Fatto personale

By Serena Domenici

Ho sempre scritto anche in prima persona. Ho sempre raccontato quello che percepivo con i miei occhi, le mie orecchie e le mie sensazioni. A tutto questo,mancava solo l’uso del tatto e dell’odore. Ho scritto di cose irritanti, scomode, belle e piacevoli, ma ciò che evidenziava gli aspetti negativi  scatenava sempre l’inferno. Non mi diverte irritare il prossimo, mi piace semplicemente scrivere di tutto e nel tutto è compreso anche ciò che non va bene a molti, non soltanto a me.
Ieri al Suspiria non era in corso un dibattito, ma un agguato in branco. Un’occasione mancata anche per farsi quattro risate e ridimensionare la faccenda.
Sono stata attaccata in chat, in im privati, in voice local , insomma ovunque. Non avrei dovuto partecipare , sapevo sarebbe andata così…Ma confidavo sulla moderazione, e su  qualcuno che avrebbe dovuto impedire si andasse troppo oltre e non è stato così. Alla fine sono sbottata con un sano vaff…niente a confronto delle volgarità scritte in chat , allo scopo di sembrare forse simpatici. Non sono fatta solo di pixel per fortuna.
Potrei fornire le prove di vecchi e nuovi im, vere e proprie provocazioni e ‘persecuzioni’, avrei davvero potuto anche io praticare lo sport più diffuso nella comunità italiana: Lo sputtanamento e la maldicenza.Vi basti sapere che mi sarei macchiata del reato di avere chiesto un tip in una land dove si ballava e di averlo chiesto alla persona sbagliata.Insomma cazzate di questo genere. Ma non voglio soffermarmi molto sulle miserie in pixel. Voglio ribadire altri concetti.
Sul significato di seconda vita.
In realtà nonostante Eva cerchi di affermare sempre il contrario, mi dispiace deluderla, ma questo concetto di astrattismo è vivo solo in pochissime persone. In realtà piaccia o meno ,la seconda vita di tanti non è che la replica enfatizzata della prima, nel bene e nel male.
Le stesse paure, le stesse frustrazioni.
Le stesse logiche di branco.
Si individua il presunto anello debole della catena e lo si sbrana. O come nel mio caso si cerca di delegittimarmi, per mettermi a tacere o perché risulto antipatica o solo Dio sa cos’altro.
Ma esiste anche la poesia sul Metaverso…e non è quella scritta dei vari concorsi. E’ una poesia molto più intima e privata. Quella che ti fà desistere da non cancellare il proprio account. E’ l’incontro. Spesso inaspettato con anime affini.,che incroci in modo del tutto casuale. Sconosciuti e sconosciute che ti rivolgono la parola e che ti incantano. Pixel liberi che non seguono logiche di ‘mercato’, che non sgomitano e che vivono in questo mondo fantastico con curiosità benevola ed estrema educazione.
Nascono così sentimenti, amicizie, che alle volte possono durare anche solo il tempo di un battito di ciglia. Ma  conta il tempo? Conta la pienezza di questi incontri. Io sono stata fortunata. Ho incontrato voci fuori dal coro. Gente che entra su SL, veramente con la voglia di lasciarsi alle spalle tutto quello che lo rappresenta nella vita reale e che magari lo affanna. Di astratto c’è solo il modo di comunicare l’estro in tutta libertà. Ma quello che siamo oltrepassa lo schermo… sempre.  Anche io ho peccato …non ho seguito i consigli di chi, più saggio di me, mi diceva di lasciar perdere. Ho peccato di presunzione probabilmente. Ma ci mettevo passione nel cercare di cambiare le regole del gioco.
Sono ‘battaglie’ perse in partenza . Ieri ho conosciuto un avatar donna, in un negozio di capelli. Mi ha dato un’informazione e da lì siamo finite a parlare di altro. Dei nostri cani e dell’amore per gli animali. Cose semplici solo in apparenza…Umanità che spesso nel mondo reale non trova il tempo o anche il coraggio di manifestare determinate emozioni. Credo, che in fondo  la maggior parte della gente cerchi questo entrando in SL: emozioni ,poter condividere qualcosa. Peccato che in tanti ci si perda per strada massificandoci e riproducendo gli stessi usi e costumi che tanto ci stanno stretti nella vita reale.
Semplicità dovrebbe essere la parola d’ordine. Ridimensionarci un po’ tutti. Educazione sempre e solo educazione che è l’unico concetto non astratto nemmeno sul Metaverso.

P.S.
Non so se Aquila esaudirà il mio desiderio di non far commentare questo mio scritto. La mia è sola una replica . Il mio modo di vedere il Metaverso è racchiuso nell’ultima parte di quanto scritto. Non è un articolo, questa volta è davvero un fatto personale.

The day after

by Serena Domenici

Qualche parolina di inglese la conosco anche io… Chi ha voglia di leggermi, si metta comodo. Cercherò di essere fluida e scorrevole. L’argomento merita. Premessa: ieri (8 marzo) era impossibile per me intervenire in voice, ho provato a scrivere qualcosa in local, ma nel marasma generale non ha attecchito. Vorrei spendere due parole per Aquila. Non credo abbia volutamente cercato di offendere qualcuno, piuttosto provocare, stimolare. E’ una persona curiosa, gira il Metaverso da cima a fondo. A dirla tutta, spesso la pensiamo in modo diverso e discutiamo animatamente. Però, devo ammettere che, alla fine, mi ha sempre dato carta bianca per i miei reportage. Scrivo per puro piacere personale, non certo per fama e denaro. Nessuno mai, mi ha pagato per un articolo. Fino a che ne avrò voglia, e Aquila mi ospiterà, continuerò a scrivere. Ho un mio personale blog, tra l’altro molto seguito, e mi sarebbe più facile, e anche più pratico, far convergere tutto lì. Ma per motivi personali non voglio fondere due mondi così diversi. Insomma, la strada, se si ama scrivere, la si trova comunque. Qualcuno ha pensato, a mio avviso erroneamente, che l’articolo e la successiva serata organizzata da Aquila fossero altrettanti escamotages pubblicitari. Sarò ingenua, ma non penso sia così, e se lo è stato, credo abbia giovato più agli amici dei ‘bassifondi’.

Ho apprezzato alcuni interventi, come quello della pasionaria Lele :), anche se non l’ho condiviso totalmente. Certi toni potevano evitarsi. Mi è sembrato uno (Aquila) contro tutti. Non doveva trasformarsi in un processo su di lui, ma in un dibattito. Ho trovato l’intervento di Stregavento offensivo ed eccessivo, soprattutto perché sembrava un discorso letto al parlamento. Eravamo lì per discutere, non per offendere… Di cattivo gusto poi terminare la pappardella preparata in casa dicendo: “Non leggero più te, Aquila e chi scrive per te!” Ho toccato ferro, non avendo altro da toccare! 🙂 Sembrava un anatema… Un conto è confrontarsi con ardore e passione , un conto esagerare nel modo in cui ha fatto Stregavento. Ho notato che i c.d. intellettuali hanno preso le distanze dalla serata (come fanno alcuni meridionali che, trapiantati al nord, diventano i più accaniti razzisti dei loro simili), all’improvviso nessuno più si definiva tale, e la democrazia e il “volemose tutti bene” regnava sovrano. Aquila è diventato un usurpatore di titoli e io sono stata allusivamente etichettata come una che fa la morale. Tutti al rogo! Se c’è una cosa che non ho mai sopportato è l’ipocrisia, il dire e non dire, il parlare alle spalle. Non faccio parte di nessuna casta, vivo la mia SL con pochissimi ed intimi amici che ormai conosco persino in RL. Scrivo quel che osservo e sento, non scrivo cose di fantasia. Mi limito a mettere in evidenza un mondo che racchiude cose negative e cose positive. Mi stupisce che se parlo di Stalking, e di atteggiamenti verbali violenti e di cattivi comportamenti, ad attaccarmi siano soprattutto le donne. Le ‘intellettuali’ perdono tempo a contare quanti punti e virgole io abbia omesso o usato in eccesso. Le “gelose” invece stanno lì acquattate, pronte a scagliare le loro frecce al curaro. Vi comunico che non mi interessano le polemiche sterili finalizzate solo a colpire me, come persona, e non a confrontare le  mie idee senza pregiudizi.  Scrivo quello che gli altri non osano dire in faccia, ma dicono solo alle spalle! Scrivo semplicemente articoli e accetto le critiche, non quelle personalistiche, ma quelle costruttive ed attinenti all’argomento trattato. Intervisto persone che hanno davvero qualche cosa da trametterci, in diversi ambiti. Perché non è vero non ci siano persone capaci di espressioni artistiche e anche pochissimi veri artisti. Sono pochi, ma ci sono e di solito sono poco noti ai più. Se c’è una cosa che davvero latita su SL è soprattutto la buona educazione. Chi determina un ‘titolo’ o una appartenenza? L’articolo di Aquila ha scoperchiato il malcontento che covava nel fondo del Metaverso.  E’ stato un bene ridimensionare un mondo di presunta ‘elite intellettuale’ e sollevare un po’ il mondo che secondo alcuni starebbe più in basso.  Quante volte sono andata a mostre, eventi e concorsi, dove nessuno rispondeva al mio saluto o a quelli di gente andata lì perché semplicemente tippata a caso. Quante volte alle stesse mostre ho sentito un tripudio di: bello, bellissimo, complimenti , divinooooooo … e poi alle spalle le peggiori critiche. Si, l’arte c’è sul Metaverso, ma quante ciofeche di poesie e mostre ho dovuto digerire … Perché, vedete… non solo voi giudicate me, anche io giudico i vostri lavori. Voi sapete in realtà di cosa mi occupo in RL? Potrei essere una dignitosa e onesta fruttivendola, con l’hobby della scrittura, come potrei essere tante altre persone. Sia chiaro un concetto: ognuno scrive, o dà il suo contributo come meglio sa fare, e ritiene opportuno. Rileggetevi l’articolo che dedicai a Swina Allen: un vero artista scappato e, ahimè, perso da SL. Perchè riportare nel Metaverso le stesse dinamiche di frustrazione della vita reale?

Gabriele D’annunzio ”Il Vate”, Pasolini, Charles Bukowski, Henry Miller, e potrei citarne tanti altri… sono stati indubbiamente dei personaggi di rilievo della letteratura italiana e non. Erano degli asessuati? Per nulla! D’Annunzio era un vero godereccio e non ha mai fatto mistero del suo lato sessuale estremo, enfatizzato dalle sue varie amanti. Cosa c’entrano vi domanderete… C’entran, per spiegare a chi crede di essere un intellettuale, che il sesso in certi ambienti è anche più porco e ricercato. Senza contare tra l’altro che certe pulsioni sono legittime. Ormai tutti sappiamo che sul Metaverso , gli Alter  in alcuni casi, servono allo scopo di divertirsi in ‘anonimato’.  Quindi basta con queste ipocrisie. Pasolini diceva: “Gli intellettuali si chiudono in caste dove la libertà, la creatività muore tra quattro mura insieme a loro”. Ma criticava anche chi, dall’altra parte creava inconsapevolmente una chiusura per partito preso e rifiutava il dialogo con chi si gli poneva di fronte. Darsi un atteggiamento di superiorità intellettuale nel Metaverso è semplicemente ridicolo, visto che non sappiamo con chi abbiamo a che fare. In passato ho parlato male del “That’s Amore”, non perché ho la puzza sotto il naso, ma solo perché viene vissuto da alcuni come un porto franco, mancando di educazione verso il prossimo.  Se vado al Suspiria e dico: Buona sera. Al mio saluto risponderanno la maggior parte delle persone presenti. Il bene e il male non stanno tutti da una parte. Quello che stona, sono proprio queste trincee.

Confini che in un mondo virtuale non avrebbero ragione di esistere. Abbiamo tutti un lato oscuro da soddisfare. C’è chi riesce a farlo senza fare troppi danni e chi invece ha bisogno di emozioni sempre più forti. Ma nessuno è giudicabile nei comportamenti, se non nuoce al suo prossimo. In Conclusione… Ben vengano le polemiche se servono per capirsi e scambiare opinioni. Il dialogo arricchisce tutti.  Il Metaverso, per non morire e per alimentarsi, ha bisogno anche di queste cose. Sana critica ed autocritica. Con educazione , sempre e solo con educazione. Il Metaverso è un’opportunità per volare sopra le cose, non dentro alle cose, che fanno stare solo male.  Non fottiamoci pure i sogni.

Fotografia ed eclettismo: Glio Zapatero

by Serena Domenici

Ho conosciuto Glio Zapatero per caso, anzi, più che conosciuto, mi sono imbattuta in Glio in quanto avevamo casa nella stessa land. Per deformazione professionale leggo sempre i profili e ho così scoperto che Glio in Sl fà il fotografo. Ci siamo accordati e ho visitato il suo studio. Sia lui che la sua bravissima ex compagna mi hanno scattato alcune fotografie nel loro studio dove, con la telecamera, ho potuto vedere i loro lavori. Mi hanno colpita le opere di Glio non tanto per l’uso del colore, quanto per la sua indubbia capacità di cogliere e trasmettere, la sensibilità interiore di un pupazzo. Un avatar non è la riproduzione fotografica di un corpo umano, che possiede un proprio linguaggio, fatto di sguardi, sorrisi, smorfie, gesti e molto altro. Quindi trovare un artista che trasmette l’arte visiva mediante pixel, facendomi pensare a qualcosa di umano, non capita spesso.

Glio è il tipico artista un po’ dannato. Insofferente, accidioso, permaloso, introverso … ha i suoi tempi e segue solo il suo estro personale. Se dovessi associarlo ad un animale, di certo lui sarebbe un felino. Indolente e apparentemente morbido. Estremamente educato con chi gli si pone con educazione. La nostra intervista non è stata un semplice botta e risposta scritto, quanto piuttosto, un colloquiare a ruota libera. Mi ha raccontato di se stesso, dei suoi sogni in RL e in SL. Nel Metaverso vorrebbe realizzare un fumetto erotico, un’idea che gli frulla nella testa da un bel po’ di tempo. Le donne sono il suo soggetto preferito e determinante. Ma fotografa sole le donne che lo ispirano, come la sua ex compagna e allieva Suavitas.

L’erotismo è il leitmotiv del suo lavoro. Atmosfere rarefatte o immagini crude, l’importante è che susciti in lui un interesse particolare. Non solo erotismo, ma anche tante altre passioni come il BDSM, che lui ha riadattato a suo modo, e la moda, intesa come stile e ricerca di un look particolare. Tempo fa, si è cimentato persino come modello per conto di Dadina Dosei/DDstyle, cercando di creare un modo nuovo di sfilare in passerella sul Metaverso, anche grazie all’aiuto della bravissima Katiuscia Vollmar (Red Passion è il suo marchio).

Insomma, è una persona in continuo divenire, e come tutti i veri artisti è anche incostante, umorale, e dipendente dall’ispirazione del momento. Lo trovo strepitoso nelle foto in bianco e nero. Riesce davvero a cogliere l’attimo e a rendere suggestiva nei chiaroscuri qualsiasi cosa catturi la sua attenzione. Non copia nulla, ma elabora immagini frutto di una sua personalissima interpretazione.

Troverete qui il suo studio: Balck Rose photographer c/o City LeGend Urban. Mentre se volete visitare il suo sito date un’occhiata qui: http://www.flickr.com/photos/ 40631365@N08/ Ogni 15 giorni il tema delle sua mostra varia e non dovrete stupirvi se il soggetto del suo prossimo lavoro sarete  voi: lui, cattura l’attimo e lo trasmette in foto, ed essendo anche una persona generosa ve lo donerà. Per lui fotografare è un impulso irresistibile, ma totalmente istintivo, così istintivo da non rendersi quasi conto che è speciale. Se volete una foto che parli per voi, lui è senz’altro uno dei pochi che saprà dare un’anima alla vostra immagine in pixel.

Inaugurazione sede di Virtual Worlds Magazine e Pyramid

Il prossimo martedì 6 marzo, si terrà, presso la land di Solaris, l’inaugurazione della nuova sede di Virtual Worlds Magazine (http://maps.secondlife.com/secondlife/Solaris%20Island/198/226/22).

I festeggiamenti includeranno la inaugurazione contemporanea della sede di Pyramid Cafè. Nella land di Solaris hanno trovato la loro sede anche altri prestigiosi gruppi di Second Life, come i Mentor, Stregatti, Arte Libera ecc. in un esperimento di collaborazione e di messa in comune di risorse che sta già dando i primi risultati. Era da molto tempo che il nostro Magazine batteva il tasto della collaborazione e della messa in comune di risorse e di energie per la comunità italiana di Second Life, e la disponibilità dell’owner di Solaris, e le sinergie create finora, stanno consentendo questa positiva evoluzione. Seguirà un concerto di Eddie Santillo e grande festa con divertimento assicurato.

Virtual Worlds Magazine Reloaded: Serate dibattito sulle due anime di Second Life.

Dall’articolo pubblicato su Virtual Worlds Magazine lo scorso 11 febbraio, è scaturito un interessante confronto tra i lettori e i simpatizzanti. L’articolo era stato provocatoriamente intitolato ai “bassifondi” di Second Life, e la discussione che ne è seguita ha messo in evidenza quello che l’articolo aveva cercato di stimolare: una discussione accesa su due diverse modalità di vivere Second Life.

Avevamo quindi preso l’impegno di organizzare un dibattito sul tema, per consentire a chiunque di esprimere le proprie opinioni in merito, e di raccontare il proprio modo di vivere Second Life. Dopo alcuni giorni di riflessione, e un primo annuncio riguardante una serata unica, si è deciso di organizzare la discussione in due serate successive, per l’8 e per il 13 di marzo.

La prima serata si terrà a Solaris l’8 di marzo alle ore 22,30

http://slurl.com/secondlife/Solaris%20Island/25/220/26

La seconda serata, invece, si terrà a Suspiria, il 13 di marzo alle 22,30:

http://maps.secondlife.com/secondlife/Suspiria/64/47/1301

Entrambe le serate si svolgeranno con il supporto logistico ed organizzative del gruppo Pyramid, con cui Virtual Worlds Magazine ha avviato una proficua collaborazione, e dello staff di Suspiria.

La partecipazione è aperta a tutti. Vi aspettiamo numerosi, per un confronto aperto e libero da preconcetti, e per fare un passo in avanti nella discussione in corso, che coinvolge la comunità italiana di Second Life.

L’altro non esiste?

by Volando Amat

In un poema di Elliot, c’é scritto, se io lo traduco correttamente: ” Dov’é la vita che abbiamo perduto vivendo? Dov’é la saggezza che abbiamo perso nella conoscenza? Dov’é la conoscenza che abbiamo perduto nell’informazione?”. Come il filosofo maledetto Cioran potrebbe aggiungere: “Dove sta l’ideale che abbiamo perso diventando creatori di cose concrete, smettendo di essere “artisti interiori ?”  E si potrebbe anche aggiungere un’altra domanda: “Dove sta il Dio che abbiamo perso con l’incarnazione?”  Secondo Cioran l’altro non esiste: “Non ho mai trovato nessuno, non ho fatto che imbattermi con ombre scimmiesche o sinistri”.

Per rispondere a questa domanda, io mi dico che tutto quello che siamo, prima lo abbiamo desiderato o sognato di essere. Siamo quello che la nostra nostalgia ha prodotto per noi. Ma perche ci risulta pericoloso l’altro? E perché soprattutto allo stesso tempo lo desideriamo e desideriamo la sua compagnia? Credo che ci sia connaturale il paradosso. Siamo autisti e sociali allo stesso tempo. Da una parte vogliamo la solitudine, arrivare ad essere indipendenti, senza che ci disturbi nessuno, senza l’ingombro della convivenza o compromessi che la convivenza impone essere; e ci spinge verso il desiderare un’isola deserta e privata, per esempio in Second Life, dove niente dobbiamo temere o ci sarò imposto. Dall’altra parte, le nostre nostalgie ci fanno sentire esiliati come Ulisse della nostra patria, del posto dove desideriamo condividere, di farne partecipi gli altri e partecipare.

La prima cosa é sentire la Nostalgia, poi sapere “di cosa”, anche se a saperlo veramente non riusciremmo mai … ma andiamo sempre alla ricerca del nostro perchè. Una volta acquisita la nostra paradossale condizione, possiamo domandarci quale strada intraprendere per risolvere la perplessità e l’irrisolto che c’è in noi, quando qualche segnale di un possibile “Altro” ci appare. Robinson Crusoe, ad esempio, si era accomodato alla sua  solitudine e aveva dimenticato “L’altra parte di se”. La mia realtà dipende dall’altro” (Marìa Zembrano, pensatrice spagnola).  Quando qualcuno opta per essere la metà di quello che é,  guarda quello che gli domanda l’altra parte di se, con timore.  Il timore.  L’esperienza Unipolare di Robinson Crusoe aveva fatto di lui un nevrotico, per questo, per la sua nevrosi, aveva paura di attivare l’altra parte di se, quella che veniva a contraddire la sua istallazione nell’autismo, nella solitudine volontaria.  Robinson Crusoe non é altro che un personaggio creato da Defoe, é un mito, e il mito che vive da se, e allo stesso tempo “perché mi serve e perché lo voglio” diventa patrimonio culturale e come tale possibile manipolarlo, usato per vedere in lui, quello che vedo e quello che voglio vedere, perchè quando un’opera, in questo caso un libro, arriva a una accettazione universale, lascia indietro il suo creatore e diventa patrimonio di ognuno di noi.

Quando ci avventuriamo ad uscire nel mondo, l’ultima cosa che desideriamo è che ci contraddicano, e speriamo che l’Altro, non sia altro che un prolungamento di noi stessi.

Questo è quello che Freud definisce “narcisismo infantile”, quando cominciamo a vedere, vivendo, che non è così, che l’Altro non é una parte di me, ma é un “Tu”, con i suoi propri desideri, con un suo proprio programma di vita e di maniera di attuare. Non é che rinunciamo nel nostro intento di fare di lui un’unità simbiotica adattata ai nostri desideri, e per questo, usiamo diverse sistemi: l’imposizione della nostra volontà sulla sua (di qui, l’istinto al potere) dell’annullamento di tutto quello che impedisca che l’altro ci contraddica, piuttosto che sparisca o ci ritiriamo noi da dove lui si trova, fino all’isola deserta, fino a Second Life compreso.

Ci sono altre formule che usiamo, compresa quella di accettarlo (cosi nell’amore), come se fosse quello che mi aspettavo da lui o da lei. E poi vada come vada a finire … Per tutto questo, Robinson Crusoe si impaurisce quando scopre nella sabbia l’orma “di un’altro essere umano” e il suo primo gesto, è quello di correre a mettere i salvo i suoi averi.

Lo stare in Second Life fa bene alle persone che hanno una visione disincantata delle cose, quelle che appartengono ai non compiuti, a quelli che hanno timore di chiudere il cerchio, rispondendosi e convinti di farlo intorno a quello che sono. “Un se stesso” compiuto e rotondo. Non ho mai capito quelli che sanno rispondere alla domanda: “Chi sei?” e difendono e proclamano di “essere se stessi”, come se fosse qualcosa di concreto e definito, e definitivo, qualcosa che si può portare in tasca, come qualsiasi altro documento da mostrare se necessario. Ogni qual volta ho domandato a queste persone, e come é “te stesso?”  sono diventati vaghi e non mi hanno risposto. So di me due o tre cose, e vado alla ricerca e mi cerco negli altri, suppongo che in un modo o nell’altro ognuna trova una maniera appropriata per stare nel proprio ambiente, nel mondo.  Quello di cui mi sono convinta, guardando dal balcone della mia vita, é che il  mondo, sia esso virtuale o reale, é pieno di  persone che vivono diverse vicissitudini, ma che alla fine chiedono qualcosa che si chiama: affetto. E se ritorno indietro al “principio” di me, il ricordo più pungente e vero, era il mio desiderio che tutti mi amassero, mi accogliessero, questo vedevo, e vedo, dal balcone della mia esistenza, un balcone che a volte può dare la vertigine, e da dove si vedono tanti “Altri” e l’Altro o il Tu, non mi sembra che chiedano altro che essere accolti.

Un brivido nell’arte: Janita Diavolo

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by Cris Iracunda

“L’arte non è mai casta, si dovrebbe tenere lontana da tutti i candidi ignoranti. Non dovrebbero mai lasciare che gente impreparata vi si avvicini. Si, l’arte è pericolosa ma, se è casta non è arte” (Pablo Picasso).  Passione, seduzione, intrighi e provocazione… Un mix perfetto di euforia che coinvolge in ognuno di noi, ogni singolo senso, percezione e sensazione. Il brivido perfetto, l’attimo vincente, che ci rende schiavi di ogni singolo desiderio. “LA PERDIZIONE”, questo è il nome della galleria d’arte, dove senso e mistero si fondono allo stesso tempo. Una grande varietà di soggetti: sesso, sadomaso, vampirismo, uomini e donne, che si fondono in una briosa danza dei loro corpi.  La nostra artista, Janita Diavolo, nata qui su Second Life il 6 ottobre 2008, presente anche su facebook, ci accompagnerà in questo nostro breve viaggio ai confini de:

 “La perdizione” (http://maps.secondlife.com/secondlife/Pyong%20Ya/210/22/77).

 Cris Iracunda: Janita da quanto tempo esiste la galleria?

Janita Diavolo: è stata fondata nel 2008

Cris Iracunda: coma mai hai scelto di raffigurare questi soggetti?

Janita Diavolo: ho sempre fatto questo, ho iniziato tutto solo dal sadomaso per poi arrivare anche al resto, ossia omosessuali, vampiri e nudi. In Second Life, se vuoi guadagnare soldi, ti devi buttare sul sesso. Le parole dell’artista non hanno tutti i torti, siamo in un mondo dove tutto è concesso se tu sei il primo ha concederti.

Cris Iracunda: Janita, ti ispiri a qualche corrente artistica, ad un artista che segui o ne sei appassionata?

Janita Diavolo: sono ispirata solo da ciò che mi attrae. Immortalo quello che mi colpisce maggiormente seguendo solo il mio gusto. La vera essenza dell’arte è la bellezza unita alla sensualità del nudo, spesso confusa con la volgarità. La nudità è sempre istigatrice e sorprendente.

 Per quanto l’artista sia nella pittura, nella scultura, nel cinema o nella fotografia, incontra nel corpo nudo un profondo legame con la purezza dell’essere. E’ la sensualità che stimola la creatività in tutti i sensi. E’ la sensualità che evoca l’amore, la passione e la creazione dell’uomo. Dall’arte preistorica ad oggi, nell’etnografia, pittura, scultura e nelle altre arti gli artisti hanno interpretato il nudo come paradigma della bellezza, erotismo, studio accurato di forme linee ed ombre. Il corpo nudo è l’eccellenza celestiale, chi di noi non è mai stato attratto dalla sensualità della nudità del sesso opposto o dello stesso. Chi di noi non ha mai provato piacere nell’osservare la nuda schiena di una donna, o i pettorali possenti di un uomo.

Janita Diavolo ha voluto unire nella sua arte la passione e l’intrigo della sinuosità del corpo, accattivando l’osservatore con contrasti di luci e ombre, con effetti visivi unici, segnando con forza emotiva in ogni sua foto la sua firma indelebile.  Inconsciamente in ognuno di noi è presente una vena di erotismo, percezione dei sensi che, anche se nascosta, prima o poi uscirà fuori urlando la sua affermazione, e potrà farlo attraverso vari mezzi in suo potere e, nel caso della nostra Janita, utilizzando l’arte immortalando in quegli scatti scene di forte phatos erotico, e non solo.

Il nudo è adrenalinico come lo è la luna per un lupo, in una notte di luna piena è più forte di lui resistere al suono e alla bellezza della luna, lo ipnotizza e intriga rendendolo schiavo in un unico e profondo ululato. E voi cari lettori riuscite a resistere al richiamo della luna?

A voi l’ardua sentenza.

La vostra amata CRIS IRACUNDA

Carnevale di Nizza, in Francia, nella land di Patrick Moya il 21 febbraio 2012

MARTEDI GRASSO SULLA PIAZZA MASSENA DI NIZZA NELLA NIZZA VIRTUALE DI PATRICK MOYA (http://maps.secondlife.com/secondlife/Moya%20Land/104/214/73)

SERATA PER FESTEGGIARE INSIEME IL CARNEVALE CHE SARA PROIETTATO SU SCHERMI GIGANTI TRA QUALCHE GIORNO SULLA VERA PIAZZA MASSENA A NIZZA IN RL.

PROGRAMMA DELLA SERATA :

– ALLE ORE 20.30 APRIRA I FESTEGGIAMENTI LA REGINETTA DEL CARNEVALE ANDR3A BEKKERS CON UN MINI CONCERTO E LA POTREMO VEDERE ANCHE IN RL SU SCHERMO CHE SARA MESSO NELLA LAND
– ALLE ORE 21 CANTA CECI DOVER
– ALLE ORE 22 CANTA MAPOO LITTLE
– ALLE ORE 23 CANTA STELLADELSUD CHARISMA
– ALE ORE 24 CANTA EDDIE SANTILLO IN COLLEGAMENTO VIDEOSTREAMING

I “bassifondi” di Second Life

by AquilaDellaNotte Kondor

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L’idea fondante di questo Magazine è stata, e lo è ancora, quella di mettere in risalto le migliori realizzazioni che vengono prodotte in questo mondo virtuale, prototipo di mondi futuri, rappresentato da Second Life. Noi tutti della redazione raccontiamo quotidianamente di eventi importanti, personaggi che si distinguono per le loro attività, progetti, manifestazioni musicali, culturali e artistiche, scriviamo e approfondiamo aspetti sociologici del mondo virtuale, tematiche economiche o di business, e così via. Abbiamo l’ambizione di raccontare il meglio di quanto è oggi disponibile, e viene realizzato, in Second Life. Parliamo, come i nostri lettori sanno, anche di altri Mondi Virtuali, ma qui il discorso è del tutto analogo.

Tuttavia, siamo consapevoli che questo mondo che andiamo descrivendo ogni giorno è solo la punta di un iceberg. La realtà che raccontiamo riguarda una parte minoritaria della popolazione dei residenti di Second Life. La “maggioranza silenziosa” è invece composta da una moltitudine di avatar, più o meno anonimi, che frequentano un mondo variegato, fatto di discoteche, land note per chiacchiere di bassissimo livello, club più o meno equivoci, spiagge pseudo nudiste, bordelli veri e propri. Intendiamoci, non è che tali posti non vengano frequentati dalla “elite” intellettuale di Second Life, direttamente o con alter, ma la moltitudine che voglio descrivere vive unicamente in questo mondo. E’ un mondo chiuso, a se stante, con nessuna connessione col gli ambienti che noi descriviamo di solito.

Questa gente frequenta esclusivamente, e per sempre, “i bassifondi” di Second Life.

Ho passato gli ultimi due mesi a esplorare questo mondo, in silenzio, modestamente, senza rompere le balle a nessuno (anche se mi è capitata l’avventura di essere “bannato”, esperienza per me unica in quattro anni di Second Life, da un owner dalle oscure intenzioni). Ho conosciuto gente, passato delle serate in “disco”, visitato land ambigue di vario genere e ascoltato quello di cui la gente discute e su cui si appassiona in questi posti.  Ho ritrovato vecchi amici, conosciuti all’inizio della mia permanenza in Second Life, e scoperto persone anche di grande spessore, ma che preferiscono questi ambienti, alla “noia mortale” degli ambienti artistici ed intellettuali.

Ho notato che qui il filo conduttore di tutti i discorsi, e i comportamenti, ruota attorno al sesso e ai rapporti interpersonali. Nessuna sorpresa, mi direte voi, solita storia, si ma in questi ambienti il tema è esclusivo, non mediato da altre manifestazioni o interessi. E attorno a queste tematiche, si sviluppa la vita sociale, le “serate” e i rapporti. La tipologia umana è di tutti i generi: lesbo, bisex, etero, trans, e gli intrecci sono praticamente infiniti. Gli argomenti chiave sono i seguenti: fedeltà e gelosia, il mondo degli alter, il legame con l’owner, l’attenzione alla “serata”.  Vediamoli uno per uno.

Il tema della fedeltà e della gelosia è stato molte volte trattato e discusso, è un topic del mondo virtuale. Ebbene è un argomento di pura illusione. Ogni amante si scambia promesse di fedeltà eterna, ma la probabilità che tali promesse vengano mantenute è praticamente irrisoria. Il mondo stesso di Second Life è un mondo di libertà, di sperimentazione, di scoperta. Promettere fedeltà è un modo per darsi sicurezza, in un mondo che per sua natura è insicuro. Esistono ovviamente delle eccezioni, rare, quando il rapporto tra due persone travalica il mondo virtuale e, in un modo o nell’altro, diventa legame “reale” forte. Ma qui siamo nel quotidiano mondo della RL. La gelosia è ovviamente un sentimento stabilmente radicato, inevitabile, visto quanto abbiamo fin qui affermato.

Il mondo degli alter è un capitolo affascinante, meriterebbe un trattato intero. Le cose da dire, e le casistiche che si presentano, sono praticamente infinite. Però, in sintesi, possiamo dire che il 90% dei residenti di Second Life ha degli alter (avatar alternativi), e che le motivazioni sono essenzialmente di due tipi: la prima è di avere libertà di movimento per lavorare, esplorare, e avere contatti non ufficiali, senza mostrare in giro il proprio avatar originale, perché magari è molto noto e riconoscibile; la seconda motivazione, di gran lunga prevalente, credo intorno all’80%, è quella di farsi gli affari propri all’insaputa del proprio partner, amante, o amico. Ho conosciuto persone con una dozzina di alt, e gente che usa abitualmente (quindi non in modo sporadico) quattro o cinque avatar. Tale tema è strettamente legato al precedente. Se il vostro partner vi giura fedeltà eterna, state certi che ha altri avatar con cui fare i propri affari, a vostra insaputa. Con le rare eccezioni del caso, ovviamente, come abbiamo già detto. E’ praticamente impossibile tener dietro agli alter di una persona, anche se esistono modi per individuarli nei casi più semplici, di ingenuità nella gestione o di tracce evidenti lasciate in giro. E qui, come abbiamo avuto modo di raccontare in un precedente articolo, le “agenzie” investigative in world sviluppano la propria attività e i loro affari. Del resto, non c’è alcun modo in SL di verificare cosa faccia una persona che non vuole farsi rintracciare, al massimo potete sapere quand’è on line anche se non è tra i friend, ma non dove sia e cosa faccia, se non avete la visibilità in mappa. Non c’è scampo, rassegnatevi.

L’intreccio dei rapporti e delle diverse relazioni, i legami, i tradimenti, le rotture, ha come scenario la “serata”, passata in disco o in una land abituale, durante la quale l’intreccio degli IM, coperti da banalità in chat locale, è frenetico. Gli approcci, per lo più a carattere sessuale, sono la norma. E il “dopo serata” è ovviamente facile da immaginare, con scenari esotici, in riservate Skybox a grande altezza, giusto per mantenere un minimo di privacy.

La figura dell’owner è ancora più centrale in questi ambienti. Vero signore/a e padrone/a della land. Fa il bello e il cattivo tempo, costruisce harem, banna chi gli pare, è omaggiato ed idolatrato da masse di frequentatori e di aspiranti manager. Il suo totem è il “traffico”, e non bada ai mezzi che impiega per ottenerlo: sploder, pali per la lap dance, attraenti manager o PR, perfino escort, più o meno camuffate. Lo squallore di alcuni personaggi, che ho conosciuto nel mio girovagare di questi due mesi, è indescrivibile. Non voglio andare oltre, non è mio costume citare casi precisi, ma vi assicuro che al peggio non c’è mai limite, come suol dirsi.

Che cosa ho ricavato da questa mia esplorazione dei “bassifondi” di Second Life?  A parte le personali esperienze e conoscenze, alcune delle quali manterrò di sicuro, ho ricavato un grande insegnamento, per noi “intellettuali” di Second Life: non siamo capaci di comunicare con questo mondo. Questa moltitudine passa il proprio tempo senza neanche sapere che ci sono alternative, possibilità di esperienze diverse, un intero mondo di realizzazioni e di eventi di grande interesse. Intendiamoci, una gran parte di queste persone non ha alcun interesse ad altro che a sentire musica, o a pomiciare in disco, ma ce n’è sicuramente una parte, e ne ho conosciuti tanti, che semplicemente non conoscono altro, per loro Second Life è quell’ambiente lì. E’ quindi necessario andare in questi posti, miscelare i due mondi, diffondere informazioni e “mescolarsi” in qualche modo a questa popolazione. Se solo riuscissimo a coinvolgere, nelle iniziative migliori di Second Life, una percentuale di questo mondo, forse faremmo un passo avanti, sia in termini di qualità complessiva, che del numero di visitatori del nostro mondo virtuale. Questo Magazine sarà schierato, d’ora in avanti, anche su questo fronte, con l’ambizione di dare un proprio contributo, come sempre cerchiamo di fare in molte altre occasioni.

Questione sociale o questione sessuale?

By Serena Domenici

Scrivere quest’articolo  mi ha  portata a sondare anche terreni personali e di appartenza. Sono una donna/avatar. ‘Vivo’ come sapete in una comunità di pixel  nel metaverso. Mi occupo  di sondare questo ‘mondo’ cercando di carpire, capire e cogliere, quello che spesso in esso non si ‘vede’. Non sono una psico-teraupeta, sono  solo una donna che ama scrivere e ama  confrontarsi con gli altri.  Mi piace  girare su SL , conoscere  i miei ‘simili’ e luoghi interessanti,  arricchirmi di emozioni  e conoscenze. Confrontarmi  nel dare e ricevere input di reciproco interesse. Ma tutto questo, col il passare del  tempo,  se da una parte mi ha gratificata a livello personale e non, dall’altra  mi ha lasciato un retrogusto  molto amaro. Come donna e come avatar mi sento offesa, destabilizzata e delusa, da una parte di questo ‘mondo’.

E’ mai possibile che per essere credibile,  rispettata e non essere oggetto spesso di attenzioni al limite del buon gusto  io debba farmi un avatar cesso  per avvicinarmi  a mio prossimo, soprattutto di sesso maschile? Sbagliereste se pensaste leggendomi fin qui io parli solo di me stessa. Io parlo di me e di tutte quelle come me, e  non sono poche, che non ce la fanno più a sorbirsi attacchi  di testosterone , feromoni o quel che vi pare, impazziti! Ogni volta che mi avvicino ad un uomo  o sosto da qualche parte , comincia l’assedio.  Ma cosa credete, non ci piaccia essere corteggiate, ‘amate’, adulate, considerate? Certo che ci piace, ma con misura e soprattutto, tanta educazione che spesso sul Metaverso manca. Mi sono sempre chiesta  in passato se questo atteggiamento  particolare,  fosse dovuto al fatto  io mi approcci  con cortesia e disponibilità agli altri.  Col tempo ho compreso non fosse questo il problema… In RL è la stessa cosa eppure nessuno,  anche se magari lo pensa, mi propone sedute di sesso, orge, e acrobazie  sessuali.

Nella vita reale nessuno  offende in modo così palese le donne, come avviene nel metaverso. Se avviene, sono fatti davvero sporadici, che spesso nascondono patologie del comportamento che a volte purtroppo sfociano in articoli di cronaca. Qui, molti frustrati e anche frustrate  (in numero nettamente inferiore le donne) ,  da conigli che si trasformano in leoni.  No, non esiste  la violenza fisica, ma psicologica si, e tanta.  Ho parlato con donne, davvero scioccate, deluse, da simii atteggiamenti.  Non tutte sanno opporsi con fermezza, nemmeno io in determinate circostanze sono riuscita ad essere secca e decisa.  Perché molte volpi da chat spesso usano tattiche molto sottili. Non ti aggrediscono,  ma, piano piano,  arrivano a dirti le peggio oscenità, con un savoir faire , che ti lascia lì per lì  a soccombere tra fiumi di parole che hanno un solo significato: sei una pupazzetta, che sostituisce la vecchia bambola gonfiabile per maratone  di sfoghi sessuali. Che tristezza …   Sembra che il sesso  sia l’unico pensiero a dominarci l’esistenza.  Esistono tante altre cose, compresa l’amicizia, il dialogo e la capacità  di trovare nel Metaverso tanta fonte di ispirazione.

Chi scrive, e sia ben chiaro,  non è una donna che non  ha emozioni o desideri, ma è una donna con una propria dignità, come tante, indipendente anche nelle scelte personali. Non quelle indotte con violenza verbale, grazie al fatto che ci senta immune dietro ad uno schermo. Quindi totalmente tetragona ad un certo tipo di approccio. E poi, basta anche alle lady Godive, pronte a marcare il territorio altrui  e a  rivaleggiare come se si fosse in guerra e alle gelose che invece (se è il caso) di prendersela con il proprio partner , rigettano sulle altre le proprie frustrazioni. Alle donne finte che ormai anche il niubbo più sfigato riesce a sgamare all’istante. Ti immano e sembrano delle camioniste in corto circuito. A quelle che assillano e si sentono fidanzate solo come  rivolgi loro la parola . Basta ai Masters e alle Mistresses  improvvisate , che trovo solo francamente ridicoli…Basta a tutto ciò che fà del Metaverso una  brutta copia dell’originale e ci fa assistere al  funerale del buon gusto. Second Life è libertà di espressione, in tutte le sue forme, non un tiro al bersaglio o un porto franco per chi in RL indossa false maschere di perbenismo. Non è tutto lecito, come erroneamente si è portati a supporre. Solo i limiti riescono a darci la misura giusta, che ci differenzia dalle bestie. Ognuno  di noi, in questo mondo fantastico, può trovare o essere quel che sogna, a patto che non si limiti o violenti la libertà  altrui.

E voi, uomini cazzuti e vogliosi, imparate una buona volta a capire che se una donna non vuole, non vuole e basta!  Ho sondato più volte avatar maschili particolari… Niente, non capiscono, non c’è verso. Spesso allora ho giocato  per lasciarli poi con un pugno di mosche… Si, perché noi donne sappiamo anche essere stronze, se vogliamo.  Ma francamente mi sono scocciata, come tante mie amiche. Non siamo carne da macello o vacche, come qualcuno volgarmente dice.  Siamo cuore in pixel… Siccome il mondo è bello perché è vario, ognuno stia con i propri simili. Non forzi dove non è possibile arrivare e impari a comprendere che un sorriso o un modo gentile di fare non significa  necessariamente starci. Per godere bisogna essere in due, ma dubito che qualcuno lo comprenda appieno. Come non credo che alcuni conoscano il termine ”CONSENZIENTE”.

Nessuno di noi è perfetto, siamo pixel imperfetti  come l’essere umano che dietro lo schermo lo manovra. Non è una lezioncina quindi la mia, anche io commetto i miei errori, e ho le mie debolezze. Ma non impongo nulla a nessuno.  Ho rispetto della libertà altrui, ed esigo si rispetti anche la mia.  Almeno qui si impari ad essere spontanei. L’uso degli Alter non è sempre a  uso fornicatorio , alle volte diventa una corazza, una difesa per muoversi in un mondo  che troppo spesso finisce per somigliare  ad una piccola  Peyton Place.  (I peccati di Peyton Place docet). Come a dire, nulla di nuovo sotto il sole.  Nemmeno quello finto di Second Life.

Mapoo Little: una scoperta vocale, una voce che non somiglia a nessun altra

by Francesca Caeran

 

Che ne dite se questa volta vi faccio conoscere una voce inconsueta e completamente diversa da tutte le voci che avete sentito fin ad ora?  Una donna di mistero, di cui ho sentito dire tante di quelle cose che hanno anche risvegliato la mia curiosità. Signore e Signori, ecco a voi Mapoo Little! 🙂

Mapoo è stata una delle prime cantanti di Second Life che ho avuto il piacere di conoscere. Sempre continuando il mio gironzolare, eccomi arrivare in terra straniera (ma va !??? lol) dove si esibisce la cantante live Mapoo.  Primo impatto con la sua voce: strano sentimento, mi piace o non mi piace? Ma questa voce cosi particolare, rauca, ma allo stesso tempo alta, profonda, miscuglio tra il maschile ed il femminile, ma sopratutto  tanto diversa da tutto quello che avevo già ascoltato su Second Life.  Chiudo gli occhi ed immagino un black che canta come una soprano. Verdetto finale: si che mi piace! Eccome se mi piace!  Mapoo si presenta come una giovane donna di 28 anni, nata e cresciuta in Inghilterra, dove vive tutt’ora. E’ approdata in Second Life nel 2007, ma canta in RL da quando era bambina. Lei dice che è naturale, essendo una cantante in RL, desiderare di condividere le emozioni che prova cantando,  anche con i suoi fans del Mondo Virtuale di Second Life. Il suo mondo, da sempre, è fatto di musica, e non è possibile immaginarla far altro che cantare, sia in RL che in Second Life. Il suo stile musicale non è fatto di un unico genere: lei passa tranquillamente dal Motown alla  Soul Music, dall’RnB alla Pop e Dance Music.  Ho sentito la Mapoo interpretare Lady Gaga, Mariah Carey o anche Rihanna, e tanti altri cantanti ancora. La sua voce è molto somigliante a quella di Aretha Franklin, che interpreta spesso e volentieri, ma anche a quella di Tina Turner. Ecco, Mapoo è un bel miscuglio di queste due grandissime voci nere. Capirete allora quanto possa essere interessante ascoltare Mapoo Lttle in un concerto live. E a proposito di Live, e di interpretazioni Live, c’è qualcosa che tengo a precisare, e se ne parlo proprio oggi, con l’articolo della Mapoo, è perchè lei in prima persona è stata oggetto di accuse da parte di gente che di musica, penso, se ne intenda ben poco, ma che, sparlando a vanvera, ha colpito ed insultato questa grande cantante Live che è Mapoo Little.

Io conosco Mapoo, come vi ho detto più su, da quando sono entrata in Second Life. L’ho seguita molte volte, l’ho portata a cantare nelle land italiane quando ero manager di land, e mai, e dico mai, l’ho sentita cantare in modo registrato.  Per chi è un pò attento, la cosa è abbastanza semplice da verificare. Se durante un concerto la o il cantante non riesce a fare un saluto durante una canzone, a dire una parola diversa dal testo, e questo durante tutte le canzoni di un concerto, ebbene chiedetevi se non state invece ascoltando una bella registrazione. Poi se quando parla la sonorità della voce è diversa da quando canta bè ragazzi è chiaro che vi state facendo imbrogliare, e forse anchè gli owner che avranno pagato per un concerto in Live e che si trovano ad ascoltare un cd. Io questo lo chiamo semplicemente furto e presa per i fondelli. La cosa ci può anche stare, se si dice la verità alla gente, essendo semplicemente onesti con tutti. Dunque, per tornare alla nostra Mapoo, seguendola per anni, è più che sicuro che ha sempre cantato in live, e dunque lo scorso anno partecipando ad una gara canora organizzata da italiani, si è sentita dire che non cantava in diretta e dunque le hanno messo dei voti assurdi per la straordinaria voce che ha (la stessa cosa è successa alla cantante francese Anastasia Adder sempre nello stesso concorso).  So che Mapoo come Anastasia sono state molto colpite da queste accuse assurde e approfitto oggi di questo articolo per fare a loro delle  scuse  per tutte le schifezze che le sono state buttate in faccia e anchè dietro alle spalle (facevo parte della giuria ecco come ne sono venuta a conoscenza). Shame!

Mapoo è molto particolare nel suo stile, uno stile unico ma sicuramente abbiamo qui una delle grandi interpreti del Metaverso. Andate ad un suo concerto, e vi prometto che non sarà l’unico che andrete ad ascoltare.

LINK UTILI PER ASCOLTARLA: 

 http://www.youtube.com/watch?v=K9SgMwsRsHY

http://www.youtube.com/watch?v=BVF3DGCQzP0&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=11h_DFByVBk&feature=related

Il Flauto Magico

by AquilaDellaNotte Kondor – photoes by Lucrezia Savira

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Della mostra sul Flauto Magico di Mozart, allestita da Giovanna Cerise, abbiamo già dato conto in questo Magazine . Abbiamo voluto incontrare l’artista, e nostra collega di VWM, per farci accompagnare nella visita e raccogliere le sue considerazioni sulla sua opera. Di seguito, l’intervista che le ho fatto. In appendice una sintesi della storia professionale in SL di Giovanna.

[10:00:38] AquilaDellaNotte Kondor: Giovanna, grazie mille della tua disponibilità a farci da guida in questo tour nella tua installazione. Avere l’autrice direttamente come guida aiuterà i lettori di VWM a comprendere meglio la tua opera. Cominciamo pure questa esplorazione. Questa è la prima sala, quella di partenza. Vedo una locandina del flauto magico, e in fondo un tendaggio.

[10:01:33] Giovanna Cerise: siamo in quello che io ho chiamato il foyer, immaginandolo un pò come un’anticamera dell’installazione vera e propria.

[10:01:37] AquilaDellaNotte Kondor: e questo strano oggetto tipo gabbia, che cos’è?

[10:02:31] Giovanna Cerise: uno dei protagonisti del Flauto magico è Papageno, un uccellatore, che ha con se una grande gabbia.

[10:03:14] AquilaDellaNotte Kondor: è questa?

[10:03:31] Giovanna Cerise: si, e metaforicamente ho voluto inserire le note prigioniere ma che riescono a scappare.

[10:04:33] AquilaDellaNotte Kondor: dietro di noi questo pesante tendaggio da teatro, di colore blu.

[10:04:40] Giovanna Cerise: si, l’ingresso ufficiale nell’opera.

[10:05:20] AquilaDellaNotte Kondor: bellissima questa foto di Mozart con il pannello del pentagramma davanti.

[10:05:58] Giovanna Cerise: sul pentagramma sono rappresentate le prime battute dell’Ouverture del Flauto Magico, é una mia riproduzione in prims.

[10:06:25] AquilaDellaNotte Kondor: qui ogni sala ha una ball su cui cliccare un pezzo dell’opera.

[10:06:57] Giovanna Cerise: in un paio invece, si attiva il suono quando è presente l’avatar.

[10:09:15] Giovanna Cerise: il pavimento è sempre la prima pagina della partitura dell’opera.

[10:09:59] AquilaDellaNotte Kondor: entrando nella gabbia il fojeur scompare.

[10:10:06] Giovanna Cerise: si, è per creare l’immersione totale.

[10:10:30] AquilaDellaNotte Kondor: qui a terra i gift coi vestiti d’epoca.

[10:10:49] Giovanna Cerise: e una copia del flauto che ho costruito in regalo 🙂

[10:11:02] AquilaDellaNotte Kondor: ah, bell’idea. Questa è la prima sala.

[10:11:25] Giovanna Cerise: prima scena.

[10:11:44] AquilaDellaNotte Kondor: cosa rappresenta?

[10:11:53] Giovanna Cerise: l’opera si apre con il protagonista inseguito da un serpente. [10:12:38] Giovanna Cerise: è un riferimento al paesaggio in cui era ambientata l’opera, nell’antico Egitto.

[10:13:16] AquilaDellaNotte Kondor: e questo cerchio? Sembra uno stargate.

[10:13:37] Giovanna Cerise: questo cerchio rappresenta un pò la luna 🙂

[10:13:57] AquilaDellaNotte Kondor: dove si prosegue?

[10:13:59] Giovanna Cerise: stimao per entrare nel palazzo di Astrifiammante.

[10:14:28] AquilaDellaNotte Kondor: la seconda scena …

[10:14:48] Giovanna Cerise: qui è dove abita la regina della notte.

[10:15:01] Giovanna Cerise: Astrifiammante, appunto.

[10:15:21] AquilaDellaNotte Kondor: una scala in salita …

[10:15:47] Giovanna Cerise: qui il protagonista vede il ritratto di una fanciulla, la figlia di Astrifiammante, e se ne innamora. Il ritratto è in trasparenza sul trono.

[10:16:16] AquilaDellaNotte Kondor: e come la rappresenti?

[10:16:33] Giovanna Cerise: lo vedi il ritratto sul trono?

[10:18:50] Giovanna Cerise: e quelle che vedi in basso sono tutte sedie. Ho voluto creare una specie di sala del trono.

[10:19:15] AquilaDellaNotte Kondor: bell’effetto.

[10:19:48] Giovanna Cerise: tieni presente, però, che questa non è una riproduzione fedele dell’opera, è una mia interpretazione dell’opera stessa. Ho dovuto fare una scelta, perchè l’opera è molto complessa. E non è escluso che l’istallazione si potrà arricchire di altre scene. [10:21:37] AquilaDellaNotte Kondor: pensi di lavorarci ancora?

[10:21:44] Giovanna Cerise: penso di si.

[10:21:53] AquilaDellaNotte Kondor: ma non ti riposi mai …

[10:21:59] Giovanna Cerise: mi riposerò, ma non subito 🙂 Diciamo che è un Work in progress.

[10:22:25] AquilaDellaNotte Kondor: proseguiamo il giro.

[10:22:38] Giovanna Cerise: allora, volevo farti notate le rampe di scale, sono a forma di triangolo, e man mano che si procede verso l’alto aumentano.

[10:23:16] AquilaDellaNotte Kondor: perchè?

[10:23:39] Giovanna Cerise: la forma è un richiamo a uno dei simboli della Massoneria.

[10:23:46] AquilaDellaNotte Kondor: si, la piramide, in cima alle scale.

[10:24:12] Giovanna Cerise: Mozart era un massone, e il flauto magico è considerata un’opera di ispirazione massonica.

[10:24:19] AquilaDellaNotte Kondor: si apre questa scenografia molto complessa.

[10:24:24] Giovanna Cerise: anche i compassi che sono in un’atra scena.

[10:25:14] Giovanna Cerise: e qui siamo nel tempio della ragione della natura e della sapienza, un tempio di luce.

[10:25:34] AquilaDellaNotte Kondor: è bellissimo.

[10:25:35] Giovanna Cerise: siamo in periodo illuminista non dimentichiamolo.

[10:25:47] AquilaDellaNotte Kondor: bianco e verde.

[10:26:03] Giovanna Cerise: e il protagonista deve fare un percorso di crescita.

[10:26:23] Giovanna Cerise: nell’opera i templi erano separati ma io ho voluto rappresentarli intrecciati.

[10:26:54] AquilaDellaNotte Kondor: un effetto bellissimo, lo si attraversa?

[10:27:17] Giovanna Cerise: si, non facilmente, ma lo si attraversa, bisogna trovare la strada giusta. L’installazione, in effetti, è tutta una metafora.

[10:28:41] AquilaDellaNotte Kondor: cosa rappresenta questa sala?

[10:29:07] Giovanna Cerise: Il tempio della ragione, della sapienza e della natura.

[10:29:24] AquilaDellaNotte Kondor: molto suggestivo.

[10:29:49] Giovanna Cerise: ma in effetti è la luce interiore di cui abbiamo bisogno per proseguire il nostro cammino, la luce che ci deve dare l’energia per andare avanti e affrontare le nostre paure, mentali soprattutto. L’accordo che risuona è sempre l’accordo iniziale, un accordo che nella sua tonalità rappresenta la luce.

[10:31:30] AquilaDellaNotte Kondor: bellissimo, proseguiamo. Un’altra scena, tre rampe di scale a triangolo.

[10:32:48] Giovanna Cerise: e dopo l’immersione nella luce, siamo qui nel buio, nell’oscurità. L’ho chiamata la camera del silenzio, riferendomi ad una delle prove che il protagonista deve superare, la prova del silenzio appunto. Ho voluto ricreare un’ambientazione dove ci si potesse raccogliere quasi in meditazione.

[10:35:00] AquilaDellaNotte Kondor: si prosegue…

[10:35:08] Giovanna Cerise: si, il risultato è potenziato con l’uso delle pose.

[10:35:38] AquilaDellaNotte Kondor: che effetto danno?

[10:35:40] Giovanna Cerise: che ti fanno vibrare nell’aria, e attivano un suono, prova!

[10:36:06] AquilaDellaNotte Kondor: non le vedo …

[10:36:14] Giovanna Cerise: quelle grigie, esci fuori dalla sfera.

[10:36:37] AquilaDellaNotte Kondor: presa!

[10:36:42] Giovanna Cerise: senti il suono …

[10:37:08] AquilaDellaNotte Kondor: sento un piano …

[10:38:23] Giovanna Cerise: ottima terapia per rilassarsi 🙂

[10:38:28] AquilaDellaNotte Kondor: certo! L’hai costruito per questo …

[10:38:42] Giovanna Cerise: si, concentrazione assoluta prima di affrontare le altre prove, e le altre  scale 🙂

[10:39:37] AquilaDellaNotte Kondor: rilassante ….

[10:40:29] Giovanna Cerise: se riusciamo ad uscire 🙂

[10:41:36] Giovanna Cerise: e qui siamo nella prova del fuoco …

[10:41:39] AquilaDellaNotte Kondor: un’altra fantastica scena, nero e arancione, cerchi di fuoco …

[10:41:59] Giovanna Cerise: giganteschi compassi che disegnano cerchi di fuoco. In tutta l’istallazione è presente il ritmo: nei movimenti, nelle forme

[10:43:15] Giovanna Cerise: ritmo musicale e visivo

[10:44:07] AquilaDellaNotte Kondor: bellissimo, si prosegue?

[10:45:50] Giovanna Cerise: si ancora 🙂

[10:46:25] AquilaDellaNotte Kondor: questa è una scena impressionante.

[10:46:35] Giovanna Cerise: e qui siamo in un scena un pò più drammatica, se vogliamo definirla così.

[10:46:36] AquilaDellaNotte Kondor: sono proprio curioso di sapere cosa rappresenta.

[10:46:59] Giovanna Cerise: nell’opera di Mozart, Astrifiammante, che rappresenta il male, viene sconfitta e viene inghiottita da un terremoto: è la scena della sconfitta del male.

[10:48:30] AquilaDellaNotte Kondor: piena di contrasti.

[10:48:32] Giovanna Cerise: il protagonista ha superato tutte le prove.

[10:48:34] AquilaDellaNotte Kondor: queste mani gigantesche poi….

[10:49:00] Giovanna Cerise: e le mani rappresentano una minaccia ma anche la disperazione, un vortice di paura.

[10:49:15] AquilaDellaNotte Kondor: pronte a ghermire…

[10:49:28] Giovanna Cerise: pur di non affondare. In effetti qui i contrasti sono molti. L’armonia, in un certo qual modo, si è rotta, prevale la tenebra.

[10:50:35] AquilaDellaNotte Kondor: un senso di angoscia, di paura…

[10:50:38] Giovanna Cerise: si, Astrifimmante viene sconfitta.

[10:51:18] AquilaDellaNotte Kondor: ancora scale a triangolo, con un grande flauto appoggiato di traverso.

[10:51:34] Giovanna Cerise: bè il flauto è simbolo della musica, e si sale al tempio del sole.

[10:51:52] Giovanna Cerise: nell’opera con il flauto il protagonista rende docili le bestie feroci.

[10:52:09] Giovanna Cerise: qui diventa il simbolo della musica che innalza l’uomo.

[10:52:52] AquilaDellaNotte Kondor: e qui nel tempio del sole, in cima alla scala …

[10:53:04] AquilaDellaNotte Kondor: dei gialli fortissimi

[10:53:24] Giovanna Cerise: siamo nel regno del sole, della luce piena. Della vittoria sul male e del trionfo dell’amore.

[10:54:29] AquilaDellaNotte Kondor: abbagliante….

[10:54:37] Giovanna Cerise: si, coinvolgente e totalizzante, l’estasi finale.

[10:58:24] AquilaDellaNotte Kondor: è finita o c’è una sala finale?

[10:58:32] Giovanna Cerise: questa è la sala finale 🙂

[10:58:32] AquilaDellaNotte Kondor: Un tour molto interessante Giovanna. Ti ringrazio, anche a nome dei lettori di VWM.

NOTE BIOGRAFICHE: Giovanna Cerise

GIOVANNA CERISE BIOGRAPHY  ITALIAN Giovanna Cerise La mia avventura in SL inizia nel dicembre del 2008. Mi sono trovata di fronte ad una realtà nuova e intrigante ma, dopo un primo momento di smarrimento, sono passata al desiderio di fare “qualcosa”… E’ iniziata così una sfida coinvolgente, aperta sempre a nuove possibilità comunicative. La curiosità di capire in che modo poter creare qualcosa, partendo da un prim, mi ha spinto a incominciare a cercare di riprodurre prima semplici oggetti, e poi a passare a qualcosa di più complesso. Da quel momento SL è stata per me soprattutto il luogo in cui poter creare  delle opere. E nel giugno del 2009 ho esposto, per la prima volta, a Piramide, sotto la direzione di Lion Igaly,  e poi da lì man mano in moltissime gallerie italiane ed estere, partecipando anche a manifestazioni collegate con eventi collegati alla RL, come per esempio alla partecipazione di Arte fiera di Padova, ospite dell’artista francese Patrick Moya (aka Moya Janus).

 In questi due anni naturalmente sono passata attraverso varie fasi, spinta sempre dal desiderio di sperimentare e di trovare il modo di rendere visibile la percezione mentale di un’emozione, di una sensazione, di un concetto. Ogni cosa per me può essere fonte di ispirazione, per cui non mi pongo limiti nell’uso di tecniche diverse, non per artifici fini a se stessi, quanto piuttosto come mezzo che in quel momento posso usare per dare forma alle mie visioni emozionali. A volte pochi prim, plasmati e assemblati attraverso il mouse, bastano a cogliere quell’attimo fuggente. Altre volte il numero dei prim si moltiplica, le dimensioni crescono, gli effetti si amplificano e nascono le grandi istallazioni. Convinta sempre e comunque che l’atto creativo può venire fuori, al di là dei mezzi usati, ma che questo naturalmente non vuol dire che non sia essenziale saperli padroneggiare. Da gennaio 2011 ho iniziato, inoltre, a scrivere per  Virtual Words Magazine, occupandomi soprattutto di eventi legati al mondo artistico di SL,  una fucina instancabile di creatività, di sperimentazione, di confronto, di voglia di mettersi in gioco.

Ho esposto  a – SLB8 – Pirats Art Network – Omega Art Gallery – Pirats Bourbon Art Gallery- White velvet Bourbon – Pirats- La Manifacture Art Gallery – Art Maniac, Studio 33 – Galeria Mexico – Shamen Galleries – Vertex  – Kelli Yap Newcomers and Friend gallery – World of art and fashion at Nicci Winsmore – La Quintessenza Art Gallery – Aneli’s Gallery – Piramide – Indire – PAD – Diadem – Second nation – Arte libera – Space art –  A bottega con Arte e mente – Space art – Urania – Tanalois  – Agorà Saturnia – Lalibela – ART GALLERY, by Maryva Mayo – Astral Dreams – Gallery Art – ArtKandhor- Geyser art Space – Mare nostro – LEA art sandbox – Brooklyn is watching- – Art nation – Erato of carleon – Raglan Artwalk 2010 – Raglan Artwalk 2011 – Sun Escapes Arts Center – Scotland Art show – Blue Dolphin bay – Benfica Lisboa, Portugal Lisboa – Gustafson’s gallery

 

Sex addiction

by Serena Domenici

Ho letto di recente, su una nota rivista, un bell’articolo che parlava della cosiddetta “dipendenza da sesso”. L’articolo traeva spunto dalla recente uscita nelle sale cinematografiche del film: ‘SHAME’. Il protagonista del film è Sex Addicted. Totalmente ‘divorato’ da questa ossessione, si farà coinvolgere da ogni forma di perversione. Tutto questo non è solo fantasia o sceneggiatura da film, la dipendenza sessuale soprattutto oltre oceano è riconosciuta come una vera e propria malattia. Celebri i casi di personaggi famosi da Michael Douglas a Warren Betty e Joan Collins fino ai più recenti Tiger Woods e Arnold Schwarzenegger. Il sesso, da parte di queste soggetti, viene vissuto in forma ossessiva, compulsiva. Durante l’arco di una giornata chi è afflitto da questa patologia deve ‘consumare’ più rapporti sessuali o dedicarsi ripetutamente alla  masturbazione per placare il proprio irrefrenabile impulso.

Le cause possono essere tante, ma spesso sono di natura psicologica: frustrazione, stress, evasione da una realtà spesso insoddisfacente, ma in alcuni casi, quello che comincia come un gioco, si rivela col tempo una vera e propria dipendenza. Ora vi domanderete, cosa c’entri tutto questo con il Metaverso, vero? A parer mio, c’entra, e anche parecchio … Chi frequenta da tempo Second Life, avrà sicuramente notato che in materia di sesso c’è un proliferare continuo di lands a tema sessuale. C’è di tutto, e per tutti i gusti. Purtroppo nessuno da me interpellato ha accettato di rilasciare interviste. Non parlo e non scrivo in lingua inglese e non ho potuto intervistare avatar inglesi o americani, che spesso affollano queste lands. Ma ho potuto però seguire alcuni italiani. Bivaccano ogni volta che la loro RL glielo consente in posti dove consumare sesso random, con escort o partner disponibili, spesso affetti da analoga patologia, più volte al giorno, tutti i giorni. L’avatar è munito di organi genitali, molto simili alla realtà. Pussies e penis sono ricercati e nelle imitazioni più originali e simili al mondo  reale. Tra l’altro, alcuni negozi forniscono persino effetti speciali per rendere il rapporto sessuale virtuale più vario e realistico possibile.

Secondo l’articolo del giornale, su dieci persone affette da questa patologia, otto sono uomini. Frequentando il mondo virtuale credo che non sia così. Tralasciando le finte donne, io credo che siano molte le donne che non solo praticano il sesso virtuale, ma siano definibili sex addicted. Tra l’altro, per ovviare ormai al fatto che ci siano molte finte donne, spesso è richiesto l’uso del voice, per evitare sorprese (anche se recenti programmi  software permettono di falsificare al meglio  il proprio timbro vocale). In materia di sex addiction non vedo motivazioni diverse tra uomini/avatar e donne/avatar. Entrambi cercano paradisi  con date di scadenza. Cercano di colmare,  metaforicamente parlando, falle che generano altre falle, vuoti che generano altri vuoti, con soddisfazioni momentanee che li lasciano sempre più malati e insoddisfatti, trascurando e mettendo a rischio affetti, soldi e concentrazione sul lavoro. Ho parlato con due di loro: un uomo e una donna. Entrambi erano dominati da una smania, una voracità nervosa palpapile oltre lo schermo. Dei collezionisti di partner, escort e gigolò. Hanno partner ufficiali, e in più alter con i quali vanno in giro a procacciarsi sesso. Di volta in volta rivestono il ruolo di dominatori o sub, di masters/mistress  o slaves. Sanno tutto in materia sessuale, sono delle enciclopedie del sesso viventi. Mi hanno tra l’altro fornito nel corso del tempo di indirizzi dove il sesso viene vissuto in modo diciamo non “canonico” 🙂 ,che mai avrei pensato esistessero, in un crescendo di mordi e fuggi: sesso di coppia, sesso promiscuo, sesso a colori e in bianco e nero 🙂 Sedie, poltrone, letti, muri ai quali manca giusto, l’uso della parola. Ogni mezzo è buono per variare e consumare questo impulso irrefrenabile. Un po’ come iniziare un pacco di biscotti e non riuscire a fermarsi, se non dopo averne finito l’intera confezione (citazione). Una vera e propria bulimia sessuale. Le cause, come dicevo prima, sono molteplici. La ipersessualità è spesso paragonata al disturbo da dipendenze da droga o alcool. Una volta giunti ad un livello di saturazione elevata, la ricerca del piacere può portare i soggetti descritti alla ricerca di intrattenimenti  perversi, volgari e osceni.

 Il Metaverso tutto questo può offrirlo. Attraverso la masturbazione compulsiva, Second Life rappresenta, per chi la frequenta ed è affetto da questa patalogia, la mecca del piacere estremo. Non ci sono ovviamente controindicazioni, il tutto viene vissuto con partner consenzienti. La violenza fisica non esiste su Second Life, diversamente da quella psicologica che trova terreno fertile ovunque. Ma questo è un altro discorso. I danni avvengono al di là dello schermo, cioè nel mondo reale. I malati in questione sono spesso persone depresse, ossessive, ansiose, aggressive, con scarsa capacità di concentrazione e perdita  di senso tangibile della realtà. Forse il Metaverso riesce, in qualche modo, a frenare danni più irreparabili e a fungere da valvola di sfogo. Ma il problema resta, e per quanto un mondo virtuale possa funzionare come catalizzatore o effetto placebo, bisogna curarsi, affidarsi a medici capaci di far convergere questi impulsi verso altre direzioni. Fare finta che certe cose non esistano o peggio far finta di essere ‘normali’ non porta lontano. Tutto ciò che ci divora e consuma non è mai sano.

Save Solaris island

riceviamo e pubblichiamo:

Quando: domenica alle ore 10.00 fino a lunedì alle ore 1.00

Dove:Solaris Island ( Second Life)

Descrizione: La crisi economica si è abbattuta anche su Second Life e, forse anche per la diffusa difficoltà di coalizzazione, stiamo assistendo in poco tempo alla sparizione di Land che erano considerate il baluardo della comunità italiana. Tra le altre, abbiamo detto addio a WDT, a Stregatti e a Vulcano,
luoghi che rappresentavano un punto di riferimento, un esempio di aggregazione, di socializzazione e, per molti, anche la loro “casa”.
Anche Solaris Island sta rischiando di chiudere tra pochi giorni. Forse non tutti sanno che Solaris è una delle poche land che, senza troppo rumore,
ha sempre dato disponibilità gratuita di spazio e di libertà a progetti artistici e sociali, come Arte Libera, Pop Art Display, I.P.A.P., Pyramid Cafè, L’Arme d’Amour.
Chiediamo a tutti coloro che, come noi, pensano che la sopravvivenza di questa land sia importante per tutta la comunità, di contribuire alla sottoscrizione che abbiamo lanciato, come ultimo tentativo di non vederla inghiottita dalle sabbie mobili che, ultimamente, sembra stiano provando a prendere il posto delle stupende spiagge di Second Life.

Giovanna Cerise in: “Variations on the Magic Flute”

Venerdì 20 gennaio inaugureremo nell’isola Imparafacile la nuova magnifica installazione di Giovanna Cerise, ispirata all’opera “Il Flauto Magico”” di W. Amadeus Mozart.

Un’opera sorprendente che si snoda in una serie di ambientazioni piene di rimandi, allusioni e allegorie, in un gioco infinito di livelli che si sovrappongono e si intersecano.

Le scale luminose possono costituire  una delle tracce da seguire per ripercorrere il tragitto del protagonista dell’opera e dare modo al visitatore sostituirsi ad esso, ma, come in ogni percorso di crescita personale, il cammino non è semplice e il rischio di cadere e tornare indietro è sempre possibile.

Vi diamo perciò alcuni consigli per meglio apprezzare e interagire con quest’opera:

1) è preferibile visitare l’installazione semplicemente camminandoci dentro, ma si ottiene un ottimo effetto anche volando fra le ambientazioni o inserendo il mouse look
2) si possono ascoltare citazioni dell’opera cliccando sulle note musicali, situate in alcuni punti strategici e che permettono sia di attivare la musica In World, che di aprire collegamenti a brani musicali su Youtube
3) l’immersività è stimolata inoltre dall’utilizzo di pose che favoriscono l’interattività con l’opera
4) prima della visita consigliamo la lettura della trama del “Flauto magico”, per poter apprezzare i tanti riferimenti dell’installazione all’opera musicale.


Artista: Giovanna Cerise

Quando: venerdì 20 gennaio 2012, ore 22.00

Dove: cielo dell’isola Imparafacile (http://maps.secondlife.com/secondlife/Imparafacile/170/132/2482)

Info: Giovanna Cerise e Imparafacile Runo

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IL FLAUTO MAGICO (W. AMADEUS MOZART)

INTRODUZIONE
ll flauto magico (titolo originale: Die Zauberflöte) è un singspiel in due atti, musicato da Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Emanuel Schikaneder (con il contributo di Karl Ludwig Giesecke).
La prima rappresentazione avvenne al Theater auf der Wieden (Vienna) il 30 settembre 1791.
Per i suoi molti significati, il Flauto magico può essere oggetto di una lettura a molteplici livelli: come una semplice fiaba in musica per bambini, come un’opera completamente imbevuta dei princìpi filosofico politici emersi nel tardo illuminismo europeo; come – infine – un cammino iniziatico di significato massonico. La vicenda racconta il percorso di affinamento e di sviluppo d’un individuo che ancora giovane, fragile ed incompiuto, attraverso il superamento di alcune prove iniziatiche attingerà alla consapevolezza di sé: in una parola diventerà “uomo”.

ATTO I
L’azione si svolge nell’antico Egitto, trasfigurato in una dimensione fantastica e fiabesca.
Il principe Tamino sta fuggendo da un serpente e gli vengono incontro le tre dame della regina della notte per aiutarlo. Le dame lo presentano alla regina della notte, Astrifiammante, che lamenta il dolore per la scomparsa della figlia Pamina, rapita dal malvagio Sarastro. Tamino, affascinato da un ritratto della giovane, decide di andare con l’uccellatore Papageno a salvare la principessa. Le Dame consegnano a Tamino un flauto magico e a Papageno un glockenspiel (carillon) fatato. Tamino e Papageno si incamminano verso il Tempio di Sarastro, sotto la guida di tre ragazzi. Papageno giunge per primo al tempio e penetra persino nella stanza dove il perfido moro Monostatos tiene imprigionata Pamina. Papageno e Pamina, scacciando Monostatos, tentano la fuga. Tamino frattanto giunge di fronte a tre Templi (Natura, Ragione e Saggezza) e si confronta con un sacerdote che, oltre a smontare l’immagine di un Sarastro cattivo, pone domande a Tamino sul suo essere uomo. Tamino, sconcertato e disorientato, suona il flauto magico nella speranza di far comparire Pamina, invano. Trascinato da Monostatos, viene successivamente condotto al cospetto di Sarastro (alla presenza anche di Pamina), che lo libera e gli dice che, se vorrà entrare nel suo regno con Papageno, dovrà purificarsi. Tamino e Pamina si riconoscono e si amano da subito.

ATTO II
Sarastro invoca Iside ed Osiride affinché aiutino spiritualmente Papageno e Tamino, che quindi iniziano la prima prova: dovranno stare in silenzio, qualunque cosa accada. Monostatos si avvicina furtivamente a Pamina addormentata: vorrebbe baciarla, ma è cacciato da Astrifiammante che, porgendo un pugnale alla figlia, le ordina di vendicarla uccidendo Sarastro. Monostatos, non visto, ha ascoltato tutto e minaccia di rivelare l’intrigo se Pamina non l’amerà. Sopraggiunge Sarastro: dopo aver scacciato Monostatos si rivolge paternamente a Pamina e le spiega che solo l’amore, non la vendetta, conduce alla felicità. Pamina cerca di parlare a Tamino, ma il giovane – essendo ancora sottoposto alla prova del silenzio – non può. Lei crede che non l’ami più, come le ha suggerito Monostatos, ora diventato alleato di Astrifiammante e forse innamorato di lei, e, colta dal dolore, medita il suicido, ma viene fermata da tre ragazzi che l’informano dello scopo della prova. Durante questa prova, Papageno parla con una vecchina, che, poco più tardi, si rivelerà essere Papagena, una donna simile a lui, di cui si innamora. Tamino e Pamina superano le due successive prove: l’attraversamento dell’acqua e del fuoco. Ma subito dopo arrivano Astrifiammante, Monostatos e le tre dame per sconfiggere Sarastro. Un terremoto li fa inabissare, e così si celebra la vittoria del bene sul male. Pamina e Tamino vengono accolti nel regno solare di Sarastro.