FASHION: espressione artistica e dintorni…

Da circa 3 anni mi imbatto in quesiti riguardanti un eventuale guadagno che l’avvio di un’attività inerente l’ambito della moda porterebbe su sl…  Dopo aver frequentato due scuole per modelle,  aver sfilato per tanto tempo e tenuto due corsi per aspiranti modelle, ho iniziato ad organizzare sfilate per la “Darna dream fashion”. Un anno di lavoro in quest’ambito seguendo tutti i dettagli, mi ha fatto toccare con mano dalle scalette, alle descrizioni abiti, dalle  presentazioni per lo speaker , alle prove ed organizzazione delle uscite delle modelle, dalla scelta della musica ai rapporti con gli stilisti e le stiliste. Pian piano è maturata in me la voglia di usare il pc per fare ciò che amo in rl: disegnare. Ho creato così il marchio SJ Fantasy. La curiosità mi ha spinto quindi ad intraprendere anche questa strada e   tra le tante cose con pazienza imparate, mi sono resa conto col tempo che ci sono dettagli che sfuggono ai più, proprio perché non si conosce il percorso attraverso il quale si creano abiti. Pasticciando con i programmi di grafica da perfetta analfabeta, da sempre ho considerato la creazione di capi un modo differente per esprimere se stessi attraverso Sl… In pratica questo mondo mi è servito più o meno come un foglio di carta ad un pittore o un quaderno con una penna ad uno scrittore…. Girovagando per atelier, fortunatamente non è difficile imbattersi in artisti che provano ancora il gusto per l’uso delle linee, la pignoleria maniacale per le ombre e la voglia di rendere le creazioni sempre più realistiche, in una perenne sfida con se stessi! Da subito appare chiaro come in questo tipo di approccio la previsione di un eventuale guadagno resti una condizione non necessaria o comunque secondaria rispetto all’espressione artistica di sè.  Di solito però la partenza e l’obiettivo ambito dai più, oltre ad una sfida con se stessi,  è quello del business. La logica è quella di produrre tanti capi sempre diversi, disperdendo la minor quantità di tempo ed energia, riciclando spesso le textures (stoffe digitali), o gli sculpties (tutto ciò che si attacca all’abito e che ha uno “spessore” utile a rendere un disegno molto più realistico) già posseduti, camuffandoli o variandoli il meno possibile.  Qualche mese fa parlando con un’amica critico d’arte e professoressa di pianoforte, mi si è delineato un quadro più preciso della situazione: chiamata a criticare un’opera moderna, che voleva rappresentare il vuoto di valori interno all’uomo, con una sedia di legno vuota all’interno di un vuoto spazio, la mia amica ha  definito, non senza provocazione, quella  creazione una sedia di legno!… Ha aggiunto poi che un artista deve saper dimostrare tecniche  di base talentuose e in continua evoluzione, su cui far poggiare poi i suoi lavori.  Perché vi ho annoiato con questo esempio?  Beh semplicemente per affermare che qualsiasi persona che un minimo si barcameni all’interno di un programma di grafica quale GIMP ad esempio (free scaricabile on line), può prendere una foto di una sfilata reale, tagliare tutto ciò che non c’entri con l’abito, adattare quell’immagine ai TEMPLATES (i modelli sui quali viene disegnato un abito perché possa essere importato su sl) e venderlo a cifre esorbitanti perché STRAORDINARIAMENTE realistico!!! Questa operazione richiede pochissimi minuti, sinceramente però non sono state messe in campo capacità espressive o artistiche o creative apprezzabili che giustifichino costi dai 1000 LINDEN in su. Altro discorso  è invece afferrare una penna grafica e disegnare su una texture rielaborata o addirittura creata dall’artista, un abito da zero, arricchendolo con dettagli, studiando le ombreggiature necessarie, pensando a come far combaciare il fronte col retro, a come fare eventuali strappi o applicazioni di differenti stoffe…. Questa operazione può richiedere ore, a volte è necessario lasciar “decantare” un abito perché non soddisfa e riprenderlo in mano giorni dopo, modificandolo di volta in volta, sulla strada della propria perfezione mentale mai raggiunta. In questo caso eventuali prezzi alti sarebbero maggiormente giustificati! La cosa strana però è che mi capita spesso di imbattermi in abiti DISEGNATI che costano molto meno rispetto ad abiti RITAGLIATI da capi reali!!! Pensate a Bare Rose che disegna tutte le sue creazioni che non costano tra l’altro mai più di 200 linden !! Ognuno ovviamente acquisterà secondo il gusto personale, ma trovo che sia corretto avere gli strumenti per poter scegliere ciò che si compra: da cosa riconosciamo un vestito preso da una foto real?  Importando una foto spesso i tagli di un corpino o di una camicia devono sottostare ai movimenti e piegature di un’eventuale modella che li indossa, perciò sono meno precisi. Per lo stesso motivo le plissettature frontali non continuano esattamente sulla parte posteriore dell’abito… Fondamentale la zona quindi sotto le braccia dell’avatar e quella del collo! Inoltre i contorni, le cuciture, sembrano sì più reali, ma vengono sfumate, un po’ “sgranate”. Nelle creazioni “A MANO” invece le linee sono meno “realistiche” ma definite, combaciano e non ci sono “tagli” strani nella stoffa…. Giocate ad allenarvi in questo riconoscimento… Chiunque importi qualcosa di suo su sl, ha diritto indubbiamente ad avere una dignità , ma chi compra deve avere gli strumenti per  scegliere ciò che mette in inventario e gli stilisti poco parlano di questi argomenti, ecco perché lo faccio io 😉

by SILVIAX JOHIN

5 thoughts on “FASHION: espressione artistica e dintorni…

  1. Ellena ha detto:

    Disegnio da quando sono nata sulla faccia della Terra ma vi posso garantire che la moda tradizionale e quella che prevalle su quella artificiale dei giorni nostri.Basta prendere carta e pena per creare un vestito,una scarpa,un gioiello,una borsa …scatenare la propria forza artistica.Fare lavoro proprio inspirandosi alla propria immaginazione lasciando da parte la tecnologia che secondo me non c’entra nulla con l’arte autentica.L’ultimo stillista verro e proprio lo e stato Lee Alexander McQueen definito dalla scrittrice del libro biografico Alexander McQueen(Genius of Generation)Kristine Knox appunto il genio della nostra generazione e da parte di D&G e dell gruppo Gucci ,il grande maestro.Ha saputo imbinare lo spectacolo,la musica,il balleto e la moda in una cosa sola chiamata stile mcqueen-iano.Grande perdita.Aveva ancora tanto da dare nell arte.Per esere stilisti verri e propri bisognia non smettere mai di studiare e di imparare.Mai dirre”io ho imparato tutto’ e mai transformare l’arte in bussines.

  2. ha detto:

    Concordo con Silvia. Il copia incolla spudorato lo ritengo un’ottimo studio per capire come funzionano i template, come si comporta l’abito sulla shape di una donna rispetto a quella di un uomo, come combaciano le linee ecc.. Dopo lo studio subentra la creatività, che da’ ai vestiti freschezza e originalità. Penso che comunque i nostri “clienti” sappiano distinguere il totale copia/incolla da una creazione che ha emozioni 🙂 Almeno lo spero lol

  3. silviax johin ha detto:

    Ciao Patrizia, sì ho disegnato per un anno poi mi sono resa conto che non riuscivo più a prendermi in giro e mi sono aggregata alla schiera dei “sotto i ponti”. Ecco perchè sono scesa dalla soffitta e ho trovato il tempo di scrivere 🙂 Ti auguro un buon lavoro e continua come hai sempre fatto ciaooooooo

  4. Patrizia Blessed ha detto:

    Ciao Silvia, non sapevo che avessi cominciato a disegnare anche tu :D. Devo proprio fare un salto a vedere le tue creazioni è d’obbligo da parte mia.
    Non tutti gli stilisti parlano, spesso molti non parlano proprio e se ne stanno chiusi in soffitta a lavorare silenti. Io condivido pienamente le tue parole e le sottoscrivo, essendo (come sai) una persona che non usa fotografie incollate 🙂 cosa che non ho mai amato molto. Mi sono cimentata solo due o tre volte in questo ma sempre mostrando l’originale a fianco della “riproduzione”. E’ così che si chiama quando c’è la “colla” no?
    Ciaooo

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