli aspetti più stimolanti dei mondi virtuali è senz’altro la possibilità di confrontarci con facilità e immediatezza con persone di tutto il mondo e nell’arte è una soddisfazione vedere come, sempre più spesso, oltre ad essere numerosi gli artisti stranieri che espongono in gallerie italiane, moltissimi artisti italiani sono considerati interessanti dalle principali realtà espositive internazionali.

Basta fare un giro per Pirats, New Carleon, Diabolus (per citare solo alcune delle più note locations espositive internazionali) e ci si rende conto immediatamente che nomi quali Solkide Auer, Shellina Winkler, Maryva Mayo, Zhora Meynard, Aloisio Congrejo, Gleman Jun, e altri sono ormai nel novero degli artisti “importanti” del Metaverso.

In piena ascesa in questo momento è Giovanna Cerise, artista più “giovane” dei su citati come data anagrafica della sua seconda vita (è entrata in sl nel dicembre 2008 e ha iniziato a “giocare con l’arte” nel marzo del 2009), semplice e modesta di carattere. Giovanna nell’arco di poco più di un anno ha collezionato una serie di mostre in gallerie internazionali prestigiose (Pirats, Art Maniacs, Omega, Studio 33, Shamen Galleries, Vertex, Pyramid, Diadem, Erato of Carleon, Benfica Lisboa, ecc).

L’ho incontrata per la prima volta al Diadem di Lion Igaly del luglio 2009, dove sembrava quasi intimidita nel vedersi a fianco di nomi tanto affermati. Da allora è cresciuta come artista, le sue sculture sono sempre più raffinate ed evocative e, senza che abbia fatto nulla per farsi notare, Giovanna è stata invece “scoperta”, tanto da ritrovarsi negli ultimi mesi impegnata nell’allestimento di una serie di mostre in giro per il Metaverso.

Giovanna in rl è un’insegnante ed è entrata in sl con l’idea di valutare eventuali applicazioni didattiche del mezzo, tuttavia sin dall’inizio si è sentita attratta dalle possibilità creative che questo mondo le offriva e con entusiasmo quasi infantile ha iniziato a plasmare prims e giocare con textures alla ricerca di qualcosa che riuscisse a esprimere le sue emozioni. “All’inizio è stata pura curiosità – racconta Giovanna. – Voglia di provare a capire come si poteva arrivare a fare le opere splendide che vedevo e così, prim dopo prim, ho iniziato a costruire le prime cose e, man mano che andavo avanti, ho capito che mi piaceva molto farle”. L’entusiasmo è arrivato quando, superate le prime difficoltà tecniche, si è resa conto che quei prims riuscivano ad esprimere le sue emozioni: “in quel momento ho capito che una nuova strada si era aperta per me ed è iniziata una sfida coinvolgente aperta sempre a nuove possibilità comunicative e in continua evoluzione”.

Le piace infatti sperimentare continuamente, non fermarsi mai in un’unica direzione, ma il filo comune delle sue creazioni è proprio l’espressione dei suoi stati d’animo, e, perché no, il suo sguardo emotivo sul Metaverso, e così si passa dalle prime opere più semplici e armoniose, dai colori solari e apollinei, alle creazioni più recenti, più scure a volte, più sfumate, più complesse, specchio della sua crescita personale e virtuale. Del resto chi non è nuovo in Second Life sa bene che, come nella vita reale, anche in questo mondo si cresce e allo stupore quasi infantile con cui lo esploriamo nei nostri primi mesi di vita piano piano si sostituiscono momenti di crescita per certi versi comuni a tutti.

Dal mese di marzo, poi, Giovanna ha anche aperto una propria galleria ad Itland, la Art’s Vision Gallery, nella quale non si è limitata ad esporre le proprie opere, ma ha organizzato esposizioni di colleghi come Kicca Igaly, Maryva Mayo e Daco Monday, convinta dell’importanza del confronto con gli altri per crescere. “All’inizio quando ho deciso di prendere una galleria, non avevo pensato a questa possibilità, ma poi mi è piaciuta l’idea di poter aver ospite qualche amico artista. E’ un modo per incontrarsi, per scambiarsi opinioni e anche per arricchirsi artisticamente”.

In questo momento è possibile ammirare le opere di quest’artista in diverse locations: Piramide, Vertex,  Shamen Galleries, Sun Escapes Arts Center, Baia do Golphino Azul. Ma Giovanna la si trova facilmente andando in giro per mostre e isole dedicate all’arte, vista la sua passione per questo mondo e le sue infinite possibilità espressive. “Penso che l’arte in Second Life sia una bellissima realtà – conclude, – una fucina continua di creatività, di sperimentazione, di confronto, di voglia di mettersi in gioco, di possibilità di espressione, di entusiasmo”. Come non condividere?

I Giganti di Monte Prama a Sardigna

by Trilli Lacombe

L’isola Sardigna si prepara a festeggiare alla grande i suoi tre anni in SL, ospitando a breve 3 grande eventi. Si comincia giovedi 27 maggio con Carla Denule, giovane cantante sarda, per proseguire il 1 giugno quando sarà ospite il grande poeta Michele Pio Ledda, autore dei testi sardi più famosi e il 3 giugno si esibirà nella land la cantante di Alghero Franca Masu.

Sardigna nasce in SL per la volontà dei due fratelli Marco e Mario Pireddu, che hanno egregiamente trasportato nel mondo virtuale tutto l’amore, la passione e la dedizione verso la loro terra. Sardigna è uno spazio privilegiato per la diffusione e la conoscenza della cultura millenaria sarda e il suo patrimonio identitario, una specie di “patria” virtuale per i sardi di SL e per tutti quelli che amano quest’isola speciale, magica e dalla cultura antichissima.

Il senso profondo del progetto Sardigna in Second Life è infatti quello di esaltare non solo la capacità del virtuale di farsi luogo di deposito ed esposizione del passato di una cultura, ma anche di divenire occasione per percorsi emotivi e conoscitivi originali, offrendo al visitatore – nel presente – l’esperienza di un futuro possibile che ancora non è accessibile nella dimensione “reale” rappresentando il passato della regione nella maniera più affascinante.

Il “turista virtuale” è accolto dagli owner, Barisone Sirbu aka Marco Pireddu e Ambrose Birke aka Mario Pireddu e portato a visitare la land seduto su un tappeto sardo di Isili o su una gigantesca, strepitosa pardula – il tipico dolcetto locale trasformato in tappeto volante.

Il valore della land sta soprattutto nell’aver ricreato alcuni dei luoghi più singolari ed importanti della Sardegna, arricchendola costantemente con sempre nuove ricostruzioni. Qui si possono vedere il pozzo sacro di Santa Cristina, che si trova nella Sardegna centro occidentale, ed è una delle più importanti aree sacre di età nuragica. Era un perfetto calendario astronomico e funzionava da osservatorio. Negli equinozi di primavera e autunno il sole illumina la scalinata e la fonte d’acqua. Questo effetto è stato reso perfettamente nella ricostruzione virtuale: si scende la scala al buio e giunti allo specchio d’acqua un raggio di luce filtra e ricrea l’effetto luminoso.

Molto interessante è l’altare preistorico di Monte d’Accodi, nei pressi di Sassari, che ricorda una grandiosa piramide a gradoni simile alle ziqqurath mediorientali, sulla cui sommità gli antichi abitanti eressero un tempio dedicato alla divinità ancestrale. Il nuraghe di Santu Antine, costruito durante l’Età del Bronzo, probabilmente nel corso del XVI° secolo a.C, è uno dei più maestosi di tutta la Sardegna ed è simile a un castello fortificato.

Punto di forza della land è il complesso nuragico Su Nuraxi di Barumini: vicino alla Giara, su un’altura che visivamente penetra in profondità l’est del medio Campidano, i Nuragici edificarono in più riprese un’imponente reggia-fortezza di basalto che è la più importante testimonianza monumentale della civiltà dei Nuraghi. Per la sua grandiosità la reggia-fortezza Su Nuraxi di Barumini è dal 1997       un       patrimonio       mondiale       UNESCO (http://whc.unesco.org/en/list/833). La reggia è stata ricostruita secondo le più recenti e affidabili ricostruzioni, e nella dimensione del virtuale torna ora a rivivere il suo antico splendore.

Da questa settimana il complesso di Barumini è stato momentaneamente tolto per far posto a un evento davvero eccezionale: la mostra dei Giganti del Monte Prama. Queste sculture di epoca nuragica sono state rinvenute nel 1974 nei pressi di Cabras. Gli scavi hanno portato alla luce 5172 frammenti appartenenti a 15 teste e 22 busti di statue gigantesche che superano i due metri di altezza, raffiguranti arcieri, guerrieri e pugili. La tipologia e il numero dei frammenti, così come il loro stato di conservazione, fanno di questo ritrovamento uno degli eventi culturali più importanti di fine millennio.

Questi monumenti sono la testimonianza di una civiltà che non ha uguali in tutto il bacino del Mediterraneo occidentale. Sono le più antiche statue a tutto tondo, antecedenti ai Kouroi greci e portano preziose informazioni sull’arte e la cultura sarda. Probabilmente risalgono al VII° secolo a.C. ma ci sono ipotesi che le fanno datare alla fine del primo millennio a.C.

Caratteristica comune alle statue è la resa del volto e in particolare degli occhi, formati da due cerchi concentrici, talmente perfetti da far pensare all’uso di un compasso, unitamente ad una fronte molto prominente che scende su un naso stilizzato e molto pronunciato. Nello stile si riconosce fortemente l’influenza dedalica dal marcato geometrismo. C’è un chiaro legame tra la decorazione fittile, i bronzetti coevi e queste statue gigantesche.

Ma chi sono questi giganti? Si potrebbe collegarli agli antichissimi popoli del mare, i Shardana, pirati mercenari che furono anche al servizio di Ramses II, poiché portano lo stesso modello di spada e sono similmente rappresentati in una stele fittile conservata al

Museo Egizio del Cairo. Bello pensare che questi antichissimi guerrieri rivivano oggi, se pur virtualmente, nella land di Sardigna. Chiunque può ammirarli nella loro perfetta ricostruzione e ottenere con un semplice click tutte le informazioni finora disponibili, in 5 lingue compreso il sardo, come in un agevole museo archeologico. Second Life può dunque essere un mezzo perfetto per mettere a disposizione di una vastissima platea internazionale informazioni preziose.

Noi che viviamo la Poesia

by Viola Tatham

Da questo numero il nostro giornale si arricchirà di una nuova pagina, dedicata alla poesia in Second Life. Autori, poesie, iniziative interessanti, tutto ciò che rappresenta l’arte poetica in Second Life e, forse, anche qualche piccola divagazione dal tema.

Si inizia, come sempre, pieni di aspettative e di entusiasmo, con tante idee da realizzare, ma anche con i consueti timori di non raggiungere l’obiettivo principale, quello di creare interesse nei lettori e, magari, far amare la poesia a qualcuno che non l’hai mai considerata.

Negli ultimi tempi ho notato, con grande piacere, un discreto aumento di eventi dedicati alla poesia, anche nelle lands italiane, prima poco interessate a questa materia e alla cultura in genere. Quando, con il mio gruppo, pensammo di proporre un modo diverso di usare il voice, appena inserito in SL, organizzando serate di lettura poesie,  fu una land libanese ad accoglierci e la partecipazione alle serate in  italiano era molto inferiore rispetto a quella in altre lingue. Ora, dopo quasi tre anni, sono felice di non aver ceduto allo sconforto, che mi spingeva ad abbandonare quell’idea non abbastanza condivisa.

Dal prossimo mese, inizieremo con il conoscere meglio qualcuno dei poeti che si aggirano per Second Life, forse alla ricerca di un’ispirazione per nuovi versi. Spesso sono timidi e schivi, anche in questa seconda vita. Si  sentono fuori posto, in mezzo alla confusione delle disco, e appaiono davvero assorti quando li vedi camminare in land semideserte, o seduti in riva al mare, come se un’immaginaria brezza marina potesse cullarli in un sogno.

Sognatori che riempiono pagine bianche con i propri pensieri, i sentimenti e gli stati d’animo, facendosi trasportare dalla fantasia, e quale posto migliore per sognare, di una Seconda Vita, dove tutto è possibile? Volare, camminare sotto il mare, o godere di un tramonto, mentre fuori dalla finestra di casa infuria un temporale?

“Noi, che il caffè della mattina

ce lo porta la malinconia

per togliere il torpore

delle notti insonni.

Noi, tra gli anni migliori

vissuti solo di illusioni

tra crocevia di contraddizioni

restiamo appesi ai ganci della vita

o funamboli tra fili di cotone

ma voliamo ad un palmo dalla luna

e sogniamo solo con il sole.

Noi, che abbiamo lacrime per tutti

ed un’offesa ci ferisce a morte

non abbiamo mai creduto nella sorte

perchè comprende anche la fortuna.

Noi, che viviamo la poesia

come una febbre, come una malattia,

in esilio volontario tra la gente…

Noi, se ci incontriamo non servono parole

c’è una scintilla che accende la simbiosi

e va oltre l’affetto e l’amicizia

in uno scambio di battiti del cuore

ed una volta accesa, più non muore.”

(Noi che viviamo la poesia, Viola Tatham)


La poesia è il mio principale interesse, che ho trasferito in SL, facendo venire a galla la parte migliore di me, quella che ancora sogna, si perde dietro un bel panorama, anche se di pixels, e si emoziona leggendo  parole, parole vere, intime, musicali…che si chiamano poesie.

Ma cos’è davvero la poesia? E’ una finzione, come recitava Pessoa o la “limpida meraviglia di un delirante fermento”, nella definizione di Ungaretti? Forse è solo un modo di comunicare, spesso più a sè stessi che al prossimo, di scoprire altri sè stessi, usando le sensazioni come veicolo e l’anima come punti di partenza e di arrivo. E’ davvero difficile dare una definizione certa. Se per poesia intendiamo qualsiasi manifestazione che provochi emozioni, anche un quadro, una musica, un cielo stellato sarebbero poesia, la bellezza in genere sarebbe poesia…

[…]La poesia

ma cos’è mai la poesia?

Più d’una risposta incerta

è stata già data in proposito.

Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo

come alla salvezza di un corrimano.

(“Ad alcuni piace la poesia” – W.Szymborska)

Io, come la poetessa polacca Wislawa Szymborska, non so bene cosa sia, e non mi interessa saperlo, preferisco goderne il respiro e il ritmo, quando diventano tutt’uno con i battiti del cuore. E se volete farvi trascinare come me dalle emozioni, se, per qualche minuto,  volete accantonare i problemi quotidiani e volare con la fantasia,  ci ritroveremo tra un mese qui, in quest’angolo di poesia .

Blender: Cominciamo a prepararci per la nuova progettazione 3D in SecondLife

Entro pochi mesi si potranno importare in SecondLife dei modelli 3D utilizzando la tecnica di modellazione tridimensionale a mesh, questo almeno è quanto è stato promesso come innovazione per la prossima estate o comunque entro la fine dell’anno.

Come vedete dall’immagine a sinistra,  gli oggetti vengono realizzati usando una intelaiatura di triangolini che permettono una definizione decisamente migliore rispetto a ciò che attualmente si può fare in secondlife.

In realtà già adesso in secondlife ci sono degli oggetti che sono visualizzati come mesh e hanno una qualità decisamente superiore agli oggetti assemblati con i prim:

* gli avatar (le shape, i visi),

* gli sculpted prim (un tipo particolare di mesh)

La modellazione professionale (o semiprofessionale) di oggetti 3D fatti con queste tecniche è realizzata attualmente utilizzando alcuni programmi a pagamento e gratuiti fra cui ad esempio Maya, SketchUp e Blender. (Ce ne sono molti altri, clicca qui  per una lista completa da Wikipedia.)

Questi programmi consentono di realizzare degli oggetti tridimensionali completi (dai corpi umani alle cattedrali) e perfino costruire film in animazione come ad esempio Shrek

esempio di animazione 3D fatta con maya

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Noi, il popolo della rete, … sulla libertà di espressione sul web

Vogliamo affrontare un argomento complesso questo mese: quello della libertà di informazione. E che c’è di nuovo, mi direte voi? Ne parlano tutti da sempre, e, negli ultimi tempi, la discussione si è fatta accesa a causa dello stretto controllo politico che, sulla nostra informazione audiovisiva, effettua quel mondo che gira intorno alla politica, e che sfrutta questo controllo per creare consenso e movimento di opinione. Non voglio toccare oltre questo controverso tema della politica, poiché nel nostro paese qualsiasi discussione di tal genere deve necessariamente partire dal tema principe, da cui discende tutta intera l’anomalia italiana: quello del conflitto di interessi e della sua regolamentazione. Non voglio addentrarmi in questa analisi. Molti, più qualificati di me, lo fanno ogni giorno e a loro rimando chiunque voglia seriamente affrontare questo tema, fuori da schematismi e da aperte partigianerie (http://www.disinformazione.it/liberta_di_stampa.htm). Vorrei affrontare insieme a voi, lettori di VWM (che spero contribuirete a quesa analisi) il tema della libertà di espressione in rete.

Partiamo da una questione di fondo: oggi, fino a prova contraria, chiunque può partecipare ai dibattiti in rete ed esprimere la propria opinione. Da un lato, questo garantisce, per la prima volta nella storia, una completa libertà di espressione, dall’altro, apre la questione delle “regole” di comportamento, per chiunque voglia partecipare a questo agorà in rete. Mettiamo per un attimo da parte la discussione relativa alle questioni aperte dalla stessa possibilità di partecipare alla discussione in rete, a causa del controllo e della censura che operano sulla rete, in forma più o meno aperta, i regimi totalitari o a parziale libertà di espressione (assumendo di non ricadere, noi italiani, in quest’ultimo caso).

Concentriamoci sulle modalità di espressione: oggi noi possiamo scrivere in rete ciò che ci pare. Il controllo è demandato ai gestori dei siti e dei blog, ammesso che si prendano la briga, e la responsabilità, di quello che altri scrivono. Ciò dà in mano, a chiunque voglia esprimere la propria opinione, uno strumento potente di democrazia diretta. Possiamo raccontare le nostre storie, le nostre esperienze, parlare a favore o contro qualunque cosa, del nostro gatto o di nostra nonna, o del politico del paesello e dei suoi comportamenti. Gli strumenti messi a disposizione di tutti, dal nuovo paradigma del WEB 2.0, hanno aperto una breccia nel controllo diretto dell’informazione. Non a caso, i regimi meno attenti ai comportamenti democratici, non hanno perso tempo ad attivare contromisure. Nei paesi democratici la questione è più complessa. Perfino in Italia, dove pure la libertà di informazione ci pone in classifica al 73mo posto su 195 paesi e al 24mo su 25 tra i paesi dell’Europa occidentale (www.freedomhouse.org), non è così facile imporre dei limiti alla libertà di espressione in rete.

Negli ultimi tempi e in diverse occasioni, si è cercato, nel nostro paese, di infilare appositi articoli sulla regolamentazione della rete, nell’ambito di complessi articolati di legge riguardanti tutt’altra materia da sottoporre al parlamento, che limitassero la libertà di espressione, sperando di farli così passare sotto silenzio. Ancora in questi giorni (http://www.repubblica.it/static/speciale/2010/legge-intercettazioni/index.html?Ref=HREA-1) si sta cercando di infilare la norma che obbliga i blogger a pubblicare le smentite entro 48 ore, nell’ambito della normativa in discussione riguardante la regolamentazione delle intercettazioni telefoniche (Dis.legge N° 1611, art.28, comma a, che recita “…Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono»…). Non sappiamo, ad oggi, se quest’ennesimo tentativo avrà successo, vista l’ampia opposizione nella società civile a tutti i livelli, ma resta il fatto che il potere politico non intende rinunciare a inglobare anche la rete nell’ambito dei media già facilmente controllabili o condizionabili.

Il mio parere è che prima o poi ci riuscirà, nonostante le lotte che il popolo della rete sta conducendo, finora con successo, per opporsi a questi tentativi. Le leve di potere in mano ad un governo e a un parlamento sono tali che qualunque decisione in merito, anche la più impopolare, ha notevole possibilità di essere approvata, salvo poi presentarla come una vittoria del diritto alla privacy, e contro l’anarchia mediatica della rete.

Tale possibilità esiste, purtroppo, anche in quanto c’è un punto debole sull’intero sistema di pubblicazione delle notizie in rete: tali notizie non sono né controllate né controllabili, essendo possibile smentirle solo a posteriori.  Nulla di male, si dirà, è esattamente questo il senso del dibattito democratico. Se tu pubblichi una bufala, puoi essere smentito, corretto, contraddetto. Sta qui il valore aggiunto della partecipazione, la vera innovazione del Web 2.0. Quello che noi pubblichiamo in rete è disponibile in pubblica piazza, chiunque può alimentare il dibattito e contribuire a determinare una versione veritiera dei fatti.

Ma cosa succede se si pubblica un insulto, una diffamazione, o semplicemente una notizia riservata, arrecando danno, economico, morale o di immagine, e questo prima ancora, e nonostante, le smentite o le rettifiche? Chi tutela il singolo, l’azienda, il brand, sottoposto a citazioni fraudolente o erronee, o anche solo violandone la riservatezza, in pubblica piazza?

Non credo sia accettabile pagare tale prezzo ad una libertà di espressione anarchica e senza regole. Così come non è accettabile che la libertà di espressione venga condizionata e controllata dal potere politico o economico.

Eccoci quindi di fronte ai due termini della questione: dove finisce la libertà di espressione e comincia la libertà del singolo? Come posso tutelare me stesso e, allo stesso tempo, la libertà degli altri a parlare di me o criticarmi? Come possiamo salvaguardare il diritto di critica ed il diritto alla privacy?

Discutendo su questo tema entreremmo nell’ambito della filosofia del diritto e del dibattito sociologico: non ne usciremmo facilmente. Dovremmo ricorrere alle teorie, alla storia, alle esperienze passate e alle discussioni filosofiche, e tra un decennio saremmo ancora a discutere.

Alcune regolamentazioni sono state introdotte negli ultimi anni, e la legge sulla privacy italiana è, sulla carta, (http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/03196dl.htm)una delle migliori al mondo. Tuttavia, la questione è ben lontana dall’essere risolta e richiede una discussione e delle nuove iniziative, legate per lo più alla diffusione delle notizie in rete.

Io credo che dovremmo giocare d’anticipo, noi popolo della rete. Dovremmo dare un contributo in questo senso, prima che qualcuno, sfruttando tale debolezza di impianto, e tale carenza di regolamentazione, abbia gioco facile a far passare i limiti e i provvedimenti che, per scopi magari meno nobili, andrà proponendo in parlamento.

Credo che i tempi siano maturi per lavorare ad una sorta di autoregolamentazione, un “codice etico” da far sottoscrivere in forma volontaria, a quanti, blogger o operatori dell’informazione in rete, vogliano proporsi come protagonisti di tale forme di espressione e di informazione. La sottoscrizione di tale “codice etico” rappresenterebbe una sorta di “autocertificazione di lealtà” che, almeno moralmente, ci vincolerebbe al rispetto delle regole minime di base ed alla tutela degli altri. Non ci potrebbero essere, ovviamente, sanzioni dirette, non essendo questa autoregolamentazione una norma di legge da portare in tribunale (al di là ovviamente, di altre possibili forme di tutela legale), ma, come sappiamo, il valore più importante per chi opera in rete è la sua reputazione. Chi trasgredisse il codice etico, potrebbe essere a buon diritto, additato per comportamenti scorretti e informazione fraudolenta o illegittima. La perdita della reputazione e della propria credibilità rappresenterebbe un forte deterrente per quanti intendono operare in rete.

L’idea del codice di autoregolamentazione, non è nuova (http://punto-informatico.it/ 2784505/PI/Commenti/autodisciplina-sensibilita.aspx). E’ stato addirittura il governo a proporre una iniziativa del genere, coinvolgendo innanzitutto i grandi operatori dell’informazione in rete. Finora tale iniziativa non ha ancora portato risultati apprezzabili, anche perchè il punto di partenza, che vede una iniziativa di origine governativa, è in contrasto con il senso stesso che dovrebbe assumere tale codice di AUTO regolamentazione.  Inoltre, partire con la ricerca del consenso dei grandi operatori della rete, mette l’iniziativa su dei binari senza possibilità di sbocco. Forse un paio di tali operatori potrebbero aderire, per motivi di immagine, ma ci troveremmo di fronte alla classica montagna che partorisce il topolino.

Credo che una iniziativa dal basso, che dimostri come il popolo della rete tenga alla democrazia e alla libertà di opinione, ma nel rispetto dei diritti altrui, costituirebbe una dimostrazione tale di innovazione e di maturità democratica da convogliare su tale iniziativa l’attenzione e l’adesione di moltissimi operatori, e da indurre poi, i grandi operatori, a scendere a patti con la forza di trascinamento, e di consenso, di un tale movimento.

E’ un’utopia? E’ insufficiente? Certamente. Ma sarebbe un primo passo, in un paese civile e democratico come il nostro, che dimostrerebbe come la possibilità di esprimersi e di fare informazione in rete, dal basso, riguardi un movimento ormai maturo, che intende farsi carico di una reale esigenza di salvaguardia degli individui e del loro diritto alla privacy, pur nella valorizzazione e nell’espansione delle possibilità di espressione in rete e nell’ampliamento della democrazia partecipativa.

Il Machinima secondo me – 3

Ben ritrovati!

Oggi analizziamo l’oggetto principale, l’unità formale primaria del fare cinema, ovvero l’inquadratura. Secondo i manuali di cinema, ma anche i grandi registi, l’inquadratura è semplicemente un modo per mettere in ordine la visione. Mettere in ordine significa definire gli elementi del nostro vedere secondo alcune caratteristiche molto precise, e cioè:

– La grandezza. E’ l’unica caratteristica che resta invariata. Nel cinema, lo abbiamo visto, è quella della pellicola, ovvero – nel caso del 35mm – di 22x16mm. Nei formati digitali vi sono altre grandezze che abbiamo analizzato nei nostri precedenti articoli. Essendo la grandezza una costante, è un ottimo metro di misura per tutti gli altri oggetti dell’inquadratura.

– La distanza reale è quello spazio che intercorre dal punto di ripresa (la nostra camera) e l’oggetto di massimo interesse nell’inquadratura. Solitamente quest’ultimo è quello maggiormente a fuoco. Ma non sempre. Per questo interviene anche

– La lunghezza focale, ovvero l’impressione di distanza che ci viene data dal tipo di obiettivo che stiamo utilizzando. Urge un esempio. Se mi metto a 4 metri dall’oggetto della mia ripresa con un obiettivo da 120mm avrò un certo tipo di inquadratura. Se cambio l’obiettivo alla mia macchina da presa lasciandola nella stessa posizione, e monto un obiettivo da 20mm, avrò un’immagine 6 volte più piccola. Questo vuol dire che non solo nel campo entreranno molte, ma molte più cose, ma anche che le fughe di prospettiva presenti nell’inquadratura saranno molto più accentuate. Per ottenere una inquadratura simile a quella dell’obiettivo da 120mm, dovrò quindi mettere la macchina molto più vicina al mio oggetto di ripresa, e anche così le angolazioni prospettiche saranno differenti.

– La posizione si riferisce invece all’asse ottico dell’obiettivo, ovvero all’angolazione della macchina da presa rispetto all’oggetto del mio inquadrare. Può essere orizzontale, dal basso, dall’alto, verticale a piombo o supina, ecc.

– Il movimento: la macchina da presa può stare ferma, lasciando che gli oggetti si muovano nel campo visivo, o muoversi, attuando di fatto inclusioni ed esclusioni nel campo di ripresa. Ci sono diversi tipi di movimento, e li analizzeremo compiutamente più avanti.

– infine c’è la durata dell’inquadratura, elemento che parla da sé e che ci definisce una precisa fetta temporale dentro la quale si svolge la nostra ripresa.

Siete ancora lì? Facciamo una piccola pausa? Bene, vi faccio vedere un bel machinima da parte di uno dei nostri registi migliori, ovvero Luca Lisci. In questo caso Luca ha preso una delle più belle graphic novel di Guido Crepax, ovvero ‘Riflesso’ che ha come protagonista la mitica eroina del grande fumettista, ovvero Valentina, e l’ha trasformata in un sogno attraverso la piattaforma di Second Life. Questo è il trailer.

Adesso cerchiamo di classificare le inquadrature secondo lo schema classico in uso in tutto il mondo, che naturalmente utilizza come metro di misura la figura umana. Le inquadrature quindi saranno:

– Il dettaglio, (DETT) ovvero una singola parte del viso, una bocca, un occhio, che riempie completamente il campo. (Qualcuno ricorda l’inizio di LOST?)

– Il primissimo piano, o PPP, quando inquadriamo la testa dell’attore che riempie completamente il campo.

– Il primo piano, o PP, quando tagliamo l’attore appena più in basso del collo, sulla linea del petto.

Piano medio, o mezza figura, o mezzo primo piano, quando semplicemente abbiamo un mezzo busto dell’attore.

Piano americano, quando tagliamo la figura all’altezza delle ginocchia.

Figura intera, quando i piedi dell’attore sono sulla base della nostra inquadratura.

Totale, ovvero quando vediamo in campo tutti i gli attori di una data scena.

Campo medio, come il campo totale, ma con gli attori che hanno parecchia ‘aria’ sulle loro teste.

Campo lungo, la distanza aumenta, e le figure umane diventano piuttosto piccole.

Campo lunghissimo, le figure sono indistinte, parliamo di un panorama, o di una ripresa aerea, o di una scena di massa.

Bene, basta con la teoria. Adesso cerchiamo di capire qualcosa di pratico. Armiamoci del nostro nuovo viewer 2.0 di Second Life e facciamo un salto nel nostro mondo virtuale per cominciare a fare pratica con i movimenti della macchina da presa e alcuni trucchetti per rendere le riprese più ‘morbide’.

Il lato oscuro di Internet: quale realtà, quali prospettive

Phishing, furto di dati sensibili e di identità, spam, file sharing, modifica del contenuto degli archivi, diffusione di video dal contenuto diffamatorio: queste le frontiere del crimine on line, uno dei lati oscuri di Internet. Abbiamo parlato di questo e della possibilità di proteggersi dalle truffe in rete lo scorso 13 maggio in Second Life, nell’Auditorium I-Box dell’Isola Imparafacile, durante il terzo incontro del ciclo “Conversazioni sul futuro di Internet”, dedicato appunto ai crimini e alla sicurezza on line, con gli esperti Marcostrano Magic (aka Marco Strano), cyber-criminologo e Direttore Scientifico dell’ICAA, International Crime Analysis Association e Mind Clarity (aka Marco Longo), direttore di “Psychomedia.it” e cofondatore della “SipTech”, Società Italiana di Psicotecnologie e Clinica dei Nuovi Media.

Durante l’incontro, moderato da Imparafacile Runo (aka Giovanni Dalla Bona) e passato anche in diretta streaming ), si è cercato di rispondere alle domande più frequenti sui pericoli rappresentati dalla facilità con cui Internet, complice la possibilità di ‘nascondersi’, consente ad alcuni di esprimere il proprio ‘lato oscuro’ attraverso azioni illegali, di cui spesso si ha poca consapevolezza. Basti pensare al comunissimo file sharing, assolutamente legittimo nel momento in cui lo scambio peer to peer riguarda file non protetti da copyright, ma reato nel momento in cui lede il diritto d’autore, reato che spesso si commette in assoluta leggerezza, anche grazie alla facilità di accesso ai file che dovrebbero invece essere tutelati.

Grazie anche alla partecipazione di un folto pubblico interessato all’argomento, la discussione ha consentito di interrogarsi anche su  quale sia l’evoluzione del mondo del crimine on line e quali preoccupazioni dobbiamo avere per il prossimo futuro, oltre a quali precauzioni dobbiamo prendere per evitare di cadere nelle insidie più diffuse e soprattutto per proteggere i minori, spesso vittime di reati a sfondo pedopornografico. Sembrano centrali l’informazione e la formazione: gli utenti dovrebbero essere protetti da una rete di informazioni capillari, finalizzate alla presa di coscienza dell’evoluzione dei fenomeni  e dei comportamenti criminali, che si modificano anche in base alle innovazioni tecnologiche.

Un altro aspetto, più squisitamente psicologico, affrontato durante la serata ha riguardato in maniera più specifica Second Life e le personalità che si celano dietro gli avatar: quanto di noi c’è di reale e quanto invece è frutto di desiderio di apparire diversi e di vivere situazioni anche oltre limite che nella real life ci siamo dati? Non è anche questo un lato oscuro di Internet?

Resta aperto un forum di discussione nel ning Imparafacile ), che potrà continuare ad ospitare riflessioni, spunti di discussione, racconti.

[Helenita Arriaga]

Viareggio ART Project

L’esposizione “Viareggio ART Project” , che si svolgerà dal 28 Maggio al 13 Giugno, nei Musei Civici di Villa Paolina Bonaparte a Viareggio, prevede molteplici eventi collaterali, alcuni dei quali sono organizzati in Second Life, in collaborazione con artisti e gruppi di artisti che hanno trovato in World un ambiente tecnologico ideale per sperimentare le loro attività.
Grazie all ‘intesa e alla condivisione di obiettivi e interessi comuni con 2Lifecast, avremo lo streaming della giornata inaugurale dell’Expo, che ci permetterà di vedere da Second Life e dal web tutto quello che succederà a Viareggio.
Un ringraziamento sentito va agli organizzatori del Viareggio Expo per lo spazio riservato al Museo del Metaverso nei Musei Civici, ovvero una sala di mt 9×5. Un grazie particolare a Maurizio Marco Tozzi per la sensibilità e disponibilità dimostrata, nell’accogliere ogni nostra proposta.

Gli eventi che si terrano in Second Life e che saranno visti a Viareggio sono i seguenti:

(ENGLISH)
The exhibition “Viareggio ART Project, which runs from May 28 to June 13, in the Civic Museums of Villa Pauline Bonaparte in Viareggio, provides many events, some of which are organized in Second Life in collaboration with artists and groups artists who have found in World technological environment ideal for testing their activities.
Thanks to ‘understanding and sharing common goals and interests with 2Lifecast, we will stream the opening day of the Expo, which will allow us to see from Second Life and the web all that will happen in Viareggio.
Many thanks goes to the organizers of Expo Viareggio for the accommodation for the Museum of Metaverse in the Museum, or a room of 9×5 meters. Special thanks to Maurice Marco Tozzi for the sensitivity and willingness, in accepting each of our proposal.

The events to be held in Second Life that will be seen in Viareggio are:

8 giugno 2010 ore 21.00

AVATAR ORCHESTRA METAVERSE
Museo_METAVERSO_MUSICA->live performance

AVATAR ORCHESTRA METAVERSE

Bingo Onomatopoeia, aka Andreas Müller (Regensburg, Germany)
BlaiseDeLaFrance Voom, aka Biagio Francia (Agropoli, Italy)
Carolhyn Wijaya, aka Carolyn Oakley (Boulder, Colorado, USA)
Fernsing Llewellyn, aka Catherine Fern Lewis (Prospect Lake, BC, Canada)
Flivelwitz Alsop, aka Tim Risher, (Durham, North Carolina, USA)
Free Noyes, aka Pauline Oliveros (Kingston, NY, USA)
Goodwind Seiling, aka Sachiko Hayashi (Stockholm, Sweden)
Gumnosophistai Nurmi, aka Leif Inge (Oslo, Norway)
Humming Pera, aka Tina M. Pearson (Victoria, BC, Canada)
Lizsolo Mathilde, aka Liz Solo (St. John’s, Nfld., Canada)
Maxxo Klaar, aka Max D. Well (Regensburg, Germany)
North Zipper, aka Norman Lowrey (New Jersey, USA)
Paco Mariani, aka Chris Wittkowsky (Regensburg, Germany)
Saara Edring, aka Seidi Palonen (Helsinki, Finland)
Zonzo Spyker, aka Viv Corringham (Minneapolis, MN, USA / London, UK)

Design and Construction

DeThomas Dibou, aka Detlef Thomas (Regensburg, Germany)

9 Giugno 2010 ore 21,00

“Companionship” (2010) – A performance art mini-series by Qiezli Hixantapo (Jeremy Owen Turner, Canada).

Rappresentazioni:

“Reborn Again” (2010) by Liz Solo [Canada] & Qiezli Hixantapo [Canada]

“Leap of Doom” (2010) by DanCoyote Antonelli [DC Spensley, USA] & Qiezli Hixantapo [Canada]

“Homology” (2010) by Selavy Oh [Germany] & Qiezli Hixantapo [Canada]

” Soccer Pi” (2010) by Pyewacket Kazyanenko [Australia] & Qiezli Hixantapo [Canada]

“TBA” (2010) by Juria Yoshikawa [Japan] & Qiezli Hixantapo [Canada]

“TBA” (2010) by Parjad Sharifi (Iran) & Qiezli Hixantapo [Canada]

10 Giugno 2010 ore 21.00

NNoiz Papp Concerto

11 Giugno 2010 ore 21,30

Velazquez Bonetto and Josina Burges
for CARP Project
present

The Wall

Debbie Trilling (England)
Efrantirise Morane (Italy)
MillaMilla Noel (Italy)
Elfod Nemeth (England)
Velazquez Bonetto aka Lazlo Ourdough (Budapest Hungary)
Junivers Stockholm ( Stockholm Sweden)
Medora Chevalier (England)
Southern Riptide (Usa)
Aleeta Zelin ( Sweden)
Josina Burgess aka Josina den Burger (Amsterdam Netherlands)

ore 22,30

P_Art_Y
DJ Loop Luo

WEB SEMANTICO: cos’è e come ci aiuterà

Quarto appuntamento del ciclo “Conversazioni sul futuro di internet” e quarta serata speciale.
Un incontro per capire insieme cosa significhi “WEB SEMANTICO” e perché il suo sviluppo potrebbe essere la soluzione di molti nostri problemi legati alla ricerca di informazioni in rete. Con un obiettivo ambizioso: far fare domani alle macchine quello che oggi facciamo noi (… con sempre maggiore fatica).

Ce ne parlerà giovedì 20 maggio alle 22.00 Mau Messenger (aka Maurizio Caminito), docente di informatica per gli archivi e le biblioteche presso l’Università La Sapienza di Roma.

Relatore: Mau Messenger (aka Maurizio Caminito),
Conduzione: Imparafacile Runo (aka Giovanni Dalla Bona)

Quando: giovedì 20/05/2010, ore 22.00
In Second Life: Auditorium I-Box dell’Isola Imparafacile, SLURL: http://slurl.com/secondlife/imparafacile/187/187/57/
Diretta streaming su Web:
Il forum di discussione: .

Vi aspettiamo

Imparafacile Runo

Il nuovo viewer 2.0 => E’ quello che si aspettava per rivoluzionare second life?

Disclaimer e addendum aggiunto il 12 Maggio 2010…
L’intenzione di questo articolo non è quello di denigrare la Linden, perdonate il tono un po’ enfatico di alcune affermazioni retoriche all’inizio. Ho una stima molto alta del mondo virtuale di SecondLife, a cui sono legato anche affettivamente ma questo non vuol dire che non ci sia spazio per una sana critica costruttiva. Per quanto riguarda invece il discorso delicato sui pericoli potenziali per epilettici qualcuno mi ha detto che sono discorsi privi di fondamento e assolutamente da non riportare, ma leggendo gli interventi di persone con disabilità e avendo sperimentato anch’io vertigini e “mal di mare” con certi programmi e videogame ritengo che il discorso non vada semplicemente cestinato, ma debba essere considerato anche da chi questi malesseri non li ha mai sperimentati. Il rispetto e tolleranza reciproca sono parte essenziale della convivenza 🙂 Se qualcuno manifesta disagio forse non lo fa solo per disturbare gli altri.
Alcuni link aggiuntivi ed interessanti.

Alcuni JIRA sulla barra laterale del viewer 2.0:

Premessa

Se vi ricordate circa un anno fa ad Agosto 2009, la Linden aveva pubblicato una keynote dove affermava che entro il 2010 ci sarebbe stata una completa rivoluzione (denominata 2.0) che avrebbe sconvolto i mondi virtuali e avrebbe confermato la superiorità di SL sugli altri esperimenti di realtà virtuale.


Abbiamo intravvisto cose fantastiche che sognavamo da diverso tempo come ad esempio i famosi URL on prims, oppure  oggetti veramente 3D (meshed objects) non ottenuti con le combinazioni (geniali ma ormai superate) di prims. Insomma sembrava la risposta alle provocazioni offerte dalle alternative come Blue Mars che sembravano avere messo un po’ in difficoltà l’immagine di SL.

Questo nella teoria, nella pratica i risultati sono stati un pochino meno strabilianti, almeno al momento e agli occhi dei residenti di lunga data.


La rivoluzione

La prima “rivoluzione” è stata l’aggiornamento del sito Linden, con un approccio estetico molto più intonato al XXI secolo, poi vi è stata la grande novità del ritocco di XStreetSL, la “riforma” dei blog/forum, l’eliminazione dei Mentori SL, con la sostituzione con un sito tipo Yahoo Answers tutte cose che non hanno modificato nettamente la nostra percezione di SL. Ma si era nell’attesa che uscisse il nuovo mitico Viewer 2.0, che nelle aspettative avrebbe dovuto cambiare totalmente il modo di percepire SecondLife, rendendola migliore e più “facile”.


A Febbraio è uscita la prima “beta” che è stata rapidamente trasformata in versione obbligatoria per i newbie dopo neanche un mese, ed ora è la versione ufficiale con cui è “consigliato” l’uso di secondlife.

Quali le novità di questa versione?

Sul versante dell’interfaccia

  • Interfaccia utente (UI) completamente riscritta seguendo il modello del Browser web, barra in alto con l’indirizzo da raggiungere, la storia dei posti in cui si è stati, i preferiti
  • Nuova Barra Laterale. La gestione dell’inventory e delle finestre dei contatti strutturata in modo da aprirsi sempre sul lato destro dello schermo, il famoso box a destra con gestione modale
  • Modifica strutturale della posizione di vari elementi di interfaccia, la chat, i messaggi ricevuti, le notifiche e i menù di dialogo messi in posizione prefissata agganciata in basso a destra
  • Varie altre modifiche strutturali e non (eliminazione del menu a torta), semplificazione dei menu, rimozione di opzioni considerate non essenziali e che potrebbero creare confusione nei newbie

Miglioramenti reali

  • Gestione degli Shared Media per condividere in tempo reale delle pagine web (utili per presentazioni, effetti grafici etc)
  • Introduzione del Layer per i tatuaggi e per gestire gli alpha sul proprio avatar (eliminazione di pezzi del corpo, usato per particolari effetti).
  • Aggiunta dei Collegamenti nell’inventory in modo da poter avere oggetti non copiabili presenti in più cartelle (in particolare nelle cartelle dedicate alla definizione dell’abbigliamento)

Le critiche

Subito dopo l’introduzione moltissime persone hanno provato il nuovo viewer e vi sono state una quantità incredibile di commenti negativi specialmente da parte dei “vecchi” che lamentavano una quantità incredibile di difetti e difficoltà di lavoro con il nuovo viewer.

Io stesso ho usato il nuovo viewer per un paio di settimane prima di abbandonarlo dalla disperazione perchè nella mia attività normale (build, script, navigazione) mi trovavo limitato ed operazioni comuni che facevo precedentemente mi richiedevano molta più attenzione, tasti premuti e finestre aperte.


Fra un elenco dei peggiori difetti lamentati da parecchie parti:

  1. INGOMBRO scomodo della nuova Interfaccia (UI). Il finestrone dell’inventory sulla destra occupa troppo spazio, non è rimuovibile facilmente ed è modale, nel senso che non si può (facilmente) avere più finestre collegate, inoltre quando lo si “slitta” per non farlo vedere crea uno shock grafico alla finestra che si stava guardando con ridisegno e reimpostazione di tutto. Questo è fastidioso e stancance alla vista per molti e addirittura alcuni hanno lamentato problematiche sanitarie (potrebbe far insorgere problemi in soggetti epilettici)
  2. CANCELLAZIONE di funzioni utilissime. A partire dal BUILD misteriosamente scomparso, lo stesso menu a torta, sostituito da un ben più scomodo menu multiplo a tendina, posizione dei tasti di controllo del multimedia in posizioni nascoste e non intuitive. Molte opzioni cambiate arbitrariamente di posto. Mancanza dell’about land in posizione facilmente accessibile.NB: E’ vero che molte di queste funzioni possono essere “restituite” usando delle tecniche di tweak di ritocco pubblicate in apposite pagine, ma questo vuol dire restringere l’uso dell’oggetto solo a persone esperte.
  3. BACHI E ANOMALIE. Ogni volta che entro con il viewer 2.0 mi ritrovo con la skin cambiata con una bruttissima che non sapevo neanche di avere nell’inventory, attachment non caricati. Texture e l’avatar che arrivano molto lentamente dopo decine di minuti. Strani crash. E in generale una lentezza di movimento e di lavoro che non appena torno ad un viewer umano mi fanno sentire molto più libero e leggero.

La posizione della Linden.

A febbraio 2010, subito dopo il lancio e dopo le critiche enormi, la Linden aveva cominciato a rigettare in massa le critiche dicendo che era solo una questione di “abituarsi” e che comunque i nuovi arrivati in secondlife stavano accogliendo il nuovo viewer in modo molto positivo. Inoltre un responsabile Linden aveva scritto sul forum che il nuovo viewer era costato più di 50 anni uomo di lavoro e che la Linden non avrebbe certo buttato via tutti questi soldi per tornare indietro.

In una recente votazione svolta sul sito SL oltre l’85% delle persone non gradivano il nuovo viewer.

Negli ultimi post pubblicati l’atteggiamento sembra essersi ammorbidito e sono state promesse diverse innovazioni per la versione del viewer 2.1 che dovrebbe uscire entro un paio di mesi (prima dell’estate). Fra cui:

  • Aggiunta di volumi di controllo personalizzati per ogni shared media.
  • Personalizzazione della barra in basso in modo da consentire di inserire le funzioni più comode a livello individuale.
  • Miglioramento della camera e dei tasti di movimento.
  • Ripristino della funzione di build.
  • Ripristino di ctrl-alt-f1 per poter fare di nuovo machinima senza inutili avanzi dell’interfaccia utente.
  • Preferenza per controllare il modo in cui la Barra Laterale (quella famosa) slitti sul mondo o lo alteri (cfr, discorso precedente).

Conclusione

Anche in questo caso devo dire che la Linden ha perso una occasione per riuscire a creare una complicità con le persone che già usano SL. Il meccanismo decisionale si è svolto ancora nelle seguenti fasi:

  1. Indagine privata per vedere cosa si poteva fare per migliorare l’interfaccia ed aumentare il numero di nuove persone.
  2. Uso di risorse esterne per lo sviluppo del progetto, usando tecniche di secretaggio delle nuove funzionalità, senza coinvolgere attivamente i residenti PRIMA della produzione dell’oggetto.
  3. Messa in cantiere del programma in BETA senza ascoltare i feedback derivanti.
  4. Dopo che la protesta ha superato un determinato livello di soglia di dolore, annuncio che “La Linden vi ascolta”, con presentazione di una versione che solo parzialmente soddisfa i problemi presentati.

Comunque al di là delle occasioni sprecate, vediamo se entro il 2010 SecondLife diventerà veramente più bella e semplice da usarsi come nelle promesse fatte l’anno scorso.

Un’esperienza gruppale: “Perché mi loggo?”

Riceviamo e pubblichiamo da Lukia Halderman.

Nella land del gruppo “ I Ragazzi della Fenice”, attivo in SL da due anni, si sta svolgendo, grazie al contributo fondamentale dello psicanalista Mind Clarity (aka Marco Longo), un’esperienza  gruppale di notevole interesse  in cui si dibattono, e sempre con contributi ricchi e stimolanti,  temi relativi al nostro stare qui in sl. Il ciclo dal significativo titolo “Perché ti logghi?” è giunto al settimo incontro, il cui argomento (sfruttamento dell’altro), è scaturito, come sempre, dalle sollecitazioni e dagli spunti emersi nel corso dell’incontro precedente. Nel primo incontro ci si espresse alquanto genericamente sulle motivazioni che stanno alla base del nostro “loggarci”. Emersero infatti dagli interventi le varie opportunità che SL offre sul piano conoscitivo (viaggi scoperte, apprendimenti, conoscenze che non si possono fare in RL, esperienze immersive nelle cose e negli ambienti, confronto e scambio con culture altre, corsi di vario tipo), espressivo, artistico, professionale (sviluppo di nuove tecniche artistiche, progetti artistici, organizzazione di mostre, eventi, concerti, musica, canto, contatti con una folla di creativi in SL), comunicativo ed affettivo (conoscere l’anima, l’essenza delle persone che hanno affinità con noi, approcci intensi senza sovrastrutture, condivisione di pensieri profondi). Ma nel corso dei successivi incontri, si è andato via via sviluppando, guidati da Mind, un sempre maggiore approfondimento della riflessione su ambiti più definiti e specifici. Numerosi gli argomenti finora affrontati, che spaziano dalla libertà in sl, alla manipolazione dell’altro, dalla costruzione dell’identità  all’assenza di fisicità, dalle paure e impedimenti al dare-avere, dall’amore al linguaggio del corpo avataresco, dall’utilizzo di sl come strumento per esprimere la creatività all’uso del mezzo per conoscere (se stessi/gli altri). Argomenti tutti strettamente intrecciati in cui Mind ha messo ordine portandoci ad acquisire consapevolezze nuove. Sicuramente in tutto il metaverso di SL è un gran chiacchierare di questi  argomenti, ma lo si fa  in maniera spontaneistica, disorganizzata e forse “inutile”,  dal momento che manca in questo caso chi, ponendosi con professionalità al centro dei vari punti di vista,  riesca a far luce su aspetti del nostro essere qui che sono sconosciuti anche a noi stessi.

Non poteva non essere affrontato, preliminarmente, il tema relativo all’approccio con SL, indagato l’atteggiamento che si ha nei confronti di questa piattaforma virtuale: è un gioco, un’occasione ludica o altro? Per alcuni SL è occasione di divertimento: se ne fa un utilizzo ludico, sfruttandone le innumerevoli opportunità, ma evitando ogni tipo di coinvolgimento di natura affettivo-emozionale. Per molti altri, invece, l’avatar è una protesi digitale più della mente che del corpo: attraverso l’avatar veicolano il loro essere reale per quanto il mezzo consente. C’è da dire tuttavia che questa intenzione viene spesso, e inconsapevolmente, contraddetta da quella componente esibizionistica, da quegli aspetti teatrali della mente (tutto il nostro modo di vivere è drammatizzazione, abbiamo bisogno di maschere) che portano al travestimento e alla costruzione di “personaggi”. In questo loro approccio al metaverso, trovano a volte la possibilità di combattere e superare anche paure e impedimenti: la paura di non essere accettati è quella più diffusa.  SL può aiutare a superarla se si incontrano persone con cui scambiare emozioni, affetto. Superare le paure accompagnato da chi ti capisce, relazionarsi con persone che hanno la nostra stessa sensibilità.

E siamo dunque arrivati all’universo della relazione, al rapporto con l’altro, in SL.  Sul tema della relazione con l’altro (in primis quella amorosa) il dibattito s’è fatto, come c’era da aspettarsi, intrigante e partecipato, sia per le sue implicazioni psicologiche, che per quelle emozionali, morali. Gli interventi hanno funzionato come tasselli di un puzzle che si è ricostruito con una certa precisione:  nella relazione con l’altro qui opera la suggestione della mente, che ricostruisce le parti mancanti mettendo in gioco sensi nascosti. Le suggestioni che così si producono sono dunque forme di allucinazioni (non patologiche sia chiaro), simili a quelle che insorgono leggendo un libro, seguendo un film, sognando; dunque processi della psiche che appartengono alla creatività che sovrappone alla realtà una nuova dimensione. Sl favorisce al massimo grado  la riscoperta di emozioni sepolte: tutto è predisposto per l’innamoramento: luoghi, apertura dei sensi non condizionati dai ruoli sociali, anonimato, tutte premesse perfette per innamorarsi. Ma come nasce una relazione in SL? Come in RL: comunicando. Un approccio anzitutto diretto ( SL brucia uno step fondamentale, lo step dell’aspetto fisico che in molti di noi può dare un freno  nell’approccio con gli altri) attraverso un linguaggio verbale confidenziale al massimo improponibile in un primo incontro tra due persone in RL.

E la comunicazione scatta immediata. Anche il corpo dell’avatar ha qui, come in real lo ha il corpo fisico, ha un suo linguaggio. Linguaggio affidato anzitutto all’aspetto dell’avatar, alla sua gestualità, ai suoi movimenti. Animazioni, gestures, pose-ball, tutto un armamentario a disposizione di un avatar il più delle volte bello, esageratamente bello, invitante, aggressivo, che si muove nello spazio del Metaverso con sicurezza, senza imbarazzi di sorta, a volte persino con sfacciataggine e impudicizia. Insomma, attualizzazione virtuale di potenzialità bloccate da impedimenti di varia natura (limiti caratteriali, condizionamenti psicologici, impedimenti oggettivi, restrizioni sociali ecc) e non necessariamente mistificazione. Si evidenzia una forte volontà di affermare la propria fedeltà, anche in SL, alla identità RL (anche solo potenziale o non attualizzata appieno in RL) con le sue molteplici variazioni umorali. Da alcuni questo è avvertito come limitazione (stessi condizionamenti di RL) per altri come possibilità di espansione della propria identità sia in verticale (esprimersi su piani più riposti e profondi, sperimentarsi, azzardare ecc)  che in orizzontale (ampliamento di relazioni, incontri con persone che probabilmente non si incontrerebbero e frequenterebbero in RL, possibilità di “espandersi  territorialmente”).  Rari i casi in cui l’identità si frantuma col ricorso ad altri avatar, che se ci sono, o hanno  solo una funzione strumentale (per sperimentare creativamente, per conservare oggetti) o vengono usati per ritagliarsi spazi di solitudine e di libertà, funzionando in pratica da riparo dagli assalti dei conoscenti e amici.

Quanto alla costruzione fisica dell’avatar ovviamente si divaricano le posizioni tra chi ha scrupolosamente cercato di assomigliare il suo aspetto avataresco a quello reale e chi altrettanto scrupolosamente migliora l’aspetto dell’avatar, per renderlo più accattivante, ma forse anzitutto più piacevole ai propri occhi, o anche per “giocare con ironia”.

Molto interessante il dibattito incentrato sull’assenza del corpo reale, sul limite posto da SL alla percezione fisica, una vera e propria barriera ai sensi che restano esclusi dall’esperienza relazionale; questo ovviamente toglie la  possibilità di unire corpo e mente nell’esperienza relazionale, di trasmettere al corpo le emozioni che si provano con la mente e con il cuore. Le posizioni non sono univoche e si può tentare di sintetizzarle in due posizioni. Per alcuni non è possibile parlare di esperienze amorose, qui in SL. La distinzione tra mente e corpo non si può travalicare. L’amore in SL si vive con la mente, il corpo reale rimane in secondo piano: se c’è un coinvolgimento mentale totale, quello fisico è per alcuni addirittura pari a zero. Per altri esiste un corpo virtuale e una percezione “altra” , capace di suscitare fortissime emozioni che si trasferiscono anche al corpo reale. Resta in ogni caso, il problema di riprogrammare il nostro modo di vivere la fisicità, di codificare e decodificare diversamente le sensazioni del corpo reale di fronte a una realtà altra, appunto virtuale, illusoria il cui statuto è appunto quello della non fisicità.

Ma c’è un palleggio tra identità SL e identità RL? Insomma il nostro vivere in SL ha ricadute in RL? C’è un’interazione tra SL e RL? Per quelli che approcciano sl come un prolungamento della realtà e non come un semplice gioco si registrano, a livello di identità,  interferenze SL-RL abbastanza significative . Essere residenti nel metaverso comporta infatti ricadute di non poco conto sulla vita reale, ricadute in certi casi positive, che arricchiscono la stessa vita, quasi un valore aggiunto, in altri negative, in quanto sottrazione di tempo e opportunità alla vita reale. Le ricadute negative si concretizzano in un  diffuso senso di colpa per vivere una sorta di dipendenza da SL (anche chi parla di droga buona, comunque la definisce droga, in questo mostrando il desiderio di apparecchiarsi unicamente un alibi tranquillizzante).  In effetti SL ci coinvolge molto e tutto ciò che ci coinvolge è attraente ed è difficile quindi  tirarsi fuori dalla dipendenza. Situazioni immersive come SL a un certo punto possono diventare importanti e bisognerebbe non assorbire un’esperienza  solo perché piace ma imparare a interagire, essere consapevoli del tipo di esperienza che si fa, del suo senso e valore. Ma SL ha ricadute anche positive,  quali una maggiore apertura all’esterno,  un’inedita opportunità di sperimentarsi, una maggiore conoscenza di aspetti del sé,  la possibilità di dar luogo a esperienze creative o professionali maturate in questo metaverso e poi portate in real o importate dall’esterno in SL  in un gratificante e produttivo rimbalzo tra SL e RL. Dunque SL, questo social network così  particolare per la sua immersività, che si  accorda con la nostra mente (che è virtuale e ha rappresentazioni virtuali della realtà) dà molto, se ci coinvolge tanto.

Ma in essa diamo anche: si apre insomma lo scambio, il dare-avere, in una sorta di partita doppia,  simile a quella che caratterizza tutta l’esperienza umana. Anche questo tema è dibattuto  e in molti si riscontra la tendenza a manifestare, nel corso del loro intervento, quasi ad affermare fortemente se stessi, quello che qui ritengono di dare: rispetto, considerazione, ascolto, insegnamenti morali, dritte su comportamenti e scelte di vita.

Si profila un’immagine di SL come quella di uno spazio libero, aperto, un mondo del possibile in cui muoversi senza condizionamenti castranti. Ma è poi così? Ci si sente davvero liberi in SL? Indubbiamente si sentono liberi  coloro che, approfittando di essere nascosti dietro un nik, non si sentono sottoposti al giudizio delle proprie azioni o a limitazioni, coloro che percepiscono un ambiente in cui poter esprimere con libertà le proprie qualità più che in RL, coloro che avvertono di poter condividere ciò che preferiscono con gli altri (anche la parte razionale),  coloro che si rendono conto, attraverso la rete di relazioni e l’ascolto degli altri, di conoscere meglio se stessi e di essere accettati, coloro che non avvertono differenza tra il loro essere in Real e il loro essere in SL. Ma esistono anche minacce alla libertà; ad esempio fa esperienza di una sorta di libertà condizionata chi sente l’imposizione di certi ruoli da parte del gruppo (pena l’esclusione), di cui non può tradire le aspettative,  chi per la sua attività pubblica si sente sotto giudizio dei fruitori. E non solo.

La libertà può essere attaccata e compromessa da altri meccanismi psicologici che qui, come in RL, possono essere agiti a danno dell’altro: manipolazione e sfruttamento, altri temi oggetto di dibattito. Quanto alla manipolazione, ovvero ai comportamenti che assumiamo all’interno delle relazioni al fine di ottenere ciò di cui abbiamo bisogno, come c’era da aspettarsi, ognuno ha raccontato di esperienze, di operazioni manipolative agite da altri nei suoi confronti e in nessun caso, se non molto tangenzialmente, sono state riferite azioni comunicative volte ad ottenere risultati idonei ad appagare i propri  bisogni. Solo qualcuno ha riferito di aver manipolato un altro, ma solo in quanto ruolava in un GDR, dove la manipolazione, come tanti altri meccanismi volti a far soccombere l’altro, fa parte delle regole del gioco. E’ emerso, dal racconto di qualcuno un dato interessante, un comportamento non tanto  inusuale in SL, un comportamento su cui ciascuno è bene rifletta: in condizioni di fragilità, di debolezza la manipolazione risultata tanto più facile per chi l’agisce quanto più pericolosa per chi la subisce.

Siamo infine arrivati a trattare l’ultimo tema strettamente connesso a quello della manipolazione dell’altro: lo sfruttamento. Il dibattito è solo all’inizio e vede spalancarsi dinanzi a noi un universo buio, dominato da perversioni, fuorvianze, un universo sconosciuto ai più, in cui sarebbe tanto giusto, quanto raccapricciante imbattersi… staremo a vedere cosa ne verrà fuori…

Concludendo, sia pure provvisoriamente, perché ancora c’è molto da dibattere e discutere, ci si logga in SL con il bisogno di incontrare gli altri (funzionano molto riunioni e manifestazioni artistiche, letture, serate in discoteche, eventi di moda, giochi di ruolo, ecc.). Le persone non cercano più queste occasioni in RL e le trovano più facilmente e comodamente nel digitale. L’atteggiamento corretto dovrebbe essere quello di riportare queste esperienze in RL per non restare solo in una  illusoria dimensione di condivisione vera o presunta, ma per organizzare, partecipare anche fuori, portando fuori lo spirito ritrovato qui e perso magari solo per pigrizia nel reale.

New Second Life Terms of Service (TOS)

E’ vivo il dibattito inerente i nuovi TOS di Second Life, attivi dal 30 aprile 2010. Riportiamo i link ufficiali e altri link con il dibattito aperto.

Sul sito ufficiale:

http://wiki.secondlife.com/wiki/Linden_Lab_Official:Snapshot_and_machinima_policy#2._License_Conditions.

su Facebook:

http://www.facebook.com/?ref=home#!/note.php?note_id=118423091516335&comments

su Secondlifeitalia:

http://www.secondlifeitalia.com/community/viewtopic.php?f=1&t=23420

sui blog:

http://alicemastroianni.blogspot.com/2010/05/privacy-policy-in-wdt-planet.html