Il futuro è adesso.

Nelle ultime settimane sul nostro Magazine si sta conducendo, complici alcuni articoli recentemente pubblicati, un dibattito abbastanza contrastato sulla storia, le esperienze, ed il futuro di Second Life. Commenti e riflessioni, spesso accesi, si sono fatti sulle esperienze e i fallimenti passati, come la mitica presenza delle “imprese reali” in Second Life. Altrettanto combattuti sono i giudizi su un nuovo mondo virtuale, che faticosamente sta cercando di fornire una versione di grid diversa da Second Life, ma ancora tutto da costruire. Insomma, una riflessione sul passato ed il futuro di Second Life, o di quanto da Second Life potrebbe svilupparsi. E’ un momento importante di discussione, da sviluppare ulteriormente. Sono convinto che solo metabolizzando e superando i miti dei passati fasti, si possano porre le condizioni per lavorare seriamente, o giocare serenamente, alla costruzione di un nuovo paradigma di utilizzo dei Mondi Virtuali.

Il primo obiettivo da acquisire, è il superamento del “lutto” per i fasti e la notorietà dei bei tempi passati. Second Life ha avuto il suo momento di massima notorietà tra la fine del 2007 e il 2008. Era una novità, i termini immaginifici di “Seconda Vita” e di “Avatar” conquistarono le prime pagine dei giornali e gli inserti tecnologici e culturali di tutte le riviste. Ne nacque una moda mediatica, con libri, interviste, cantanti e politici che si cimentarono con avatar e viewer, e via dicendo. Poi la moda passò, sostituita da altre più diffuse e popolari che durano tuttora. Il solito chiasso dei media, superficiale ed effimero. Ma, per fortuna, Second Life continua la sua evoluzione, senza tanto clamore. Fin qui tutto normale, logico, prevedibile.

La vera bufala, il malinteso, e l’illusione di fondo, è stata quella che propagandava Second Life come la nuova frontiera, il nuovo mondo. Passò quindi l’idea per cui, come la corsa alle terre dei canestoga nel 1893 in Oklahoma, chi fosse arrivato per primo, avrebbe conquistato le posizioni migliori nel nuovo eldorado. Addirittura imprese reali, per motivi di immagine tecnologica da acquisire (sfruttando la notorietà data dai media in quel momento), o per l’illusione di nuovi business, spesero tempo e denaro per una presenza breve ed inconcludente. Altre imprese, del settore tecnologico e dei servizi, verificarono le potenzialità del nuovo strumento, decidendo che non era il caso di investire altro denaro, e lasciarono rapidamente Second Life, o vi mantennero una presenza discreta da “osservatori”. Questa bufala, oltre che per il rilievo dato dai media alla nuova moda, fu diffusa anche a causa dell’errata convinzione che presto il web che noi conosciamo, e usiamo per lavoro o per svago, sarebbe stato sostituito da una sorta di web tridimensionale di cui Second Life era appena l’inizio. Una famosa ricerca di una società specializzata dichiarava, nell’aprile 2007, che: “entro il 2011, l’80% degli utenti internet attivi avrà una seconda vita in un mondo virtuale”. Si capisce quindi, a guardarla a posteriori, l’aspettativa che si era andata creando, verso i Mondi Virtuali.

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Molti i politici, i cantanti, gente dello spettacolo, che entrarono in Second Life seguendo la moda del momento. Da Paola e Chiara (http://www.youtube.com/watch?v=5ZL0w2G8i6s), a Irene Grandi (http://www.youtube.com/watch?v=HI7tgXpsTlM), da Antonio di Pietro, allora ministro delle infrastrutture (http://www.youtube.com/watch?v=5IGThVGGloU), a Segolene Royal (http://www.youtube.com/watch?v=ALCnho6Tvxk) durante la campagna elettorale per le presidenziali francesi, a Barak Obama nel 2008, col suo geniale messaggio “Yes, we can!” (http://www.youtube.com/watch?v=N2pkSaT7eqs&feature=related), seguito a ruota dal suo avversario McCain.

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Le imprese che entrarono in Second Life, investendo pochissime risorse economiche per la verità ma impegnando il proprio brand in un’esperienza rapidamente rivelatasi inconcludente, scoprirono quelli che erano allora, e sono ancora oggi, i limiti evidenti di questo strumento: limitato numero di utenti, ferraginosità dell’interfaccia software, necessità di un hardware adeguato, mancata diffusione della banda larga, ecc. Inoltre, si capì rapidamente che la profezia della sostituzione del web con i Mondi Virtuali, era la bufala che ora sappiamo. Second Life tornò quindi rapidamente ad essere un ambiente frequentato dai resident, al di fuori del clamore mediatico. Cioè da quelli che, entrandovi, avevano scoperto alcune delle reali potenzialità di questo strumento straordinario, rappresentato dai Mondi Virtuali. Questi pionieri hanno continuato a svolgere e a sviluppare sempre di più, le attività che sono tipiche di una presenza “reale”, tramite avatar, in un ambiente immersivo: sperimentazione artistica, education, concerti, eventi culturali e dibattiti, e così via. Sono le attività in cui è importante la presenza “fisica” delle persone, l’interazione con gli altri. Una pagina web piena di dati, o l’utilizzo di un portale di e-commerce, non hanno alcuna necessità di una presenza “fisica” dell’utente. Le pagine web sono utilissime e sufficienti, per svolgere tali attività. Nessun ambiente 3D mi sarà utile per compilare il 730 o stampare i miei certificati anagrafici dal sito del Comune. Ci voleva poco a capirlo, eppure, la bufala fu digerita da molti in quegli anni di boom.

Sgombrando quindi il campo dagli equivoci, si rivela l’effettiva potenzialità dei Mondi Virtuali, di cui Second Life è un prototipo ad uno stato ormai abbastanza avanzato. Le applicazioni possono essere molteplici, andando a sostituire, con una presenza virtuale, quella fisica, con enormi economie di spazio e di tempo. Pensiamo ai servizi di consulenza, allo svolgimento di attività associative, alla telemedicina, agli ambienti di simulazione, e via dicendo. Oltre naturalmente al superamento degli ostacoli dovuti alla distanza, o all’indisponibilità delle persone, per contatti diretti.

Inoltre, c’è una tematica di tipo sociologico tutta ancora da sviscerare. Un Mondo Virtuale è un vero e proprio villaggio globale, un mondo “vivo” con paesi, città, gruppi sociali. Le interazioni e le necessità di governo di un tale nuovo mondo, sono ancora tutte da scoprire e sperimentare. Ce ne sarebbe di lavoro da fare, per sociologi e psicologi. Alcuni tentativi di elaborazione di un nuovo modello sociale sono stati appena abbozzati negli anni scorsi (ricordate l’esperimento di autogoverno di Neufreiestadt? O il nostro italianissimo Post Utopia?). E’ un filone di ricerca completamente nuovo: una società che nasce e si sviluppa da zero. Quali forme organizzative, quali regole, quale ordinamento politico, può darsi? E’ inevitabile passare dal modello tribale a quello capitalistico? Sono possibili nuove forme organizzative che non mutuino i modelli socialisti o anarchici?

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Un universo nuovo, tutto da scoprire e da sviluppare. Così come pure è importante capire  come potrà svilupparsi, in futuro, l’economia interna ad un Mondo Virtuale. E’ innegabile che un’economia, per quanto limitata alle attività interne, esista in Second Life, e consenta anche a diverse persone di vivere con i guadagni che qui si fanno. Non è certamente un eldorado, o un settore che possa creare migliaia di posti di lavoro, ma sicuramente molti ci vivono, per quanto non navigando nell’oro. Sono lontani i tempi dei fasti speculativi di Anshe Chung, all’inizio della bolla immobiliare in Second Life. Questa gente sbarca a stento il lunario, ma ci vive, e di esempi, anche nostrani, ne abbiamo diversi.

C’è poi tutta la tematica dei Giochi di Ruolo, per cui un mondo virtuale fornisce strumenti sufficienti a sviluppare le diverse “storie” ed i personaggi che si vanno man mano creando: clan, organizzazioni, gilde, sette di vampiri o di cavalieri medioevali, ecc. Ma qui esiste già una consolidata esperienza, data dai Mondi Virtuali più avanzati e diffusi di Second Life, come World of Warcraft, Entropia, Everquest, Ultima on line, ecc.

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Esistono quindi intatte le potenzialità di un grande sviluppo dei Mondi Virtuali, purchè le si guardino in una prospettiva realistica e legata alle effettive possibilità offerte dal Metaverso. E naturalmente, per quanto rappresenti il prototipo più avanzato, Second Life è lungi dal poter essere considerato il futuro dei Mondi Virtuali.

Già oggi innumerevoli altre grid, basate su Open Sims, sono operative, per quanto richiamino un numero molto più limitato di utenti, e abbiano caratteristiche ancora piuttosto lontane da Second Life. Ma è solo una questione di tempo. Questi mondi si svilupperanno, così come pure nuove grid proprietarie verranno create, e avranno legittimamente velleità di svilupparvi servizi e attività adeguate alle potenzialità dell’ambiente.

Quello che posso dire, considerando il potenziale sviluppo di servizi, che utilizzino il paradigma dei Mondi Virtuali come strumento, è che prima di sbandierare soluzioni innovative, o nuovi modelli di business, occorrerà avere progetti più che solidi, con idee precise su quanto vogliamo offrire in termini di servizi, e con una pianificazione chiara delle risorse sia economiche che umane che serve mettere in campo. Questo per evitare ulteriori fallimenti o illusioni di business. La gestione delle attività all’interno dei Mondi Virtuali è qualcosa che si impara vivendoci dentro, e molti, in questi anni, hanno sviluppato tali skills continuando a lavorare in Second life. Nessuna agenzia di servizi o di advertising della società esterna ha alcuna competenza in tal senso. I nuovi progetti ed i nuovi modelli di sviluppo nasceranno dall’interno dei Mondi Virtuali. E non saranno proposti da gente improvvisata o con mire di arricchimento. Saranno i volontari e gli entusiasti resident, che in questi anni hanno operato a proprie spese, ed hanno imparato a muoversi nel Metaverso, che forniranno il know how e le risorse per un nuovo inizio. Con entusiasmo, passione, e senza illusione di business. Lo vedremo presto. In una discussione che ho avuto nei mesi scorsi, con un professore americano profondo conoscitore dei Mondi Virtuali, ipotizzammo un arco temporale di cinque anni per ripartire. A valle di esperienze e di tecnologie innovate, ma con lo stesso entusiasmo, da parte dei valorosi pionieri di oggi, che saranno chiamati a compiere il salto di qualità. Sarebbe quindi il caso di cominciare da adesso …

46 thoughts on “Il futuro è adesso.

  1. ha detto:

    :

    :
    “Boh, troppo arzigogolato Eva”

    ti assicuro che c’è gente che non fa altro che parlare di queste cose. Mi sa che non fanno parte delle rispettive frequentazioni che preferiamo, o preferiremmo, come abituali… nel rispetto del punto fisso che hai rimarcato.

    Il mondo è bello perché è avariato, diceva uno. Certamente è vero, a me di questa gente importa veramente poco, direi nulla. Preferisco persone che tentano di fare cose reali, piccole o grandi non è importante.

  2. Eva ha detto:

    :
    “Boh, troppo arzigogolato Eva”

    Capisco lo spirito pratico che argomenti benissimo con la frase finale (e non sto facendo ironia): è innegabile che alla fine è come dici tu, nel finale. Ma, sai, visto che ci siamo, diciamo pure la “nostra” anche perché ti assicuro che c’è gente che non fa altro che parlare di queste cose. Mi sa che non fanno parte delle rispettive frequentazioni che preferiamo, o preferiremmo, come abituali… nel rispetto del punto fisso che hai rimarcato.

  3. Eva ha detto:

    :
    “argomenti antichi: virtuale o reale, gioco o non gioco, soldi o non soldi, voice o non voice, nascondersi o manifestarsi”

    Bel cocktail… ma gli ingredienti, che se sono antichi vuol dire che sono tuttora sentiti (forse perché nessuno gli ha, nel frattempo risolti) vale la pena di analizzzarli nel loro diverso peso. (Tralascio considerazioni sugli argomenti che si protraggono nel tempo: se affianco il nostro argomento virtuale al calcio e alla politica che ne viene fuori? Che il nostro argomento è l’infante della situazione?).

    Vediamo il cocktail, che è meglio 🙂

    Virtuale o reale mi pare un po’ una fuffa, si presta al gioco dei quattro cantoni e anche si rischia di dire qualcosa, come il suo esatto contrario, ed avere ragione in entrambi i casi. Mi spiego: la virtualità è realtà (innegabile: la vedo nello schermo quindi esiste), la virtualità non è realtà (mica sono quella che salta e vola che appare nello schermo)… e via discorrendo.

    Gioco o non gioco non è fondamentale. Chi può impedire a chi è di buonumore di giocare?

    Soldi e non soldi… Intanto i server costano (sopratutto in energia per tenerli accesi) poi il fatto che in un mondo virtuale esiste un economia, prima che ai guadagni (che potenzialmente possono quindi esserci), io penserei a uno strutturarsi sociale che gente qualificatissima ha già definito “interessante” (non vorrei essere noiosa e citare il solito Castronova).

    Voice o non voice, a mio avviso, lo mischi agli altri ma merita un capitolo a se perchè ha implicazioni più profonde e non si presta nemmeno a divisionio nette tra partiti
    voice e no-voice. Ripropongo pertanto le mie considerazioni.

    Il voice è un elemento di fisicità del giocatore che spezza quella che in fisica è detta “consistenza dimensionale”, cioè aprendo il voice proponiamo un qualcosa di diversamente concreto da tanti aspetti del nostro avatar di cui il “gender” è solo uno dei tanti (tralasciando come tecnicamente o teatralmente il suono del gender può essere elaborato e altre derive). I discorsi di contorno a tale argomento possono essere avvilenti rispetto ad affermazioni come che il mondo degli avatar (avatar compresi) è “espressione culturale”. A me è chiaro che se si realizza uno scenario “urban”, comunque è a una cultura che ci si ispira anche se il tema che si ritiene scottante si potrebbe dire che è altro… cioè se è lecito consentire alla cultura la discrezionalità, sopratutto del gender di creare personaggi per questi scenari realizzatio dai builders. In parole povere: un uomo può realizzare un personaggio femminile? Una donna può realizzare un personaggio maschile? Un essere umano può inventarsi sessualità fantasiose (mostri multissessuati o altro?) Fondamentalmente, l’uso del voice, è comunemente inteso, più o meno parallelamente ad altre motivazioni più o meno dignitose, più o meno di facciata, a questi quesiti.

    In certi ambienti che tengono conto di ciò che è l’indagine dell’arte, il problema non si porrebbe. Quello che SL rende evidente è che se si allarga il “giro” è l’evidente che s’incontra la filosofia della massa e non è sorprendente scoprirla impregnata della rigorosa separazione del gender che è di nota derivazione sopratutto televisiva già indagata -per esempio- in Living Dolls di Natasha Walter (in Italia “Bambole Viventi”)

    Quando tu (figurativamente parlando, nulla di personale, eh) dici “nascondersi o manifestarsi” proponi a mio avviso già una chiave interpretativa che, per conto mio, è oggettivamente errata.

    Perché nemmeno l’avie “usa e getta” è nascosto, visto che la società che amministra il tutto conosce certamente il suo indirizzo IP e questo, nel mondo, basta e avanza. E’ risaputo come è fatto l’ADSL e come sono fatte le reti. Quanto a un account premium di SL, figurati quanto non lo è, nascosto. Conoscono l’IP e persino i dati bancari. Quindi stai ponendo un problema superfluo.

    Quanto al manifestarsi è lo stesso. Cioè in SL e tutto il web, Eva si manifesta con quello che esprime… questo per dire che un account è un account e nessuno ha l’obbligo di farne uno, nessuno o centomila. Se pensiamo di essere in un “luogo” dove dovete credermi per forza che io ho quest’account e basta e che questo è vero” beh…. francamente mi sembra un discorso incogruo. Un avatar è anche un oggetto e tra gli oggetti sono annoverati anche gli occhiali da sole. Per andare a un funerale, non tutti gli occhiali da sole sono adatti.

    Non so se mi spiego 🙂

    Quanto a me, c’è chi dice che non ci capisce una mazza di quello che dico o che io non capisco una mazza. Persino che io sono un gruppetto. Non mi sorprende. Non faccio qui la clamorosa scoperta che al mondo esiste gente che dice quello che gli pare.

    Però c’è anche chi sostiene che tutto ciò è inutile, perché dopo questi discorsi nessuno cambia opinione.

    So che le cose non stanno così: l’opinione, nelle persone, cambia con il tempo, non dopo scambio di parole che definire prolungato sembra più una constatazione di inutilitùà di tempo trascorso che di passione. (è pericoloso, pensa se la gente prende a credere a qualcuno che dice che parlare di democrazia è fuori moda e, nel caos, mi ci infilo e instauro la mia dittatura – c***i tuoi eh!) Ma non c’è pericolo 🙂 se ci rifletti bene, a questi argomenti abbiamo dedicato, tutto sommato, qualche minuto in questo mondo sopratutto di gente che, dallo smartphone, manda SMS o posta commenti da qualche parte.

    I temi? Socialità, informazione, “tease”, soldi il più delle volte improbabili. Divertimento, anche. Se in questo divertimento qualcuno include l’avventura erotica io, ovviamente, non giudico. Semmai, se qualcuno vuol fare della propria passione una passione garantita per legge (oltretutto non scritta), beh… è un altro paio di maniche.

  4. ha detto:

    :

    :
    Dite a loro che non hanno capito una cazzo

    Ho capito, da qui:

    “Il percorso che compie lo porta ad essere quel pettirosso di cui suo padre gli raccontava quando era bambino, piccolo uccello che vola più in alto e non si dà confini, combattente senza leggi e senza padroni. Come quando nel deserto il protagonista incontra Amin, beduino che gli chiede di spiegargli cos’è la nostalgia, idea che non riesce ad esprimere a parole, concetto per lui troppo distante e astratto: per avere nostalgia devi avere qualcosa di cui essere nostalgico, devi avere una casa e un posto a cui fare ritorno, una famiglia, delle certezze, tutto cio’ che lui sembra aver deciso, per scelta o per caso, di perdere, o semplicemente di non cercare.”

    Avevo notato la somiglianza di stile, infatti.

  5. Duval Lavecchia ha detto:

    L’amica Serena mi ha fatto leggere qui.
    Ho trovato commenti di altri amici: Sniper e Eva.
    Ho ritrovato anche, riproposti, argomenti antichi: virtuale o reale, gioco o non gioco, soldi o non soldi, voice o non voice, nascondersi o manifestarsi … forse abbiamo finalmente inventato il moto perpetuo.
    Ma è la moda, forse l’esigenza, del tempo della parola:

    Allora? Qual è il suo problema?
    Non ha interessi? Letture, viaggi, perché no … sesso; anche internet, guardi, può offrire interessanti spunti: è una finestra sul mondo, annulla le distanze, è la piazza metafisica di Second Life, che diviene mano a mano sempre più una meta fisica, si popola ed annuncia grandi imprese.
    Lei utilizza internet? Conosce Second Life?

    Ma le persone che, mano a mano, popolano la piazza sono fisiche o metafisiche?
    A me paiono manichini, quelli di De Chirico.
    Un lato della piazza è popolato dai Bloggeriani, che propongono un tema al giorno, uguale per tutti, quello imposto dal telegiornale la sera precedente; le voci si mescolano, si sovrappongono, di tanto in tanto un bloggeriano alza la propria: “COME DICEVA ARTONTIDE …”; gli altri annuiscono ed avviano una meditazione su Artontide di Samotracia, o era di San Giovanni in Persiceto?
    L’altro lato è occupato dai Googoliani e dai Wikipediani che, dopo aver consultato le Ultimissime Scritture, si accapigliano sul significato della visione artontidea in rapporto al vitale impulso dell’eterno femminino nella hegeliana visione epistemologica.
    E scrivono … scrivono … tutti scrivono oggi; lo sa che ha scritto un libro anche uno che si chiama Michele Cocuzza? Ed una contessa che si chiama Patrizia De Blank?

    Va il brusio lentamente sciamando nell’ombra lunga sfuggente della sera, che al margine del cielo volteggiando invita le stelle a scrosciante amplesso, lucciole ansiose di universale sesso. Scende dall’alto una melodia struggente che tutto avvolge in morbide spire e libera il cuore assieme alla mente: “non mi incanta, manichini di ben strana razza, il vostro brusio nella vuota piazza”.

    E bravo il nostro maestrino! Guardi che lei si è implicitamente accomodato in un angolo della piazza, a che gruppo appartiene?

    Lei dice? Uhm, mi faccia pensare … toccato! Beh, nessuno è perfetto. Infatti anche io ho scritto il mio urgente pensiero (la parola non è il mezzo ma il fine).

  6. serena domenici ha detto:

    :
    Serena non ho fatto di tutt’erba un fascio..rileggi bene..dico solo che sono stata li 3
    volte e mi hanno insultata 4…fai te….Ci sono 4 sim le ho girate tutte e a parte in quella dove ci sta Obliovion le altre no comment. Poi ho visto chi ci va..non sò te ma io le persone di SL le conosco bene da quasi 7 anni e molti son li. Se ti ho offesa mi dispiace non era mia intenzione.

    Ciao Snip, abbiamo poi chiarito in IM su Second Life…
    Chiarire è sempre un fatto positivo…MI hai spiegato tra l’altro che non avevi letto il mio articolo. Insomma ci siamo spiegate. Non entro in merito a questione tecniche perché non è mia materia.
    Non è successo nulla, amiche come prima. Mi ha fatto davvero piacere tu mi abbia cercata per chiarire. TRa persone civili è così che succede.
    Ciao:)

  7. ha detto:

    :
    Sono daccordo con Holem, mi sembra assurdo portare avanti battaglie personali utilizzando mezzi pubblici.

    Si, per quanto mi riguarda, non parlerò con nessuno di tutto ciò a bordo dei mezzi dell’ATAC.

    Perdonami, non ho potuto resistere 😀

  8. ha detto:

    :

    Ora, mi si obbietta che il voice è possibile quindi c’è… e lo fa chi gli pare e piace. Giusto, ma mi pare come sostenere che se nella tale macchina fotografica reflex vi è il videogioco è perché “tanto il display c’era” e la memoria, tutto sommato, costa poco.

    “No, su questo credo si possa discutere.”

    Bene, parliamone. Esprimo la mia opinione fornendo qualche argomento in supporto della visione “rolepayesca” di SL.

    Innanzitutto io NON sono contraria al voice né, tantomeno, al fatto che due o più utenti possano parlare tra di loro tramite lo strumento voce. Di fatto lo potevano fare anche prima che SL introducesse il voice, visto che c’erano i telefoni e, se non erro, era già disponibile Skype.

    Tali strumenti (meno sospetti della possibilità di essere filtrati da software opportuni – per non parlare di avatar che nessuna legge proibisce siano manovrati da uno e parlati da una socia o viceversa, o manovrati da uno e parlati dall’altro con la bella voce e via discorrendo), oltretutto li trovo più adatti anche a chi “non ha niente da nascondere” motivazione che immediatamente viene portata -non solo in questo blog- all’uso di tale strumento.

    Quindi, dico io a chi non ha niente da nascondere non vedo che problema possa avere, il candido, a fornire a chi gl’interessa il proprio numero di telefono. Se il telefono è a pagamento (e si può anche fare tutto un discorso di tariffe flat e non flat) Skype, tra utenti, è sempre stato gratis. Non mi si dica che è stressante fare doppio clic sull’icona del programma… chi è così svogliato, ansia di comunicare non ne ha. A meno che non abbia nemmeno voglia di battere sui tasti…

    In ogni caso, a me, di chi si parla in voce, non me ne frega niente.

    Non ci sarebbe nessunissimo problema se non fosse che la comunicazione voce, tra gli utenti, è intesa come verifica di non so bene di cosa visto che si tratta di un dato cammuffabile a piacere. In ogni caso attorno al voice vi è più di un qualcosa di non detto, incluso un meccanismo mentale sul tipo di come quando si compra la villetta a schiera: nello spazioso giardino del plastico disegnato con aiuola e alberello, guardandolo, il futuro compratore già lo immagina cementificato per parcheggiare, dentro, l’altra macchinar lo scooterone. Intanto compro, poi del giardino ne faccio ciò che voglio. Si ragiona così o no?

    Essendo il voice quindi uno strumento (nell’uso comune) non principalmente d’assistenza e Second Life un qualcosa dove praticamente tutti giocano di ruolo, la voce è di fatto un qualcosa di inutile, se non disturbante: pensate a un licantropo che viene e mi dice, in voice, “dofe fai futha sola nel bofco… con quel craziofo ceftello che fieni fra le mhani, bellha phambina?” E io che gli rispondo, con cadenza “zona Formia”: “aaaaaaeeeeè…. vaaa-aattinne!” (dialogo tra KurtKiller Cobalsky e Danielle Dufour – inventatissimi sui due piedi: che a nessuno gli venga in mente di chiedermi perché ce l’ho con loro :-). Per non parlare se dall’altra parte del voice ti capita un Teo Mammucari… Insomma SL è secondo me -e non solo- un qualcosa di più del social-network-pretesa-fabbrica-di-consensi a colpi di “mi piace”… ma, dico io, dobbiamo trasformare tutto in quel tipo di farse? E non mi dilungo ai rumori domestici ed altri dettagli che fanno di me una che vive sola o non sola…

    (che poi, curiosamente, l’uso social del voice, nel social network è un problema che non si pone. Ma guarda un po’: che ci sia qualcuno che prende SL per social network e il social network per “your world, your imagination?” – Se si, il motto “your world, your imagination” di chi è? Va a farsi benedire o, per scongiurare ogni ipocrisia, lo cambiamo in “your imagination? voice with her for clear all paranoids (please, more after dinner, understand-me)”.

    Continuo: andando verso il farseggio, guadagnino o lo facciano per passatempo, spiegatemi che ci spendono tempo a fare builders e designers in SL… per creare scenari per gente che fa le farse?

    Insomma, tornando seri (per modo di dire) può essere vero che il voice è nato per fare assistenza, ma siccome il suo uso principale è tutt’altro… insomma la Linden, secondo me, voleva dare un colpo all’incudine ed uno al cerchio mentre, temo che la cosa, per le implicazioni che ha, è un po’ come la falla nel Titanic…

    Ma a mio modesto parere SL ce la può ancora fare, se distinguesse per bene le cose, esattamente come fa con le land: adult, mature e general. Ci aggiungono “welfare” e il gioco è fatto. Oppure l’assistenza ci serve anche “in volo”, come gli aerei?

    1. ha detto:

      Boh, troppo arzigogolato Eva :). Che il voice ci sia per me è utile, si può attivare e disattivare a piacere sia lato utente sia sulle parcel e le sim, se l’owner per la sua personale visione del posto non desidera venga usato il voice, semplicemente lo disattiva. Nel mio club è disattivo, per esempio. Ma mi piace sapere che se mai servisse è a portata di mano. E francamente non me ne può fregare di meno se chi c’è dall’altra parte parla come Mammuccari o con uno strano accento. Secondo me Linden quello che doveva fare l’ha fatto, o deve pure fare la balia agli utenti che abusano del voice o che chiamano l’amico/a con la bella voce ecc ecc? Saran bene cazzi loro…

  9. Marc Pettirosso ha detto:

    …c’è chi guarda Cento Vetrine, c’è chi rimane incantato da Tempesta D’Amore, chi da una vita si scogiona con beautiful, che si scervella con i casi di Magritte. Ecco ….. Dite a loro che non hanno capito una cazzo….. di come passarsi il tempo !!!! Ditegli di venire qui e di levvere delle avventure di Eva, Aquila, Sacha ecc ecc ……. ahhhhh La mitica Serena che con i suoi articoli che tanti disprezzano …… alla fine fa Grade questo Gionale On line facendolo Svettare nelle ricerce di google ….. Serena Continua e non ti fermare, i tuo articoli sono intrisi di sentimento di cuore possono non piacere ma sicuramente uno prima di dare un giudizio positivo o negativo che sia ….. li vuole leggere fino in fondo !!!

    PS…. Ma in sto Giornale Blog c’è Pieno di FIGA!!!! Perche non inaugurate la rubrica “orge e dintorni” cosi scrivo tutte le mie DesideratA sotto forma di articolo serio…. ahahahaha

    Saluti !!!

  10. serena domenici ha detto:

    :
    Complimenti Aquila…articolo ben fatto (fine dell’arrufianamento…ehehehe)

    Il futuro di SL….quante volte ho sentito di questa cosa e quante cazzate ho letto..ahahahah
    Second Life ha centrato in pieno i suoi obiettivi iniziali. Come diceva Philip Rosedale aka Philip Linden “il mio obiettivo con Second Life era quello di dimostrare un modello valido per un economia virtuale o di una società virtuale.” In Second Life non possiamo dire che non c’è economia…girano milioni di dollari ancora oggi per non parlare della società virtuale…nessun “mondo” dopo 9 anni raggruppa cosi tanti utenti (saranno diminuiti ma siamo sempre decine di migliaia ogni giorno).Ogni tanto leggo sul web la solita psico.minchiata che SL finirà a breve…addirittura uno pochi giorni fa affermava di avere “dati reali dalla Linden Labs” (ovviamente era italiano) e che SL sarebbe finito a primavere del 2013 (forse ha antenati Maya). Peccato che la LL non fornisce piu dati su SL da circa un paio di anni e quello che leggiamo sui blog sono solo proiezioni; citando Eva : “Come lo è, reale, chi appartiene alla redazione del giornale “x” e che per motivi diversissimi tira fuori un articolato sulla “vita virtuale”, ne decreta la fine perché a lui/lei non l’ha cagato/a nessuno/a e “per questo, mi stanno tutti antipatici: chi credono di essere questi qui?”Second Life è certamente cambiata e si sta adattando al periodo e alle richieste delle persone (compreso lo staff Linden)..dire che “finirà tra” è la solita sparata tipicamente italiana (forse anche straniera…ehehe) Prima o poi finirà come tutte le cose, magari anche domani chi lo sa, ma stabilire una data è impossibile come è impossibile , almeno per ora, che altri mondi prendano il posto di SL, non sono nemmeno una centesima parte di quello che è Second Life e per quanto possa vedere anche delle ottime “iniziative” ( vedi OpenSim o Craft) siamo ancora lontani da quello che era SL all’inizio.(dico..avete visto Metacosmo ???? ecco…lasciamo perdere va..lol….salvo qualche personaggio il resto è un raccoglitore di sfigati falliti in SL o peggio ancora cacciati da SL e poi siete riusciti a starci per piu di 10 minuti ? io no..crasho prima)
    Altra cosa….ho letto anche ” La Linden LAbs è in crisi”..”Hanno licenziato tizio e caio..sempronio invece è andato via da solo ” ahhaha, infatti ora la LL ha una nuova sede…piu grande ed ha assunto 10 nuovi Developer (uno ho avuto la fortuna di conoscerlo a una riunione, Baker Linden) Comunque non mi meraviglio di queste notizie visto il livello di informazione che abbiamo in Italia..ehehehehe. La maggior parte delle persone si limita a leggere e sparare sentenze senza approfondire ciò che sta leggendo e senza chiedersi se è vero ciò che sta leggendo !!
    Molto interessante anche quello che cita Sasha : “In Giappone lo sviluppo del virtuale verte all ampliamento sensoriale” infatti ho visto tempo fa il dispositivo Kinetic applicato a SL (se non sbaglio testato da Torley Linden…una figata).
    Come detto SL si sta evolvendo dopo il suo boom nel 2006/2007 dovuto anche al fatto che divenne free ( io ho un avi del 2005 e prima si pagava 9 dollari per entrare) e dopo che molte ditte o persone sperando di fare milioni di euro hanno chiuso i battenti o sono scappati (a casa mia si dice riciclati). Questo per molti può sembrare impossibile ma in SL si possono fare soldi, certo ora forse è più difficile rispetto ai primi tempi “pioneristici” del resto basta vedere Ailin Graef aka Anshe Chung che fece il suo primo milione di dollari comprando server quando costavano 10 dollari e rivendendoli a 1000 (oggi sarebbe impossibile).
    In conclusione un appaluso ad Aquila che è riuscito a farmi scrivere cosi tanto..aahahha..
    chi mi conosce sa che sono abbastanza taciturna..O_o.
    Io credo molto in Second Life e credo anche che stia migliorando..basta vederla dal lato giusto..-))
    Ciaooooooooooooooo

    Mi tocca dover quotare tutto.
    Non nel senso di approvazione, non su tutto sicuramente.
    Avevo deciso di non rispondere più, e dopo questa mia risposta sarà sicuramente così.
    Aquila aveva detto di contribuire al dibattito, Snip, non di offendere a destra e a manca.
    Io non mi ritengo una fallita e nessuno mi ha bannata o eliminata da nessuna parte, vado anche sul Metacosmo e non trovo falliti, trovo gente normale. Non capisco questa mania di dover offendere , bastava dire altro. Si fallisce in altro nella vita, non qui certamente io non vivo in virtù di Sl o del Metacosmo e di conseguenza non sento qusto bisogno di scagliarmi contro la gente come se avessero ucciso mia madre….io ci metto la mia faccia ad ogni modo, voi cosa ci mettete? Parole e chiacchiere come parole chiacchiere sono anche le mie.
    Tutto e il contrario di tutto, qui su Sl, la sul Metacosmo e anche quello che affermi tu.
    A me non frega di SL, non frega di Metacosmo, mi frega altro…Ho fatto un articolo e ho spiegato il motivo ed il perché…Ora se ci volete ‘speculare’ sopra fate pure , potrei argomentare anche in cinese che voi leggereste solo quello che vi fà comodo.
    E non ho timore di dire ciò che penso nemmeno a te , francamente.., pensa te!. Forse per questo mi giudicate male? Perché non mi piego a certe dinamiche tipiche di sl? Io vado avanti per la mia strada. Non sono un tecnico e ho riportato quanto scritto da altri. Lunga vita ad SL, lunga vita a tutti e bon!
    Non capisco questa rabbia se il Metacosmo fà cagare come dite, perché vi accanite? Il bello è, che non mi paga nessuno, nessuno mi ha chiesto nulla , ho solo scritto che mi piaceva e che il tempo poi avrebbe fatto la differenza.
    Non aggiungo altro o sarei censurata, perché vedi, qui tutti possono offendere velatamente e non , tranne io. Io devo dare l’esempio e farmi insultare.
    Da te mi sarei aspettata solo argomentazioni, non insulti davvero gratuiti.
    Continuate pure , non posso impedirvelo e nemmeno voglio superare certe soglie. Almeno tu , l’hai detto papale papale, Eva non ha avuto nemmeno il coraggio di andare fino in fondo.

    1. Sniper Siemens ha detto:

      Serena non ho fatto di tutt’erba un fascio..rileggi bene..dico solo che sono stata li 3 volte e mi hanno insultata 4…fai te….Ci sono 4 sim le ho girate tutte e a parte in quella dove ci sta Obliovion le altre no comment. Poi ho visto chi ci va..non sò te ma io le persone di SL le conosco bene da quasi 7 anni e molti son li. Se ti ho offesa mi dispiace non era mia intenzione.

  11. ha detto:

    Ora, mi si obbietta che il voice è possibile quindi c’è… e lo fa chi gli pare e piace. Giusto, ma mi pare come sostenere che se nella tale macchina fotografica reflex vi è il videogioco è perché “tanto il display c’era” e la memoria, tutto sommato, costa poco.

    No, su questo credo si possa discutere. SL è anche (o meglio, vorrebbe essere) un ambiente di formazione e assistenza. Avere il voice è fondamentale, non è un accessorio aggiunto “tanto c’era posto”.

  12. Sniper Siemens ha detto:

    Complimenti Aquila…articolo ben fatto (fine dell’arrufianamento…ehehehe)
    Il futuro di SL….quante volte ho sentito di questa cosa e quante cazzate ho letto..ahahahah
    Second Life ha centrato in pieno i suoi obiettivi iniziali. Come diceva Philip Rosedale aka Philip Linden “il mio obiettivo con Second Life era quello di dimostrare un modello valido per un economia virtuale o di una società virtuale.” In Second Life non possiamo dire che non c’è economia…girano milioni di dollari ancora oggi per non parlare della società virtuale…nessun “mondo” dopo 9 anni raggruppa cosi tanti utenti (saranno diminuiti ma siamo sempre decine di migliaia ogni giorno).Ogni tanto leggo sul web la solita psico.minchiata che SL finirà a breve…addirittura uno pochi giorni fa affermava di avere “dati reali dalla Linden Labs” (ovviamente era italiano) e che SL sarebbe finito a primavere del 2013 (forse ha antenati Maya). Peccato che la LL non fornisce piu dati su SL da circa un paio di anni e quello che leggiamo sui blog sono solo proiezioni; citando Eva : “Come lo è, reale, chi appartiene alla redazione del giornale “x” e che per motivi diversissimi tira fuori un articolato sulla “vita virtuale”, ne decreta la fine perché a lui/lei non l’ha cagato/a nessuno/a e “per questo, mi stanno tutti antipatici: chi credono di essere questi qui?”Second Life è certamente cambiata e si sta adattando al periodo e alle richieste delle persone (compreso lo staff Linden)..dire che “finirà tra” è la solita sparata tipicamente italiana (forse anche straniera…ehehe) Prima o poi finirà come tutte le cose, magari anche domani chi lo sa, ma stabilire una data è impossibile come è impossibile , almeno per ora, che altri mondi prendano il posto di SL, non sono nemmeno una centesima parte di quello che è Second Life e per quanto possa vedere anche delle ottime “iniziative” ( vedi OpenSim o Craft) siamo ancora lontani da quello che era SL all’inizio.(dico..avete visto Metacosmo ???? ecco…lasciamo perdere va..lol….salvo qualche personaggio il resto è un raccoglitore di sfigati falliti in SL o peggio ancora cacciati da SL e poi siete riusciti a starci per piu di 10 minuti ? io no..crasho prima)
    Altra cosa….ho letto anche ” La Linden LAbs è in crisi”..”Hanno licenziato tizio e caio..sempronio invece è andato via da solo ” ahhaha, infatti ora la LL ha una nuova sede…piu grande ed ha assunto 10 nuovi Developer (uno ho avuto la fortuna di conoscerlo a una riunione, Baker Linden) Comunque non mi meraviglio di queste notizie visto il livello di informazione che abbiamo in Italia..ehehehehe. La maggior parte delle persone si limita a leggere e sparare sentenze senza approfondire ciò che sta leggendo e senza chiedersi se è vero ciò che sta leggendo !!
    Molto interessante anche quello che cita Sasha : “In Giappone lo sviluppo del virtuale verte all ampliamento sensoriale” infatti ho visto tempo fa il dispositivo Kinetic applicato a SL (se non sbaglio testato da Torley Linden…una figata).
    Come detto SL si sta evolvendo dopo il suo boom nel 2006/2007 dovuto anche al fatto che divenne free ( io ho un avi del 2005 e prima si pagava 9 dollari per entrare) e dopo che molte ditte o persone sperando di fare milioni di euro hanno chiuso i battenti o sono scappati (a casa mia si dice riciclati). Questo per molti può sembrare impossibile ma in SL si possono fare soldi, certo ora forse è più difficile rispetto ai primi tempi “pioneristici” del resto basta vedere Ailin Graef aka Anshe Chung che fece il suo primo milione di dollari comprando server quando costavano 10 dollari e rivendendoli a 1000 (oggi sarebbe impossibile).
    In conclusione un appaluso ad Aquila che è riuscito a farmi scrivere cosi tanto..aahahha..
    chi mi conosce sa che sono abbastanza taciturna..O_o.
    Io credo molto in Second Life e credo anche che stia migliorando..basta vederla dal lato giusto..-))

    Ciaooooooooooooooo

    1. Giampiero ha detto:

      ecco perchè dicono che second life sia una droga..
      Il cecchino sembra un pusher consumatore… meno male che molta gente sta lontana dalla droga..
      ovviamente tutto quello che è scritto in questo è articolo è il delirio di un oppiomane…

      1. Sniper Siemens ha detto:

        Sicuro….contento te…io so benissimo quello che dico..ho citato alcuni nomi e alcune notizie..se vuoi ti cito la fonte…e cmq ad un’opione si puo ribattere ma non si offende. -)

  13. ha detto:

    Seguo l’invito di Aquila e dico anche io la mia. Penso che la discussione su reale e virtuale sia piuttosto inutile e inconcludente, poiché il virtuale semplicemente non esiste. Qualsiasi attività svolgiamo è reale, anche quando avviene nel mondo elettronico. Così come non trovo sorprendente o particolarmente strano che qualcuno possa guadagnare dei soldi, o perderne, nel mondo elettronico.
    Di lavoro faccio siti web. Dovrei considerarli virtuali e quindi farmi pagare in euro virtuali?
    Su SL mi è capitato di fare dei corsi, pagati in euro. Che c’è di strano? E’ normale che delle attività abbiano successo, altre meno, altre chiudano.
    In SL ho con degli amici un club e una radio web. Entrambe le attività si autofinanziano coi tip del club. C’è qualcosa di sbagliato in questo?
    In precedenza ne avevo un altro che costava invece un sacco di soldi e non rendeva niente. Non è piuttosto normale anche questo?
    Sarebbe anormale non imparare dall’esperienza e continuare ad usare modelli non funzionanti, no?

  14. Eva ha detto:

    :
    Eva… un conto è andare sul personale in modo davvero gratuito…”
    “siete voi e i vostri commenti che alla fine avete determinato un’immagine di SL non proprio perfetta.
    Non voler ammettere… Fatevene una ragione.”

    Sul fatto di andare o meno sul personale ci avevo già riflettuto (o riflesso, come si dice? – sono confusa): mi pare sacrosanto che i discorsi che si fanno dovrebbero trattenersi accettabilmente dentro “un contenitore”…

    Pertanto, anche se turbata dal fatto che ti rivolgi a me declarando il galateo di chi interviene ai dibattiti (ma forse volevi solo rivolgerti a un interlocutrice che si limita a voltarsi verso di te e ad annuire sconsolata), mi corrode però il dubbio intrinseco in quel “voi” verso il finale. Non vorrei quindi capire male…

    …e ti chiedo: a quale gruppo alludi? Da cos’è contraddistinto? Cosa dovrebbero ammettere tutta questa gente qui… quo-qua? (scusa e scusate tutti la mia balbuzie)

    P.S.: Mi piacerebbe contestualmente sapere per quale motivo mi comunichi i tuoi gusti… vuoi forse sapere i miei?

  15. ChrisTower Dae ha detto:

    la crisi in Second Life è legata anche alla crisi globale. La prolificazione di feudi fatti a propria immagine e somiglianza (metacosmo, opensim, ect ect) non aiuta Second Life. Una comunità ha bisogno di utenti che comunichino tra di loro e non di ghetti autoproclamati. Questo è solo il mio pensiero 🙂

  16. ha detto:

    Sarà che mi confondo coi thread, non riesco a capire l’ordine dei commenti e delle risposte (sono vecchietta,conservatrice, amo lo stile web da old blogger e non sopporto forum e FB) ma faccio fatica a seguire la logica dei commenti
    di chi si riferisce al mio lungo e disordinato sproloquio. ;))
    Provo, appunto in old style, a ribattere a ciascuno (con altri sproloqui, anche se ordinati) 😉
    * Holden. “Melusina in quale mondo vivi?”
    Semplice: Melusina vive in SL, chi digita le sue parole vive in RL. Entrambe con i piedi ben piantati nei rispettivi mondie con l’occhio e la mente attenta a cercare di capirli.
    Non ho detto che le donne in SL sono “più considerate” (tendo a fregarmene abbastanza della “considerazione”, specie di quelli/e che non considero 😉 (sì sì, sono presuntuosa e altezzosa! ;))).
    Ho detto invece che in SL le donne trovano più spazio per esprimere la loro creatività. E per questo, statisticamente, fra i bravi creators di SL sono proporzionalmente più numerose che in RL. Tutto qui.
    Ma il discorso non è solo di genere: in SL c’è un tasso di creatività elevatissimo. Suggerico in altro luogo che è questa l’essenza di SL, la sua attrattiva, il suo maggiore significato.
    Piuttosto, ho momenti di tristezza, a volte, quando vedo una bella casa o un bel vestito o uno script geniale e poi vengo a sapere che il creatore/creatrice in RL è disoccupato/a, o fa il/la fattorino/a o lavora nei famigerati call center: penso allo spreco di cui è capace la società in cui viviamo in RL.
    Magari consideri anche queste delle “sciocchezze”, come (con non molta cortesia 😉 bolli le discussioni fin qui fatte: pazienza! (ma se me lo dici ti MORDO!) 😉

    @ Giampiero
    I contributi li verso da tempo in RL, quindi non aspetto certo la pensione dai LL ;))
    Parlando sul serio:
    In SL, come primo lavoro, faccio la manager di un marchio di moda piuttosto affermato e dinamico: conosco decine (forse centinaia) di stiliste, di modelle, di manager, di fotografe, di builder, di scripter, dentro e fuori l’ambiente italiano (che è solo una piccola porzione dell’intero mondo della moda SL e di SL tutta, ovviamente), e posso dirti che mi consta che sono molte di più di tre le persone che in SL guadagnano qualcosa che gli serve per vivere in RL: io le ammiro, le stimo e “prego per loro” (per modo di dire: non pratico la preghiera!) che SL continui ad esistere e che consenta loro di mettere a frutto le loro capacità per reagire a una RL che non le sa apprezzare e non consente loro di sostentarsi.

    Perfettamente d’accordo sul fatto che SL è una nicchia di qualche decina di migliaia di persone. E allora? E’ un microcosmo, con le sue dinamiche, che a volte riproducono RL, a volte se ne distaccano e inventano diversi modi di lavorare, relazionarsi, creare. L’ho definito una palestra: allena alle relazioni, alle idee, fa sperimentare successo e fallimento. Vale di per sé, come esperienza, ma anche come test o allenamento per il mondo “reale”.
    E poi, “reale e virtuale”…: non posso mai non considerare il fatto che il virtuale è parte della realtà di ciascuno.
    Reale è il tempo in cui si sta nel virtuale, reali le emozioni, reali i crampi alle dita quando “parli” tanto… 😉
    Non mi sento Picasso (o meglio Avedon: non dipingo, faccio foto), tranquillo, anche se ho fatto più di dieci mostre (a proposito, lunedì ne apro un’altra: tutti invitati!); non mi sento manager di Pierre Cardin (ouch! mai piaciuto quello stile!), anche se il marchio che dirigo sta su tutti i magazine e in tutti i grandi eventi di moda internazionali. Né mi sento Anna Wintour (magari! 😉 perché ho scritto 20 articoli di moda… Però, fatto sta che ho vissuto queste esperienze e
    ne ho tratto piacere e gioia. E piacere e gioia Melusina e il suo “avatar” RL li condividono fino in fondo!
    Quando ero una blogger proprio non riuscivo a capire i miei amici che spasimavano per pubblicare (stampare) un libro coi loro racconti. Ma se erano lì! Più pubblici di così! Il virtuale può bastare a se stesso !!
    Anzi, che sia “separato” e basti a se stesso, è condizione affinché il meccanismo funzioni e ciò che l’avatar vive sia “reale”, almeno a livello di esperienza e di emozione.
    La vera differenza è solo una: nel virtuale non c’è la morte (se non autoprocurata e comunque neanche quella irreversibile). E ciò cambia non poco la vita.

    @ Serena
    Anche tu dissenti sulle questioni di genere. Benissimo, nulla da ridire, la mia è solo un’opinione, che spero sia più chiara adesso che l’ho spiegata rispondendo a Holden.
    Ma la tua è una prospettiva diversa: fare quadrato, dici. Lodi la “comprensività” di certi uomini e denunci la perfidia di alcune donne. Naturale. Ma io non entro in questo campo: non credo né alla “sorellanza”, né alla superiorità di genere riguardo alle personalità e alla correttezza. Le differenze e le gerarchie di valore stanno altrove, e non sono univoche.

    Dici anche: “a differenza di te sono un’esploratrice”. Immagino ti riferisca agli altri mondi, perché se parliamo di SL, non credo di essere una sedentaria e sono (presuntusosamente) convinta che non tantissimi/e hanno percorso e ripercorso con
    passione ed emozione SL quanto ho fatto io, a cavallo, in treno, a piedi, in volo o con TP ;). Epperò ogni giorno scopro posti e cose e persone nuove (e interessanti). Ogni giorno imparo qualcosa. E qui sta il bello. In RL, in SL o in altri mondi non importa: basta che il mondo che frequentiamo abbia la necessaria complessità e varietà che accennavo, e di cui molti mondi extraSL difettano, se non altro per le limitate dimensioni della loro popolazione o per la brevità della loro storia.

  17. Holden ha detto:

    Eva, un conto è discutere dell’argomento trattato e un conto è andare sul personale in modo davvero gratuito. A me piacciono molto gli articoli della Domenici e di Aquila, sono scorrevoli e piacevoli da leggere. Non tutto è condivisibile, ma almeno non sono le solite banalità. Fanno riflettere, e non è poco! Mi piacciono gli articoli di Salazhar, davvero unici.

    Riguardo al resto, ho letto le ultime di Giampi e sono d’accordissimo su tutta la linea. Ho riflettuto sui commenti (in realtà, non erano gli articoli ad essere cattivi nei confronti del metaverso, ma le considerazioni). Sono determinati commenti che costringono poi le persone a dare determinate risposte. Quindi siete voi e i vostri commenti che alla fine avete determinato un’immagine di SL non proprio perfetta.

    Non voler ammettere che tutto funzioni a meraviglia, è assurdo! Non esiste la perfezione, neanche nei mondi virtuali. Fatevene una ragione.

  18. Eva ha detto:

    :
    ”…essere cagati ( parole tue)”…

    Certo. Ma, voglio dire, non avevo in mente te (come la canzone) quando le scrivevo. Io intervengo appresso a te, non su te.

    Come sai, gente che scrive di “virtualità” ce n’è molta. Non solo. C’è stata (e c’è sicuramente tutt’ora) tutta una schiera di esploratori in osservazione delle potenzialità del mezzo. Azioni che, in prospettiva, hanno sempre finalità in qualche modo economiche. Anche osservare le tendenze, per intenderci, può avere questa finalità.

    I tanti buchi nell’acqua cui mi è capitato assistere (o intuire da certe cronache), sono nel più frequente dei casi accompagnati da commenti che, in sintesi, definirei “scettici”. Nulla da ridire, però so benissimo che più di un qualcuno, quando deve rendere conto a qualcun altro del fallimento della propria missione, prima di fare mea culpa (cosa sempre diffficile perché implica una certa umiltà e tale caratteristica è merce rara) accusa qualsiasi cosa possibile e immaginabile esattamente come faceva il personaggio interpretato John Belushi in “the blues brothers”, quando cerca di giustificare il perché si fosse eclissato il giorno delle nozze alla ex-promessa sposa che lo “becca” al distributore.

    Ho quindi il sospetto che parlare di “crisi della Linden”, in molti casi, sia da ascrivere ad una certa acredine che tipicamente nutre chi ha investito, in un mezzo, non pochi soldi veri (in questo caso dietro certo rilascio di regolare fattura da parte della società americana) e non ha avuto da essi il ritorno che si aspettava. Scelte frettolose, ma un certo “buttarsi” mi pare sia incitato da una certa filosofia che si vuole affermata nel mondo del business (permettetemi l’espressione).

    Ripeto, parlare di “crisi della Linden” -se si isola da una comparazione globale- può avere il sapore di autogiustificazione del proprio limite. Altro discorso è affermare che la Linden cala mentre tutti gli altri sono in crescita. A me sembra che cali come un po’ cala tutto. Piuttosto, devo dire, che la Linden nel suo voler essere “tutto”, abbia commesso degli errori. Sopratutto uno: quello di fare concorrenza a Skype. Intanto, come comportamento aziendale, mi pare decisamente “strano”… Per fare un esempio, eBay si è fusa con PayPal, non ha cercato di farsi un “suo” PayPal. Non so se mi spiego.

    Ora, mi si obbietta che il voice è possibile quindi c’è… e lo fa chi gli pare e piace. Giusto, ma mi pare come sostenere che se nella tale macchina fotografica reflex vi è il videogioco è perché “tanto il display c’era” e la memoria, tutto sommato, costa poco.

    Si? Ci rendiamo conto che l’introduzione di un “oggetto” può snaturare il mezzo? Ma occorre sapere bene cosa si produce e, secondo me, la Linden, questo, bene-bene non lo sapeva…

    Ecco, questa secondo me è la vera “crisi della Linden”: il non sapere, all’inizio nemmeno loro, che tutto sommato si trattava di un mondo culturale. A sostegno della mia ipotesi porto il fatto che tale cultura è virtualmente espressa, in prima battuta, proprio dal building che essi stessi hanno reso possibile. Parallelamente, è espressa dagli avatars e dalle loro “azioni”, tutte, nessuna esclusa. Ma parlare di cultura sarebbe stato un discorso complicato e si è preferito dare al tutto un taglio “business o/e educational”, il binomio della felicità che andava tanto una decina di anni fa e che grazie anche alla Linden ha mostrato tutti i suoi limiti.

    Quanto alla crisi, pertanto, è da vedersi. Di certo, se consideriamo la realtà virtuale nell’ambito dell’entertainement più generale (quindi osservando anche ciò che avviene in televisione) è vero che una trasmissione -che azzardo “filosoficamente affine”- come Grande Fratello, ha invece lì cessato di esistere.

    Sorridendo mentre penso alla casuale ricorrenza delle citazioni “emiliane”, pongo due domande: una certa idea di vero è in crisi? Se lo è, perché?

    Scusami se ho divagato, Serena, ma per certi versi mi conosci: non posso farne a meno 🙂

  19. ha detto:

    :
    Magari la immi alla Domenici e te la risolvi in privato la questione.

    Il fatto che attorno all’argomento virtuale fioriscano pareri e opinioni di vario “colore” significa solo una cosa: che l’argomento possiede un suo innegabile spessore, costituito dal suo essere, nel dettaglio di certi particolari, “anche economico”. Se no i pareri, attorno, tenderebbero alla piattura.

    Pertanto, se in questo caso il panorama è vario, ESCLUDO, personalmente, che l’esprimere opinioni in proposito possa generare “questioni da risolvere” con chicchessia.

    Continuando, penso che dividere l’opinione perennemente in due, come previsto dal format di certe trasmissioni televisive, NON è, a mio avviso, un modo valido per conversare attorno a temi “di spessore”. Allo stesso tempo, se la discussione restasse “tra adepti”, sarebbe sterile.

    Mi diverte invece chi esprime preoccupazione verso la “partecipazione” che legge tra le righe dei miei interventi sullo stesso “tema virtuale”. Comincio a pensare, quest’apprensivo, come individuo che se mi sentisse lamentarmi della temperatura troppo elevata del Martini appena servito, subito mi immagina vivere in subordine alla temperatura delle bevande nei locali pubblici. 🙂

  20. serena domenici ha detto:

    ”Sicuro! Ma stare in una realtà virtuale è, almeno dal punto di vista monetario (poi dal punto di vista fiscale è anche un altro problema), un attività assolutamente reale. Come lo è, reale, chi appartiene alla redazione del giornale “x” e che per motivi diversissimi tira fuori un articolato sulla “vita virtuale”, ne decreta la fine perché a lui/lei non l’ha cagato/a nessuno/a e “per questo, mi stanno tutti antipatici: chi credono di essere questi qui?”
    Io, che mi sono sempre chiesta di cosa sopravvive Google”, vorrei suggerire di allargare il fronte e considerare “chi fa i soldi con il virtuale” anche tutta una serie di ‘

    @Eva
    Sorrido nel leggerti…cosa vuoi che ti risponda:). Sono parole già lette e ascoltate dal gruppetto che frequenti tu.
    Se per essere cagati ( parole tue) intendi mettersi in mostra o peggio anelare a far parte di gruppi o branco che dir si voglia, no grazie, non è stata mai la mia ambizione.
    Portami una sola persona qui, che dica io abbia sgomitato. Per essere simpatica a tutti, mi sarebbe bastato fare articoli dove dipingevo un mondo perfetto, dove tutto era perfetto. Ho scritto un articolo che poi tra un commento e un altro ha preso un’altra piega, facile che accada e nessuno ci può far nulla. Onestamente non ho scritto nulla contro nessuno in particolare, ma ho solo scritto cose risapute.
    Anche io avrei da ridire sui tuoi articoli, ma non mi sono mai permessa di lanciare dei giudizi, in primis perché entrambe scriviamo per lo stesso giornale e poi perché non mi appartiene , come non mi appartiene elemosinare attenzioni che non voglio.
    Mi arrendo però all’evidenza che non essere ipocrite costa spesso un prezzo di scocciature e io qui ci sto anche per divertirmi.
    Io ho miei cari amici in SL non mi interessa altro e di certo mio malgrado non passo inosservata, forse è questo che ti ha fatto uscire dal seminato?
    I miei ossequi.

  21. Holden ha detto:

    Eva ma ti arrampichi sempre sopra gli specchi. Certo il virtuale può essere fonte di guadagno in alcuni settori, te lo sottoscrivo, settori seri però, che fanno capo ad altro. Ma cosa c’entra sl? Su second life in passato qualcuno avrà pure guadagnato e qualcuno oggi, ci ricava qualche sfizio, ma siamo seri però e si smetta di dire sciocchezze. Sono d’accordissimo con la tesi del Giampi. Non basta vendere qualche vestitino, e poi siamo certi che dietro ad alcuni marchi un po’ più conosciuti non ci sia sempre la linden? Ho visto tra l’altro una schiera di terreni con su scritto fittasi e alcuni con tanto di sconti. Non mi pare ci sia attualmente una situazione florida, ma ovunque non solo nel virtuale. Poi ti lanci in considerazioni personali che mi sanno di rododentro francamente. Vorrei leggere commenti attinenti all’articolo, non disquisizioni personali. Magari la immi alla Domenici e te la risolvi in privato la questione. A me non frega del Metacosmo o di altro, ogni tanto entro su second life, prima più spesso. Non entro più come prima, perché mi sembra di assistire tra gli italiani ad una pantomina. Preferisco frequentare comunità straniere.

    @Melusina in quale mondo vivi? Le donne in sl sono più considerate? Non ci posso credere. Io ho amiche che si lamentano in continuazione a dire il vero, tra l’altro subiscono la forte concorrenza delle finte donne, che sono in tantissime su second life e tutte esperte informatiche guarda caso. Poi un’ultima considerazione rivolta a tutti: ha senso secondo voi avere notorietà solo all’interno di un mondo di pupazzi in anonimato? E’ molto più interessante e soddisfacente se riesce a valicare i confini. Infatti apprezzo molto di più iniziative come quelle del Gruppo Imparafacile, allora si che alcune cose avrebbero senso.

  22. ha detto:

    :
    “Vi svelo un segreto: lo stipendio lo guadagnate (forse) lavorando nella vita reale e non in second life!”

    Sicuro! Ma stare in una realtà virtuale è, almeno dal punto di vista monetario (poi dal punto di vista fiscale è anche un altro problema), un attività assolutamente reale. Come lo è, reale, chi appartiene alla redazione del giornale “x” e che per motivi diversissimi tira fuori un articolato sulla “vita virtuale”, ne decreta la fine perché a lui/lei non l’ha cagato/a nessuno/a e “per questo, mi stanno tutti antipatici: chi credono di essere questi qui?”

    Io, che mi sono sempre chiesta di cosa sopravvive Google”, vorrei suggerire di allargare il fronte e considerare “chi fa i soldi con il virtuale” anche tutta una serie di “esperti”.

    Infine, cito un caso che accadde tempo fa e che ritengo illuminante. Ora non mi ricordo bene il periodo esatto ma ritengo accadesse verso la fine degli anni ’90 che i vertici di una notissima industria chimica, sulla base di un boom non avveratosi nell’arco del lustro già predetto dagli esperti… affermarono che nei riguardi della fotografia digitale si poteva affermare che era stata un fiasco come, del resto, il photo CD e altri tentativi.

    Come poi sono andate le cose, è sotto gli occhi di tutti. Compreso il fatto che le macchine a forma di uovo dei primi tempi, che nacquero pensando che il pubblico digitale volesse fare le foto sentendosi sullo spazio, NON si sono affermate.

  23. Giampiero ha detto:

    Cara Melusina,
    ma tu ci credi davvero?
    e tu pure, Claudio, e tu, Paula, credete davvero che andrete in pensione con i contributi previdenziali versati in sl?

    Svegliatevi!
    Vi svelo un segreto: lo stipendio lo guadagnate (forse) lavorando nella vita reale e non in second life!

    Va bene che le persone credono a ciò che desiderano credere, ma c’è un limite a questo delirio.
    Capisco immedesimarsi nel gioco, ma pensare di trarci un serio guadagno è da clinica psichiatrica oppure è in malafede.

    Ammesso e non concesso che in secon life ci siano “tre” persone che a fine mese portanto a casa qualche pezzo da cento Euro mi sembra ridicolo far credere a qualcuno che questa attività virtuale possa sostituire i proventi della nostra vita lavorativa reale.

    Certamente è una tesi suggestiva….guadagno divertendomi, pensa un pò! è il sogno di tutti no? purtroppo però è solo una suggestione.

    Restate con i piedi per terra: in second life non c’è nessun grande business, nessun successo di massa. Second life è un prodotto di nicchia per alcune decine di migliaia di persone in tutto il mondo.

    Non gasatevi se avete un negozio virtuale o fate una mostra: non siete nè auchan, nè pierre cardin e neppure picasso. Mi rendo conto che è triste, ma è la sacrosanta verità.

    Celebriamo dunque il funerale di una persona mai nata.

    1. claudiocastelli ha detto:

      Negare sempre, anche l’evidenza… di fronte a ciò non si può fare nulla che non dire: “Sì @Gianpiero, hai ragione”…

  24. ha detto:

    Accidenti!
    Volevo commentare questi interessanti spunti, ma ho scritto quasi un pamphlet, disordinato e prolisso. Improponibile qui.
    Allora ne estraggo qualche pezzettino, forse su aspetti marginali della discussione, ma tant’è…
    Chiedendo venia per la loro erraticità e il loro disordine nella concatenzazione.

    1.
    E’ a mio parere giusto riferirsi all’ormai antica bufala dei media sulla “morte di Second Life”, perché ha rivelato la radicale diversità di prospettiva fra giornalismo tradizionale e atteggiamento degli sperimentatori (tecnici o solo “esistenziali” o “estetici”) del virtuale: i media funzionano secondo la logica perversa dello scoop, e qui hanno fatto un piccolo capolavoro, arrivando a trasformare in sensazionale notizia anche la “fine” di qualcosa che loro stessi s’erano inventati (la “loro” SL degli affari). Ricordo un recente articolo di una giornalista di Vogue Italia che ripeteva (dopo tre anni abbondanti) la litania della morte di SL, corredando l’articolo di foto in cui si vedeva benissimo che non ne aveva alcuna esperienza, sia per l’avatar e i vestiti che indossava (che per una giornalista di moda è il colmo, disponendo in SL di un guardaroba potenziale che nemmeno Anna Wintour…), sia per i luoghi in cui era (si suppone casualmente) approdata.
    L’errore di prospettiva è chiaro, dunque, ma non fa male ripetere il suo svelamento, perché il luogo comune è duro a morire (d’estate poi, quando manca il delitto eclatante, molti giornali aprono i cassetti e riesumano volentieri logori cliché: mi aspetto quindi a breve qualche geniale ripresa del “funerale” ai mondi virtuali, come pure qualche acutissimo rinverdimento della denuncia della cultura della raccomandazione o qualche esclusivo scoop sul baronaggio universitario). Ma che ci vogliamo fare? Anche le penne più sottili devono pur riempire il piatto!
    Ma il tema di Aquila è diverso e molti spunti dei commenti sono centratissimi.
    Così sono indotta a infliggervi anche i miei sull’argomento. Ma prometto asciuttezza.

    2. Perché stare nei mondi virtuali?
    Tutto parte da una qualche mancanza in RL, con evidenza. Ciò non significa che l’esperienza virtuale sia una rivalsa o un surrogato immaginario. Riflettiamo su un dato semplice ed evidente: il grande ruolo, sicuramente molto maggiore che in RL, delle donne in SL. Non ci sarà un collegamento con le palesi difficoltà (statisticamente dimostrate) a esprimere la loro creatività e capacità nel “reale”?
    La mia è una prospettiva “esistenziale”. Qui credo risiedano le motivazioni e le ricchezze dell’esperienza virtuale. Una palestra per l’autostima, per godere delle proprie capacità e per scoprirne di insospettate.
    E fra queste, quella di relazionarsi in maniera più serena e disinteressata con altri (avatar).
    Fin dai miei primi giorni in SL mi sono sempre venuti in mente dei versi di B.Brecht: “E noi che amammo la gentilezza non potemmo essere gentili”. Ecco, la POSSIBILITA’ di essere “gentili” è a un tasso più elevato in un mondo virtuale.
    Secondo, la CREAZIONE. Che si tratti di una sedia o di un intero sistema planetario, o di un’impresa, l’entusiasmo generato dal creare qualcosa è una spinta irresistibile, e qui SL vince di gran lunga sugli altri mondi, dove questo aspetto è meno centrale.

    3. SL e altri mondi
    Ho esperienze limitate di altri mondi. Solo un tentativo su Avination, con SIM, negozi e tutto (compreso il tormentoso uso di Second Inventory nell’illusione di trasferire il mio “patrimonio” di creazioni e oggetti.
    Perché è finito, il tentativo? Diversi livelli di spiegazione: le insormontabili difficoltà tecniche, la dinamicità inevitabilmente scarsa di un mondo a bassa frequentazione (pochi agenti nell’economia del mondo, ad esempio), la tendenza dei “governanti” a fissare regole eccessivamente personali e rigide, ma soprattutto, il TEMPO. Il tempo è ciò che unisce reale e virtuale: è unico per entrambe le dimensioni. Non possiamo sottrarre più di tanto al tempo del sonno, del lavoro, delle relazioni sociali in RL.
    E un’esperienza piena e soddisfacente in un mondo virtuale (che significa FARE, creare, inventare, inventarSI) richiede tempo.
    Quindi si tratta di scegliere. E la scelta non può che avvantaggiare un mondo in cui l’accumulo di esperienze, di cose, di persone, di luoghi ha raggiunto una massa critica tale da rendere ogni giorno una scoperta.
    Non sono di quelle che vogliono cambiare la tappezzeria del salotto ogni 4 mesi. tendo ad essere conservatrice. Ma anche gli spiriti più inquieti, credo possano trovare, ad esempio nell’incredibile ricchezza di SL descritta nei libri “scoperti” e presentati da Salazar su queste stesse pagine (grazie Salazar!), almeno una (vera) novità al giorno (poco importa se si tratta di cose create o nate anche nel Mesozoico di SL).

    Basta, basta!
    Ho i crampi alle dita, vorrei evitare ai lettori i crampi ai muscoli dei bulbi oculari!

    1. serena domenici ha detto:

      @Melusina
      Ormai mi sono stancata di spiegare il senso del mio articolo, e quindi non lo farò più…tanto chi vuol vederci il ‘marcio’ lo farà a prescindere dalle mie mille e più spiegazioni.

      Entro in merito ad altro però…
      Tu affermi che le donne nel virtuale abbiano più spazio rispetto al mondo reale.
      Beh non sono per nulla d’accordo con te, anche se rispetto la tua opinione, ed ora lo motivo:

      Io nel virtuale trovo le stesse dinamiche del mondo reale, amplificate. E non mi riferisco ad Sl, ma a qualsiasi contesto di MOndo Virtuale o forum ( ah mi piace scriverlo maiuscolo).

      Anzi ti dirò…sotto alcuni versi mi trovo molto meglio nel rapportarmi con alcuni uomini. Ci sono uomini molto compresivi ed educati,più di alcune e sottolineo alcune, donne, che come ti giri , ti affondano.
      Donne che anche qui,non riescono a far quadrato. Ne ho avuto giusto l’esempio l’altro giorno parlando con te di una determinata questione.
      Nel virtuale ci si può stare per mille motivi, relazionarsi è sicuramente molto più facile, far crescere sincere amicizie molto meno.
      Dire determinate cose non mi rende certo più simpatica a chi crede nel Paradiso Terrestre sotto forma di realtà virtuale. Sono solo realista il bello è il brutto è ovunque, qui come altrove.
      Io al contrario di te, amo l’esplorazione e credo che la storia la faccia il tempo.Sono gusti e scelte , ognuno di noi è un mondo a se. Salazar ha fatto due articoli bellissimi, nulla da eccepire, li ho trovati interessantissimi. Ho notato pure Salazar sulle pagine di Metacosmo, forse una cosa esclude l’altra? Io che però ho scritto del Metacosmo non va bene…la cosa davvero mi fà sorridere. Si possono amare più cose e si può anche parlare non sempre bene di determinati aspetti senza per questo escludere anche il bello. Si chiama pensiero critico. Se dovessi scrivere solo del buono e del bello sembrerebbe una noiosissima cantilena o pappardella imparata a memoria. Si alterna il buono e il cattivo, perchè ,questo è.
      Riguardo la ‘gentilezza’….che dire, io trovo che l’anonimato renda più audaci e quindi sia più facile incorrere in atteggiamenti negativi.
      Lo ribadisco il virtuale è lo specchio del nostro reale per determinati atteggiamenti, ciò non toglie che ci sia anche il bello o non lo frequenterei più questo ‘mondo’.
      Starei attenta però a sublimarlo o a scagliarmi addosso a chi pensa che esista sempre il rovescio della medaglia.
      Sai alle volte penso, che questa difesa ad oltranza di determinate persone , nasconda un malessere intimamente nascosto. Il voler negare a se stessi o voler giustificare troppo a se stessi determinate cose.

      Ovviamente è solo un mio parere:)

  25. Paula ha detto:

    Confermo quello che dice Sacha. Miei amici giapponesi sono già attrezzati con schermo 3D, Kinetics e altri attrezzi. E’ ovvio che la loro percezione di SL è completamente diversa dalla mia… e intendo proprio a livello sensoriale. Già, curioso eh? La propria percezione di SL è direttamente dipendente dall’hardware utilizzato.
    Per quello che riguarda il discorso economico, faccio notare che il livello dei freebies è enormemente migliorato, e che per le attrezzature “di base” oggi basta spendere 10 linden per avere un avatar che anche solo due anni fa ne costava migliaia.
    Non soppravvivono le attività che insistono a vendere cose vecchie, mai ottimizzate, inutilmente primmose. E ovviamente c’è la crisi di mezzo, certo che la gente spende meno o meglio. Ma non è un male, credo.

  26. ha detto:

    :
    Ma per quale motivo scrivete Mondo Virtuale in maiuscolo? Però, siamo ancora qui a parlare del 2007 e la bolla e lo sboom… non è un po’ noioso?
    Personalmente non mi pongo così tanti problemi, SL e le sue varianti OpenSim sono degli strumenti che permettono di esplorare nuove esperienze creative a di comunicazione, quindi che bisogno c’è di menarsela così tanto? Vado e faccio, quale è il problema?
    Vedo che Serena non rinuncia anche qui a continuare col suo brontolio. Fattene una ragione Serena, su SL c’è gente che qualche soldo riesce a guadagnarlo come vero e proprio lavoro. Certo, magari il negozio della tua amica non vende tanto. Ma da qualche altra parte ce ne sono certi che fanno profitti giganteschi (per esempio, Gabriel).
    SL è troppo grande per poter pensare di trarre una visione generale dalla propria personale esperienza. Quante sim potete dire di conoscere realmente? Se dico 100 penso sia tanto. 100 è lo 0,7% delle sim di SL. Veramente pensate di conoscerle tutta SL e di poter dire “SL è questo”? Basta cambiare orario e sembra tutto diverso…
    La cosa irritante è questa petulante presunzione di poter decidere e definire cosa è o non è SL in base a limitate opinioni e probabilmente scarse esperienze personali.
    Questo è poco serio per un blog che si propone di essere una rivista (mia opinione personale, ovviamente). Delle “battaglie di principio” (???) ce ne facciamo poco, e personalmente ne farei proprio a meno.

    Non me ne parlare… Pensa te che anche io pensavo “vado e faccio”, ma poi mi vedevo transitare grandi opinioni su quotidiani come La Repubblica ed altre pubblicazioni qui e là di gente che in pochi mesi, grazie alla propria personale sagacia e attitudine, aveva capito tutto sul “virtuale”. Ma, dovevo capirlo, si trattava di “esperti di comunicazione”, gente che sa “leggere” (e anche scrivere) 😯

    Tra me e me, sentendo certi discorsi, pensavo: “Vediamo cosa succede quando il megagruppo tessile entra in SL e magari risulterà che vende meno di Takeza Yosina, personaggio pseudogiapponese di mia invenzione, owner della nota casa stilistica Yoshina Fashion di altrettanta mia invenzione che vende cose migliori di loro e pure a un terzo del prezzo… Già, tutto di mia invenzione ma, chi si guardava attorno (cosa che è sempre opportuno fare) sa benissimo che a monte esistono nomi veri e che pure la mia ipotesi non è remota.

    A questo punto se spuntano personaggi che, magari, raccolgano firme per fare una legge che renda fuorilegge le Takeza Yoshina, proprio perché conosco SL, non mi sorprenderebbe affatto. Io non “buildo”, ma mi diverto così. 🙂

  27. Paula ha detto:

    Ma per quale motivo scrivete Mondo Virtuale in maiuscolo? Però, siamo ancora qui a parlare del 2007 e la bolla e lo sboom… non è un po’ noioso? 🙂
    Personalmente non mi pongo così tanti problemi, SL e le sue varianti OpenSim sono degli strumenti che permettono di esplorare nuove esperienze creative a di comunicazione, quindi che bisogno c’è di menarsela così tanto? Vado e faccio, quale è il problema?
    Vedo che Serena non rinuncia anche qui a continuare col suo brontolio. Fattene una ragione Serena, su SL c’è gente che qualche soldo riesce a guadagnarlo come vero e proprio lavoro. Certo, magari il negozio della tua amica non vende tanto. Ma da qualche altra parte ce ne sono certi che fanno profitti giganteschi (per esempio, Gabriel).
    SL è troppo grande per poter pensare di trarre una visione generale dalla propria personale esperienza. Quante sim potete dire di conoscere realmente? Se dico 100 penso sia tanto. 100 è lo 0,7% delle sim di SL. Veramente pensate di conoscerle tutta SL e di poter dire “SL è questo”? Basta cambiare orario e sembra tutto diverso…
    La cosa irritante è questa petulante presunzione di poter decidere e definire cosa è o non è SL in base a limitate opinioni e probabilmente scarse esperienze personali.
    Questo è poco serio per un blog che si propone di essere una rivista (mia opinione personale, ovviamente). Delle “battaglie di principio” (???) ce ne facciamo poco, e personalmente ne farei proprio a meno.

    1. serena domenici ha detto:

      @Paula per la prima volta ti do ragione.
      Non avrei dovuto polemizzare con te e lasciarti parlare a vanvera da sola.
      Però ‘permettimi’ una precisazione, sempre che non ti arrechi molto fastidio eh!
      Gabriel di certo vende , più di tanti, ma gli tieni ultimamente tu la contabilità?
      E non parlavo di negozi di amici, sono andata in giro a chiedere. Io mi documento prima e spero che qualcuno mi conceda anche una intervista per poterlo tra l’altro provare.
      Poi se è noioso ciò che leggi,perché lo fai? Sei masochista?
      Conocevo una persona che la pensava come te, salvo poi scoprire che nel suo blog pratica il copia e incolla. Almeno qui ognuno di noi ci mette le proprie idee , con tanto di documentazione dove è possibile trovarla.
      Una cosa è certa non ho più nulla da ribattere, non vorrei iniziare stupide querelle anche per questo articolo, se non altro per rispetto a chi lo ha concepito.
      I miei saluti

      1. Claudio MacFanatic ha detto:

        Serena, io ho fatto i nomi, ma tu li hai ignorati, e non sono persone di cui ho sentito parlare, ma li conosco direttamente, quindi non parlo per slogan o per sentito dire!!!
        Pensa che non so nemmeno chi sia questo Gabriel.
        Ma concordo con @Paula:
        “SL è troppo grande per poter pensare di trarre una visione generale dalla propria personale esperienza.”
        Dici di esserti documentata? si vede non abbastanza…
        Ad ogni modo, concordo sul fatto che la crisi ha colpito anche SL, gente che prima vendeva parecchio e che ora si è vista calare i profitti, gente che prima vendeva appena appena e che ora non vende più… ce ne è per tutti i gusti…

  28. ha detto:

    Aquila, leggo il termine “bufala” come “abbaglio”. Le interpretazioni del metaverso risalenti al 2007 o 2008 erano, secondo me, affrettate e semplicistiche nel loro cercare di conquistare pubblico come audience. Comunque, dal 2007/8 sono cambiate molte cose.

    Pensando al passato, è indubbio che nelle presentazioni di questa innovazione vi fosse una “visione”. Essa era descritta nei termini comprensibili dalla cultura imperante, genericamente ignara di autori come William Gibson, per esempio. La filosofia del “web 3D” era, né più né meno, il filo logico che traslava lo spettatore televisivo nel suo stadio finale consistente nella completa digitalizzazione della propria identità. Ovvero una finalmente accessibile realtà televisiva dove essere veri.

    Senza riflettere, il “web 3D” veniva quindi presentato sopratutto nel suo aspetto speculativo, che, ovviamente, le aziende e altri interessati alla comunicazione hanno esplorato. I risultati sono stati deludenti e perché le di allora “analisi” si rivelavano inaffidabili rispetto a una realtà che era, invece, tutta da comprendere. Per alcuni questa comprensione era ed è tutta una questione di voice e foto. Dovrebbero leggersi “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” di Benjamin. Per iniziare.

    In Italia c’è chi sostiene che fare certe citazioni, specie quando si scrive male come scrivo io ;-), è NON parlare come si mangia. Ovviamente possono pensare quello che vogliono ma sono sicura che i vertici aziendali, da cui più di un qualcuno pretende di essere pagato, vanno più al sodo di questioni di puntini sulle “i”.

    In ogni caso, per smorzare il fallimento analitico, si pensa di sventolare il fatto incontrovertibile, avvallato dal fiorire di alternative, che oggi il metaverso è in crisi (il “metaverso”, poi, sarebbe Second Life e basta).

    Nulla mi toglie dalla testa che ‘set storie della “crisi” si tratta di:
    1) voci che trascurano il fatto che un pubblico maggiormente maturo è economicamente più oculato;
    2) la solita manifestazione di chi pensa che o le cose sono come dico io, o altrimenti il mondo sta andando a rotoli.

    Saluti.

  29. serena domenici ha detto:

    Aquila, tu sei entrato nello specifico, hai approfondito l’argomento insomma…
    Io ho presentato semplicemente un nuovo MondoVirtuale che mi ha entusiasmata, l’ho fatto senza secondi fini, non conoscevo tra l’altro nemmeno i promotori e i finanziatori del progetto. E l’avrei fatto anche se, invece di Metacosmo, si fosse chiamato ”Mondocicoria’.
    Ho accennato alla crisi di Second life ,(tra l’altro a torto o a ragione notoria a tutti). In sintesi ho scritto in parte quello che hai scritto tu e cioè: Second life è stata indiscutibilmente la storia, ha scritto la storia e nelle intenzioni aveva un progetto molto ambizioso da portare a termine, ma per una serie di motivi questo sogno in parte si è infranto. Colpe o non colpe ora non discuto questo…discuto l’accanimento e le fette di prosciutto sugli occhi. L’evoluzione non si ferma mai, in nessun campo, così la sperimentazione…Sugli errori si costruisce ed elebora e col tempo magari ci si migliora. Non comprendo perché bocciare a priori il sorgere di nuovi contesti virtuali e non mi riferisco solo al Metacosmo. Diamogli il tempo di dimostrare i loro progetti e soprattutto un po’ di sano orgoglio nazionale no? Invece ecco farsi avanti gli addict di Second life o più banalmente qualcuno a cui sto io sulle gonadi attaccare un articolo non nei contenuti, ma sul nulla: Lag si, lag no…Mac, si ,Mac no…C’è un loro sito che spiega benissimo tutte le loro difficoltà tecniche in corso di soluzione. Eppure Claudio fà finta di non leggermi, Paula si fà quattro risate sulla lag e al solito si caotizzano discorsi che invece potrebbero essere interessanti per tutti.
    Di certo qualcuno guadagnicchia su Second Life o non pagherebbe affitti o altro per mostrare la propria mercanzia. Ma da qui a dire altro ce ne corre…Proprio ieri ho parlato con alcuni coimmercianti che mi hanno detto, di come le vendite siano sensibilmente calate e che il gioco non vale più la candela. Solo qualcuno e si contano sulla punta delle dita , riesce a ricavarci uno stipendio dignitoso, e non è detto duri,visto la crisi. Affermare però, che second life sia lavoro e arricchimento è un’eresia. Dov’è il personale? Quanti posti di lavoro può dare e a chi?
    Non si comunica o discute a suon di slogan o per sentito dire, e soprattutto non si millantano rapporti, conoscenze o peggio si demonizza il lavoro altrui per frustrazioni personali. Allora io sono la principessa Taitù e su second life ho portato i regnanti di Spagna a farsi un giro, e pare che si stato avvistato il re , nei locali più particolari di Sl.
    Dai su su…basta!
    Si può discutere se una cosa piaccia o meno e si chiama libertà di espressione, tutto il resto sono cazzate se non supportate da fatti.
    Io mi auspico invece che Second life, non muoia mai e che trovi con il tempo altre strade da battere e che soprattutto impari a comunicare con i suoi utenti tutti…Il fallimento eventuale di Second life ,sarebbe disastroso per tutto un contesto di Mondi Virtuali…forse o forse no…ecco, questo è un altro tema che meriterebbe approfondimento.
    Quindi lunga vita al Metaverso e a chiunque abbia voglia di sperimentare e progettare a qualsiasi parrocchia appartenga.

    P.S.
    Scusami se mi sono dilungata troppo, ma ho approfittato per chiarire alcuni punti,rimanendo in tema col tuo articolo.

    Ciao a tutti

    1. Claudio MacFanatic ha detto:

      Io ti ho letto, ma non ho trovato nulla sulla loro pagina FB, se metti il link mi fai un favore… se non ti ho risposto, è semplicemente perché avendoli contattati direttamente mi aspettavo una risposta da loro, ma nulla…

      Per il resto io sono concorde con tutto quello che dici, di grid ce ne sono tante e ognuna segue la sua strada, così come ho visitato craft, avination, opensim e altre, e ognuna ha delle caratteristiche più o meno nascoste, volevo vedere pure questa… capire cosa la caratterizza.

      SL bene o male ha fatto la storia, altre grid sono nate dopo e tutte più o meno valide, ma la nascita di una grid, non giustifica le affermazioni denigratorie che fanno di SL una grid morente.

      Inoltre dire che una grid è più bella dell’altra, o ancora peggio sparlare di una grid a favore di un’altra è quantomai una politica misera…

      Ma una domanda mi sono sempre posto ed è la stessa che tutti mi pongono quando parlo di altre grid:

      “E’ vero SL ha i suoi problemi, ha i suoi pro e i suoi contro (come le altre grid, nessuna esclusa).
      Ma in SL bene o male abbiamo tutti un inventario che ci è costato, che facciamo buttiamo tutto per ricominciare da un’altra parte?
      E non venitemi a dire che basta esportare tutto l’inventario e re-importarlo perché verrebbe dire fare una cosa illegale, che poi chi si è spostato lo abbia fatto e che tacitamente lo si faccia, è un’altra faccenda (lo dico con cognizione di causa perché più di una persona mi ha chiesto come fare).”

      Ecco io a questa domanda non so dare una risposta…

      Per quanto riguarda le aziende su SL ti rimando alla risposta che ho dato nell’altro articolo… (mai detto che diventi ricco, ho semplicemente detto che c’è qualcuno che con il lavoro su SL ci campa)

      1. serena domenici ha detto:

        @Claudio

        C’è scritto del perché non vada ancora il Mac…

        Io non ho parlato male di SL, non nel senso che dici tu…mi sono limitata a dire cose che stiamo ripetendo tutti in questi giorni e che già si sapevano.

        Claudio neanche a me va di perdere il mio inventario, eppure un giorno potrebbe capitare mio malgrado. Si può importare solo ciò che si è creato da se o quello che hai acquistato col permesso dei creators.E’ illegale tutto il resto.

        Per il resto continuo a pensarla come ho già ampliamente descritto. Percepisco in te la buona fede su ciò che affermi, almeno non commenti giusto per attaccare o denigrare come Paula. Ti consiglio però di rivedere alcune tue posizioni,perché molte cose sono cambiate in tempi recenti.

        Ah Ti assicuro che non ho nulla contro Second Life , piuttosto ce l’ho con determinati atteggiamenti di chi lo popola…non tutti per fortuna.

  30. sacha bowie ha detto:

    Mi piace questo articolo e concordo.
    Sarebbe da approfondire e ampliare per quanto riguarda il futuro del virtuale in generis nella società, ma se non altro è un inizio per la riflessione del ” dove stiamo andando”.
    Indubito che la moda lanciata dal Giappone, di intere categorie di ragazzi che oggi si rifiutano di vivere un mondo che pensano non “gli calzi”e che quindi si rinchiudono nelle loro camere a contatto solo col virtuale, tenderà, specialmente in questi periodi critici, sia sotto il profilo sociale che economico ( meno interazione con gli altri, meno sicurezze, meno viaggi) a portare maggiori residenti , alcuni per carenza di alternative utili con i mezzi a disposizione, altri per curiosità e altri ancora in fuga da una realtà diventata
    limitante e scomoda.
    In Giappone lo sviluppo del virtuale verte all ampliamento sensoriale che, come si puo ben intuire, attirerebbe l interesse di tutti coloro che , per una ragione o per l’altra già vivono una
    “seconda vita”.
    Che dire? su questo ci sarebbe da discutere… un ampliamento sensoriale potrebbe fare cadere la già scarsa interazione tra i giovani? o la migliorerebbe?
    Tutto questo “sviluppo ” o il fallimento dello stesso sarà, come sempre , determinato dall’interesse delle grandi società di innovazione e tecnologia , a seconda dei prodotti che reputeranno adatti al guadagno. Staremo a vedere 🙂

    1. serena domenici ha detto:

      @Sacha
      Il tuo intervento investe un altro tipo ancora di tematica…Già!…Dove stiamo andando? Cosa cerchiamo e vogliamo da un MondoVirtuale? Credo che ormai la rete in generale e l’affacciarsi di nuovi mondivirtuali offrano qualsiasi cosa si cerchi. Chi vuole il cazzeggio, trova da cazzeggiare, chi vuole stordirsi, troverà da stordirsi…e via di seguito all’infinito…
      Non è e non deve essere una guerra tra i vari mondi…
      Piuttosto se vogliamo affrontarlo da questo ‘lato’ il discorso,perché questa fuga dal mondo reale al virtuale in generale?
      Cosa ci porta a trascorrere molte delle nostre ore libere e non in rete? L’utenza italiana è simile alle altre utenze?
      Preferiamo più stordirci o vedere la rete come mezzo per crescere in altri settori?
      Mille domande e mille risposte , tutte eventualmente interessanti.

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