La Sanità italiana nel “Metaverso”

Che la Sanità italiana non se la passi bene ultimamente, con il taglio degli investimenti (budget inferiore rispetto al PIL), con la carenza di medici, e con la fuga dei giovani verso la sanità privata o all’estero, è cosa nota. E sono anche note le grandi difficoltà degli operatori sanitari nell’affrontare situazioni sempre più difficili, fino al manifestarsi di forme inaccettabili di protesta, e persino di violenza, da parte degli utenti. Ma in questo quadro di difficoltà occorre anche guardare alle eccellenze che possediamo, in tutti i settori della nostra Sanità, e alle capacità di affrontare temi innovativi come quello degli ambienti virtuali, in cui è possibile erogare servizi e raggiungere quegli utenti che hanno maggiori difficoltà a spostarsi. L’esperienza che vogliamo mettere in evidenza, per il coraggio nell’affrontare temi così innovativi, riguarda il “Primo ospedale nel Metaverso“, realizzato dall’Azienda Ospedaliera di Cagliari.

Il “Metaospedale“, come è stato subito battezzato, è visitabile nel Mondo Virtuale di Spatial (https://www.spatial.io/s/Ospedale-nel-Metaverso-dellAou-di-Cagliari-66f2c59cc23d0d0c2a3d5292?share=1895739676763264962), sia utilizzando un visore di VR che da desktop, tablet o anche da smartphone.

Entrando nella struttura è possibile, tramite dei pannelli, prenotare una visita, pagare il ticket, entrare nel proprio “Fascicolo Sanitario Elettronico” o anche verificare i tempi di attesa del Pronto Soccorso. Al piano superiore è stato creato l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP), in cui si può anche parlare con un operatore umano, ma il Metaospedale è aperto 24 ore su 24. Il progetto è ancora ongoing, e altri spazi e servizi si stanno realizzando, come un reparto per il trattamento e le terapie del dolore e aule per la formazione dei medici.

E’ questa un’iniziativa lodevole e coraggiosa, perchè il rischio di questi progetti, se non vengono calati nella realtà territoriale, è quello che, dopo il primo impatto dettato dalla curiosità, resti inutilizzato dal grande pubblico. Occorreranno quindi delle campagne informative per diffondere l’esistenza di questa struttura, e spiegare chiaramente che il Metaospedale è utilizzabile tranquillamente da PC o anche da smartphone, e non è necessario avere un Visore di VR per accedere ai suoi servizi. E questo perchè l’utilizzo dei visori non è attualmente a portata della grande massa degli utenti della rete, per i costi o anche per scelta, quindi occorrerà spiegare che è possibile utilizzare tranquillamente la “Realtà Virtuale” anche da un browser o da un’App.

Complimenti comunque alla sanità di Cagliari, per questa sperimentazione d’avanguardia, e speriamo che il loro esempio venga seguito da molti altri enti pubblici, non solo nel settore della sanità.

Un saluto.

E adesso al lavoro …

Dopo la sbornia di notizie e previsioni fantasmagoriche sul cosiddetto “Metaverso” è tempo di utilizzare le esperienze migliori, tecnologiche e sociali, per indirizzare al meglio un utilizzo produttivo dei Mondi Virtuali. Sappiamo quali sono le potenzialità di queste piattaforme, e abbiamo visto negli anni e nei mesi scorsi centinaia di progetti e di esperienze di ogni tipo: lavorative, sociali, di svago, ecc. Ma occorre ora porsi nei panni di chi, incuriosito da tutto questo can can, voglia effettivamente capire come e perchè dovrebbe utilizzare un ambiente virtuale per le proprie attività.

Occorre spiegarlo dal punto di vista pratico, in termini di risultati effettivi ottenibili, e non solo perchè essere nel “Metaverso” è (era) di moda, e quindi, in ogni caso, era opportuno esserci. Era la “Paura di essere tagliati fuori”, la FOMA (fear of missing out), sulla base della quale, e spinti dai soliti furbastri che sfruttavano l’onda dell’hype, molte aziende hanno speso a volte anche milioni, senza ottenere risultati di rilievo, lasciando come macerie sedi aziendali vuote e non utilizzate sparse nei mondi virtuali.

A tutto questo si è unito l’arrembaggio dei crypto speculatori, fiondatisi sulle criptovalute e sugli NFT, che hanno alimentato un mercato altamente speculativo e a rischio, che ha lasciato parecchi investitori sul lastrico (vedi il fallimento dell’Exchange FTX). Naturalmente, la tecnologia della Blockchain è straordinaria, così come anche l’utilizzo degli NFT, per la protezione della proprietà intellettuale degli asset digitali, ma la bolla speculativa ne ha pesantemente distorto il significato e nuociuto gravemente alla reputazione della tecnologia di base. E purtroppo c’è stato un battage pubblicitario, interessato e fuorviante, per associare il “Metaverso”, nel pieno del boom, a queste esperienze speculative, danneggiandone gravemente l’immagine.

Superata questa fase (si spera), torniamo ai motivi primari per cui l’utilizzo delle piattaforme virtuali può dare un grande contributo alla gestione delle attività aziendali, o anche per scopi culturali, o istituzionali, o di svago. Discutiamo di cose concrete, facilmente comprensibili e sperimentabili in brevissimo tempo. Vorrei partire qui da tre esempi, in modo da poter misurare obiettivi e risultati, in modo pragmatico, e parlando di processi.

Caso 1 – DIDATTICA: è forse il caso d’uso più sperimentato e diffuso, versatile e adatto ad ogni tipo di esigenza e di utenza, anche scolastica, dai bambini della primaria alle Università. La possibilità di ritrovarsi tutti insieme in un’aula virtuale ha dei vantaggi enormi, in termini di interazione e di socializzazione, inoltre, il rapporto con l’insegnante è diretto e bilaterale, e non si è legati alla geografia o all’ambiente fisico in cui ci si trova.

La costruzione di un’aula virtuale è molto sermplice, anche se può essere valorizzata a piacere con arredamenti e strumenti di lavoro diversi, come schermi, interfacce web, connessione ai repository su cloud, e via dicendo. Ci sono Mondi Virtuali, come “Spatial” in cui addirittura è possibile utilizzare gratuitamente ambienti precostituiti, senza impegno di building o investimenti. E’ questo un caso di studio facilmente utilizzabile, alla portata di tutti.

Caso 2 – AMBIENTE DI LAVORO: l’utilizzo dello smart working, enormemente diffusosi con la pandemia, ci ha abituato a lavorare da remoto, in ambienti di collaboration. I risultati, sia per i lavoratori, in termini di qualità della vita, sia per le aziende che hanno enormemente risotto i costi per le sedi e gli uffici, sono stati notevoli, ed è una realtà da cui non si torna più indietro. Il vantaggio di un ambiente virtuale, rispetto a quello classico di collaboration online, è quello della presenza e dell’interazione continua, fino a ricreare uffici virtuali in cui, indipendentemente dal luogo fisico in cui si trovano i lavoratori, si vive in una comunità, e si collabora fianco a fianco con i colleghi e i responsabili aziendali.

Dal punto di vista della Cybersecurity un’azienda può anche creare una propria piattaforma virtuale privata, adeguatamente segmentata e protetta, a cui i dipendenti possano accedere con la VPN aziendale, previo autenticazione ed autorizzazione. E’ uno sviluppo che potrà avere dimensioni enormi in futuro, e consentirà di superare ampiamente le difficoltà della distanza, dei trasporti, e dei tempi di lavoro.

CASO 3 – SIMULAZIONI: è possibile creare ogni tipo di ambiente, per gli scopi più diversi. Supponiamo, ad esempio, che l’amministrazione comunale voglia ristrutturare una importante piazza del comune, per renderla più vivibile, senza auto, e con maggiori servizi e possibilità di socializzazione per i residenti. E’ possibile creare un digital tween della piazza, in ambiente virtuale, e coinvolgere gli abitanti e i commercianti del quartiere a dare al progetto presentato dall’amministrazione, il proprio contributo di idee, con suggerimenti e critiche. La simulazione può essere poi gradualmente migliorata, tenendo conto anche delle risorse economiche stanziate per il progetto, arrivando ad una soluzione ottimale e condivisa dalla maggior parte dei residenti.

Con questi soli tre esempi potremmo fare proposte concrete ad interlocutori aziendali o istituzionali, per avviare dei progetti pilota intorno a cui sviluppare ulteriormente la presenza dell’azienda o dell’istituzione nei Mondi Virtuali, mano a mano che i vantaggi, ed i risparmi, saranno sempre più evidenti e misurabili. Passi graduali, concreti, ma con enormi prospettive di sviluppo. Naturalmente gli esempi potrebbero essere molti altri, ma qui occorre partire dalle basi, da cose concrete e rapidamente realizzabili, e che, soprattutto, diano risultati oggettivi e misurabili.

Un saluto.

Parliamo di NFT, questi sconosciuti …

Una pillola di tecnologia digitale su un argomento di cui molti parlano senza avere un’idea chiara di cosa siano: gli NFT (Non Fungible Token). E’ molto semplice spiegarli, complicato capire come tecnicamente funzionino, ma di questo non ci occuperemo in questo articolo. Chi avesse voglia di capire il modello ingegneristico che c’è alla base può scrivermi o trovare infinite risorse sulla rete.

Un NFT è un’attestato di proprietà di un token digitale. Un oggetto digitale (di qualsiasi tipo), registrato su una Blockchain (solitamente Ethereum), in modo da renderlo unico, riconoscibile, e sicuro. Ad oggi la blockchain non è mai stata violata da hackers, ed è quindi ritenuta sicura e affidabile. E’ basata su di una architettura decentralizzata (distribuita su molti nodi, senza un gestore unico) che utilizza un protocollo Peer-To-Peer (P2P), come i vecchi Napster e eMule. Le vulnerabilità di una archietettura su blockchain sono nella gestione del “Wallet“, il portafoglio digitale in cui sono conservate le chiavi di accesso, e negli eventuali errori umani nella scrittura di codice per la creazione di “Smart Contract“, ma sono entrambe debolezze esterne, non della blockchain.

Un NFT può anche definire il numero di copie legittime di un token digitale, vendibili separatamente, ma comunque in un numero molto limitato. Ogni copia è naturalmente autentica, così come avviene per le serigrafie, per le opere fisiche, numerate ognuna come copia m di n (2/10 è la seconda copia di 10 create).

Un NFT creato da Mike Winkelmann, in arte “Beeple“, collezionando 5.000 post-it da lui creati giornalmente, è un’opera digitale che è stata battuta all’asta da Christie’s al valore esorbitante di 69 Million $. Molti sono stati infatti gli eccessi speculativi a cui abbiamo assistito, come la vendita di NFT di “Cryptopunks” o di “Cryptokitties“, immagini digitali divenute cult.

Se volete avere un’idea della capitalizzazione raggiunta da questi NFT, il più delle volte creati in intere collezioni, e delle quotazioni in tempo reale, basta andare sul sito seguente:

https://coinmarketcap.com/it/nft/collections/

Sul valore delle immagini digitali si può discutere a lungo, ma sarebbe come discutere del valore di certe croste fisiche, non digitali, anch’esse vendute all’asta e regolarmente acquistate. Del resto, questo è il mercato, l’incontro tra domanda e offerta, nulla di nuovo sotto il sole. La novità degli NFT è la possibilità di attestare in modo univoco la proprietà di un oggetto digitale, come ad esempio una immagine JPG scattata in un Mondo Virtuale.

Questo era difficilissimo fino ad ora, e qualcosa ne sanno gli artisti musicali, con la diffusione nel passato di MP3 pirata dei loro pezzi. Con la registrazione di un NFT si certifica l’origine e la proprietà di un token digitale, così come anche la sequenza di transazioni di compra-vendita.

Certo, esiste la possibilità che qualcuno vada su Open Sea, uno dei maggiori marketplace di NFT, e ne faccia una copia abusiva, ma sarebbe appunto una contraffazione, perchè il proprietario rimarrebbe quello che ha registrato l’NFT o che lo ha acquistato regolarmente, con una transazione registrata sulla blockchain. Il fenomeno della contraffazione è molto diffuso con gli oggetti fisici, dalle opere d’arte ai prodotti di marchi famosi, e l’utilizzo della blockchain anche per loro aiuterebbe a combattere questo fenomeno criminale.

Le immagini che ho riportato in questa pagina, ad esempio, sono immagini registrate sulla Blockchain Ethereum, della serie “Bored Ape Yatch Club”, questo qui sopra, ad esempio, è valutato oggi in 16 Ether, un valore pari quasi a 58.000 $ in valuta ufficiale:

https://opensea.io/collection/cryptokitties

E’ una esagerazione? Sicuramente, ma il nostro giudizio tuttavia è irrilevante, perchè esiste un mercato, e c’è gente che commercializza questi prodotti, il che vuol dire che gli acquirenti ci sono. Perchè li comprano? Per fini speculativi, soprattutto, sperando che il prezzo salga e che possano poi rivenderli con un guadagno. Del resto esistono acquisti allo scoperto per grano, petrolio, cereali, e nessuno se li fa recapitare a casa, sono solo movimenti di trading. Ma ci sono anche quelli realmente interessati all’opera in se, una piccola minoranza ritengo, viste le quotazioni a cui siamo arrivati, ed è il mondo del collezionismo.

Esistono poi tutta una serie di aziende che hanno “tokenizzato” i loro asset fisici, creando degli NFT che possono pei essere portati un in negozio fisico per il ritiro del bene acquistato. Sono state soprattutto le aziende del fashion a sperimentare questi token, ma anche del food e naturalmente del Gaming, con un successo notevole, visti i grandi marchi che sono rappresentati: Nike, Gucci, Dolce & Gabbana, Campari, Coca Cola, McDonald’s, ecc.

La normativa che riguarda gli NFT è ancora da completare, in particolare non sono ancora definite univocamente la stessa natura, e la forma giuridica degli NFT, che siano cioè dei prodotti finanziari, delle merci, o dei titoli. C’è ancora una discussione in corso tra gli esperti di diritto digitale, e occorrerà quindi attendere nuovi ulteriori sviluppi, che dettino delle linee guida più chiare per l’utilizzo pienamente operativo di questi asset, e per dare maggiori certezze a questo nuovo mercato.

Ho fatto anch’io, naturalmente, delle registrazioni di NFT su OpenSea, ed ho anche acquistato un paio di Cryptokitties, giusto per testare la catena di creazione-vendita-acquisto. E’ tutto visibile sul Marketplace, con la storia delle transazioni, i venditori e gli acquirenti. Se qualcuno, per esempio, volesse comprare un mio NFT, con il prezzo che io ho stabilito per la vendita, lo troverebbe qui:

https://opensea.io/collection/untitled-collection-3071590203

Naturalmente il mio è stato solo un caso di studio, ed il prezzo che ho fissato è quello che ho pagato per l’acquisto, poche decine di euro, ma tutti gli step sono stati correttamente eseguiti, per testare il processo di creazione e vendita.

La Blockchain (qualsiasi blockchain) è pubblica, sicura e immutabile, e il registro delle transazioni eseguite, dalla nascita della blockchain in poi (il “Ledger“), è distribuito in copia su tutte le migliaia di nodi della catena. Sono i nodi che elaborano le transazioni, certificandole e inserendole sulla Blockchain, ricevendo un compenso in cryptovaluta per il loro lavoro computazionale (e per l’energia spesa nel “mining“). Di blockchain ce ne sono tante, e la prima nata è naturalmente quella dei Bitcoin, mentre Ethereum è la blockchain più itilizzata per gli NFT, perchè è su Ethereum che sono stati implementati per prima gli “Smart Contract” con cui è possibile creare gli NFT. Tutte queste operazioni sono trasparenti per chi utilizza un Marketplace, ma è questa la tecnologia che c’è alla base delle blockchain. La Blockchain è oggi una tecnologia allo studio delle maggiori istituzioni internazionali, di banche, di operatori finanziari e di aziende, e che trova già molte applicazioni, in particolare per le Cryptovalute, Bitcoin in primis, ma anche per i diversi mercati di token digitali.

Un’ultima osservazione che vorrei fare è che un NFT sarebbe anche il modo migliore per “certificare” la proprietà di un Avatar, oltre che di un territorio nel Mondo Virtuale, creando quindi una sorta di “identità digitale” sul modello dello SPID, che possa consentire l’utilizzo di diverse piattaforme virtuali mantenendo l’univocità della identità dell’Avatar su tutte le piattaforme. Un piccolo tassello di “interoperabilità”, diciamo. Ma questa è un’altra storia … 🦅

NOTA AGGIUNTIVA:

Creare o comprare un NFT, e certificare così il diritto di proprietà di un’opera digitale, non ci mette al riparo da un utilizzo non autorizzato dell’opera. Certo, chi la dovesse copiare non potrebbe attestarne la proprietà sul mercato degli NFT, ma intanto potrebbe farne tutti gli usi non autorizzati che ritenesse. Si tratterebbe di una contraffazione di prodotto, come avviene per gli oggetti fisici, un fenomeno contro cui si lotta da sempre.

E’ bene ricordare che un’opera digitale rientra nella categoria delle “Opere di ingegno” e per un’opera di ingegno e la sua proprietà intellettuale esistono due tipi di diritto: il “diritto morale” che attribuisce all’autore dell’opera il diritto di rivendicare per sempre la paternità dell’opera, anche nel caso di vendita, e il “diritto patrimoniale“, per cui è possibile cedere ad altri il diritto di sfruttamento. Il diritto morale è tutelato, sul mercato degli NFT, con le royalties che vengono riconosciute all’autore ad ogni passaggio di proprietà.

Per tutelarsi anche legalmente dall’uso non autorizzato dell’asset, si può apporre un Watermark sulla foto e registrarne la proprietà presso gli enti competenti per il Copyright, o presso gli enti specifici per i prodotti d’autore (la SIAE in Italia per i brani musicali, ad esempio). Altra strada è quella di tutelarsi consentendo la diffusione dell’opera sotto una licenza Creative Commons (CC). In ogni caso l’autore va dichiarato sulla foto, con il Watermark contenete il nome dell’autore e la data di creazione, inserendo una filigrana visibile sull’immagine, o inserendola steganograficamente con un software, in modo non visibile.

Quindi, in sintesi, la definizione giuridica di un NFT ancora allo stato embrionale, ad oggi, non ci permette di tutelarne legalmente la proprietà, ma occorre seguire le norme giuridiche consuete per la protezione delle opere d’ingegno, qualora lo si ritenesse necessario naturalmente.

Fonti:

Copyright delle immagini: come tutelare le proprie opere sul web (ufficiobrevettimarchi.it)

Come tutelare la proprietà intellettuale? (laleggepertutti.it)

Giù le mani! Ecco i metodi per proteggere le tue foto online (fotocomefare.com)

Scendete dal carro del “Metaverso” crypto speculatori!

Nei due anni appena trascorsi l’Hype sul cosidedtto “Metaverso” ha toccato livelli di diffusione molto elevati, anche se poi l’interesse del grande pubblico è in parte diminutito, da quando il rebranding di Facebook in META ha fatto lievitare enormemente l’interesse nei Mondi Virtuali, che comunque, è bene precisarlo, vivono e si sviluppano ormai da qualche decennio.

Certo, gli sviluppi tecnologici, e il progressivo aumento della capacità di banda nelle connessioni di rete, hanno di molto agevolato questi ultimi sviluppi, così come la concomitante esplosione di interesse nelle tematiche di Intelligenza Artificiale e di Blockchain hanno aggiunto interesse all’Hype. Ed è proprio la presenza queste novità concomitanti, che hanno invaso il campo dei Mondi Virtuali, che ha creato una grande confusione intorno allo sviluppo dei Mondi Virtuali e alle tecnologie che essi utilizzano.

da: cryptonomist.ch

Il problema più grosso è rappresentato dall’invazione, del campo del “Metaverso“, di molta parte dei propugnatori della “rivoluzione” delle Cryptovalute. Molti in perfetta buona fede, intendiamoci, ma sono anche arrivati schiere di speculatori, ansiosi di riciclarsi nel nuovo mercato emergente dopo i disastri e le esplosioni delle varie bolle speculative dei Bitcoin e degli NFT. Queste speculazioni avevano toccato vette inarrivabili di valutazioni degli asset digitali, con quotazioni astronomiche sui vari cryptomercati, per poi crollare miseramente, lasciando sul lastrico molti creduloni, che avevano impegnato i propri risparmi in queste follie crypto finanziarie, come le ICO, le DAO e le miriadi di cryptovalute seguite ai bitcoin. Ingenui inseguitori di sogni di arricchimento facile, come novelli seguaci di Gatto & Volpe di Collodiana memoria, che promettevano la crescita dei dobloni sugli alberi, cosa naturalmente non verificatosi. Da qui il riflusso e la cattiva reputazione che ancora persiste su quei mercati.

Questa invasione di campo ha dato fiato a quanti hanno preso a denigrare l’insorgente espansione dell’utilizzo dei Mondi Virtuali, spacciandoli per ambienti dove potrebbe regnare la speculazione ed il raggiro dei gonzi. Niente di più falso … Ma, al di là dell’indignazione che questa propaganda fuorviante desta, vediamo di contribuire a smontarne i contenuti, cercardo di aggiungere qualche elemento di chiarezza sui temi che ci interessano, ormai da 15 anni. Fissiamo alcuni punti che sono fondamentali, a mio parere:

(1) Perchè la tecnologia della Blockchain è importante per l’economia dei Mondi Virtuali?

Qui parliamo di BLOCKCHAIN, non di cryptovalute, o di Bitcoin, o altri asset fungibili di questo genere. Parliamo di tecnologia. La Blockchain è nata come applicazione alla cryptovaluta dei bitcoin nel 2008, ad opera del fantomatico Satoshi Nakamoto, ed è stata una invenzione straordinaria, con la sua caratteristica di sistema Decentralizzato, Affidabile e Immutabile. E’ una architettura ideale per registrare le transazioni economiche che si sviluppano nei Mondi Virtuali, non dipende da nessuno, perchè si basa su di una architettura peer-to-peer, ed è sicura perchè protetta da crittografia e registrata su di un Ledger condiviso dai nodi.

La blockchain può quindi essere l’elemento unificante dell’economia virtuale, che si sviluppa sulle molteplici piattaforme di cui il cosiddetto “Metaverso” è composto. Io credo che sia fondamentale avere un meccanismo terzo, collettivo ed indipendente, per gestire l’economia virtuale in crescita, poichè il sogno di un “Metaverso” unico, fondato sull’interoperabilità, molto probabilmente non si realizzerà mai, e quindi la convivenza di piattaforme diverse sarà il modello anche per il futuro, ognuna con le proprie caratteristiche, con le sue modalità di sviluppo, e con regole di gestione proprietarie. E’ auspicabile però, e credo che nel giro di qualche anno ne vedremo la realizzazione, la definizione di una “Identità Digitale” unica, che sia utilizzabile per i diversi Mondi Virtuali, e non solo per questi. Ma l’interoperabilità effettiva, con la portabilità di asset e inventari, a mio parere, non ci sarà mai, per motivi che non è il caso di approfondire ora.

da: Coinpedia.org

2) Perchè il concetto di NFT è fondamentale per la crescita dell’economia digitale nei Mondi Virtuali?

Perchè per gli asset digitali abbiamo il problema della protezione della proprietà intellettuale, a salvaguardia di quanti investono e creano degli asset negli ambienti digitali. Molti sono stati i sistemi creati nel tempo dall’industria per salvaguardare i propri interessi, i brevetti, il copyright, ma nessuno di questi risolve il problema in modo compiuto, per quanto attiene agli asset virtuali, dando la garanzia della proprietà e della originalità degli asset “non fungibili”.

L’evoluzione che c’è stata con la creazione della blockchain Ethereum, ad opera di Vitaly Buterin nel 2013, e la introduzione degli “Smart Contract“, ha consentito la nascita del concetto degli NFT, e di un mercato corrispondente, che può essere il terreno ideale per sviluppare la creatività e gli investimenti nei Mondi Virtuali. Naturalmente ogni innovazione trova anche orde di speculatori, pronti a tuffarsi a capofitto sulla novità, ma questo è un elemento da gestire con l’aumento della consapevolezza negli utenti, e con l’informazione obiettiva, non certo con la demonizzazione, come certi “guru” della rete fanno ormai da tempo. Perchè un martello è un martello, e serve a costruire un tavolo, anche se qualcuno lo usa per darlo in testa a qualcun’altro. Insomma, fuori i ladri e gli speculatori da questo mercato, e impariamo a non abboccare alle miriadi di trappole di truffatori, sia nel mondo fisico che nel mondo digitale!

da: cryptonomist.ch

3) Le Cryptovalute come i Bitcoin, sono indispensabili all’economia del “Metaverso”?

Assolutamente NO! Per gli scambi economici nei Mondi Virtuali sono state create nel tempo decine di valute virtuali, dai Linden Dollar di Second Life, ai Robux di Roblox, ai Minecoin di Minecraft e così via, ma sono tutte valute di transito, che vengono utilizzate sulla singola piattaforma negli scambi commerciali, per poi essere scambiate in valuta flat sulle utilizzando affidabili piattaforme di exchange, collaudate da tempo. Miliardi di dollari di revenue vengono prodotti ogni anno in questo modo, ed emergono sul mercato finanziario mondiale nell’economia reale. Sono delle valute di scambio, come i gettoni del villaggio vacanze. Certo, possiamo anche utilizzare i nostri wallet in Ether o in Bitcoin, ma possiamo anche utilizzare le varie carte di credito, come Visa o Master Card, o anche un conto PayPal. Per i Mondi Virtuali le cryptovalute SONO UNO STRUMENTO, non un fine speculativo. Basta con la diffusione di notizie fuorvianti! Anche qui è questione di corretta informazione, e non di diffusione di sfiducia, e di creazione inutile allarme nell’utilizzo di questi nuovi strumenti.

Separiamo il concetto di Cryptovaluta da quello di “Metaverso”.

Per me questi sono alcuni punti fermi, e quelli che hanno interesse per l’evoluzione dei Mondi Virtuali, che siano tecnici, aziende, giuristi, o centri di interesse culturale di vario genere, dovrebbero esprimersi chiaramente su queste questioni, evitando che si alimenti ulteriormente la confusione.

Le questioni da affrontare per favorire la crescita dell’economia dei Mondi Virtuali sono diverse, da quelle normative e legislative a quelle tecnologiche e di standardizzazione, ma questi che ho cercato di evidenziare sono dei freni che non possiamo permetterci di subire, è fondamentale che questo mercato si sviluppi in modo sano, trasparente e attrattivo per tutti gli operatori e gli investitori. In modo coerente, rispettoso delle normative e delle leggi, e favorendo le opportunità imprenditoriali

Un saluto, alla prossima puntata …

In memoria dei caduti di Nassiriya

Come tutti gli anni domani, 9 novembre, si terrà in Second Life la cerimonia per la commemorazione dei caduti nell’attentato subito dalla nostra base militare dei Carabinieri a Nassiriya, in Iraq, il 12 novembre 2003. L’attentato provocò 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni. Gli italiani erano 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito e due civili. Ci furono anche 58 feriti, tra cui 19 Carabinieri.

Inserisco il link al sito del Nassiriya Project, gestito da Asia Connel, con tutti i dettagli della cerimonia:

https://nassiriyaproject.org/2023/11/03/in-memoria/#

(22) RICORDI DI NASSIRYIAH – YouTube

Parliamo di tecnologia

Nelle nostre scorribande nei Mondi Virtuali abbiamo spesso discusso di questioni inerenti le piattaforme che realizzano questi Mondi. Abbiamo parlato di hardware, le macchine su cui i vari Mondi Virtuali sono installati, e abbiamo fatto costante riferimento ad Internet, la rete delle reti, che ci consente i collegamenti tra i diversi punti terminali della rete ed i server che erogano servizi, comprese le piattaforme dei Mondi Virtuali, per cui la capacità di connessione rende più o meno fruibili le piattaforme. Abbiamo anche accennato alle tecnologie più recenti, come la Blockchain e gli NFT, che sono utilizzate per tutelare la proprietà intellettuale, dei prodotti che nascono nei Mondi Virtuali, e che servono anche a gestire in modo sicuro le transazioni dell’economia interna. E abbiamo discusso di questi aspetti perchè oggi ogni pezzo di tecnologia si incastra perfettamente in quel puzzle tecnologico che rende finalmente possibile pensare ad un futuro “Metaverso”.

By Opensea: Bored Ape Yacht Club #1880
https://opensea.io/assets/ethereum/0xbc4ca0eda7647a8ab7c2061c2e118a18a936f13d/1880

Parlare di tecnologia ci porta poi a parlare delle modalità di accesso ai Mondi Virtuali, che sono certamente immersive, e qui i Visori di Virtual Reality, sempre più perfezionati e usabili (per quanto di costo ancora elevato) sono sicuramente le interfacce più aderenti all’esperienza di completa immersività. Ma ci sono tanti altri modi per accedere ad un Mondo Virtuale, dai PC ai tablet, o agli smartphone, secondo le proprie esigenze, preferenze o anche necessità. Tenendo anche conto delle possibilità limitate offerte dalla rete in determinati paesi. In Africa ad esempio, l’uso degli smartphone è diffusissimo, vengono utilizzati come mezzo principale, se non esclusivo, di accesso ad internet, mentre le infrastrutture fisse basate su cavo (wired) sono spesso molto carenti, e con una bassa banda di trasmissione.

Abbiamo fatto quindi tanti passi avanti negli ultimi anni, e tutte queste tecnologie sono finalmente disponibili insieme, per un salto di qualità complessivo nell’utilizzo dei Mondi Virtuali. Tuttavia ci sono due questioni ancora non sufficientemente risolte, che riguardano aspetti fondamentali dell’utilizzo dei Mondi Virtuali.

La prima questione è quella che riguarda l’interoperabilità, la cui realizzazione consentirebbe il riconoscimento di un’unica Identità digitale dell’Avatar nello spostarsi da una piattaforma ad un’altra. Una logica conseguenza di questa realizzazione sarebbe poi quella della trasportabilità dei manufatti digitali da una piattaforma all’altra. Sono questioni che, risolte, aprirebbero le porte ad un modello di “Metaverso” visto come insieme di entità separate ma completamente connesse, una sorta di federazione di piattaforme, diverse ma interoperabili. La soluzione di questo problema non sarebbe complessa dal punto di vista ingegneristico, ma presupporrebbe la risoluzione dei problemi a monte, relativi ad un possibile accordo tra le diverse piattaforme commerciali, e alla risoluzione dei problemi normativi connessi alla definizione di un soggetto giuridico del tutto nuovo: l’Avatar.

Sono problemi complessi, e non è detto, ad esempio, che le maggiori piattaforme trovino effettivamente conveniente cooperare, per ovvii motivi di concorrenza, di mercato, di visibilità. Lo stesso “Metaverse Standard Forum” (https://metaverse-standards.org/), che vede associate tutte le maggiori aziende tecnologiche del pianeta, rappresenta un organismo di puro indirizzo, e non si occupa della definizione dei protocolli comuni e delle regole da utilizzare per connettere una piattaforma a un’altra.

By: https://metaverse-standards.org/

Per quanto riguarda gli aspetti giuridici, è vero che ci sono tanti giuristi competenti al lavoro sui temi del digitale, così come anche le organizzazioni sovranazionali seguono costantamente queste questioni. Il problema maggiore è proprio nella parola “seguono”, perchè la giurisdizione ha sempre fatto fatica a inseguire l’evoluzione tecnologica, anche se gli organismi dell’Unione Europea sono da sempre in prima linea nella definizione delle normative, dal GDPR per la privacy all’AI-Act, appena approvato dal Parlamento Europeo. Sono scelte e indicazioni che fanno scuola a livello internazionale.

In sostanza, prevedo tempi lunghi per la risoluzione di questi aspetti, perchè non si tratta di questioni tecnologiche, ma giuridiche ed economiche. Questo è il motivo per il quale guardo con grande cautela agli annunci di “Metaverso” prossimo, diffusi su tutte le reti.

La seconda questione aperta è la fatica che si fa, a livello concettuale, ad accettare la nuova tecnologia della Blockchain, per la cattiva fama accumulata in questi anni dalle Cryptovalute, i Bitcoin in particolare, e anche dagli Exchange, che hanno gestito male le risorse degli utenti in alcuni casi che hanno fatto scalpore. Inoltre, per quanto riguarda gli NFT, in particolare, si guarda generalmente alla bolla speculativa che ne è nata, arrivando a gonfiare un mercato costruito sul nulla, su oggetti di fantasia che hanno raggiunto costi enormi, dettati dalla speculazione e dalle illusioni di tanti, dando così spazio ad avventurieri di ogni tipo, anche di dubbia origine.

By: https://www.punto-informatico.it/bitcoin-torna-a-salire/

Come tutte le tecnologie, e come tutte le bolle mediatiche, gli utilizzi anomali e deviati sono sempre possibili, ma il punto di vista che assumiamo qui non è quello dello speculatore, e neanche quello del sano investitore in asset virtuali. Il nostro punto di vista si basa sul valore della tecnologia in sè, come strumento indispensabile per gestire la proprietà intellettuale digitale, e per favorire le transazioni sicure nel “Metaverso”. Perchè una tecnologia non è mai buona o cattiva di per se, ma tutto dipende da come la si utilizza. Per noi gli NFT basati sulla Blockchain sono componenti fondamentali ed innovativi della gestione dell’economia dei Mondi Virtuali. Ci sono, certo, ancora aspetti giuridici da definire, come la natura stessa degli NFT, dal punto di vista della giurisdizione e dei regolamenti, ma la strada da percorrere è questa, e anche in questo caso non è un problema tecnologico, ma stavolta di conoscenza, della tecnologia e del suo utilizzo, di formazione e coraggio nell’affrontare temi nuovi e ancora immaturi.

Molti passi abbiamo fatto, e la tecnologia ha fatto ampiamente la sua parte, ora tocca a tutto il sistema economico e giuridico spianare la strada allo sviluppo di questi mercati. E per stimolare questa evoluzione, e chiedere soluzioni, bisogna lavorare alle risposte da dare a una domanda, a cui ognuno di noi, che da anni lavoriamo nei Mondi Virtuali, può dare una risposta, ognuno per la propria esperienza e competenza. La domanda cruciale è la seguente: “Ma a cosa servono i Mondi Virtuali ?”. Dobbiamo dare risposte, e modelli di utilizzo concreti e vantaggiosi sotto i vari aspetti: economici, produttivi, artistici e sociali. Un saluto.

Immagine in evidenza by:

https://www.corriere.it/esteri/22_febbraio_11/metaverso-fddc4206-8b77-11ec-8ff0-286fb7a9f896.shtml

Realtà Virtuale (VR) e Realtà Aumentata (AR)

Nella serata di ieri, 5 giugno 2023, la Apple ha finalmente presentato il suo visore per la realtà aumentata, “Vision Pro” (https://www.youtube.com/watch?v=TX9qSaGXFyg&t=33s). Un prodotto eccezionale, che cambierà il modo in cui è possibile accedere alla propria vita onlife, dando la possibilità di utilizzare le applicazioni che già usiamo, sia su smartphone, che su Mac o su iPad, e allargando ad una ulteriore dimensione l’ecosistema della Apple. Non a caso, la presentazione è stata fatta all’annuale WorldWide Developers Conference (WWDC 2023), l’evento chiave in cui sempre, in passato, sono stati presentati i rivoluzionari prodotti della “Mela Morsicata”. Il prodotto promette meraviglie già da adesso, e aprirà probabilmente la strada ad un uso più vasto della Realtà Aumentata, qualcosa che Google aveva solo fatto intravedere con i fantomatici Google Glasses, molto rapidamente tramontati per inadeguatezza tecnologica e mancanza di una visione per il futuro. Il Vision-Pro di Apple monterà il più potente processore della Apple, l’M2, ormai installato su tutte le piattaforme della Apple, sostituendo completamente i vecchi processori Intel, e un coprocessore R1, per l’elaborazione sensoriale.

E’ facile fare i raffronti tra la fantomatica presentazione di Zuckerberg dell’ottobre 2021 e il keynote della Apple di ieri sera. Mentre quella di Meta era una fantasmagorica presentazione di cose che non esistevano ancora, come ologrammi, applicazioni di VR in fase sperimentale, Avatar senza gambe, ecc., quella di Apple è stata la presentazione di un lavoro iniziato due anni fa, raccogliendo centinaia di brevetti, e lavorando in silezio e riservatezza nei laboratori, concretizzatosi infine in un prodotto di mercato disponibile dal prossimo anno. Unico neo, ovviamente come sempre, il prezzo.

La cosa più rilevante, ai fini delle chiacchiere sul “Metaverso” degli ultimi due anni, è il fatto che mai una volta questo termine è stato pronunciato ieri, e questo perchè il “Metaverso” non esiste, se non nelle fantasie di uno scrittore di fantascienza di 30 anni fa. Esistono naturalmente molte piattaforme di gestione di Mondi Virtuali, che finalmente si stanno evolvendo, avendo a disposizione la tecnologia, le competenze e la rete a banda ultralarga. Ma ieri si è parlato di altro, si è parlato di Realtà Aumentata, e non di Realtà Virtuale. Resta quindi importante anche l’annuncio di Meta della prossima uscita del Meta Quest 3, a prezzi decisamente più contenuti (https://www.youtube.com/watch?v=5AKl_cEB26c), ma che fa un altro mestiere, rispetto al Vision-Pro di Apple.

E’ facile prevedere che Apple in futuro vorrà estendere ulteriormente le funzionalità del suo visore, verso la Realtà Virtuale, e le componenti che sta predisponendo, anche in termini di software, lo lasciano presagire, ma intanto ha dato un taglio netto alla commistione propagandata negli ultimi mesi tra tecnologie e applicazioni diverse, che al momento non si integrano, con buona pace dei Metaversologi che ancora hanno in testa la fuffa mediatica di Meta. Tra l’altro, il progetto di Meta sembra passarsela abbastanza male, visti i tagli e i disinvestimenti che si stanno effettuando. Non è da una singola azienda che verrà l’interoperabilità tra i Mondi Virtuali, e questo sarà un bene, ma probabilmente le soluzioni verranno da piccole aziende, che stanno sperimentando progetti e protocolli.

Quando nacque internet fu per iniziativa del DARPA, l’agenzia di ricerca della Difesa americana, ad inizio anni ’60 del secolo scorso. Da lì in poi, man mano, il puzzle iniziò a comporsi, dando vita alla rete di proporzioni mondiali che conosciamo oggi, con protocolli utilizzati da tutti, e con i vari pezzi che si incastrano, formando quello che noi oggi conosciamo come “Rete”.

Succederà probabilmente così anche per i Mondi Virtuali, con varie piattaforme che inizieranno a cooperare tra loro, fino ad arrivare a formare qualcosa che assomiglierà, finalmente, al Metaverso (senza virgolette) ipotizzato da Stephenson nel 1992. Sarà un Metaverso decentralizzato, interoperabile, democratico, e non soggetto al controllo di nessuno.

E in tutto questo la tecnologia della Blockchain , libera dall’immagine di speculazione dovuta a spericolate operazioni di cryptovalute, fornirà le basi solide per una finanza decentralizzata (DeFi) e per la protezione e lo scambio di prodotti originali, nati dalle mille e mille idee che circoleranno nel Metaverso, e protette da Smart Contract che ne attesteranno la proprietà. E’ un futuro che comincia a delinearsi, a prova di monopoli e di speculatori, e che migliorerà le vite di tutti noi. Un saluto.

Intervista a Marjorie Fargis

Dopo l’articolo su ItalianVerse ho voluto concentrare la mia attenzione su una protagonista assoluta, di questo come di tanti altri progetti sviluppati negli anni in Second Life. Ho fatto quindi un’intervista a Marjorie Fargis, perché nessuno meglio di lei può raccontarci la sua storia e la sua esperienza nei Mondi Virtuali.

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