Flop Art

By Eva Auerman

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Digital Beauties è un volume edito da Taschen (in inglese, francese e tedesco, ISBN 978-3-8228-1628-8) così presentato: “The first book in our groundbreaking new series on digital culture focuses on beauty and cutting-edge computer-generated female characters.

Una prima riflessione mi porta a pensare che ciò che noi facciamo in Second Life è, da un tempo ben precedente i nostri discorsi, considerato come attività artistica. Con il di più che le nostre creazioni non solo generano immagini, ma queste possono interagire tra di loro e con l’ambiente in una serie, piuttosto ampia, di attività.

Tra queste attività vi è quella di fruire di “arte”, come pubblico di un museo o come chi ascolta un concerto e pertanto mi viene subito un dubbio: gli avatar possono essere considerati pubblico nel senso classico del termine? A mio parere no, essi non potranno mai essere un pubblico così come comunemente è inteso. Ciò contribuisce solo a confondere questioni del tipo “il mio è un avatar vero” “il mio è quasi vero” “il mio è completamente stravolto” “il mio è come Scooby-Doo perché mi piace così” “il mio è un uomo…” “il mio è una donna…”

Credetemi, quando apprendo soprattutto queste ultime due “informazioni”, dentro di me rimbomba sempre la domanda: “Un uomo? Una donna?… Ma che dice?” Voglio subito specificare che so benissimo chi e cosa sono un uomo e una donna, pertanto, non credo sia sufficiente una fattezza maschile per fare un “uomo” così come ho la speculare convinzione che non sia sufficiente un avatar femminile per fare “una donna”. E ciò a prescindere che “dietro” l’avatar ci sia un maschietto o una femminuccia. Per questo sostengo che non ci sono questioni né di voice, né di cam, né di dati olfattivi evocati, il più delle volte, a sproposito.

Giustamente noi spendiamo parole in proposito ma un avatar, umano o non umano, è da tempo classificato una creazione artistica, il cui campo di indagine può infatti spaziare dall’intrattenimento alla realtà e spingersi a sondare il mistero. Ora, se l’intrattenimento è relativamente facile da configurare, già la realtà è più difficile inquadrarla nei suoi infiniti rivoli. Ma se le premesse sono confuse da discorsi sviati da pseudo questioni di identità e assortita etica consumistica d’intorno, il mistero è precluso in partenza all’esperienza. Aggiungo che non giova, alla chiarezza di idee, se -sottolineo se– dell’arte se ne fa una questione meramente espositiva, fornendo oltretutto ragioni all’intendere SL come luogo dove si vive soprattutto l’ansia di dire chi si è con tanto di nome e cognome, indirizzo e targa della propria auto. In questo caso si creano solo occasioni per avatar gironzolanti tra occupazioni variamente altre che la mia fantasia non basta ad immaginarle tutte.

Cosa intendo per mistero? Intendo il fatto che se per esempio tra due persone vi è “amore”, significa che queste persone accettano il loro reciproco mistero consistente in quello che si farà anche da soli nell’ambito della coppia, in relazione agli eventi che il futuro può comportare e che, per molti motivi, costituiscono un qualcosa di insondabile. Poi, certo, anche il passato contiene una sua insondabilità e questo lo racconta soprattutto il web, che è fitto di racconti di “passati”, altrettanto fittamente commentati.

Non vi è mai capitato di apprendere di amori naufragati perché un qualcosa, foss’anche una percezione, nel futuro materializzato in un presente, è inaspettata? A me è capitato e credo che, in quel caso, di amore non si trattava. Ecco perché dalla delusione si guarisce: perché la nostra elaborazione  prima o poi ci porta a capire che si trattava di altro. Convenienza, feticismo, libido, narcisismo, controllo, invidia, gelosia, sadismo, masochismo e tante altre belle cose che siamo stranamente sempre convinti riguardino solo gli altri. O, peggio, i “perdenti”.

Cosa c’entra l’arte con tutto ciò? Centra perché ciò che non sappiamo vedere è l’arte che ha il compito di mostrarcelo, allargando la nostra capacità percettiva tramite “produzioni”. Ma negli attuali tempi ,quando ci scandalizziamo per tutto e dove “rivoluzionario” è indotto significhi paradossalmente affermare l’essere conformi. Come dobbiamo comportarci per allargare la capacità percettiva?

Oh, comprendo, dobbiamo tutelare il semplice che da tutto ciò è confuso. Sono certa che questa “tutela” è in genere solo funzionale al conformismo e, oggi, certamente prodigherebbe a banalizzare messaggi sferzanti come per esempio “L’origine del mondo” di Courbet, dipinto esposto nientemeno che al Museo D’Orsay al quale non mi stupirei se qualcuno troverebbe rivoluzionario “trasgredire” cercando di affermare che l’unica cosa comprensibile è la rappresentazione a colori della grisaglia che amiamo svisceratamente grazie all’educazione sentimentale tipica della nostra epoca che ci rende capaci di immaginare solo burocrazia.

http://www.musee-orsay.fr/it/eventi/mostre/archivi/archivi/browse/15/article/lorigine-du-monde-autour-dun-chef-doeuvre-de-courbet-6775.html?tx_ttnews[backPid]=252&cHash=d6486a38ae

Vedere qualcosa di simbolicamente altrettanto potente (che il gusto estetico avvezzo al porno può trovare difficile classificare in modo altro), nelle proposte che si fregiano della qualità artistica su SL, è pertanto impensabile. L’arte in SL dev’essere definita “seria” senza timore che così facendo si ricopre il discorso di un’indelebile patina di ridicolo che è percettibile anche se la definizione è espressa nelle segrete stanze. Avviene invece qualcosa di similmente efficace all’opera del XIX secolo nelle situazioni create da avatar senza nessuna dichiarata pretesa artistica, a volte inconsapevoli di proporre tematiche decisamente inquietanti.

La parola inquietante è per me una specie di garanzia che l’indagine si addentra nell’ attuale: non è forse inquietante l’alienazione subita dal lavoro intellettuale al cospetto dell’organizzazione imposta per renderlo funzionale alle macchine? Non è inquietante che la società si muova all’unisono, stimolata da problematiche iniettate da informazioni accordate, in senso musicale, a precisi modelli narrativi che avvolgono realtà e sogno di derivazione pubblicitaria? Non è inquietante che ci hanno resi spettatori di tutto, peraltro  incapaci di distinguere la claque? Non è inquietante che le nostre energie si spendono per identificare metodi di “content marketing” e similari? Non è inquietante che pretendiamo lecito solo ridurre l’opinione ai “mi piace”, “non mi piace più”, “mi associo/dissocio”? Non è inquietante che esista una realtà rispetto alla quale Gillo Dorfles si esprime così:

Quando assisto alla facilità vertiginosa con cui degli adolescenti, anzi dei bambini, si impadroniscono di nuovi gadget, della maestria con cui manovrano i tasti, i pulsanti, deputati alle più complesse operazioni, mi chiedo fino a che punto questa immane espansione delle conoscenze segnaletiche e informative vada a scapito dei faticosi sentieri della memoria e di quelli – un tempo beati – della fantasia creatrice.

Quello che aggiungo io è che reagire solo a segnali e informazioni non è un problema solo dei ragazzi, semmai è più ampio e si persegue pure con ostinazione, nella speranza che i criceti dentro il plastico siano sempre altri: anche questo, secondo me, fa parte del mistero di cui parlavo in precedenza.

Tutto ciò detto, adesso, pensando a come noi chiediamo alla politica una via d’uscita da tutto, commento che questa richiesta è in certi casi decisamente erronea, perché impossibile per questioni di competenza. In errore ci inducono molti fattori, compresa un arte didascalica, scolastica e schematizzata quale si vuole fortemente ridurre la nostra capacità creativa elettronica che ci si ostina ad ignorare come tale rispetto a discorsi di aderenza alla realtà fondati sullo sventolare repertori tratti maliziosamente dalla letteratura della concorrenzialità.

E’ parallelamente inutile discutere sul come la vita vera avverrebbe nelle “piazze”. Lì, oggi, si passa soltanto con un cellulare attaccato ad un orecchio che, come sa bene chi stila il codice della strada, rende traslati altrove e soggetti solo a collisioni alle quali si reagisce di malomodo. Nei casi migliori si tratta, analogamente agli avatars, di individui indaffarati in tutto piuttosto che essere lì. Reale è solo conformarsi più velocemente possibile, con comunicazioni pretese immediate, a decisioni di un élite di figure indistinte ma qualificate, rinchiuse in studi e uffici. Immaginare quegli spazi pervasi di rarefazione sexy è interessante: prova la realtà di tutto ciò che, appunto, riguardando l’umano, è infatti lecito esplorare con tutti i sensi. Inevitabilmente compreso quello artistico.

Chiudo proponendo due dubbi: il ricambio generazionale apporterà fantasia creatrice a tutto ciò? Quale arte descrive e dove avviene la catarsi della fantasia creatrice del (naturale) ricambio generazionale?

La parola

By Serena Domenici

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“Com’è arrapante il tuo avatar!” Me l’hanno detto ieri. Anzi me l’hanno scritto. Ma non è la stessa cosa? Forse sì. O forse no… Quanti me l’avrebbero “detto” in voice? E quanti lo avrebbero fatto a voce nella vita reale, e, soprattutto, che significato avrebbe avuto? Adulazione, sfacciataggine, menzogna, voglia di “provarci”, arroganza, volgarità, ironia? E in Second Life si possono semplicemente trasporre dal parlato allo scritto tutte queste sfaccettature lessicali e concettuali? Me lo sono chiesto quando ho letto (ascoltato?) questo “complimento” tutto particolare-ma-non-troppo. Si impone, a questo punto, qualche riflessione. Si è parlato spesso del no/voice, si/voice, all’interno del Metaverso, e dei vari Mondi Virtuali. In realtà ho sempre ritenuto che fosse un falso problema. Sono dell’avviso che sia una scelta del tutto personale. E che ogni tentativo di demonizzare o, al contrario, esaltare l’uso della voce sia un atto di “prepotenza”. Personalmente trovo comodo il voice: non mi va sempre di scrivere, e con gli amici più cari mi piace ridere e chiacchierare senza dover digitare sui tasti, a tratti in modo frettoloso e compulsivo.

Ho rispetto verso chi non lo usa per ragioni personali, relative al contesto “Real” in cui si trova, molto meno invece, per chi resta muto per potersi comodamente spacciare per qualcun altro/a. Non mi riferisco all’annosa questione di cambio di sesso. Se sul Metaverso a qualcuno piace sentirsi “altro” o poter essere “altro”, ritengo siano fatti suoi, soprattutto se rimane all’interno di un contesto virtuale senza implicazioni real life. Intendo approfondire, invece, il rapporto tra comunicazione e parola scritta, se su di essa si incentrano e si basano le relazioni interpersonali in Second Life. Questione di approccio, di metodo, di mentalità e, purtroppo, o per fortuna, a seconda dei casi, di stile. Invece, poco e meno approfondito è il discorso sull’uso della parola scritta. Mi scuso in anticipo se la questione fosse già stata dibattuta, ma, a meno che mi sia sfuggito, ho letto poco al riguardo. Si digita tantissimo in chat local o in “im” privati. Si scrive per comunicare, si scrive per rendere viva e palpitante la vita all’interno dei Mondi Virtuali. Si scrive in tutte le lingue e si scrive per necessità di proporsi e manifestarsi agli altri. Si scrive per dare e ricevere emozioni, si scrive per fare sesso virtuale, per litigare, amare, sognare, calunniare, spettegolare, lavorare.

Si scrive in modo sgrammaticato, colto, ricercato, confuso o poetico. Si scrive inventando ogni volta, e si scrive per stereotipi, slogan e luoghi comuni. Qualunque sia la ragione, la parola scritta è indubbiamente per molti il veicolo principale per scegliersi, “annusarsi”, valutare e cercare chi, per una serie di varie e spesso misteriose alchimie, più ci piace, o al contrario, chi proprio non ci aggrada. E chi ha la capacità di “leggere tra le righe” riesce a farlo con tempi più rallentati e pertanto con maggiori possibilità di discernimento rispetto a quelle che l’intuito e le sensazioni epidermiche, mediate dal linguaggio del corpo, possono regalare nella vita reale. E, al contrario del voice, la parola scritta aiuta i timidi e li rende audaci. Aiuta chi millanta nobili intenzioni e sentimenti, riesce a far sognare, se si ha il dono di scegliere con cura le parole, ma è capace di distruggere al pari di Attila chiunque incroci il suo “percorso”. Può essere un’arma o un dono, un pugnale o una carezza, una rosa o una spina. La scrittura parla di noi attraverso noi, che diventiamo gli artefici, non sempre consapevoli, di “giochi” di ruolo, che ci vedono di volta in volta vittime o carnefici. Sono certa, per esempio, che molta arroganza scritta trovi la forza di essere tale solo perché, al riparo da sguardi o inflessioni vocali, diventa l’arma principale di qualche imbecille (uomo o donna), che attraverso l’uso della chat, o di messaggi privati, crede che quattro cazzate scritte in maiuscolo possano avere il potere di intimorire gli interlocutori con i quali si rapporta.

Ci sono poi i beffardi (per non dire peggio…), quelli che ti sbattono in faccia risate sardoniche (secondo loro) “bannando” e “mutando” a più non posso, con annesso corredo di faccine doppie, triple e con salto mortale. E tu resti lì a ridere in Real Life, e a chiederti il perché la madre dei cretini sia sempre incinta. Ci sono i seriali, quelli che scrivono a tutti le stesse cose, usano direttamente il copia e incolla, e se li fai uscire fuori dal seminato, sono colti da crisi isterica e/o sindrome da impotenza. Un’altra ineffabile categoria è rappresentata dagli scurrili, che usano definire il loro prossimo con appellativi non proprio eleganti. Hanno la sindrome della troia a tutti i costi, e costi quel che costi. Se non gliela dai sei troia, se gliela dai sei troia lo stesso. Della serie: poche idee e confuse.

Ovviamente c’è l’analogo femminile: l’uomo se ci prova è un porco, se non ci prova è un coglione. Tutto ciò ha un vago (ma non troppo…) sentore di deja-vu Real Life, ma, si sa, non c’è mai nulla di nuovo sotto il sole, di idrogeno o di pixel che sia. I suadenti, poi … ah, loro sì che ci sanno fare: usano la parola danzandoci, sanno quali corde toccare e se alla fine ti prendono in giro sei pure contenta/o. Gli affabulatori sono i cugini larghi dei suadenti, e i parenti stretti dei seriali, ma conoscono più aggettivi e sono più furbi/e.  Riescono a fregarti, però, solo una volta, la seconda sanno già di stantio.

Interessanti, inoltre, sono i profili. Ne parlai già tempo addietro: molti di essi sono per lo più citazioni prese in prestito e raccolte qua e là; il trionfo del copia e incolla da cui è difficile capire la reale personalità che viene fuori col tempo, se si vuole farla venir fuori e, soprattutto, se vale davvero la pena cercarla.

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E’ inevitabile, a questo punto, parlare di “menzogna” nel Metaverso. Difficile stilarne una definizione accettabile, e valida per tutti. La realtà virtuale è essa stessa finzione, sia pur entro certi limiti, e non dire tutto di sè, o dire cose non vere o fuorvianti, fa parte del gioco. Un gioco, però, che spesso si fa duro e coinvolge sentimenti ed emozioni “reali”. O che si fa illusorio o, se vogliamo, consolatorio, rendendoci più vivibile la vita reale, nei casi, e non sono pochi, che essa sia avara di soddisfazioni. E allora ecco che, mentire agli altri e mentire a se stessi, diventano due facce della stessa medaglia, non necessariamente intrise di malafede o cattiveria. Abbiamo bisogno anche di illusioni, “un po’ per celia, un po’ per non morir”. Ma nello stesso modo in cui la propria libertà finisce dove inizia la libertà altrui, la propria menzogna deve arrestarsi dove inizia l’altrui sofferenza. E le parole … bisogna saperle usare.

Ci sono parole che ti arrivano dentro e ti confondono, ci sono parole nelle quali credere aiuta a sopportare meglio la vita, ci sono parole che lasciano il segno e che scrivono la tua storia, al di là del tempo. Il Metaverso è un teatro di vita … E i ruoli sono interscambiabili. Ecco perché non potrà, a mio avviso, esserci un pensiero avatariano autosufficiente ed autoreferenziale. Siamo troppo coscienti e incoscienti per poter prendere le distanze dal nostro pupazzetto. Siamo noi, al di là dello schermo, a dargli il modo di agire e trasmettere input. Sono in pochi ad ammettere di avere una vita sessuale cerebrale all’interno di SL. In realtà solo una minoranza non pratica il cybersex. Fare sesso, mediante scrittura, è per molti l’unico modo per comunicare al proprio partner il desiderio. La letteratura, d’altra parte, è piena di opere erotiche, e sono convinta che il Metaverso, o le chat history, racchiudano dei veri e propri capolavori di Ars Amandi (Ovidio Docet). Quasi quasi, proporrei attraverso questo Magazine la pubblicazione in anonimato (i nomi degli amanti celati) non di racconti, ma di esperienze scritte di erotismo. Che poi non è tanto importante praticarlo, il sesso, ma renderlo desiderabile e perfetto attraverso le parole giuste al momento giusto. Il nostro cervello può godere in mille modi diversi e sublimi, tutto il resto sono dettagli. Pensateci: scrivere, soprattutto in anonimato, ci libera. Libera il meglio e il peggio di ognuno di noi. Sta a noi metterlo su “carta”.

Da un pezzo di carta…una storia per Ashraya

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Questa l’iniziativa che prenderà il via mercoledì 25 luglio alle ore 22:00 italian time, 1:00 pm SL time, presso: http://maps.secondlife.com/secondlife/Xigola/241/100/97

Virginia Lupindo, grazie alla disponibilità ed accoglienza di Violetta Veeper, Elisa Milo e di tutto lo staff di Italian Lesbian vi renderà partecipi di un momento “creativo” a metà tra SL e RL. Mescolando gli insegnamenti e le teorie di Bruno Munari e Gianni Rodari, Virginia vi porterà a creare una vostra storia per mezzo di tecniche legate allo strappo della carta e all’uso creativo del tratto grafico e della parola… E tutto questo, a favore dell’Associazione indiana “Ashraya” di cui Virginia si occupa da tempo. I “capolavori”, creati dai partecipanti, verranno, con il permesso degli stessi, messi in mostra e venduti negli spazi della land; il ricavato delle vendite, e delle offerte, sarà interamente devoluto all’Associazione.

Vi aspettiamo, sicuri che vorrete partecipare a qualcosa di speciale. Qui troverete immagini e indicazioni per arrivare; sappiate che aldilà del monitor, per quella serata, vi serviranno: un foglio bianco, alcuni fogli colorati, presi da riviste o cartoncini colorati, della colla, una penna nera… e una buona dose di curiosità e fantasia.

Per le iscrizioni contattare Violetta Veeper (IM o Note).

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Notizie su Ashraya/Info about Ashraya

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Ashraya”, che significa “riparo”, “protezione”, ha portato speranza e amore nella vita di centinaia di bambini e donne, per molti anni. Fondata e registrata nel 1982, l’organizzazione, con sede a  Bangalore, si dedica a cercare soluzioni per i bambini dentro  alla propria famiglia biologica, o in case adottive.  Dall’inizio, la funzione principale dell’organizzazione era quella di lavorare con la riabilitazione di bambini poveri e  abbandonati. Ora ha esteso i suoi servizi per la famiglia nel suo complesso. Asharaya ha fondato un secondo centro chiamato Tara dove donne con i loro figli possono trovare insieme supporto e protezione alla sofferenza e alle difficoltà.

Ashraya Children’s Home”, meaning ‘Shelter’ has brought hope and love into the lives of several hundred children and women  over many years.
Founded and registered in 1982, the Bangalore based institution’s efforts have been dedicated to the promotion of good adoption practice – both national and intercountry – meeting the needs of the children. Ashraya founded a second centre called Tara where women with their children are offered shelter and support to overcome distress and problems together.

English video: http://www.youtube.com/watch?v=ZNOccd9NQxY

Italian video: http://www.3gpdb.com/videoy.php?b=8NLiwPQhHX-&ashraya

Web site: http://www.nriol.com/ashraya/

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Lo staff di Italian Lesbian e Virginia Lupindo.

Almeno 16 ottimi motivi per usare Firestorm (o Phoenix) invece del viewer “standard” di Secondlife…

Lo stand di Firestorm / Phoenix all’ultimo sl9b

Con l’uscita di Firestorm 4.1.1, abbiamo l’ultimissima versione di questo ottimo viewer che insieme a Phoenix (fatto dagli stessi programmatori) è attualmente più utilizzato dalla maggior parte degli utenti di SecondLife http://nwn.blogs.com/nwn/2012/05/second-life-viewer-usage-dominated-third-party-.html, con percentuali “bulgare” che si avvicinano all’80%, specie da chi usa SL in maniera massiccia. Questo anche per stessa ammissione di Linden Lab (Lawrence Oz Linden) a Marzo 2012 che dice:

“Gli utenti del nostro viewer sono una  significativa minoranza: siamo al terzo posto dopo Phoenix e Firestorm. Phoenix sta tuttavia perdendo quote di utenti a favore di Firestorm”

(dalla trascrizione del suo intervento ad una trasmissione WEBTV)

Sulle novità dell’ultima versione di Firestorm molti stanno scrivendo in questi giorni e se vogliamo elencarle brevemente ci sono importanti novità sul supporto OpenSim, su alcune funzionalità di supporto a scripter (lsl preprocessor, selezione del colore da paletta, uso del tasto centrale per la modifica dello scale) ed una moltitudine di altre novità, elencate tutte nel loro sito ufficiale http://phoenixviewer.blogspot.it/2012/07/major-firestorm-viewer-update.html.

Quello che però io noto spesso è che molte persone usano firestorm o phoenix senza conoscerne le principali caratteristiche (o perlomeno ne conoscono ed usano solo 1 o 2), rinunciando quindi ad una quantità incredibile di possibilità che il viewer offre. Inoltre, molte persone sono convinte che Firestorm sia un hype che non introduca nulla di veramente utile e sostanziale rispetto al viewer ufficiale.

Scopo di questo articolo è di rendere conscie le persone del potentissimo motore che stanno utilizzando e per gli scettici per far capire che qualcosa di notevolmente diverso c’è e non sono sciocchezze per pochi nerd scripter o builder sofisticati. Firestorm è per tutti un ottimo sistema di lavoro. Quanto elencato in questo elenco al 90%  è applicabile anche su Phoenix. Le funzionalità di FS che mi pare non implementate in Phoenix sono ad esempio la ricerca multipla nell’inventory, il numero della faccia e alcune delle ultime novità introdotte nella 4.1.1 di cui alla release note precedente).

Va da se che poi uno possa avere preferenze personali differenti, nessuno obbliga nessuno. Io stesso uso molto anche un concorrente (Nirans Viewer) che ha caratteristiche di visualizzazione notevolissime utili per fare turismo, fotografie e machinima. Eventualmente farò un articolo analogo a questo sulla potenza di Nirans Viewer 🙂

Vediamo ora graficamente alcune delle caratteristiche a cui difficilmente potrei rinunciare il numero di stelle indica la frequenza con cui uso questa funzione:

1. Cambiare rapidamente le preferenze principali (***) SE QUALCUNO VI DICE DI CAMBIARE IL LOD, LE PARTICLES, LA DISTANZA DI DRAW o anche semplicemente per scegliere un’ora del giorno) PH/FS

Quick preferences. Facilmente accessibili per modificare facilmente le principali impostazini

2. AO incorporato (**) PER I VANITOSI PH/FS

AO automatico senza produrre lag sul server e di facile gestione

3. Ricerca di oggetti nella land (**) PER TUTTI PH/FS

Area Search: utilissimo per ritrovare i vostri oggetti perduti (a volte anche per barare nelle cacce al tesoro)

4. Allineamento rapido e perfetto di oggetti (**) PER BUILDER PH/FS

Il programma di allineamento automatico di Qarl Fizz.. Utilissimo per allinearsi i propri oggetti

5. Profilo RAPIDO (****) PER TUTTI PH/FS

Profilo istantaneo invece di aspettare 10 secondi che ve lo carichi dal web, come era nella versione 1.x del viewer. Inoltre per gli scripter, accesso istantaneo alla UUID degli avatar

6. Menu tasto destro a torta  (****) PER BUILDER PH/FS

Il tradizionale e comodissimo menu a torta, sparito nei viewer 2. e 3. chissà mai perchè. L’altro menu è parecchio più scomodo. Ci sarà un motivo se anche Maya usa un menu a Torta… 😉

7. Ricerca nell’inventory (****) PER TUTTI (solo FS)

Ricerca nell’inventory èer PIU’ di una chiave di ricerca. ESSENZIALE per chi ha inventory enormi

8. IM Verticali (****) PER TUTTI PH/FS

IM Verticali. Essenziale per chi ha un sacco di IM da tenere sotto controllo

9. Selezione impostazioni WindLight (**) MACHINIMA E FOTO PH/FS

Possibilità di selezionare centinaia di temi di windlight predefiniti fra cui la famosa libreria windlight di Torley, contro la ventina o meno offerta dal V2/v3

10. Copia/Incolla di proprietà fra oggetti  (**) BUILDER/SCRIPTER PH/FS

Possibilità di fare copa / incolla di proprietà dell’oggetto come posizione, dimensione, rotazione

11. Per conoscere il numero della faccia selezionata (**) BUILDER/ SCRIPTER (solo FS)

Visualizza il numero della faccia selezionata fondamentale per scripter/builder

12. Tenere in ordine le proprie amicizie (**) se ne avete migliaia… (FS)

Contact set per mettere in ordine le migliaia di vostri amici e vedere rapidamente chi è online fra quelli interessanti

13. Ricerca all’interno di una notecard (***) PER TUTTI FS

Ricerca all’interno di una notecard. Utilissimo per rintracciare informazioni in notecard chilometriche

14. Controllare tutti i siti web a cui si collega il vostro viewer (**) PER I PARANOICI DELLA PRIVACY PH/FS

Media filter per i paranoici della privacy e della sicurezza. Ogni stream o musica o sito web che viene chiamato deve essere autorizzato (!) oppure no come fa il viewer 3

E poi ci sono moltissime altre cose fra queste io uso ad esempio:

  • flr scritto nella chat per andare al suolo se mi trovo ad altezze spropositate
  • gth xxx per andare subito all’altezza indicata
  • dd xxx per impostare una distanza di draw specificata
  • Gestione grid opensim (la 4.1.1)
  • La chat di testo non è limitata a 512 caratteri e si possono incollare testi più lunghi
  • Upload temporaneo di texture e di sculpt evitando di sperperare inutilmente L$

ecc. ecc.

Saluti alla prossima

Salahzar

Tutte le Autostrade in SL (oltre alla ferrovia e alla mongolfiera)

Andando in giro in macchina per SecondLife può capitare di trovarsi dei “ponti virtuali”, nel passaggio fra una sim e l’altra a volte si manifestano degli effetti spiacevoli per cui il ponte diventa fantasma e voi vi ritrovate giù per una scarpata…

Ci sono moltissimi sistemi di trasporto in uso in SL, abbiamo già parlato abbondantemente della ferrovia (http://virtualworldsmagazine.wordpress.com/2012/06/14/tutte-le-ferrovie-di-secondlife-sl-geografia-3a-puntata/)  ed un pochino della mongolfiera , ma se approfondiamo vediamo che c’è tutto un sistema viario ed autostradale. C’è perfino un dipartimento apposito che controlla in SL i Lavori Pubblici (strade, ferrovie ecc) http://protected-routes.com/  http://wiki.secondlife.com/wiki/Linden_Department_of_Public_Works_Roads http://wiki.secondlife.com/wiki/LDPW).

Per navigare su queste strade basta che vi dotiate di una automobile o di un veicolo (io ho trovato sul marketplace anche una bellissima bicicletta gratuita che si indossa, ma la velocità è più o meno quella dell’andare a piedi e quindi è sconsigliabile per grandi percorsi). In generale per le strade vale il principio che ci sono molte aree di “emergenza” dove è possibile rezzare e quindi recuperare il vostro veicolo se per caso l’avete perso o vi è andato in panne. L’esplorazione di tutte le strade di SecondLife può essere una impresa che necessita di molto tempo e pazienza. Al termine potrete avere la “patente di esperti guidatori virtuali”, virtuale ovviamente.

1. Sansara

In sansara abbiamo la seguente rete di trasporto: http://wiki.secondlife.com/wiki/Sansara_Network che è poi connessa alle strade alpine.

e soprattutto abbiamo alcune strade “Alpine”: alcune delle strade più oscure e difficili da attraversare che collegano le rotte principali delle SnowLand sono state aggiornate per rendere più agevole l’esplorazione al turista occasionale e dare accesso alle aree più nascoste e geograficamente interessanti.

2. Heterocera

Ad esempio in Heterocera (che ormai conosciamo molto bene):

Vedete che c’è un sistema di strade ampiamente connesso. Sistemi simili ci sono anche in tutti gli altri continenti.

3. Jeogeot (Satori)

Satori network

Satori network http://wiki.secondlife.com/wiki/Satori_Network Le strade a Satori (Il continent e Giapponese) comprendono le Routes 8/8A/8B/8C e una strada a parte la “Old Wagon Road” : Konichiwa!
A causa della sua forma questo è chiamato il continente giapponese. Avendolo in mente le strade e gli edifici pubblici su queste strade hanno un aspetto caratteristico orientale. In origine queste strade erano state pensate per connettersi fra di loro, ma a causa di errori durante la suddivisione delle terre quando il continente venne messo online molte delle strade terminano brutalmente. C’è pertanto un sistema di falsi tunnel e di pannelli alle estremità morte che offrono il teleport se toccati per consentire ai visitatori un viaggio facile nell’esplorazione della rete senza dovere tornare indietro e cercare nella mappa.

 

Il continente di Jeogeot contiene due lunghe strade che si intersecano: la Route 9 e la Route 10 con varie diramazioni e anche la  strada interna Wellington Road. Cfr qui:  http://wiki.secondlife.com/wiki/Jeogeot_Network

4. Nautilus

Su Nautilus abbiamo TRE strade principali: route 12,13 e 14 http://wiki.secondlife.com/wiki/Nautilus_Network

la 13:

e la 14:

5. Corsica

Corsica network: http://wiki.secondlife.com/wiki/Corsica_Network

Gaeta V network: http://wiki.secondlife.com/wiki/Gaeta_V_Network

6. Zindra:

7. TSL Network, La Teen Grid

TSL è la vecchia Teen grid, che forse non lo sapete ma è ora accessibile a tutti. Merita una investigazione 🙂

http://wiki.secondlife.com/wiki/TSL_Network

E con questo credo di avervi riempito di mappe e di possibilità di viaggio 🙂

Salahzar

Le origini di SecondLife, le 13 destinazioni della guida Turistica…

Ho scritto della Geografia di SL, che è intimamente correlata con la sua Storia. Se frugate nell’elenco delle destinazioni di SL, vedete che c’è un capitoletto di ben 13 destinazioni considerate “storiche” di sl http://secondlife.com/destinations/origins. In realtà come ho scoperto esplorando di qua e di là le terre storiche sono molto di più di 13, ma tanto per cominciare a dare la suggestione inizieremo da queste.

1. La mitica prigione “Corn Field”.

Il primo riferimento è “Il mitico Corn Field”, http://maps.secondlife.com/secondlife/The%20Corn%20Field1/182/170/23 il posto in cui venivano mandati in carcere i primi hacker a meditare sulle malefatte che avevano eseguito. Cfr: http://www.secretlair.com/index.php?/clickableculture/entry/hidden_virtual_world_prison_revealed/. Ecco in successione un video, l’immagine “ufficiale” della sim e una immagine presa dal sottoscritto stasera quando sono riuscito a scoprire che era possibile entrarci:

L’immagine ufficiale…

Dimostrazione che salahzar è stato qui

2 Il Museo storico di sl

Situato qui: secondlife://PHOBOS/229/151/33 è un posto molto interessante con alcuni cimelia 0 L$ che non vi possono mancare nel vostro inventory, come ad esempio: il primo avatar Primitar 1.0 e moltissime informazioni sulla storia iniziale di SL. Ecco un raro filmato che indica come fossero questi “primitar” all’inizio dei tempi:

3. Il primo monumento.

Qui: secondlife://Natoma/63/206/50 Narra la leggenda che agli inizi dei tempi Linden Lab avesse costruito a Natoma una città in cui al centro ci fosse questo monumento primordiale dedicato all’Uomo. Quando la città venne smantellata il monumento venne rilocato e conservato fino ai nostri giorni. A Natoma per inciso dovete andarci perchè è sede della Ivory Tower of Primitives, forse l’edificio più centrale di tutto questo mondo virtuale. http://secondlife.wikia.com/wiki/The_Man

L’immagine ufficiale del monumento

Salahzar di fronte al primo monumento con la notecard che ne testimonia la storia

4. La pianta di fagiolo di Steller Sunshine (la prima residente produttrice di contenuti in SL).

Lo trovate qui: secondlife://Welsh/41/99/21 La caratteristica di questo sito è che c’è la sfida della costruttrice a riuscire ad arrivare in cima senza cadere e senza volare. E’ qui che ho imparato che in SL si può fare anche il semplice saltello (con PGUP) ma dovete disabilitare dalle preferenze il “volo” automatico. Reminiscenza di quando SL era una specie di videogioco classico..

Immagine ufficiale del fagiolo 🙂

Salahzar ai piedi del fagiolo

5. Gli orsacchiotti giganti di Stillmann.

Qui: secondlife://Stillman/97/161/71 Sono in vendita a 300L$. Il luogo non è che mi esalta ai piedi c’è un negozio con vario materiale in vendita, non ho visto freebies 🙁 L’importanza di questi giganti è che erano degli ottimi punti di riferimento geografico, così come la Torre d’Avorio che si intravvede in lontananza.

Immagine ufficiale

6. L’isola di Baffin, il Benvenuto ai Teen nella grid principale

Qui: secondlife://Baffin/88/53/38 venivano svezzati gli avatar che provenivano dalla grid Teen dei ragazzi. Nulla di particolare da vedere. Qualche manifesto e uno script per lasciare le proprie fotografie. Interesse storico al solito.

Immagine ufficiale

Salahzar che consulta i manifesti alla base

7. La comunità tranquilla “Boardman”

Primo tentativo di fare una sim a tema secondlife://Boardman/89/87/24. Una cittadina tranquilla per residenti. Primo tentativo di vendere delle case http://secondlife.wikia.com/wiki/Boardman

Immagine ufficiale

Casette a schiera da Wikia, 2005

Salahzar alle prese con il solito giver di notecard

8. Il muro dei contributori in Beta

Come le foto delle lapidi ai caduti in guerra, anche secondlife ha questa specie di “cimitero” secondlife://Plum/127/54/33  a cui è riconoscente. Il monumento è interessante ma non esaltante, più che altro date un’occhiata al negozio di script che sta lì vicino che ha molti script gratuiti. Inoltre c’è una comoda sandbox tutto attorno.

Foto ufficiale

salahzar al muro del pianto Il negozio di script di cui molti gratuiti 🙂

9. Il Piede di Pooley

Il Luogo dove venivano fatte le interviste a chi voleva diventare intermediario di Linden Lab per i clienti (liaison). Qui: secondlife://Pooley/61/172/23 andando a nord potete vedere la prima Orientation Island, mentre ad est i progetti per le aree di discussione.

Immagine ufficiale

Salahzar sul piede di Pooley Prima orientation, diventata ora luogo di incontro per molti avatar

10. La cattedrale di Mocha

L’abbiamo già incontrata secondlife://Mocha/187/181/41  nel nostro articolo sulla prima geografia di Samsara, questa sim ospita questa bellissima cattedrale dove all’interno vi sono delle splendide candele interattive opensource che potete accendere e portare con voi.

La cattedrale di Mocha

Salahzar alla cattedrale Accendere le candele nella cattedrale

11. Il palazzo del Governo Linden

Lo trovate qui: secondlife://Clementina/181/115/61 Ospita nell’interrato una interessante raccolta di materiale di storia iniziale di SL, compresa la prima capsula del tempo fatta nel 2003.

foto ufficiale

I sotterranei con la capsula del tempo

12. Da Boom la sim Numero UNO

Qui: secondlife://Da%20Boom/128/128/2 Contende questo ruolo a Natoma (che era il punto di ingresso per i newbie e dove c’è l’Ivory Tower e la statua dell’Uomo).

La prima sim da San Francisco

Pare ora diventato un piccolo parco giochi 🙂

13. La vecchia stazione di Orientamento a  Dore

Qui: secondlife://Dore/30/100/26 

Vecchia stazione di orientamento a Dore

Cambiare l’apparenza nel 2005

Ed ora dove sono le 13 meraviglie sulla mappa:

Mappatura sul continente di samsara (eccetto corn field che stanno ampiamente fuori mappa all’estremo opposto)

E con questo spero di avervi dato un po’ di stimoli per ricostruire una memoria storica della vostra etnia. 🙂

Arrivederci con molti altri articoli (di materiale ce n’è tantissimo!!!!)

Salahzar

SL9B & OSG5B compleanni virtuali per SecondLife e OSGrid

SL9B

Moltissimo è stato scritto su SL9B, http://sl9b.wordpress.com/ (dal blog di SecondLife), che per chi non lo sapesse indica in acronimo SecondLife 9° Birthday, cioè compleanno. L’iniziativa svoltasi dal 18 al 27 Giugno ed è stata coperta da moltissimi blogger, per l’Italia, ad esempio qui http://slsenzalimiti.blogspot.it/. Svoltasi su circa 20 sim sponsorizzate quest’anno privatamente (Linden Lab non ha voluto gestire direttamente lo spazio come aveva fatto gli anni passati) si è rivelata una esperienza molto ricca, anche se molto minata dal lag che ha impedito di apprezzarla anche con pochi avatar presenti. Dal mio punto di vista ho apprezzato i luoghi dedicati alla storia di SL e dei suoi personaggi, le capsule del tempo (non sapevo nemmeno cosa fossero!)

http://danielvoyager.wordpress.com/2012/06/14/second-life-birthday-time-capsules-so-far/ detto in parole povere una specie di repository di freebies liberamente contribuiti dai residenti in occasione di ogni compleanno, sigillati e riaperti dalla Linden solo ogni anno,

e comunque la quantità di espositori e di energie impiegate.

La primissima “Time Capsule” del 2003 contenente freebie liberamente offerti dai residenti

Ho così scoperto un sacco di notizie relative a personaggi famosi di SL ognuno meritorio di un apposito articolo come (ne ho solo messo 6 per problemi di impaginazione):

Jopsy Pendragon creatore del mitico Particles Lab Tateru Nino creatrice di un famoso Blog su SL Qarl Linden
Yadni Monde creatore del primo freebie store Natalia Zelmanov creatrice di un ottimo blog di trick per costruire e fare abiti Arcadia Asylum creatrice di una fitta rete di Oggetti FullPermissions

OSG5B

La sim di ingresso in OSG5B

Pochi però sanno che c’è un analogo compleanno (OSG5B: 5° compleanno della massima grid opensim denominata OSGrid) che si svolgerà dal 20 al 24 Luglio e che non è molto coperto da Blogger ed articolisti eppure vale la pena di visitare. L’ho scoperto per puro caso da una notice su uno dei tanti gruppi che seguo su SL di una serie di script per Role Playing e di combattimento che ha uno stand laggiù e mi sono precipitato a visitare, vedendo che essendo molto più raccolto di SecondLife (si svolge in effetti su sole 6 sim), risulta molto godibile anche per la semplicità, tranquillità e la mancanza di lag. Per arrivarci basta che entriate in osgrid (http://osgrid.org) registrando un vostro avatar e cercando sulla mappa OSG5B. Buona Gita !

PS: ricordate che per essere sicuri di incontrare altre persone è meglio che vi colleghiate durante i 4 giorni di compleanno 🙂

Ecco la geografia di questo evento.

La mappa dell’evento. La sim di arrivo è quella centrale dove c’è un palco per eventi, poi attraverso una serie di teleport si arriva direttamente ad una delle sim collegate ad anello attorno

Le sim di esposizione sono suddivise in modo da offrire spazi mesh, espositivi etc. Ogni singola sim offre una decina di spazi espositivi, per un totale di una cinquantina di installazioni, poche rispetto a SL9B, ma molte nell’universo opensim. Ecco le mappe delle principali isole:

La voce di un angelo e una donna straordinaria: Putri Solo

By Francesca Caeran

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Vorrei iniziare quest’articolo come se fosse una favola….  C’era una volta, una signora che somigliava più alla Madonna, che all’incredibile cantante pop che vi presenterò nel dettaglio più avanti. Questa signora, in RL si chiama Thala Verani Delhaye (ha origini Belge, hehhehe si si, giuro!)  e vive in Indonesia, nella città di Jakarta, dove, da 12 anni,  esercita la professione di cantante. Un giorno, il suo sposo le disse: “Seguimi, che entriamo in Second Life, perchè il mondo deve aver la possibiltà di conoscere questa voce straordinaria”. Ed è cosi, che tre anni fa, nacque Putri Solo, Live Singer in Second Life. Ed è pure cosi, che tre anni fa, ancora niubba, la sottoscritta ebbe la fortuna di ascoltare la voce di un angelo.

Già all’epoca, andavo in giro alla ricerca di concerti live, per poter trascorrere le mie serate nel modo che più mi interessava, cioè quello di vivere qui la musica. Una di quelle sere, arrivai in una land rigorosamente straniera (eh te pareva…), dove un avatar che somigliava alla Madonna di Lourdes, vestita tutta di bianco e con i capelli coperti da un foulard, anch’esso rigorosamente  bianco, si stava esibendo in un concerto, ed era affiancata da un chitarrista: lei era Putri Solo, lui Naga Lionheart, suo marito in RL.  Vorrei spiegarvi l’effetto che ebbe su di me la voce di Putri. A parte la solita pelle d’oca (oramai lo so, che mi chiamate papera, lol), la sua voce, amici, mi lasciò sbalordita. Ero a bocca aperta, ascoltando con le mie orecchie tanta bellezza, tanta purezza, e tutta quell’emozione che questa voce meravigliosa mi regalava. Pensai, ma lei è un angelo, lei scende dal paradiso, o forse vuol far salire noi, che andiamo lì ad ascoltarla cantare.

Il fatto è, che mi procurò un benessere come nessun altro cantante aveva fatto prima, nemmeno in RL. Presi il gruppo, ed iniziai a seguirli per tutti i loro concerti, e ben presto tutti e tre diventammo amici. Putri Solo è una giovane donna musulmana di 37 anni, vive nella città di Jakarta, ed il suo mestiere in RL è cantare. Infatti, ha già inciso dei CD. È timida, riservata e sensibilissima. Lei non conosce la gelosia o la cattiveria, ha un’umanità straordinaria, ama le persone, ha sempre paura di offendere o ferire, anche senza volerlo. Un aneddoto da raccontare, è relativo a quella sera in cui, un avatar folle, salì sul palco dove Putri cantava, ed iniziò a picchiarla. Lei si mise a piangere. Qualcuno dirà che la sua reazione fu esagerata, ma amici, Putri Solo è cosi, non può immaginare che qualcuno in questo mondo, o in quello reale, possa fare delle cose così assurde.  Putri ama cantare per beneficienza, lo fa molto spesso, se gli impegni glielo permettono (o la sua agente… lol),  lo fa con piacere (conosco tante “dive” in Second Life, che mai si propongono in beneficienza: o paghi, o niente). Lei amici, è una donna meravigliosa, che si merita solo il bene del mondo intorno a se.

Putri, come tante altre donne, ha avuto un periodo della sua vita molto difficile. E così, per diversi mesi, lei e suo marito Naga, sparirono da Second Life. All’epoca non era ancora la mia sorella di cuore in Facebook (adoro quando mi chiama Sista, lol) e così, persi le loro tracce, per parecchi mesi. Poi un giorno, ecco un IM che mi fece saltare di gioia. Era Putri, che mi immava. Pensai, hurrah! eccola di ritorno su Second Life, riprenderà i concerti!! Putroppo, mi disse che lei e Naga avevano divorziato nella RL, ma che come due persone intelligenti, per il bene delle loro tre bambine, erano rimasti in ottimi rapporti. Lei mi chiedeva se potevo aiutarla a riprendere a cantare su Second Life. All’inizio esitai parecchio, perchè mi rimaneva poco tempo da dedicare ad un ennesimo cantante, e Putri si meritava qualcuno che si occupasse unicamente di lei.  Subito dopo, è stato il suo ex marito Naga a contattarmi, e a chiedermi di aiutarli a far lavorare Putri.  Allora, ci sono parole che per pudore non si dicono ma, chi sa ascoltare, può sempre capire le cose non dette. Quella sera feci la promessa a Naga, che Putri avrebbe ripreso a cantare in Second Life. E cosi, iniziarono i suoi concerti live in giro per il Metaverso. Ho detto Live, e vi assicuro che non c’è una sola canzone che Putri manda registrata.

È importante sapere che, tra l’Indonesia e l’Italia, ci sono cinque ore di differenza di orario (sei ore in inverno). Dunque, quando Putri inizia un concerto, la sera per noi, da lei sono le tre di notte, e quando il più delle volte finisce di cantare,  per lei sono  le cinque o le sei del mattino.  Putri dorme di giorno, per poter cantare durante la notte nelle land Europee. Poi, alle 6 del mattino, inizia la sua giornata pregando (pratica la sua religione intensamente, pregando più volte al giorno). Poi, prepara le sue bimbe per la scuola, e finalmente può andare a dormire. Cantare fa parte della sua vita, ed è la sua passione. Putri ha un vasto repertorio musicale, la sua voce le permette di cantare pezzi presi da Barbara Streisand, da Celine Dion, dagli Abba, da Khaty Perry, e tutte quelle canzoni per cantanti con la voce da sogno.  Anzi, mi raccomando, chiedete a Putri di cantarvi la canzone “Bring me to Life”, di Evanescence, e capirete tutto quello che le mie parole non riescono a dire…

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Una sera, Putri mi chiesi di farle ascoltare delle canzoni italiane che piacevano appunto agli italiani… Bhe, molto egoisticamente le ho fatto ascoltare la canzone dei Blue “A chi mi dice”  e lei se ne innamorò… Ma impossibile  trovare una base corretta. Allora chiesi a Tempio Breil che, gentilissimo, gliela mandò, e una sera Putri ci feci la sorpresa di cantare in italiano.  Adesso, si è messo in testa che vuole cantare la canzone che Lara Fabian ha interpretato dopo Massimo Ranieri, cioè “Perdere l’amore”, e così, vediamo se riusciremo a trovarle la base giusta.

Un momento di emozione stupendo, che difficilmente dimenticheremo in tanti, è stata la finalissima del Festival della Canzone Live di Second Life. Il primo festival che è stato organizzato nella land Napoli “La Terra dei Matti”, con la grandissima organizzazione della signora Lukia Halderman e di Mynue Zarco. Putri, avendo già per due volte partecipato al Festival della Canzone di Incanto, senza mai arrivare al risultato che lei sperava, era un pò esitante, ma, alla fine, si lasciò guidare, e… che emozione amici, quando è stata proclamata vincitrice del Festival. La sua emozione fece commuovere tutti. Lei piangeva di gioia, perchè si sentiva amata, perchè l’avevano apprezzata, e perchè tutti erano stati gentilissimi con lei. La mia Madonna di Lourdes riuscì a far piangere anche me 😉

Io mi auguro che un giorno, nella vita Reale, un produttore si renda conto del potenziale di questa donna, e chissà, magari un giorno, potremo dire: io l’ho conosciuta, cantava in un Mondo Virtuale, una specie di paradiso dove lei rendeva più bello ancora questo Mondo, e dove ognuno di noi viveva per ore  i propri sogni.

ASCOLTA PUTRI QUI:  http://www.youtube.com/watch?v=za8efqQutyM

Il successo mondiale di MineCraft: il segreto è nell’essenzialità?

Un esempio della “qualità” delle costruzioni in minecraft

Sentiamo parlare di Minecraft http://www.minecraft.net/ su molti fronti, con un “hype” che è forse paragonabile a quello che era stato originato nel 2007 con SecondLife. Se già nel 2011 si parlava di “successo insano” di questo gioco (http://gigaom.com/2011/04/08/the-insane-success-of-minecraft-33m-and-counting/ parlando di 33 milioni di $ per circa 2 milioni di copie vendute, dopo circa un anno abbiamo una quantità di vendite quasi quintuplicate per un volume di oltre 80 milioni di $ http://www.informazione.it/a/7E345621-889A-417B-A6CA-25FD5E4FD31E/Minecraft-ha-incassato-80-milioni-di-dollari. Il titolo è ormai presente su moltissime piattaforme PC, Cellulari, console di gioco etc. Il prezzo medio del prodotto è di circa 20 € in italia per il prodotto per PC e circa 6 € per il cellulare. Esiste anche una versione gratuita ma un po’ vecchiotto e francamente con un po’ di bug.

Il prodotto ha ricevuto ottime recensioni anche dal mondo educational con la possibilità per le scuole di acquistare il prodotto con lo sconto del 50% e con modifiche specificatamente progettate per l’insegnamento (http://minecraftedu.com/) varrà anche in Italia? pare di si prezzi in euro http://minecraftedu.com/purchase.php e si parla di 30 € per un numero illimitato di utenti all’interno della scuola …

Mi ero avvicinato a Minecraft a marzo e l’avevo velocemente risolto come un prodotto interessante, ma con una grafica orribile, adatto forse solo ai bambini ma non certo ai sofisticati utenti di mondi virtuali come SecondLife. La definizione che avrei dato allora era semplicemente quella di un gioco di costruzione in cui si cercava di costruirsi un rifugetto per la notte cercando di sopravvivere alle notti dove comparivano gli zombie e i ragni che vi uccidono. Una visione semplicistica di un mondo inquietante.

Approfondendo però l’argomento nelle ultime settimane ho scoperto dei particolari di questo gioco che sono competitivi con SecondLife e perfino con WoW l’altro gioco diffusissimo di cui avevo parlato in qualche mio articolo precedente.

Dato che meglio delle parole può la visione di qualcuno che “gioca” con minecraft e che vi spiega cosa sta facendo mi sono imbattuto in due interessantissimi video fatti da bambini/ragazzi italiani che illustrano in modo folgorante cosa ci si possa trovare di notevole e perchè possano essere utilizzati per stimolare (anche negli adulti) la voglia di esprimersi, di costruire, di esplorare e di risolvere problemi (tutte caratteristiche rimarchevoli per l’apprendimento e per la ginnastica mentale). Inoltre è presente, esattamente come in SecondLife o in WoW persino l’aspetto di “social network” perchè nei server di Minecraft si possono fare gruppi, chattare con altre persone, farsi aiutare, costruire progetti in comune, scambiarsi “mondi virtuali” e competenze. Non ultima la possibilità di progettarsi “mod” modificando il comportamente del gioco, le skin e i componenti giocabili. Esiste anche la moneta virtuale (!)

Ecco un interessante video che illustra il modo “creativo” di utilizzare Minecraft per fare una casa:

Ed ecco un interessante esempio di “soluzione di quiz” fatta con minecraft fatta con un sistema solare in miniatura:

Per le caratteristiche “sociali” e collettive ecco un esempio di gioco all’interno di una fazione con l’uso della voce:

Questo articolo vuole essere stimolante ed aiutare a far capire quale sia l’eccezionalità (presunta) di questo gioco che fa dell’essenzialità e della minimalità il suo punto di forza invece che il tallone di achille.

Meglio la sostanza o la forma?

Salahzar

La geografia di “Devokan”, la diaspora di un popolo 3D in Osgrid….

Ringraziando ancora VirtualChristine.com, che ha dedicato un lungo ed approfondito articolo su questo argomento qui: http://virtualchristine.com/2012/05/11/virtual-christine-presents-hylee-bekkers-os-grid-top-opensim-artist-gives-us-her-must-see-listtoday-we-de-myst-ify-devokan-tao/, presentiamo oggi una breve introduzione ad una realtà geografica che si estende ben oltre SecondLife. Il popolo di Devokan, era infatti nato su una oscura piattaforma 3d chiamata MOUL (Myst Online: Uru Live), di cui potete trovare ancora notizie anche in italiano qui: http://mystonline.com/it/informazioni/).

La “libreria” a Devokan Tao da dove si può visitare tutte o quasi le sim del continente..

Dalla “Pubblicità del sito ufficiale”:

Myst Online: Uru Live è un massive multiplayer online game (MMOG, gioco multiplayer online di massa) diverso da qualunque altro. Invece del modello di gioco ripetitivo “uccidi/prendi/compra” di altri MMOG, l’essenza di Myst Online è esplorare mondi vasti e fantastici; assaporare e scoprire nuove aree e nuove informazioni a ogni svolta. Esplorare in Myst Online, infatti, è un’esperienza straordinaria in cui l’immergerti nell’ambiente ti permette di intuire come procedere e di comprendere cosa è accaduto prima.

L’esperienza di folti gruppi di giocatori che si sono trovati orfani (cfr: , da cui ho tratto le fotografie di questo post) si era spostata in varie piattaforme 3D fra cui There ormai chiusa, ed infine anche SecondLife, da dove però qualche anno fa sono dovuti andare via a causa dei costi eccessivi. Potete trovare un vero continente di Devokan su osgrid, raggiungibile all’indirizzo hypergrid “hg.osgrid.org:80:Devokan Tao” (per chi non lo sapesse da OpenSim raggiungibile inserendo quell’indirizzo direttamente nella mappa (ctrl-M).

Come vedete l’esplorazione di OpenSim può essere veramente interessante e di ottima fattura originale. Inoltre vi posso garantire che girando per queste terre ed usando a raffica il sistema dell’hypergrid ha funzionato egregiamente senza (troppi) crash 🙂

Appuntamento alla prossima esplorazione geografica, e ancora un ringraziamento a Christine per avermi portato a conoscenza di queste bellezze e del suo entusiasmo che cerco umilmente di trasmettervi…

La mappa del continente di Devokan

Uno dei tanti scorci del continente

La geografia di Craft (Opensim Italiana): parola di VirtualChristine

Vi ho parlato nelle settimane scorse di geografia e storia di SL. Ora era ovvio pensare che ci fosse anche una geografia di OpenSim. All’inizio ero convinto che la geografia di quest’ultimo fosse molto più grezza di quella di SecondLife. Se per molti versi questo è vero, per altri versi ho invece visto che è una attività anche più gratificante e meno battuta di quella fatta normalmente in SL.

Ho anche ri-scoperto una blogger d’eccezione, già da me citata in un post qualche mese fa, ma che ho scoperto aver fatto uno studio geografico (anche in SL) molto meritorio. Lei si chiama Virtual Christine e gestisce un blog (virtualchristine.com) con articolo interessantissimi sugli argomenti più svariati.

L’ho incontrata nella grid “dove ha fatto il nido”, coincidentalmente proprio Craft e ho ottenuto il permesso da lei di pubblicare i suoi post. In particolare mi sono concentrato su questo primo post sulla geografia e struttura di Craft, perchè lo trovo molto fresco ed intrigante. Ho poi scoperto che anche altre grandi personalità di SL si stanno riassestando in OpenSim, con ottimi risultati. Per fare un ulteriore esempio, Lumiere Noir che ha costruito la famosa Ivory Tower of prims sta ora lavorando in Craft e la stessa Arcadia Asylum che è una icona della storia degli oggetti fullpermissions (opensource?) in SecondLife pare attiva in OSGrid.

Vi lascio quindi alla lettura di questi interessanti libri che ho trascritto con calameo partendo dal suo post che trovate qui: http://virtualchristine.com/2012/03/10/virtualchristines-first-opensim-geography-guide-craft-the-friendly-grid-theres-no-place-like-home/, aspetto commenti

NB: i libri saranno presto disponibili come editoria virtuale su SL e in craft 🙂

Versione in Italiano:
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Per vederlo meglio http://www.calameo.com/read/000808453589e7d871678

Versione in Inglese:

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Per vederlo meglio http://www.calameo.com/read/00080845397e7e07475cb

Salahzar Stenvaag

Immersive Wor(l)ds: Letteratura e arte figurativa digitale nella fusione fra mondo fisico e virtuale.

Si è svolto sabato 30 giugno mattina, a partire dalle 10,30, l’attesissimo incontro organizzato presso la sede dell’Accademia di Brera, a Milano ed in Second Life, per presentare ad una platea vasta, in RL come in Second Life, alcune installazioni artistiche realizzate nel Metaverso da artisti virtuali. Gli artisti chiamati ad esporre le proprie opere, alcuni dei quali famosissimi, anche a livello internazionale, sono stati cinque: Giovanna Cerise, Nessuno Myoo, Noke Yuitza, Giulia de Marinis e Lorenzo Liguoro (http://imparafacile.ning.com/).

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Il collegamento è stato effettuato tra la sede dell’Accademia di Brera, con un allestimento nel salone Napoleonico, e la land dell’Accademia, presso Second Life (http://maps.secondlife.com/secondlife/Accademia di Brera/65/180/21). Il pubblico, da una parte e dall’altra, sfruttando anche la connessione in streaming su web, ormai consueta per tutti gli eventi del genere, ha seguito con grande attenzione il percorso, che si è snodato attraverso sei diverse postazioni allestite in Second Life. Ogni tappa è servita a spiegare una diversa opera, commentata dall’artista che l’aveva realizzata. Le installazioni, per chi volesse ripercorrere il tour, sono ancora visitabili presso la land che le ospita. L’organizzazione e la preparazione dell’evento, a cura del team di Imparafacile Runo, e del team di Arte Libera, con Simba Schumann, è stata, come sempre, all’altezza dell’evento. Da cronista, devo dire che un paio di tali installazioni mi hanno davvero impressionato, in termini di bellezza visiva e coinvolgimento emozionale, ma tutte sono state molto apprezzate, sia dal pubblico in Second Life, che da quello in Accademia. I commenti degli artisti, poi, sono stati tutti di grande interesse, all’altezza delle attese.

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La discussione si è andata sviluppando attraverso le varie tappe, ed ha infine toccato un punto fondamentale, che si è espresso con una domanda, posta da uno degli interlocutori presso l’Accademia di Brera. La domanda, davvero dirimente, è stata posta sugli effetti, nel mondo reale, di quest’arte nata e sviluppatasi nel Metaverso. Le risposte sono state pertinenti, mettendo in evidenza le numerose interazioni che si sono sviluppate negli ultimi anni tra installazioni virtuali ed eventi reali, presso musei, sedi istituzionali, eventi e produzioni di Machinima. Tra l’altro, l’intervento di Mexi Lane, promotrice instancabile di molti di tali eventi, insieme a diversi altri artisti e protagonisti del mondo virtuale, ha illustrato quanto di meglio è stato realizzato in questo campo, e portato poi nel mondo reale con grande impatto, attraverso eventi di successo, alcuni dei quali hanno attratto più visitatori in Second Life che nel museo reale.

Tuttavia, devo dire che ogni volta che sento argomentare su tale “ricaduta” dell’arte virtuale in RL, provo un senso di delusione e di perplessità. E’ come se un’espressione artistica, per essere legittimata, debba necessariamente manifestarsi in un posto piuttosto che in un altro: presso un museo piuttosto che in televisione, presso una galleria d’arte o presso invece una land basata in un Mondo Virtuale. Che senso ha una distinzione del genere, per il gusto e la sensibilità di chi la vive?

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Un’opera d’arte, a mio modesto parere, ma anche di molti critici, trova la sua maggior espressione se riesce a sfruttare al meglio il mezzo usato per esprimerla. Un quadro, una foto, una scultura, hanno senso in una galleria d’arte o in un museo, viceversa, una costruzione virtuale, come alcune di quelle di incomparabile bellezza che ho visitato in questo tour, non può che essere apprezzata in un ambiente virtuale, per cui è stata pensata e costruita. Guardare le installazioni, camminarci dentro, essere pervasi dagli effetti visivi e sonori, è qualcosa di una bellezza irripetibile in un ambiente reale. Credo che la critica d’arte cosiddetta “ufficiale” debba cominciare a fare un bagno di umiltà, e porsi anche un problema opposto: come fare a esprimere nel modo migliore, sensazioni nuove e più avanzate, che invece il mondo virtuale riesce a trasmettere ormai prepotentemente.

Non voglio mettere in contrapposizione i diversi ambienti, sarebbe, a maggior ragione, assurdo e fuorviante. Voglio però dire che in futuro l’arte virtuale avrà di sicuro sviluppi inimmaginabili, poiché non ha i limiti e i condizionamenti del mondo reale: non ha problemi di gravità nelle sculture e nelle installazioni, non ha certi limiti di condizionamento da parte di critici d’arte, o sedicenti tali, non deve sottostare al ricatto dei galleristi o alle bieche esigenze commerciali. Le forme artistiche potranno svilupparsi seguendo il talento, o addirittura il genio, di quanti riusciranno a emergere. La critica d’arte “ufficiale” si accorgerà prestissimo di cosa voglia dire avere un mondo vergine a disposizione, per creare e comunicare, ed è molto probabile che questi critici del mondo “reale” scopriranno tale realtà quando questa avrà ormai travalicato i confini del Metaverso. Non dovremo attendere molto…

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Lo sport nazionale: la polemica.

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Il mio ultimo articolo terminava con queste parole: “…con lo stesso entusiasmo, da parte dei valorosi pionieri di oggi, che saranno chiamati a compiere il salto di qualità. Sarebbe quindi il caso di cominciare da adesso … “.

Era un invito alla discussione, all’approfondimento. Il dibattito che ne è seguito, con molte decine di commenti, è stato più o meno simile a quello svoltosi in altre occasioni analoghe. Da un lato non si è colto, a mio parere, il senso dell’invito all’approfondimento, dall’altro, alcuni lodevoli interventi di merito, che hanno espresso pareri molto interessanti, sono stati subissati dai soliti post di rivalsa e di polemica, se non di vero e proprio insulto.

Intendiamoci, non che sia stata una situazione diversa dalle solite discussioni tipiche del popolo di Second Life, ma è servito a focalizzare la mia attenzione esattamente su tale fenomeno. Alcuni interventi notevoli, tra cui mi piace citare quelli di Melusina Parkin, di Eva Auer, di Sniper Siemens, e di pochi altri, sono stati annegati in un mare di repliche sbrigative e superficiali, non propriamente rivolte all’approfondimento. Classico.

Vorrei qui citare, parlando invece di contenuti, una massima di Marco Porcio Catone: “Bada di possedere i contenuti, le parole verranno…”, che ci ammonisce a considerare prima le idee, le cose che abbiamo da dire, e dopo il modo, l’eloquenza, poiché è questa che deriva dalle prime, e non viceversa. Che cosa voglio dire? Dico che una discussione si basa su un confronto di idee, sul mettere a fattor comune punti di vista diversi, poiché la risultante del confronto è sempre superiore alla somma delle idee di partenza. Discutendo si sviluppa l’analisi, si acquisiscono fatti e punti di vista che non si conoscevano, o non si erano considerati, prima, e si arriva perciò ad una sintesi superiore a quelli che erano i punti di partenza. Logico, chiaro, scontato…

Perché allora ci troviamo sempre di fronte a questa vis polemica, addirittura condita di astio e di ripicche personali, e a volte addirittura di insulti?

Io credo che siano due le motivazioni. La prima è che polemizzando con l’altro pensiamo di primeggiare intellettualmente, di sopraffare con l’aggressività, i punti di vista dell’altro. Una voglia, insomma, di prevalere, basata non sulle idee, ma sulla sterile polemica. E’ il mormorio di fondo, la fiera delle vanità e dell’inutilità. La seconda motivazione è che, volendo intervenire nela discussione, e mettersi in evidenza a tutti i costi, non avendo assolutamente nulla di originale da dire, si innescano discussioni basate sul nulla.

Non voglio entrare nel merito degli insulti, se non chiedendo aiuto, ancora una volta, ai latini: “Gli insulti, se non li prendi in considerazione, vengono presto dimenticati; se invece ti ci arrabbi, appaiono meritati (Publio Cornelio Tacito)”. E’ la politica che di solito adottiamo noi della redazione.

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Tuttavia si pone a questo punto un problema: come vogliamo continuare a portare avanti le nostre discussioni e i nostri approfondimenti? O vogliamo forse rinunciare del tutto alla discussione, limitandoci ad un approccio unidirezionale, senza pubblicare interventi esterni alla redazione, o repliche?

Per quanto mi riguarda, questo Magazine è stato fondato avendo tra gli obiettivi quello di contribuire a far crescere la consapevolezza nelle potenzialità e nel futuro dei Mondi Virtuali (lo scrivo in maiuscolo perché mi piace così, se non condividete, rassegnatevi…). Rinunciare alla discussione sarebbe un venir meno a uno degli elementi fondanti di questo progetto. Quindi nessuna rinuncia, il problema neanche si pone.

Esiste però una questione di metodo. E qui io penso, col mio innato ottimismo, che gran parte del miglioramento nel livello della discussione, debba basarsi sull’autodisciplina. Invito quindi tutti quelli che hanno idee e argomenti da portare al confronto, a esprimere liberamente il proprio pensiero, e a seguire sempre i dibattiti, contribuendovi. Saremo sempre riconoscenti a questi amici, che ci stimolano e ci aiutano a crescere. Viceversa, invito i polemici e quanti non hanno voglia di portare contributi di merito, ma solo ripicche e attacchi gratuiti, ad andare a esercitare tali loro prerogative da un’altra parte. Senza rancore, sempre con amicizia, ma senza avere nulla da dirci. Rinunceremo alla metà dei commenti a beneficio dell’approfondimento. E, dato che l’ottimismo non è pazzia o ingenuità, se l’autodisciplina facesse difetto a qualcuno, saremo costretti a tagliare o stigmatizzare i commenti del tipo suddetto.

Sarebbe una scelta dolorosa, poiché nessuna censura è consentita in rete, da prendersi quindi non a cuor leggero. Si potrebbe poi gestire in maniera democratica tale tipo di intervento, ad esempio delegando questi casi particolari a un team di tre persone, di provata obiettività (da individuare). Sarebbe un sistema macchinoso e poco rapido, tuttavia si potrebbe provare… Un altro sistema potrebbe essere quello di pubblicare il commento in questione seguito da una replica immediata della redazione, che lo identifichi come inutilmente polemico o offensivo. Ma qui gli effetti potrebbero essere ancora più perversi, alimentando ulteriori polemiche, se non addirittura risentimenti personali. Insomma è un tema molto delicato e complesso e chiedo quindi anche il vostro contributo per l’identificazione di una soluzione accettabile.

Una cosa è certa, l’auspicato salto di qualità, che citavo all’inizio, non può tardare ulteriormente a compiersi. Ci sono molti segnali di ripresa dell’interesse nelle potenzialità e negli sviluppi dei Mondi Virtuali, occorre prepararsi a sfruttare la seconda ondata, e non tutti ne sono o ne saranno capaci. La storia del progresso ce l’ha insegnato, spesso tocca ricostruire partendo dalle macerie, su un terreno non vergine. Ed è quello che spero vorremo fare…

Il futuro è adesso.

Nelle ultime settimane sul nostro Magazine si sta conducendo, complici alcuni articoli recentemente pubblicati, un dibattito abbastanza contrastato sulla storia, le esperienze, ed il futuro di Second Life. Commenti e riflessioni, spesso accesi, si sono fatti sulle esperienze e i fallimenti passati, come la mitica presenza delle “imprese reali” in Second Life. Altrettanto combattuti sono i giudizi su un nuovo mondo virtuale, che faticosamente sta cercando di fornire una versione di grid diversa da Second Life, ma ancora tutto da costruire. Insomma, una riflessione sul passato ed il futuro di Second Life, o di quanto da Second Life potrebbe svilupparsi. E’ un momento importante di discussione, da sviluppare ulteriormente. Sono convinto che solo metabolizzando e superando i miti dei passati fasti, si possano porre le condizioni per lavorare seriamente, o giocare serenamente, alla costruzione di un nuovo paradigma di utilizzo dei Mondi Virtuali.

Il primo obiettivo da acquisire, è il superamento del “lutto” per i fasti e la notorietà dei bei tempi passati. Second Life ha avuto il suo momento di massima notorietà tra la fine del 2007 e il 2008. Era una novità, i termini immaginifici di “Seconda Vita” e di “Avatar” conquistarono le prime pagine dei giornali e gli inserti tecnologici e culturali di tutte le riviste. Ne nacque una moda mediatica, con libri, interviste, cantanti e politici che si cimentarono con avatar e viewer, e via dicendo. Poi la moda passò, sostituita da altre più diffuse e popolari che durano tuttora. Il solito chiasso dei media, superficiale ed effimero. Ma, per fortuna, Second Life continua la sua evoluzione, senza tanto clamore. Fin qui tutto normale, logico, prevedibile.

La vera bufala, il malinteso, e l’illusione di fondo, è stata quella che propagandava Second Life come la nuova frontiera, il nuovo mondo. Passò quindi l’idea per cui, come la corsa alle terre dei canestoga nel 1893 in Oklahoma, chi fosse arrivato per primo, avrebbe conquistato le posizioni migliori nel nuovo eldorado. Addirittura imprese reali, per motivi di immagine tecnologica da acquisire (sfruttando la notorietà data dai media in quel momento), o per l’illusione di nuovi business, spesero tempo e denaro per una presenza breve ed inconcludente. Altre imprese, del settore tecnologico e dei servizi, verificarono le potenzialità del nuovo strumento, decidendo che non era il caso di investire altro denaro, e lasciarono rapidamente Second Life, o vi mantennero una presenza discreta da “osservatori”. Questa bufala, oltre che per il rilievo dato dai media alla nuova moda, fu diffusa anche a causa dell’errata convinzione che presto il web che noi conosciamo, e usiamo per lavoro o per svago, sarebbe stato sostituito da una sorta di web tridimensionale di cui Second Life era appena l’inizio. Una famosa ricerca di una società specializzata dichiarava, nell’aprile 2007, che: “entro il 2011, l’80% degli utenti internet attivi avrà una seconda vita in un mondo virtuale”. Si capisce quindi, a guardarla a posteriori, l’aspettativa che si era andata creando, verso i Mondi Virtuali.

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Molti i politici, i cantanti, gente dello spettacolo, che entrarono in Second Life seguendo la moda del momento. Da Paola e Chiara (http://www.youtube.com/watch?v=5ZL0w2G8i6s), a Irene Grandi (http://www.youtube.com/watch?v=HI7tgXpsTlM), da Antonio di Pietro, allora ministro delle infrastrutture (http://www.youtube.com/watch?v=5IGThVGGloU), a Segolene Royal (http://www.youtube.com/watch?v=ALCnho6Tvxk) durante la campagna elettorale per le presidenziali francesi, a Barak Obama nel 2008, col suo geniale messaggio “Yes, we can!” (http://www.youtube.com/watch?v=N2pkSaT7eqs&feature=related), seguito a ruota dal suo avversario McCain.

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Le imprese che entrarono in Second Life, investendo pochissime risorse economiche per la verità ma impegnando il proprio brand in un’esperienza rapidamente rivelatasi inconcludente, scoprirono quelli che erano allora, e sono ancora oggi, i limiti evidenti di questo strumento: limitato numero di utenti, ferraginosità dell’interfaccia software, necessità di un hardware adeguato, mancata diffusione della banda larga, ecc. Inoltre, si capì rapidamente che la profezia della sostituzione del web con i Mondi Virtuali, era la bufala che ora sappiamo. Second Life tornò quindi rapidamente ad essere un ambiente frequentato dai resident, al di fuori del clamore mediatico. Cioè da quelli che, entrandovi, avevano scoperto alcune delle reali potenzialità di questo strumento straordinario, rappresentato dai Mondi Virtuali. Questi pionieri hanno continuato a svolgere e a sviluppare sempre di più, le attività che sono tipiche di una presenza “reale”, tramite avatar, in un ambiente immersivo: sperimentazione artistica, education, concerti, eventi culturali e dibattiti, e così via. Sono le attività in cui è importante la presenza “fisica” delle persone, l’interazione con gli altri. Una pagina web piena di dati, o l’utilizzo di un portale di e-commerce, non hanno alcuna necessità di una presenza “fisica” dell’utente. Le pagine web sono utilissime e sufficienti, per svolgere tali attività. Nessun ambiente 3D mi sarà utile per compilare il 730 o stampare i miei certificati anagrafici dal sito del Comune. Ci voleva poco a capirlo, eppure, la bufala fu digerita da molti in quegli anni di boom.

Sgombrando quindi il campo dagli equivoci, si rivela l’effettiva potenzialità dei Mondi Virtuali, di cui Second Life è un prototipo ad uno stato ormai abbastanza avanzato. Le applicazioni possono essere molteplici, andando a sostituire, con una presenza virtuale, quella fisica, con enormi economie di spazio e di tempo. Pensiamo ai servizi di consulenza, allo svolgimento di attività associative, alla telemedicina, agli ambienti di simulazione, e via dicendo. Oltre naturalmente al superamento degli ostacoli dovuti alla distanza, o all’indisponibilità delle persone, per contatti diretti.

Inoltre, c’è una tematica di tipo sociologico tutta ancora da sviscerare. Un Mondo Virtuale è un vero e proprio villaggio globale, un mondo “vivo” con paesi, città, gruppi sociali. Le interazioni e le necessità di governo di un tale nuovo mondo, sono ancora tutte da scoprire e sperimentare. Ce ne sarebbe di lavoro da fare, per sociologi e psicologi. Alcuni tentativi di elaborazione di un nuovo modello sociale sono stati appena abbozzati negli anni scorsi (ricordate l’esperimento di autogoverno di Neufreiestadt? O il nostro italianissimo Post Utopia?). E’ un filone di ricerca completamente nuovo: una società che nasce e si sviluppa da zero. Quali forme organizzative, quali regole, quale ordinamento politico, può darsi? E’ inevitabile passare dal modello tribale a quello capitalistico? Sono possibili nuove forme organizzative che non mutuino i modelli socialisti o anarchici?

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Un universo nuovo, tutto da scoprire e da sviluppare. Così come pure è importante capire  come potrà svilupparsi, in futuro, l’economia interna ad un Mondo Virtuale. E’ innegabile che un’economia, per quanto limitata alle attività interne, esista in Second Life, e consenta anche a diverse persone di vivere con i guadagni che qui si fanno. Non è certamente un eldorado, o un settore che possa creare migliaia di posti di lavoro, ma sicuramente molti ci vivono, per quanto non navigando nell’oro. Sono lontani i tempi dei fasti speculativi di Anshe Chung, all’inizio della bolla immobiliare in Second Life. Questa gente sbarca a stento il lunario, ma ci vive, e di esempi, anche nostrani, ne abbiamo diversi.

C’è poi tutta la tematica dei Giochi di Ruolo, per cui un mondo virtuale fornisce strumenti sufficienti a sviluppare le diverse “storie” ed i personaggi che si vanno man mano creando: clan, organizzazioni, gilde, sette di vampiri o di cavalieri medioevali, ecc. Ma qui esiste già una consolidata esperienza, data dai Mondi Virtuali più avanzati e diffusi di Second Life, come World of Warcraft, Entropia, Everquest, Ultima on line, ecc.

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Esistono quindi intatte le potenzialità di un grande sviluppo dei Mondi Virtuali, purchè le si guardino in una prospettiva realistica e legata alle effettive possibilità offerte dal Metaverso. E naturalmente, per quanto rappresenti il prototipo più avanzato, Second Life è lungi dal poter essere considerato il futuro dei Mondi Virtuali.

Già oggi innumerevoli altre grid, basate su Open Sims, sono operative, per quanto richiamino un numero molto più limitato di utenti, e abbiano caratteristiche ancora piuttosto lontane da Second Life. Ma è solo una questione di tempo. Questi mondi si svilupperanno, così come pure nuove grid proprietarie verranno create, e avranno legittimamente velleità di svilupparvi servizi e attività adeguate alle potenzialità dell’ambiente.

Quello che posso dire, considerando il potenziale sviluppo di servizi, che utilizzino il paradigma dei Mondi Virtuali come strumento, è che prima di sbandierare soluzioni innovative, o nuovi modelli di business, occorrerà avere progetti più che solidi, con idee precise su quanto vogliamo offrire in termini di servizi, e con una pianificazione chiara delle risorse sia economiche che umane che serve mettere in campo. Questo per evitare ulteriori fallimenti o illusioni di business. La gestione delle attività all’interno dei Mondi Virtuali è qualcosa che si impara vivendoci dentro, e molti, in questi anni, hanno sviluppato tali skills continuando a lavorare in Second life. Nessuna agenzia di servizi o di advertising della società esterna ha alcuna competenza in tal senso. I nuovi progetti ed i nuovi modelli di sviluppo nasceranno dall’interno dei Mondi Virtuali. E non saranno proposti da gente improvvisata o con mire di arricchimento. Saranno i volontari e gli entusiasti resident, che in questi anni hanno operato a proprie spese, ed hanno imparato a muoversi nel Metaverso, che forniranno il know how e le risorse per un nuovo inizio. Con entusiasmo, passione, e senza illusione di business. Lo vedremo presto. In una discussione che ho avuto nei mesi scorsi, con un professore americano profondo conoscitore dei Mondi Virtuali, ipotizzammo un arco temporale di cinque anni per ripartire. A valle di esperienze e di tecnologie innovate, ma con lo stesso entusiasmo, da parte dei valorosi pionieri di oggi, che saranno chiamati a compiere il salto di qualità. Sarebbe quindi il caso di cominciare da adesso …

Componiamo una rivista professionale con Scribus (OpenSource)

Si è molto discusso anche su queste pagine su come fare editoria nel nuovo monto del web e del virtuale. Molti si sono cimentati e hanno prodotto libri digitali utilizzando tecniche varie, che però partivano quasi sempre dall’avere a disposizione un documento iniziale pdf ben composto.

Poco invece si sa di come produrre una rivista o un libro usando un formato appetitibile, colorato e professionale. Recentemente mi sono imbattuto come sapete nella pubblicazione di una serie di libri fotografici sulla “trasvolata di SL con la mongolfiera” di cui per inciso proprio ieri è uscito il VII volume dedicato a Corsica:

http://issuu.com/dahliasweet/docs/thegreatballoonadventurecorsica?mode=window&backgroundColor=%23222222

Come possiamo riuscire a produrre dei libri o delle brochure fatte con una qualità simile a questa?

Ho intervistato stanotte Dahlia che mi ha confessato di avere realizzato queste cose con QuickQuarkExXpress, un potente software professionale a pagamento che gira bene su Mac. Ho cercato di vedere se c’erano delle alternative a basso prezzo o gratuite e sono stato fortunato: ho scoperto che c’è un equivalente di Quick ExpressQuarkXpress che è opensource e che permette di fare cose analoghe. C’è ovviamente da impararlo, ma ci sono alcuni interessanti tutorial che ho cominciato a seguire.

Il software lo scaricate da qui:

http://www.scribus.net/canvas/Scribus

Mentre invece ci sono degli ottimi tutorial sul sito a partire dalla locandina di Rembrandt qui: (inglese) http://wiki.scribus.net/canvas/Help:Manual_Quickstart

Oppure potete scaricarvi questo manuale (di una versione precedente ma dovrebbe andare bene) da qui: http://www.paolettopn.it/download/4/

Per avere una ricchissima libreria di Templates da cui partire ecco un utile link: http://scribusstuff.org/index.php?xcontentmode=642

 

Sperando di avervi fatto cosa gradita… Pensate che sia necessario pubblicare fare corsi di impaginazione?

Salahzar