Cose di un’altro Mondo

by AquilaDellaNotte Kondor

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Stamattina mi hanno detto che Pino se n’è andato. Così, senza dire nulla, senza prepararci. Come Massimo, prima di lui, e come Lucio, Fabrizio, Eduardo. Faccio fatica a pensare che questi vuoti potranno essere colmati. Quanto ci vorrà per vedere un altro Pino, un altro Eduardo? Ce ne saranno altri, ma non saranno come loro, saranno un’altra cosa.

Cosa c’entra questo con i Mondi Virtuali, mi direte voi. C’entra eccome. Per due motivi. Primo, i Mondi Virtuali sono popolati da gente normale, non da “Avatar”. L’avatar è solo la loro rappresentazione, in uno strumento di comunicazione diverso dalla cornetta del telefono, o dalla mail. Non c’è nessuna cultura “avatariana”, ma vite e sentimenti di gente comune, con idee, culture, progetti nella propria testa, e un modo di relazionarsi che non prescinde per nulla dalla propria vita “reale” nè dalla propria esperienza quotidiana che in essa si svolge. Per questo motivo un vuoto è un vuoto, nel mondo “reale” o in quello “virtuale”.

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La festa di Chanukah in Second Life

by Any1 Gynoid

Chanukah è la Festa delle Luci, per le comunità Ebraiche. Conosciuto anche come “Hannukkah”, celebra la fine della guerra greco-siriana di 2.200 anni fa. Un’esigenza prioritaria, per quella società, era quella di riconsacrare il Tempio, ma le tribù possedevano olio sufficiente solo per accendere la lampada del tempio per una sola notte. Miracolosamente, questa piccola quantità di olio durò per otto notti intere. Utilizzando il candelabro a nove braccia ramificate (“Menorah”), la candela centrale serve per accendere una candela in più ad ogni serata del festival, in modo che all’ottava notte tutte le 9 candele irradino luce.

Second Life Chanukah è una ricorrenza molto partecipata. Ogni notte più di una dozzina di noi si riuniscono per recitare le benedizioni tradizionali e condividere momenti solenni nelle discussioni nell’ambito della comunità. Il martedì sera sono serate di cabaret in Second Life. Fin dall’inizio del Chanukah di quest’anno, martedì scorso, il nostro gruppo è partito dal Lauren place ed è tornato per una festa molto divertente, con cabarettisti e musica dal vivo, con il chitarrista e cantante Strum Diesel.

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Dai Mondi Virtuali ai Meetup

La ricerca scientifica e le applicazioni di laboratorio vanno avanti, nel campo dei Mondi Virtuali, a una velocità impressionante. Applicazioni di ogni tipo vengono sperimentate, nel campo della Realtà Aumentata e delle Comunicazioni. Il futuro è ormai come un paesaggio che ci corre incontro, come dal finestrino di un treno in corsa, il futuro di oggi è ormai già ieri. Vedremo le ricadute sulla società civile, e sul nostro modo di vivere, non nei prossimi anni, ma fra pochi mesi. Ed è sempre di più così da qualche anno, da quando l’integrazione tra applicazioni informatiche e comunicazione globalizzata, ha reso il Mondo un habitat integrato, in cui ognuno di noi è immerso completamente.

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Il piccolo Mondo Virtuale di Second Life, e gli altri Mondi Virtuali simili, appaiono sempre più come un’ampolla molto ristretta, in cui una piccola parte di frequentatori ha sperimentato, sulla propria pelle, i primi approcci ad una Realtà più estesa di quella puramente fisica. Ho sempre sostenuto che queste piattaforme fossero un “prototipo”, una sperimentazione di qualcosa che in futuro avrà ben altre forme. E quel qualcosa sta man mano prendendo le forme intorno a noi. La spinta propulsiva di queste prime applicazioni è ormai in via di esaurimento, ha ceduto il passo ad altre piattaforme, a più alto impatto e maggior diffusione. Fondamentale è stata la diffusione del Mobile, che ha allargato ad una platea praticamente senza limiti le applicazioni che ormai hanno invaso le nostre vite: Facebook, Twitter, YouTube. Il passaggio al Mobile ha reso preistoriche le applicazioni di gioco desktop, tra cui la pesante piattaforma di Second Life, che troppo poco si è evoluta, e quel poco solo negli ultimi tempi. La gente passa il tempo sulle piattaforme virtuali su Mobile. In Italia, su 24 milioni di iscritti a Facebook, 15 milioni lo usano da Mobile (http://www.agoravox.it/Ecco-gli-italiani-su-Facebook-sono.html). I giovani non vedono più la TV, ma passano il tempo sui loro canali preferiti di YouTube, e i nuovi divi giovanili sono gli Youtubers più seguiti (http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-09-27/professione-youtuber-chi-sono-dove-vengono-e-quanto-guadagnano-star-tubo-140400.shtml?uuid=ABjOjmxB).

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Oculus Rift

Oculus per Oculus…

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Dopo tanti articoli scritti sull’argomento ho avuto oggi la possibilità di provare Oculus Rift alla Maker Faire di Roma, fiera dei Makers a livello europeo. L’ambientazione era ideale, lungo gli spazi e la cavea del Parco della Musica, tra i magnifici auditoria di Renzo Piano, e pure la giornata era splendida, l’ideale per la gente, anche se, a poche centinaia di metri, Papa Francesco attirava ben altre folle… La fiera è stata un grande successo, con decine e decine di eventi, tenutisi nel corso dei tre giorni di apertura (http://www.makerfairerome.eu/), e con migliaia di visitatori.

E veniamo ad Oculus: un paio di visori che avvolgono completamente lo sguardo, una cuffia audio e due bombolette ai lati della testa, per spruzzare, al momento opportuno, gli aromi corrispondenti a quanto si vede attraverso i visori. A parte quest’ultimo particolare, un po’ artificioso, nulla di nuovo rispetto ai classici visori di Realtà Virtuale, anche se con molta più praticità e maneggevolezza, rispetto agli antesignani. Il visore è collegato al PC col classico cavo, e il software che gira sul PC proietta, all’interno del visore, l’ambiente attraverso cui siete immersi. Nel frattempo gli astanti vedono sullo schermo del PC la scena in cui voi siete immersi, solo che la vedono sdoppiata, in doppio 2D. La demo che ho provato per qualche minuto è consistita in un giro completo attraverso la cucina di un’abitazione, con tanto di sbirciata all’interno della lavatrice aperta e piena di panni sporchi (spruuuufff!) e con la successiva apertura del frigo, con conseguente vista puzzolente di pesce non impacchettato (e qui ancora spruuuuff, la bomboletta entra di nuovo in azione!).

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Il nuovo Metaverso

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L’altro carro in corsa verso le verdi praterie virtuali è quello della Sony (vedi articolo di Jaime D’Alessandro su “La Repubblica” di ieri). E il suo punto di partenza, ovviamente, è la sua piattaforma Playstation (l’attuale 4 e la precedente 3). Che il mondo dei videogiochi fosse la carrozza più veloce, nella corsa dei carri, è sempre stato chiaro. E non si tratta solo del numero di giocatori attivi, ma anche della potenza economica messo in campo dalle grandi compagnie, e dei conseguenti investimenti che verranno fatti in questa direzione. Sarà quindi, ancora una volta, dal mondo dei videogiochi che prenderanno le mosse i nuovi Mondi Virtuali, come ha prontamente intuito Facebook acquistando Oculus Rift. A questo punto è solo questione di tempo (poco) e nuovi Mondi Virtuali nasceranno dalle molteplici piattaforme, con tutto ciò che ne consegue, e che abbiamo descritto negli articoli precedenti. La possibilità di usufruirne in streaming ci avvicinerà poi all’intuizione di Neal Stephenson in Snow Crash: basterà attaccare il cavo del nostro device ad un bocchettone, per entrare nel Metaverso, ovunque noi siamo.

A questo punto, i due elementi fondamentali di debolezza degli attuali Mondi Virtuali verranno superati: il primo rappresentato dalla scarsità degli attuali investimenti, per produrre le innovazioni tecnologiche e di interfaccia ormai indispensabili, come sanno i residenti del ferraginoso viewer di Second Life (e questo problema sarà risolto dai grandi players scesi in campo); il secondo, rappresentato dalla necessità di ottenere una massa critica di residenti tale da far ripartire l’attività in world: quella economica, quella creativa, e quella dei gamers (le centinaia di milioni di gamers potenziali sono più che sufficienti per formare qualunque massa critica).

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Rimane una questione fondamentale, non tanto di tipo economico, ma sociologico: che cosa ci faremo nel Metaverso? Avremo certamente i Role Players accaniti, con draghi, nani e mostri, e con gli zombie, assassini medioevali e gli sparatutto. E avremo anche, inevitabilmente, i patiti delle chat erotiche, migrati a suo tempo in Second Life, e che migreranno, di certo, nel nuovo Metaverso. E poi cos’altro?

Grandi opportunità si apriranno, a questo punto, per l’economia e per le aziende del mondo reale. In fondo, il fallimento commerciale di Second Life, nel 2008, fu dovuto al mercato troppo ristretto per giustificare una presenza delle aziende, un investimento di tempo e risorse permanente. E’ chiaro che, a questo punto, i giochi si riapriranno. E noi ci faremo trovare pronti… Buon viaggio a tutti!

Il lungo viaggio: da Second Life a Oculus

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E così, Facebook si avvia a sviluppare, intorno all’innovativo visore Oculus, inventato da Palmer Luckey, la nuova generazione dei Mondi Virtuali. E, con la potenza economica che ha, e con la platea più ampia del mondo di aderenti, possiamo star certi che gli sviluppi si vedranno a breve, forse già a partire da quest’anno. E fin qui, direte voi, ci troviamo di fronte ad una notizia già in parte “digerita” dal popolo dei Cybernauti, tra cui, naturalmente, grande è l’attesa.

Era evidente che, prima o poi, qualcuno, con i mezzi adeguati, si sarebbe presentato alle porte del futuro dei Mondi Virtuali. Con tanti ringraziamenti a Philip Rosedale e all’attuale Second Life, per aver schiuso quelle porte che qualcun altro attraverserà a vele spiegate.

Ma per me la buona notizia è un’altra. E’ cioè quella che altre grandi Corporation, come Sony e Microsoft, stanno lavorando alle loro versioni di Realtà Virtuale. Questo prefigura fin d’ora una profonda evoluzione tecnologica, e una diffusione dei nuovi modelli, estesa ad una platea enorme, praticamente coincidente con l’intera umanità in rete. Altro che il milione di resident di Second Life. E quando le varie Corporation avranno diffuso i loro Games, e creato i propri Mondi Virtuali, si porrà, prima o poi, il tema della “portabilità” di questo pronipote degli attuali software. Vorremo sicuramente poter cambiare piattaforma, portandoci dietro i nostri patrimoni di oggetti, e di reputazione sociale, così come oggi cambiamo software applicativo mantenendo intatti i Data Base installati. Si giungerà in tal modo, per naturale evoluzione, all’integrazione dei diversi Mondi, fino a renderli complementari e mutuamente connessi.

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Provaci ancora Phil …

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E così, gradualmente, la nuova creatura di Philip Rosedale prende corpo. “High Fidelity” promette innovazione e nuove modalità di comunicazione con gli utenti, che i progressi tecnologici rendono oggi più alla nostra portata. In fondo, il vero handicap di Second Life, al di là delle insufficienze gestionali e di “vision”, del recente management, resta la ferraginosità dell’interfaccia, e la necessità di interagire con un software complesso e con server centralizzati. Tutte queste limitazioni potranno essere, parzialmente, superate da nuovo software (http://video.repubblica.it/tecno-e-scienze/second-life-il-ritorno-ecco-high-fidelity/167038/165525), con architetture peer-to-peer e sensori di interfaccia molto più efficaci di mouse e tastiera. Non è per domani certo, ma forse i primi prototipi ci saranno presentati prima di quanto immaginiamo. Nell’intervista rilasciata a “La Repubblica” Philip illustra le caratteristiche della sua nuova creatura, a cui si è dedicato completamente dopo l’uscita, lo scorso anno, dal board di Linden Lab, dopo che aveva lasciato già la carica di CEO un paio d’anni prima. Interessante, nell’articolo, il giudizio sulla Linden Lab dato da un’ex collaboratrice. E, se è vero che degli ex bisogna sempre diffidare, è altrettanto vero che le cose che dice sono le stesse che andiamo ripetendo da un paio d’anni: al management attuale della Linden Lab manca una vision, una prospettiva per il futuro. Senza voler gettare alcuna croce su Second Life, è legittimo vedere il futuro dei Mondi Virtuali orientato verso altre direzioni e, forse, con gli stessi antichi inventori. In bocca al lupo Philip!

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Lui ha visto il futuro!

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by AquilaDellaNotte Kondor

Il lui è Enrico Franceschini, giornalista di Repubblica, invitato dalla Sony a provare il nuovo casco del “Progetto Morpheus” (http://video.repubblica.it/rubriche/rnews/rnews-franceschini-viaggio-nel-futuro-con-un-casco/165203/163691?ref=search), una delle realizzazioni più avanzate di Realtà Virtuale, che la casa giapponese sta mettendo a punto per lanciarla sul mercato nel prossimo anno. Questa notizia si aggiunge all’altra, di qualche giorno fa, sull’acquisto, da parte di Facebook (sic!), di Oculus Vr, per due miliardi di dollari (http://www.oculusvr.com/blog/oculus-joins-facebook/). E sono pronto a scommettere, per quanto non possa darvi alcuna conferma documentata, che le applicazioni militari hanno fatto passi avanti altrettanto rilevanti, se non di più.

Il futuro corre veloce, più della nostra immaginazione, e quello che pensavamo essere uno sviluppo avanzato di Mondo Virtuale fino a qualche anno fa, e parlo di Second Life, si avvia ad essere ricordato, come sostengo da tempo, un semplice prototipo, un punto di partenza, verso quel Metaverso immaginato da Stevenson, Gibson e Vince (a proposito, andatevi a leggere “Snow Crash”, “Negromante” e “Il Vero Nome”, dei tre autori suddetti, se non l’avete ancora fatto). Persino il mitico ponte ologrammi di Star Trek non sembra più essere un colpo di fantasia (https://www.youtube.com/watch?v=AhEEmXVtsDM), ma una prossima, possibile realizzazione tecnologica.

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Jeffah24: una voce dal Canada

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by Francesca Caeran

 

Aspettavo da un pò l’ispirazione per un nuovo articolo, e allora… eccola che è arrivata. Come si può fare a non essere ispirati da una voce che ho sentito, per la prima volta, qualche settimana fa? Ma, dico io, dove si nascondeva questo cantante prima? Lui è Jeffah24, Canadese che vive in Ontario, è in Second Life da poco più di un anno, e canta solo da pochi mesi nel nostro Metaverso. Ho avuto un vero colpo di fulmine per lui. E pensare che, quasi quasi, dubitavo delle sue capacità vocali quando la sua donna, che era diventata la mia amica e cantante, mi disse: “sai il mio ragazzo canta pure lui e ha una voce favolosa”. Ricordo che le risposi: “va bene cara, avrò modo di ascoltarlo, ma adesso non ho tempo”. Mi prenderei a schiaffi, eh! Giuro che la prossima volta che qualcuno mi dirà “ascolta questo ha una voce favolosa” correrò per sentirlo cantare! Allora, tutto iniziò quando stavo per preparare il mega concerto per la giornata contro l’omofobia. Cercavo dei cantanti internazionali che potessero partecipare, e così girai un pò di land, come ai vecchi tempi. Volevo dei cantanti non troppo conosciuti, ma dovevano essere bravi. E così capitai in una land, dove una certa Katiaportugal stava cantando. Mi è piaciuta subito Katia, simpatica, allegra, e canta stupendamente bene. Così, a fine serata, la immai, e la presi per il mio megaconcerto.

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In the beginning was the Earth

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by AquilaDellaNotte Kondor

In the beginning was the earth, a world huge but empty, not even the primordial chaos, a World flat and desert. When the first people arrived, they found nothing, and it was they who began to build the first shelters, the first furnishings, to throw the first seeds of a possible, future society. Some villages, a few lands, then more and more numerous, more and more big, huge city.

The craftsmanship of the Master Builders grew. The ability to compose shapes and colors, textures and joints, became art. The Master Builders were a “caste”, they were a little group, unattainable. They were the first researchers, the first experimenters. Pioneers who sought the truth, and they built it with their own hands.

The big companies, when they made their brief appearance, turned to them, to lay the foundations for what they believed the garden of a futuristic Eden, as predicted by the visionaries of the time. In addition to the Master Builders a large group of young and inexperienced “prims-workers” started to grow and multiply.

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In principio era la Terra

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by AquilaDellaNotte Kondor

In principio era la terra, un mondo immenso ma vuoto, senza nemmeno il caos primordiale, un Mondo piatto e deserto. Quando arrivarono i primi abitanti, trovarono il nulla, e furono loro che cominciarono a costruirsi i primi ripari, le prime suppellettili, a gettare i primi semi di una possibile società futura. Qualche villaggio, poche land, poi sempre più numerose, sempre più grandi, enormi città. La maestria dei Costruttori cresceva. La bravura nel comporre forme e colori, incastri e textures, divenne arte. I Costruttori erano una casta chiusa, pochi ma immensi, inarrivabili. Erano i primi ricercatori, gli sperimentatori. Pionieri che cercavano la verità e se la costruivano con le proprie mani. Le grandi aziende, quando fecero la loro breve comparsa, si rivolsero a loro, per porre le basi di quello che credevano il giardino dell’Eden futuristico, come preconizzato dai visionari del tempo. Attorno ai Costruttori una pletora di giovani “spaccaprims” iniziarono a crescere, a moltiplicarsi. Nuove land sorgevano di continuo, strani mondi, fantastici, diseguali. Qualcuno degli spaccaprims cominciò a produrre manufatti su manufatti, altri li imitarono, in un vortice di sovraproduzione di prims. Ma la casta dei Costruttori rimase ineguagliata per sempre. E inalterato restò il divario tra di essi, e gli altri, gli spaccaprims di serie. La massa dei manufatti venne su in maniera disordinata, ma pur sempre artigianale, frutto in ogni caso della fatica umana. Pochissimi gli esempi rimasti di quell’epoca, prime fra tutte l’inimitabile Svarga, patrimonio della Virtualità.

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