E così, con l’inizio di questo 2016, si fanno sempre più evidenti i segnali di un rinnovato interesse per i Mondi Virtuali. Interesse indotto dalla tecnologia, naturalmente: tutte le multinazionali dell’informatica si stanno attrezzando per entrare, banda in testa e truppe allineate, nel nuovo Metaverso. Gli investimenti, massicci, fatti per l’acquisto di piccole aziende di nicchia, con uno specifico know how, o con prodotti specifici (Oculus Rift, Playstation VR, Gear VR, ecc.) troveranno un punto di concretizzazione nel nuovo business che si sta creando. Il cinema, la televisione, il mondo dell’online gaming, verranno rivoluzionati, lentamente, ma inesorabilmente ( http://www.repubblica.it/speciali/tecnologia/ces/lasvegas2016/2016/01/04/news/rischi_realta_virtuale-130602845/#gallery-slider=130603594 ).
Ancora una volta quindi, la tecnologia corre veloce, ed è e sarà, molto più avanti della società civile. Si fa fatica a comprendere le potenzialità che ci vengono offerte per migliorare la vita della gente, qui ed ora, e non in un futuro alla Blade Runner, forse perfino temuto. Se guardiamo ai 35 anni trascorsi (dai primi libri di Stephenson e Gibson), in cui il concetto di Mondi Virtuali si è evoluto ( https://www.virtualworldsmagazine.com/il-vero-nome/ ), e ai prototipi di Mondo che sono stati costruiti, primo e più famoso di tutti, Second Life, ci rendiamo conto che la curva di evoluzione di questo concetto, e delle sue rappresentazioni, ha subito un picco di interesse e di impegno di energie, in corrispondenza degli anni di boom di Second Life, dal 2007 al 2009. La curva evolutiva si è poi stabilizzata, complice anche la crisi economica, e la mancata svolta nella tecnologia, guidata soprattutto dal mobile. Oggi, ancora una volta, è la tecnologia che traina, e ci costringe a misurarci con un nuovo paradigma.
Le difficoltà vere, quelle sociali e di organizzazione, verranno ancora una volta messe da parte, e sarà merito (o interesse) della Facebook o della Sony di turno quello di propinarci il suo prodotto, per i propri scopi commerciali naturalmente. E con questi nuovi giocattoli continueremo a divertirci, e a passare il tempo. Guardando quindi ai fatti trascorsi, e al futuro prossimo che si prospetta, vediamo il futuro dei Mondi Virtuali alla stregua dei giochi online o degli spettacoli cinematografici, guidati dalla tecnologia e gestito dalle multinazionali. “Nihil sub sole novum”, come suol dirsi.
Tuttavia, vorrei rivolgermi ai residenti attuali dei Mondi Virtuali, a quelli che hanno continuato a frequentarli in questi anni, a quelli che ancora si divertono la sera, con i loro gruppi di amici virtuali, a quelli che coltivano rapporti sociali ed affettivi sfruttando questa piattaforma, a quelli che “ancora ci credono”. Non pensate che un’occasione sia stata sprecata? Certo, molte esperienze sono state fatte, molti gruppi sono sempre attivi e producono contenuti di valore: artistici, culturali, educativi. Molte persone in Second Life hanno imparato delle cose, si sono evolute. Sono nati nuovi artisti, cantanti, fotografi e modelle…. Tutto per gioco? Per finta? Niente affatto. C’è gente che è migliorata, ha imparato a fare cose che non avrebbe immaginato prima, qualcuno addirittura ancora si guadagna la pagnotta in Second Life. Eppure, l’evoluzione è stata molto lenta, trainata, ai due estremi, o dai “quattro amici al bar” che insieme mettono su la land per fare concerti e contest, e magari si separano dopo tre mesi, o dalle “starlette”, quelli che si sono conquistati una posizione nel Mondo Virtuale, e si atteggiano, a torto o a ragione, a star e protagonisti delle serate mondane. E’ stato grazie a costoro, diversi e opposti tra loro, che la società virtuale di Second Life è sopravvissuta, senza crescere, certo, ma senza declinare o scomparire. Second Life è viva, ovvio, ma, come dicevo, un’occasione è stata sprecata, finora.
L’occasione è quella di cominciare a creare nuclei di Società Virtuale, con proprie regole, di organizzazione, economiche, sociali. Sfruttare l’occasione del nuovo mondo per mettere in piedi esperimenti di comunità auto organizzate, con propri valori e proprie leggi di comportamento. Ovviamente i modelli sono tanti, e tanti potrebbero essere gli esperimenti da mettere in atto. Si creerebbero gruppi sociali omogenei tra loro, e magari rivali in termini di valori e di obiettivi. Ci sarebbero quelli del Dark Web che sfutterebbero, come già fanno, questi nuovi Mondi, e ci sarebbero i gruppi di anarchici, di reazionari, di integralisti. Ognuno coi propri valori e la propria comunità. Naturalmente, in piccolo, questa cosa è già avvenuta, ma non in maniera strutturata, organizzata, “sociale”. Sarebbe bello creare una Community italiana, ad esempio, che mettesse insieme le quattro competenze fondamentali, in cui siamo imbattibili: l’arte, il fashion, la cultura e la musica. Aggregare questi quattro mondi in un’unica struttura organizzata. Darsi delle regole, uno statuto, formare un’organizzazione no-profit per diffondere la cultura e la creatività italiana nel nuovo Mondo Virtuale. La Community si sosterrebbe autofinanziandosi, per gestire le proprie land (una all’inizio, poi quattro), e ci sarebbe un gruppo di coordinamento, con membri a rotazione mensile. Ci sarebbero ruoli e compiti, competenze e professionalità, una scuola di formazione, e ci sarebbe la voglia di stare insieme, e di far parte di un progetto unico al mondo.
Bello vero? Utopico direi, visto che noi italiani siamo individualisti e casinari. C’è stata un’unica esperienza del genere in Second Life, si chiamava Neufreistadt, (https://www.flickr.com/photos/aquiladellanottekondor/albums/72157622605123554) durata purtroppo molto poco, e non era italiana. Vi pare che noi italiani potremmo essere in grado di fare una cosa del genere? Scommetto una cena che non troverei neanche i “quattro amici al bar” per tentare questa strada… Un abbraccio a tutti, e un buon 2016!
Non entro più dal 2013 e io sarei una dei 4 amici al bar che si impegnerebbe ma non proverei una democrazia…. bensi testerei la mia regalità ????
Carissima Alice, è evidente che un tuo rientro, e la grande esperienza acquisita negli anni passati, sarebbero un grande aiuto alla ripartenza e alla ricostruzione della community italiana, e credo ne saremmo tutti felicissimi, Per quanto riguarda la regalità, quella non la si trova per strada, o si ha, nel proprio carattere e nella stima degli altri, o non la si ha. Tu hai dimostrato tante volte, e in mille iniziative, che l’affetto e il rispetto che ti circonda, accompagnato ovviamente dalle scontate contrapposizioni sempre presenti, sono ben riposte e meritate. Chiamiamola regalità (come piace a te) o chiamiamola stima. Per il resto, anche Her Majestic The Queen Elisabeth II, per quanto regale di nascita, non esercita alcun potere formale, ma è comunque la più amata dal suo popolo! Ed è il popolo che è sovrano. Raggiungici al bar, e vedrai anche che saremo più di quattro….