KATIA KERES : Una delle più brave cantanti in Second Life

By Francesca Caeran

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Nell’aprile del 2009 sbarcai in Second Life, ancora incosciente delle potenzialità che questo Mondo Virtuale mi poteva offrire. Non ero al corrente di tutte le innumerevoli cose che si potevano fare in Second Life, nè ne avevo mai sentito parlare, e dunque inutile raccontarvi il mio stupore quando  qualcuno mi disse: Frà clicca su questa ball rosa … e mi ritrovai tra le braccia di un altro avatar di sesso opposto. Questa è stata una delle prime cose che mi capitarono, subito dopo aver loggato in Second Life, con ancora addosso il vestito rosa a pois beige della niubba.  La seconda cosa straordinaria che mi capitò, e che per sempre cambiò la mia seconda vita, è stato quel concerto che per la prima volta andai ad ascoltare. Io sono sicura che quel concerto live è stato uno dei motivi che mi fecero rimanere nel Metaverso, e la cantante che ascoltai quella sera è stata sicuramente un motivo in più: era la grandissima Katia Keres. Ebbi la sensazione di trovarmi in un vero concerto, con questo suono cosi perfetto, questa voce così bella, e lei che si esprimeva come se fossimo stati allo stadio.  Quella sensazione di ascoltare una “vera” cantante si rinnova ogni volta che vado a sentir cantare Katia Keres.

Ma presentiamola. In RL Katia ha 45 anni, ed è originaria di Sao Paulo in Argentina, ma vive da tantissimi anni in Florida, negli USA.  Venticinque anni fa ha iniziato a cantare in RL riscuotendo un bel successo. E ci credo, con questa voce … !!  Poi nel 2007, leggendo un giornale, Katia sentì parlare  di Second Life, e si loggò dopo circa 6 mesi,  con il desiderio di promuovere sul Metaverso la sua musica. All’epoca, spiega Katia, c’erano pochissimi cantanti live su Second Life, e dunque il successo fu immediato.  La volevano tutti, e ogni sera Katia si esibiva in tantissime land, ovunque per il Metaverso. Katia Keres, amici, è una cantante con la  voce da brividi. E’ una diva, una vera professionista, che ha anche inciso dei CD in RL. Lei fa parte di quelle poche cantanti apprezzate da tutti, poichè la sua voce è meravigliosa, crea l’unanimità ovunque lei canti.  Il suo stile di musica è composto da ogni genere: il maynly Pop, la musica romantica, quello che lei chiama l’adult Cotemporary, etc … I’ho sentita cantare pezzi famosi in un modo strepitoso. Adoro questa cantante, da sempre, dal primo giorno che l’ho sentita, mi emoziona, mi riempie di benessere. La potrei paragonare allo stesso effetto che mi fa la zuppa inglese dei Cuspidi di Agrigento (ok, questa la capisco solo io e altri due o tre amici che conoscono il gelato dei Cuspidi, lol…). Katia Keres è molto conosciuta in Second Life, per i numerosi concerti fatti in tutte le land. Qualche mese fa ha avuto un problema alle corde vocali, e si è dovuta allontanare temporaneamente dal canto. Per circa sei mesi non l’abbiamo più sentita cantare, ma, una volta guarita, ha ripreso ancora più in forma di prima per la gioia dei suoi numerosi fans (il suo gruppo conta più di 1300 fans, sparsi in ogni parte del mondo).

Amici, se volete passare una serata ascoltando ottima musica, vi consiglio di andare a un suo concerto, vi assicuro che passerete una eccellente serata: parola di Francesca Caeran 😉

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 ASCOLTA KATIA QUI :

http://www.youtube.com/watch?v=lPqA1FQfIj4&feature=relmfu http://www.youtube.com/watch?v=eFI1OFo7S-E&feature=related

Neuroni specchio

NEURONI SPECCHIO: VALUTAZIONE DELLO STATO EMOTIVO IN CORRELAZIONE ALLA TEORIA SUI NEURONI SPECCHIO.

SCOPO: valutare le variazioni emotive e fisiologiche determinate dalla visione di gesti esprimenti delle precise emozioni eseguiti dal proprio avatar e da avatar altrui, in correlazione con la teoria dei “neuroni specchio”.

POSSIBILI APPLICAZIONI: determinazione e variazioni di stati emotivi senza necessità di intervento verbale o corporeo; emersione di ricordi corporei inconsci; uso di strumenti tipici delle terapie a mediazione corporea in una realtà virtuale (terapia a distanza versus terapia in presenza ).

STRUMENTI: workshop esperienziali in piccoli gruppi (10/12 partecipanti a volta); animazioni SL esprimenti stati emotivi (cinque, tre delle quali legate a emozioni primarie come rabbia, gioia, paura); questionari di autovalutazione (somministrati nel corso dei workshop).

INTRO : Negli anni ’80 e ’90 il gruppo di ricercatori dell’Università di Parma coordinato da Giacomo Rizzolatti e composto da Luciano Fadiga, Leonardo Fogassi, Vittorio Gallese e Giuseppe di Pellegrino si stava dedicando allo studio della corteccia premotoria. Avevano collocato degli elettrodi nella corteccia frontale inferiore di un macaco per studiare i neuroni specializzati nel controllo dei movimenti della mano, come il raccogliere o il maneggiare oggetti. Durante ogni esperimento era registrato il comportamento dei singoli neuroni nel cervello della scimmia mentre le si permetteva di accedere a frammenti di cibo, in modo da misurare la risposta neuronale a specifici movimenti.[8][9] Come molte altre notevoli scoperte, quella dei neuroni specchio fu dovuta al caso (o per serendipità). L’aneddotica racconta che, mentre uno sperimentatore prendeva una banana in un cesto di frutta preparato per degli esperimenti, alcuni neuroni della scimmia che osservava la scena avevano reagito. Come poteva essere accaduto questo, se la scimmia non si era mossa? Se fino ad allora si pensava che quei neuroni si attivassero soltanto per funzioni motorie? In un primo momento gli sperimentatori pensarono si trattasse di un difetto nelle misure o un guasto nella strumentazione, ma tutto risultò a posto e le reazioni si ripeterono non appena fu ripetuta l’azione di afferrare. ( CITATO DA WIKIPEDIA)

SINTESI (di Sacha Bowie) I neuroni specchio secondo questa teoria permettono il *riflettere” di un azione o stato emotivo al cervello, che cataloga l’azione o stato emotivo come “proprio”.
Nel caso della banana,il cervello della scimmia non ha fatto distinzioni tra ricercatore e scimmia su chi fosse
a portare la banana alla bocca.
Sino a qui chiamata, senza eccessive spiegazioni, empatia , ora , questa teoria potrebbe agganciarsi a diverse domande correlate al comportamento del cervello in alcune specie. “trasmissione e ricezione dello stato emotivo di un altro come proprio ” ” conoscenza ed apprendimento dalle esperienze altrui” ma non solo
( e qui aggiungo una domanda che mi sono posto parecchie volte ) qual’è il significato di “realtà” per il nostro cervello e quale la correlazione tra neuroni specchio quindi stato empatico e fantasia o creatività?

Se volete , come noi, usare Second Life come enorme ed inestimabile piattaforma di ricerca, iscrivetevi come partecipanti al workshop ( data da definire, inizieremo appena messi a punto gli strumenti necessari per effettuarlo, in ogni caso molto presto). Buona Mente Estrema e senza confini!

Il team di XtremeMind/EstremaMente.

Workshop per DJ al MaS

MARTEDI 1 MAGGIO ORE 22 .:WORKSHOP PER DJ:. Il workshop è gratuito ed è rivolto a tutti coloro vogliano apprendere  l’arte del Djing in SL. Un giorno di workshop su Sam Broadcast con DJ Sacha Bowie e Virtual DJ con DJ Rocca Rossini, streaming ed intrattenimento. Al termine del workshop i neo Dj  potranno cimentarsi al MaS e avranno l’opportunità di esprimersi con una serata tutta dedicata a loro, a rotazione e di mettere in pratica quello che hanno appreso.

http://maps.secondlife.com/secondlife/ADRENALINA/43/62/22

Una vita (virtuale) allo specchio.

by AquilaDellaNotte Kondor

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Che l’innovazione prodotta dai Mondi Virtuali sia un qualcosa destinato a cambiare profondamente le nostre modalità di interazione in rete, e anche fuori dalla rete, nella vita di tutti i giorni, è ormai più che evidente, sia a quelli che hanno conosciuto e sperimentato, senza pregiudizi, questo nuovo “mondo”, sia a quanti sono informati dai media o da persone di loro conoscenza su quanto sta accadendo alla nostra società, sempre più pervasa dalla componente digitale.

Parliamo di nuovo “mondo” perché, a differenza del web, un Mondo Virtuale propone un ambiente immersivo d’interazione, in cui la gente si incontra direttamente, utilizzando il proprio avatar. E la forma di identificazione delle persone con il proprio avatar consente di vivere una dimensione diretta, non mediata, di scendere in campo in “di persona”. Utilizzando tale ambiente, la gente si incontra ed interagisce, sviluppando amicizie, creando rapporti affettivi, e mettendosi in gioco con la propria individualità. Coinvolgendo di conseguenza, in tale esperienza, la sua stessa vita “reale” e la propria personalità. In effetti, la distinzione tra “virtuale” e “reale”, man mano che l’esperienza immersiva si fa più profonda, tende a sfumare, e la vita “in word” diventa parte integrante della vita di tutti i giorni.

In più di quattro anni di esperienza nei Mondi Virtuali, vivendo e studiando questa forma di interazione (consentita dall’accesso alla rete con larga banda di connessione, e utilizzando software di interfaccia sempre più sofisticati) ho osservato ed analizzato diverse tipologie di comportamento di chi è “entrato” in Second Life in gran parte per caso, e ha poi sviluppato, con la conoscenza e l’esperienza, un’attività continuativa. Ho così sviluppato nel tempo una mia visione delle cose, e vorrei condividere questa visione con i lettori di VWM, con la certezza che affrontando insieme un tema di tale rilevanza, si possa fare un passo in avanti nella comprensione dei nostri comportamenti e delle nostre esperienze. Ed anche di quello che potremmo attenderci per il futuro.

Userò il Mondo Virtuale di Second Life come metafora del più vasto fenomeno, poiché è più facilmente descrivibile ed interpretabile, vista la componente soprattutto “sociale” espressa dal Mondo Virtuale della Linden Lab.

La personalità e la vita quotidiana di quanti vivono intensamente la propria presenza in Second Life  viene a mio parere profondamente cambiata da tale esperienza. Innanzitutto, il proprio tempo libero viene, nella quasi totalità di tali casi, passato completamente in world e questo pervade i modelli di comportamento preesistenti, rendendo l’esperienza immersiva non sporadica o transitoria. Inoltre, il tempo libero tende gradualmente ad integrarsi con il tempo di vita o di lavoro, tanto che molti continuano ad essere connessi a Second Life anche dal posto di lavoro o mentre ci si sposta, utilizzando dispositivi mobili e software adatto. In tal modo l’esperienza virtuale diventa sempre più pervasiva, mettendo seriamente in discussione il proprio equilibrio e le proprie relazioni reali.

Ci sono stati molti casi in cui rapporti coniugali e familiari sono stati seriamente compromessi da tale esperienza (da qui anche una certa componente di allarme sociale), e la popolazione maschile e quella femminile si dividono, a mio parere, in modo equo tale casistica. Così come nuovi rapporti e relazioni “reali” si sono evoluti a partire dalla conoscenza in world. Queste tipologie di esperienza possono essere ritenute normali. In fondo Second Life è un “posto” come un altro, in cui si vivono e si sperimentano nuovi rapporti, con tutte le conseguenze del caso. Non c’è assolutamente nulla di incomprensibile in questo, basta esserne consapevoli ed avere le necessarie capacità di analisi e di salvaguardia del proprio equilibrio mentale e fisico. Si, anche fisico, poiché una vita trascorsa in gran parte davanti allo schermo di un computer può seriamente compromettere non solo la propria salute mentale, ma anche quella fisica, se tale esperienza è portata agli estremi.

Vorrei fare uno sforzo di astrazione semplificando, per facilità di discussione e di analisi, l’esperienza di vita virtuale in tre diversi livelli di coinvolgimento e di possibile rischio, od opportunità, a seconda dei punti di vista.

Il primo livello di coinvolgimento è quello che coinvolge le nostre necessità primarie: la vita, il sonno, la salute, il lavoro, la famiglia. Questo livello deve essere assolutamente salvaguardato, non deve essere intaccato da nessuna esperienza virtuale, pena la perdita di valori vitali per la sopravvivenza stessa dell’individuo. Eppure, molti sono i casi in cui l’esperienza virtuale travalica questo livello di guardia, producendo danni spesso irreversibili sulla salute o sui rapporti sociali della vita di tutti i giorni. Ovviamente, il livello di pericolo è diverso, a seconda delle situazioni personali e del modo in cui si vive l’esperienza virtuale. Una cosa è avere una famiglia, magari con bambini piccoli, altra è avere rapporti familiari già compromessi o irrecuperabili, per cui l’esperienza virtuale apporta nuovi valori o gratificazioni alla vita reale della persona. Altra ancora è l’esperienza di persone che non hanno altro modo di interagire che quello virtuale, e penso qui a gente che vive isolata, o a portatori di handicap grave, ecc. In tali casi l’esperienza virtuale è un qualcosa di assolutamente positivo e insostituibile. Qui veramente ognuno deve saper dosare il proprio punto di equilibrio, o di rottura. Il pericolo può essere veramente notevole. Per questo livello di assuefazione alla rete, e ai Mondi Virtuali ci sono centri di aiuto medico specializzato che stanno nascendo in varie parti d’Italia (http://www.corrierecomunicazioni.it/media/2322_al-policlinico-gemelli-di-roma-un-centro-di-cura-per-gli-internet-addicted.htm,

Il livello successivo, il secondo livello di coinvolgimento, è quello per cui, avendo trovato un equilibrio sufficiente, tra le esigenze primarie reali e le esperienze che si vivono nel Mondo Virtuale, si sviluppa la propria vita virtuale svolgendo attività di diverso genere: artistiche, culturali, di lavoro o di gioco. A questo livello di coinvolgimento, le esperienze virtuali possono accrescere il proprio bagaglio di esperienze e competenze, e perfino influenzare il proprio modo di pensare nella vita reale. Nuove esperienze e rapporti interpersonali nascono e si evolvono, mantenendo un livello di coinvolgimento inferiore a quello di guardia, e senza compromettere la propria vita “reale”. Ovviamente si tratta di un equilibrio instabile, occorre quindi gestire con molta attenzione tale livello di coinvolgimento, dosando l’impegno ed il tempo trascorso in world. Alcuni si sono organizzati in maniera quasi scientifica, usano sotterfugi e precauzioni, tipo crearsi vari avatar, sezionare il tipo di esperienze o le tipologie di amicizie, ecc. Insomma, sempre con un piede fuori dalla porta. Altri cercano invece livelli di coinvolgimento emotivo più elevati, spesso senza trovarli mai. Quelli che invece li trovano, vivono una esperienza che potremmo chiamare di terzo livello, continuando a seguire la nostra classificazione.

Il livello più elevato di coinvolgimento, il terzo, è quello che vede una sostanziale immersività dell’individuo nel Mondo Virtuale. Le esperienze che si vivono in world sono parte integrante e spesso sostitutiva della propria vita reale. Per molti aspetti, le persone che si trovano a questo livello di coinvolgimento hanno trasferito in world gran parte della propria vita quotidiana, fermo restando ovviamente il livello base, riguardante le necessità primarie, sacrificando le quali si entrerebbe in una situazione di allarme rosso per la propria salute fisica e mentale, come abbiamo più su descritto. Questa tipologia di immersività trova realizzati nel Mondo Virtuale gran parte dei propri bisogni sociali e affettivi. La vita in world è per loro di gran lunga più coinvolgente di una vita reale spesso insoddisfacente o difficile. Nell’ambiente virtuale si formano coppie, famiglie, comunità affiatate e ambienti organizzati, e il tempo è impegnato in attività sempre diverse e serate intense, con giochi, musica e intreccio di relazioni. Gruppi di amici si ritrovano ogni sera, spesso presso una location di riferimento in cui la comunità si identifica. Coppie più o meno affiatate passano insieme il tempo di svago e di esplorazione, e la coppia virtuale offre un surrogato completo di emozioni, fino al rapporto affettivo intenso ed al sesso virtuale. Le persone coinvolte in questa esperienza sono molto spesso soddisfatte della loro vita virtuale, e sostengono con grande convinzione la loro scelta.

Quest’ultimo livello di coinvolgimento è quello più problematico da spiegare dal punto di vista concettuale, poiché l’altro estremo, quello di chi compromette la propria vita privata, ha connotazioni di tipo quasi patologico, ed è quindi più facile da spiegare ed interpretare. La scelta consapevole, e soddisfacente, di vivere la maggior parte della propria vita in world è invece molto difficile da capire e rischia di essere banalizzata dai pregiudizi.

Ci troviamo di fronte, in questo caso, ad una scelta consapevole di trasferire una parte consistente della propria vita in un ambiente fisicamente inesistente, ma costruito in maniera completa e dettagliata utilizzando gli strumenti tecnologici che abbiamo. Con questa realtà dobbiamo farci i conti, da oggi e per il futuro, poiché quanto sviluppato finora, in termini tecnologici, non è altro che un prototipo, un primo accenno, di quanto sarà possibile utilizzare nel futuro. I Mondi Virtuali si evolveranno, e sempre più gente popolerà, in maniera più o meno immersiva, tali ambienti. Non si tratta quindi di una moda passeggera o di un fenomeno effimero, dovremo sempre di più farci i conti.

Il modo migliore per cercare di capire tali sviluppi è, a mio parere, quello di sgombrare il campo dai pregiudizi, e cercare di capire che ci troviamo di fronte a scelte consapevoli, che riguardano la personalità o le condizioni dell’individuo, e che tali condizioni possono essere le più diverse, e difficili da interpretare dall’esterno. Solo una conoscenza diretta e approfondita dell’individuo può darci elementi per capire, senza mai giudicare, la scelta che è stata effettuata. Scegliere una modalità o l’altra di interazione in rete riguarda e coinvolge elementi profondi della personalità e della vita di una persona, nessuno, oltre la persona stessa, può ergersi a giudice o censore. Se c’è una cosa che abbiamo imparato relativamente ai Mondi Virtuali, è che nessun giudizio è consentito con superficialità.

In conclusione, ci sono due elementi fondamentali di analisi che sarebbe utile portare avanti: da un lato la salvaguardia dei valori minimi di sopravvivenza, che possono essere compromessi da un approccio ai Mondi Virtuali non consapevole; dall’altro, l’evoluzione verso la piena “cittadinanza virtuale” che coinvolge un numero crescente di persone. Nel mezzo, una gamma vastissima, e maggioritaria, di quanti “usano” i Mondi Virtuali secondo le proprie esigenze ed aspettative pratiche.

Spero di tornare su tali argomenti, a valle di una discussione che sarebbe utile e costruttivo sviluppare, insieme a tanti altri.

Censimento land Italiane

by AquilaDellaNotte Kondor

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Ciao,
riporto quanto già pubblicato nel mio articolo del 9 aprile 2012 :

“Un’altra iniziativa che vareremo, a breve, sarà quella di “censire” tutte le land Italiane di Second Life. Faremo appello, per questo, a tutti gli owners e managers Italiani, per raccogliere poche, fondamentali, informazioni sulle land (owner, data di creazione, tipologia di land, tipo di eventi, slurl, manager di riferimento) utili a far conoscere a tutti, sul web, il valore delle iniziative Italiane nel Metaverso. Avvieremo poi, dopo l’estate, un’analoga iniziativa per le open sim, allargando l’orizzonte del nostro interesse all’eccezionale lavoro pioneristico che tanti amici stanno svolgendo su queste nuove, e sempre più popolate, grid.

A quelle land che parteciperanno a tale iniziativa, daremo visibilità sul nostro Magazine, dando loro la possibilità di pubblicare un articolo sulla land e sulle attività che vi si svolgono. Una nuova pagina verrà creata sul Magazine, per accogliere tale tipo di interventi “autogestiti”. Ovviamente non saranno ammesse pubblicità commerciali, nello spirito delle nostre regole di comportamento.” Nel caso lo riterrete utile forniremo la nostra collaborazione a compilare l’articolo.

Vi chiediamo la disponibilità a inviarci queste poche informazioni, necessarie a censire la vostra land, nella lista che pubblicheremo e che aggiorneremo ogni mese:

1 – Nome Land
2 – Tipo Land (G/M/A)
3 – Data di creazione
4 – Slurl
5 – Owner
6 – Email Owner/Manager
7 – Manager di riferimento
8 – Attività prevalenti svolte
9 – Note

Quelli che invieranno tali dati potranno inoltre mandarci, se vorranno, una scheda/articolo, raccontando quello che ritengono utile per far conoscere la propria land, e le attività che vi si svolgono, a tutti i lettori di Virtual Worlds Magazine. Ci sarà una apposita pagina del magazine in cui pubblicheremo le vostre schede. Il magazine conta attualmente una media di circa 250 contatti al giorno, con picchi di 500, e può essere un ausilio al validissimo lavoro che già fate per informare i residenti sulle vostre attività.

Inviate le informazioni alla seguente email:

virtualworldsmagazine@gmail.com

Nel caso aveste bisogno di chiarimenti contattateci pure inworld.

Missing you

by Serena Domenici

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Con un tp… Si, con un tip può cambiare il corso della storia. Magari sei sola, annoiata, scazzata o semplicemente per fatti tuoi. E incontri qualcuna che se ne sta seduta a guardare un mare finto, ma quasi bello come quello vero, se non fosse per la mancanza degli odori tipici del mare e della natura intorno, sembrerebbe tutto così vero.

HI Serena... HI ****. Ti leggo spesso Serena, ma tu non mi conosci. Ho sorriso imbarazzata anche al di là dello schermo. Sto sempre sulla difensiva da un po’ di tempo a questa parte 🙂

E ho aspettato in silenzio mi dicesse altro.

Ti siedi un po’ vicino a me?

Ho risposto di si… ed in silenzio per un po’ abbiamo guardato il mare.

Stasera sono triste. Mi manca lui.

Lui chi, il tuo compagno?

Si, Serena… Serena potresti scrivere una storia?

 **** Io non scrivo storie, scrivo di temi sociali e attualità del Metaverso.

Si, lo so Sere, ma sempre di storie si tratta. La mia storia, potrebbe essere simile a quella di tante altre.

Ok ****, tu racconta, poi vedremo…

Sere, l’ho conosciuto tre anni fa…Io non credevo nelle storie virtuali, entravo su SL, giusto per passare un po’ di tempo. Mi sono avvicinata a lui giusto per curiosità, più che per reale interesse. Ma piano piano, ho cominciato a cercarlo, ad aprire il PC e collegarmi con la speranza di trovarlo in linea. Lui entrava di pomeriggio o la sera sul tardi. Era diffidente all’inizio sulla sua vita reale e lo ero anch’io inizialmente. Ma col passare del tempo il nostro sentimento cresceva come una febbre che ci divorava e ci consumava nostro malgrado. Io non avevo mai fatto sesso virtuale e con lui scoprii anche quello. Il piacere che provavo non era da meno e forse anche più intenso di quello  provato nella mia RL. C’erano giorni però, nei quali mi sentivo dilaniata  e mi chiedevo se non era una puttanata quello che stavo facendo e se tutto quello che provavo non era una forma per sfuggire da una realtà che forse non mi appagava del tutto. Mi pizzicavo da sola, chiedendomi se non stessi sognando del tutto. L’arco della giornata era scandito dal desiderio di lui, di cosa avremmo fatto e ci saremmo detti. Lavoravo e pensavo a lui… mangiavo e correvo con lui nella mia testa. E per lui era lo stesso. Finimmo per scambiarci i numeri di telefono. Abitavamo a 600 Km di distanza e senza nessuna possibilità di poter rendere il nostro sogno reale. Lui sposato con una donna ammalata e io piena di casini irrisolti. Second Life era il nostro sogno a metà. Ci scambiammo le foto con paura reciproca, e ci piacemmo, come se ci conoscessimo da tempo. Ma per quanto può sembrare impossibile, noi eravamo felici e appagati di questa forma di amore. Avevamo una vita sociale interessante all’interno di SL… una bella casa, e pochi, ma buoni amici. Ma dentro di me, piano piano, cominciò a crescere l’idea che tutto questo fosse una cosa malsana e che la vera vita era là fuori.

Non avrei mai potuto mangiare ad un tavolo di ristorante con lui, toccarlo, annusarlo, correre, nuotare e fare l’amore. Comincia a tediarlo… lui così paziente e innamorato… lui che senza esserci, c’era anche con i suoi consigli, più di tante altre persone che avevano fatto parte della mia vita fino ad allora. Lui e i suoi sensi di colpa, sensi di colpa che gli facevo venire io sul mio futuro senza di lui. Lui diviso tra il senso del dovere e del bene e l’amore per me. Io combattuta tra i miei egoismi e la paura di far del male a lui e a chi gli stava vicino. Tra litigi ed enorme passione, i giorni scorrevano veloci, mentre io diventavo sempre più intollerante e insostenibile. C’erano serate nelle quali piangevo abbracciata a lui, a lui che mi stringeva e che io stringevo, pensando di stringere il vuoto.

Eravamo insieme da quasi due anni… Ma un anno e due mesi fa, entrando su SL, non lo trovai… Trovai una Note… una note di ADDIO: “Amore io vado via…Non posso darti quello che tu desideri. Ti ho amato e ti amo, ma finiremmo per odiarci. Non entrerò mai più qui dentro, SL per me eri ormai solo tu. La mia vita senza di te sarà ancora più difficile, ma è giusto che tu possa amare un uomo libero che non porti con se bagagli pieni di sofferenza (come ben tu sai ed hai potuto constare con i tuoi occhi). Sii felice anche senza di me. Tuo per sempre ****”

Serena… cambiò persino numero di telefono e si trasferì altrove. Ogni tanto mi arriva uno squillo anonimo sul telefonino ed io sento, avverto, sia lui. Non riesco più a rintracciarlo. L’ho odiato e amato per tutto questo. Se pubblicherai la mia storia, molti penseranno che lui mi abbia presa in giro, ma io so che era tutto vero, ho potuto verificare molte delle cose che mi diceva e che non posso raccontare. Ma la cosa più importante per me è dire altro.

E’ trascorso del tempo… ho vissuto due storie nella mia RL… Sono andata al ristorante, ho fatto l’amore, ma non ho mai provato un decimo di quelle sensazioni che ho provato con lui. Nessuno mi ha dato quello che mi dava lui in termine di comprensione, complicità, affinità. No, non l’ho idealizzato, io ci ho provato a vivere.

Sere tu nei tuoi articoli cerchi di capire quello che ci circonda… Ma cosa è vero alla fine, quello che sentiamo, quello che gli altri determinano come cosa giusta o non giusta, o la felicità se esiste non ha confini, tempo e luogo?

 **** io credo, come hai detto tu, che la “felicità” non abbia confini, tempo e luogo. Il Metaverso può essere uno di questi luoghi, ma credo anche che il tempo poi reclami altro… e venga fuori nostro malgrado, come è successo a te. Ma io non sono Dio, non ho certezze assolute, non su tutto almeno. Ma credo che forme di amore possano trovarsi persino su Marte volendo. Persino gli scienziati non hanno risposte a tutto. Non ho risposte certe per te, per me, e per nessuno… ma so che questa sera il nostro incontro ha dimostrato, ancora una volta, che le sorprese sono sempre dietro l’angolo.  Ci sono persone speciali che rendono il nostro cammino, qui e ovunque, qualcosa di misterioso e magico. Nel mare della vita, e persino del Metaverso, tutto può succedere, persino che un giorno di questi ti squilli il telefono e sia lui. O piuttosto conoscere qualcuno con il quale andare al ristorante, o fare l’amore, sarà diverso e forse più bello di come ricordavi. Intanto incontrarsi, io e te, è stato bellissimo per entrambe… Incontri che forse è più facile fare qui… dove aprirsi e raccontarsi è molto più facile che altrove. Il Metaverso non è un videogame, forse lo scopo iniziale era questo, non lo so… Ma come dice anche il mio carissimo amico maddomxc.umino: ”Ho visto capitolare dei campioni”… Dove ci sono i sentimenti non si può barare, al massimo si può barare solo con se stessi cara *****.  Si, questo non è un gioco, nemmeno per i giocatori più bravi e nemmeno per quelli che fanno finta di crederci.

Storie come questa, ce ne sono tante… Più interessanti, più sofferte, meno belle. Il tutto è ovviamente soggettivo per chi legge, non sicuramente per chi la vive… Chi la vive pensa sempre che la sua storia sia unica e irripetibile.
Il senso del mio articolo è quello di evidenziare la parte finale del dilemma della protagonista. Pensieri comuni che si affacciano spesso nell’intimità di molti di noi.
Sul Metaverso si gioca, si ama, e si sogna. Ma sono certa che tanti che praticano il GDR, ad esempio, ad un certo punto abbiano smesso di giocare per seguire una qualche variabile impazzita.
Insomma, mi piace pensare che nulla si debba dare per scontato…

C’è sempre un ponte invisibile che ci collega da qualche parte per ricominciare…

http://www.youtube.com/watch?v=O5Ghr6oNDKs&feature=player_embedded#!

Buon compleanno Virtual Worlds Magazine !

By AquilaDellaNotte Kondor

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Il 15 di aprile del 2010 veniva presentato al pubblico dei residenti di Second Life, nella land di Roma Centro, il nuovo “Virtual Worlds Magazine”. L’affluenza di pubblico, con picchi di 80 avatar, dimostrò l’interesse che attorno alla nostra iniziativa  si andò subito manifestando. Pochi giorni dopo, il 18 di aprile, pubblicavamo un editoriale che illustrava i dieci punti su cui si sarebbe fondata la nostra azione (http://virtualworldsmagazine. wordpress.com/2010/04/23/editoriale-del/).

Devo dire, in occasione di questo secondo compleanno del Magazine, che tutti e dieci quei punti sono stati rispettati, e questo è un motivo di grande orgoglio, per noi che in questi due anni abbiamo lavorato a questo progetto. I punti principali della nostra linea editoriale sono: innanzitutto la scelta di non avere sponsor, per conservare la massima indipendenza e capacità critica, e, per contro, la scelta conseguente di non pagare alcun compenso a quanti lavorano a questo Magazine. Questa linea è completamente in controtendenza rispetto a quella di tutte le altre pubblicazioni sul Metaverso, e ci crea anche qualche difficoltà a coinvolgere nel nostro progetto persone che avrebbero, invece, molto da scrivere e da raccontare. Ma non intendiamo derogare da questa scelta, che è uno dei punti fondanti del nostro progetto. Quelli che scrivono per questa rivista lo fanno sacrificando il proprio tempo libero, spinti solo dalla passione e dalla disponibilità, verso il gruppo ed il progetto.

L’altra regola fondamentale d’azione è la massima apertura a tutte le collaborazioni esterne, nell’ottica di dare voce a tutte le esperienze del Metaverso, e di offrire il nostro supporto informativo a tutti. Infatti, l’elemento di maggior debolezza delle attività, soprattutto italiane, nel Metaverso, è l’isolazionismo, l’arroccamento nel proprio recinto. E’ difficile trovare progetti che vedano la collaborazione di più gruppi o personaggi di spicco, ognuno impegnato ad affermare la propria individualità ed il proprio carisma. Posso testimoniare, per esperienza diretta, che anche le migliori menti e i più bravi ed esperti protagonisti, che ho incontrato in questo mondo, sono affetti da questa “malattia”. Ebbene, noi faremo sempre il contrario. Appoggeremo, nell’ambito delle nostre possibilità, dandogli voce, ogni progetto e ogni iniziativa di collaborazione fra gruppi, owner e progetti diversi.

Sulla base di queste nostre regole di comportamento intendiamo continuare il nostro lavoro, cercando sempre di aprirci a suggerimenti, ad apporti esterni e a critiche costruttive. Relativamente a queste ultime, abbiamo dimostrato, nel fervore delle discussioni seguite alla pubblicazione di qualche nostro articolo “forte”, che nessuna censura e nessuna preclusione è rivolta ad ogni genere di critica, per quanto dura e poco condivisibile possiamo noi ritenerla. Unica regola, la correttezza e la civiltà, nei comportamenti e nelle forme espressive: non pubblichiamo commenti con insulti o riferimenti a informazioni personali. E’ capitato tuttavia solo tre volte, in due anni, di dover tagliare un commento, per cause del tipo precedentemente esposto.

Negli ultimi mesi abbiamo varato una iniziativa che abbiamo denominato “Virtual Worlds Magazine Reloaded”. L’iniziativa consiste nell’organizzare degli incontri in world (e chissà, un domani, in RL) per approfondire e discutere argomenti, messi in luce da nostri articoli, che hanno riscosso maggior successo o desiderio di confronto. Epiche sono state le discussioni che si sono avute su un argomento di particolare delicatezza, come quello sulle diverse “anime” di Second Life. Abbiamo condotto queste serate con grande disponibilità e pazienza, poiché l’obiettivo era senz’altro più importante dei modi che abbiamo dovuto gestire per arrivarci. Abbiamo sopportato le critiche e l’agitazione verbale di diversi personaggi, forse più abituati a gestire le risse, che i dibattiti. Ma lo scopo è stato senz’altro raggiunto, mettendo in rapporto ambienti ed esperienze diverse, e altre serate seguiranno, sui temi più interessanti che vorremo, su vostra indicazione, dibattere.

Un’altra iniziativa che vareremo, a breve, sarà quella di “censire” tutte le land Italiane di Second Life. Faremo appello, per questo, a tutti gli owners e managers Italiani, per raccogliere poche, fondamentali, informazioni sulle land (owner, data di creazione, tipologia di land, tipo di eventi, slurl, manager di riferimento) utili a far conoscere a tutti, sul web, il valore delle iniziative Italiane nel Metaverso. Avvieremo poi, dopo l’estate, un’analoga iniziativa per le open sim, allargando l’orizzonte del nostro interesse all’eccezionale lavoro pioneristico che tanti amici stanno svolgendo su queste nuove, e sempre più popolate, grid.

A quelle land che parteciperanno a tale iniziativa, daremo visibilità sul nostro Magazine, dando loro la possibilità di pubblicare un articolo sulla land e sulle attività che vi si svolgono. Una nuova pagina verrà creata sul Magazine, per accogliere tale tipo di interventi “autogestiti”. Ovviamente non saranno ammesse pubblicità commerciali, nello spirito delle nostre regole di comportamento.

In conclusione, ribadiamo l’invito a tutti a continuare a seguirci, e a darci suggerimenti e critiche, invitando anche coloro che hanno voglia e iniziativa, a collaborare con noi per far crescere questo progetto.

Arrivederci a tutti a martedì 10 aprile, presso la nuova sede di Virtual Worlds Magazine (http://maps.secondlife.com/secondlife/Solaris Island/214/234/33), per festeggiare con noi questo secondo compleanno, tra musica e incontri tra amici. Ciao.

I mestieri di Second Life

Ho incontrato Baby Pooley in Second Life (aka Ivonne Citarella), per parlare con lei direttamente del libro che ha curato: “ Second Life – Tra opportunità professionali, gioco e formazione”, pubblicato sul web lo scorso 20 febbraio dall’editore “ScriptaWeb”. Chi voglia acquistarlo può farlo sul sito .

Baby Pooley, laureata in sociologia, lavora per il CNR, ed ha condotto in Second Life una ricerca personale sulle professioni esistenti in questo Mondo Virtuale. I risultati della ricerca, insieme agli interventi di altri sette resident di Second Life, sono riportati nel libro. La chiacchierata ha toccato i vari temi della ricerca.

 

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[11:10] AquilaDellaNotte Kondor: ciao Baby, grazie per aver accettato questa intervista. Puoi spiegarci da dove ti è nata quest’idea di fare un libro sulle professioni in Second Life Baby?

[11:12] BABY Pooley: l’idea mi è venuta dalla semplice osservazione di quello che Second Life rappresenta, un mondo virtuale in continua trasformazione, grazie alla creatività di quanti lavorano al suo interno.

[11:13] AquilaDellaNotte Kondor: ma tu hai un interesse professionale in RL su questi temi, o è una curiosità che ti è nata qui in Second Life?

[11:14] BABY Pooley: io ho lavorato in qualità di ricercatrice sul mercato del lavoro, ma diciamo che Second Life è stata una vera folgorazione, per la passione che riesce a tirar fuori da quanti hanno deciso di professionalizzarsi. Mi è sembrato giusto raccontarlo alla RL.

[11:15] AquilaDellaNotte Kondor: quindi avevi una competenza sul sistema delle professioni in RL. E’ interessante, infatti, la classificazione che hai fatto delle professioni: partendo da quelle RL per poi adattarle alla realtà di Second Life.

[11:17] BABY Pooley: sì lavorando sul mercato del lavoro è implicito avere a che fare con le professioni.

[11:17] AquilaDellaNotte Kondor: inoltre, distribuendo il questionario a quelli che hanno accettato di compilarlo, hai raccolto dati preziosi sulla tipologia di professioni RL che compongono la popolazione italiana di Second Life, e ne sono scaturiti spunti interessanti.

[11:19] BABY Pooley: sì davvero molti, inaspettati anche per me.

[11:19] AquilaDellaNotte Kondor: ad esempio, c’è un’ampia percentuale di docenti e studenti, seguita poi dai tecnici e dagli impiegati, nel tuo campione. Questo mostra la diversificazione degli ambienti di provenienza, ma anche una prevalenza del mondo dell’education e dell’informatica, non è così?

[11:20] BABY Pooley: si è così, e poi la maggior parte è gente adulta.

[11:20] AquilaDellaNotte Kondor: questo era un dato già noto, anzi, sembra che questo campione abbia un’età media inferiore alla media totale di Second Life. Non di molto, ma inferiore.

[11:21] BABY Pooley: l’eta media del mio campione è di 38 anni, dato al 2010, anno della raccolta dei dati.

[11:22] AquilaDellaNotte Kondor: ma la vera sorpresa è stata la conclusione a cui sei giunta: si pensava che la gente entrasse in Second Life per portarci la propria professionalità, e usarla nel mondo virtuale.

[11:23] BABY Pooley: sì, invece è vero anche il contrario. E’ come se la gente in Second Life facesse un rodaggio, per poi muovere passi anche in RL.

[11:23] AquilaDellaNotte Kondor: vuoi dire che usa Second Life come ambiente di addestramento?

[11:24] BABY Pooley: sì anche. Innanzitutto io penso a quelle persone che entrano per curiosità, che qui incontrano la loro passione, e la esportano poi in RL. Parlo di persone senza un’alta preparazione in tema di grafica, gente comune, che qui in Second Life scopre delle predisposizioni.

[11:26] AquilaDellaNotte Kondor: mettendo quindi in evidenza la caratteristica fondamentale di Second Life, e cioè l’utilizzo di un ambiente di simulazione, di addestramento, e usandolo per sperimentare attività per loro nuove.

[11:27] BABY Pooley: sì certo, o anche per approfondire quelle che già si possiedono, un laboratorio per tutti, anche in termini emotivi.

[11:27] AquilaDellaNotte Kondor: questo ribalta completamente il paradigma originario. Molta gente pensava di usare Second Life per farci business, affari.

[11:28] BABY Pooley: sì e ci sono state anche esperienze positive.

[11:28] AquilaDellaNotte Kondor: e invece Second Life è soprattutto un’ottima palestra per la crescita di nuove professionalità.

[11:28] BABY Pooley: sì, e secondo me questo aspetto va valorizzato.

[11:29] AquilaDellaNotte Kondor: è un vero ribaltamento degli stereotipi precedenti. E in fondo prende atto che ormai l’approccio a Second Life, almeno in questa sua fase di sviluppo, non è quello del business.

[11:29] BABY Pooley: sì la teoria dei tre flussi, il vecchio paradigma.

[11:29] AquilaDellaNotte Kondor: di che si tratta?

[11:29] BABY Pooley: è quello della crescita personale in termini di nuove abilità. Abilità che possono  anche ampliarsi.

[11:31] AquilaDellaNotte Kondor: il campione di popolazione residente, che hai usato per l’indagine, è rappresentativo a tuo parere?

[11:32] BABY Pooley: diciamo che sarebbe stato bello lavorare su un campione più ampio, ma tieni conto che non è stato semplice vincere anche un pò di reticenza sulla ricerca in se.

[11:32] AquilaDellaNotte Kondor: immagino

[11:33] BABY Pooley: e comunque sono grata a quanti si sono fidati e hanno partecipato.

[11:33] AquilaDellaNotte Kondor: ma comunque, 156 persone non sono affatto poche.

[11:33] BABY Pooley: no infatti, e siamo riusciti a raccogliere dei dati significativi, che potevano dimostrare anche  questo aspetto di SL, poco noto a tutti. Ma sarebbe bello poterlo fare in tutte le comunità.

[11:35] AquilaDellaNotte Kondor: ovviamente questo campione è solo una piccola parte di Second Life, per quanto variegato. E Second Life è anche fatta, in gran parte, di gioco, di svago. Molti non hanno alcun interesse a svolgere attività particolari.

[11:36] BABY Pooley: no infatti, Second Life rimane per loro uno svago. Non svolgono nessun “lavoro” particolare.

[11:36] AquilaDellaNotte Kondor: a chi intendi presentare questi risultati? Chi pensi sia interessato a questa ricerca?

[11:37] BABY Pooley: innanzitutto credo che sia importante per noi residenti, che sia uscito un seppur minimo e modesto contributo che racconta anche questo aspetto di Second Life. E poi spero di coinvolgere altri ricercatori come me. Ma è un percorso che richiede tempo.

[11:39] AquilaDellaNotte Kondor: tuttavia è anche interessante chiarire all’esterno quali sono le potenzialità di questo mondo, nonostante quanto di superficiale i media hanno sempre scritto su Second Life.

[11:39] BABY Pooley: infatti, è veramente assurdo. Questa superficialità mi ha spinto a scrivere con dati empirici alla mano, di questo mondo.

[11:40] AquilaDellaNotte Kondor: bene Baby, non voglio farti altre domande nè chiederti quale è la tua sintesi o l’insegnamento che hai tratto, poiché, come sai, stiamo preparando una serata di presentazione di questo tuo lavoro il prossimo 5 di aprile a Solaris, e la serata sarà aperta al dibattito, e all’analisi, da parte di chiunque voglia intervenire.

[11:42] BABY Pooley: certo, spero che partecipino tutti numerosi.

[11:42] AquilaDellaNotte Kondor: magari avremo spunti interessanti per un prossimo lavoro, che dici?

[11:42] BABY Pooley: altrochè, ho tantissime idee in testa 🙂

[11:43] AquilaDellaNotte Kondor: allora vorrà dire che la sera della presentazione ce ne anticiperai qualcuna …

[11:43] BABY Pooley: sì magari sì 🙂

[11:43] AquilaDellaNotte Kondor: grazie mille Baby, ci vediamo il 5 di aprile per la presentazione a Solaris.

Viaggio tra i sentimenti

by Serena Domenici

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Navigando su internet ho trovato questo articolo: http://www.padovanews.it/news/curiosita-e-gossip/5289-si-prostituisce-su-second-life-il-marito-la-scopre-e-chiede-la-separazione  Si, lo so che non è recente , mi ha fatto però riflettere su un argomento che ho sempre affrontato solo di sfuggita….  Amore, gelosia, tradimenti.  Temi passionali che affascinano e sconvolgono più o meno la vita di tutti noi mortali.  Sconvolgono soprattutto chi ne prende apparentemente le distanze…anzi, diffidate sempre da chi dice di non essere toccato da questi argomenti…mente. Chiunque vive e si relazione sul piano sentimentale, nella vita reale come nel Metaverso, non potrà mai vivere con distacco assoluto i propri e altrui sentimenti.  Si tradisce per svariati motivi…si tradisce perché è insito nell’animo umano. Si tradisce per noia soprattutto….per la necessità di vivere emozioni sempre nuove o semplicemente perché ci sente trascurati dal proprio partner.  Ma qualunque sia il motivo, fa molto male…fosse anche solo per una questione di amor proprio.  Nella vita reale si tradisce , ma lo si fa con dinamiche molte diverse. Incontrare ed essere corrisposti in rl è molto più difficile. Ma avviene lo stesso, magari con meno frequenza e si è molto più circospetti. Nel metaverso invece ,basta farsi un giretto e subito le occasioni proliferano… si indossa magari un alter nuovo…si ripetono gli stessi rituali d’accoppiamento senza dover neanche fingere una nuova personalità et voilà il gioco è fatto.  Tra l’altro il fattore tempo, in sl incide diversamente. E’ tutto molto più intenso e coinvolgente, si consumano intense passioni ma se la storia non è vissuta anche all’esterno, con appendici rl,  salvo rare eccezioni, è destinata a finire in un breve lasso di tempo.  Da tutto questo scaturiscono comportamente esasperati e morbosi, gelosie assurde e sterili perchè finalizzate unicamente a tenere l’oggetto ( il pupazzo dei propri desideri) accanto a sè. Marcare e difendere il proprio territorio diventa il bisogno primario per alcuni avatar.  Ho constatato di persona come sia facile mentire su second life, l’anonimato o pseudo tale fornisce maschere e paludamenti per tutti i gusti ed in questo contesto i cinici trovano un terreno fertile  nel  colpire ed affondare i sentimenti altrui senza battere ciglio.  Siamo in fondo tutti consapevoli, se non altro a livello emozionale ed intuitivo, che vivere un rapporto sentimentale virtuale, in linea di massima, non ha futuro e che dovremmo rapportarci all’altra o all’altro il tempo di un sogno animato comune. Ma tra il sentimento ed il sogno , ci sono in mezzo i nostri desideri , le nostre speranze, le nostre illusioni, le nostre aspettative di vita vera e quindi, nonostante tutti i nostri meccanismi di difesa ,finiamo per cascarci  come tante pere cotte.  Quello che mi sfugge è, invece, un’altra dinamica. Posso comprendere che nella vita reale, ammettere un tradimento o la voglia di evasione non sia facile,ma perché perdere anche sul Metaverso l’occasione di essere sinceri e di avere un comportamento onesto che non lasci spazio a inutili illussioni? Come al solito RL, entra prepotentemente anche nella nostra vita virtuale. Non smettiamo mai di essere, almeno in parte, quello che siamo al di là dello schermo.  La donna scoperta dal marito , protagonista dell’articolo, si è difesa dicendo che tradire virtualmente non è la stessa cosa che farlo nel mondo ‘vero’… ma un tradimento è un tradimento…avviene al di là dello schermo solo per ragioni  pratiche…anzi direi che è anche peggio…tutto ciò che è cerebrale  sa essere di una forza emozionale senza pari. E del tempo che si sottrae a chi ci vive a fianco, vogliamo parlarne?. Il tradimento non è mai solo un fatto di sesso è sempre qualcosa  di più che un fatto fisico…ci coinvolge sempre su più fronti.  Sul metaverso si ama, si odia , si tradisce in modo quasi parossistico e compulsivo…spesso i traditi sono anche i traditori … In un turbinio di apparenti cambi e sostituzioni di personaggi …si consumano veri e propri drammi della  gelosia, si effettuano sfiancanti pedinamenti e sospetti devastanti ci rodono l’anima. Non a caso ci sono anche agenzie investigative.. e si capisce non è affatto facile scoprire le corna sul Metaverso…  Troppo spesso dimentichiamo che nella vita reale,  ci sono uomini e donne che ogni giorno tradiscono il proprio partner…Ma se viene perpetrato a nostro danno sul Metaverso diventiamo cattivissimi con i nostri rivali, dimenticando di essere noi stessi in torto verso qualcuno che ignora la nostra esistenza. Ah ma SL è SL ed RL è RL…molti vi risponderebbero così.  Se chiuso il PC, soffro e ci penso…non è poi così vero.  Certo , c’è anche un campione di avatar che entra per farsi solo seghe animate e la cosa finisce lì…ma per la stragrande maggioranza di pixel in anima non è così.  Se da una parte siamo coscienti dei limiti del mezzo, dall’altra come già accennavo prima, perdiamo il senso del limite. Cerchiamo quello che ci manca e affidiamo in mani e menti altrui   i nostri bisogni primari…amare ed essere amati. Al riparo dello schermo tendiamo all’inizio a dare il meglio di noi stessi, creando quella magica illusione che tutto sia  possibile.  Invece spesso finiamo per riprodurre quegli atteggiamenti negativi che fanno di noi a seconda dei casi dei partner servizievoli, psicologi, vice mamme ,  soddisfiamo persino complessi di Edipo e di Elettra, finendo per commettere gli stessi errori del nostro vivere quotidiano.  Anche su second life  si creano gli stessi meccanismi di facciata , di conseguenza è facile venire usate o usati a scopo rappresentativo.  Ho conosciuto molti avatar, che mi hanno raccontato di non fare sesso, ma di fingere di farlo solo per tenere l’altra persona legata a se. Io gli credo. Credo della disperazione. Un termine  che fà male e mette paura ma che esprime benissimo il concetto…molti avatar vorrebbero unicamente conforto ed un sentimento platonico , ma che purtroppo spesso non trova corrispondenza e che obbliga a scendere a patti con se stessi pur di sentirsi parte di qualcuno, pur di non sentirsi soli.  In quest’ottica  second life non è solo fucina di idee , cultura e spettacolo ma è anche bisogno di appartenenza. Al di là del pc, non vivono solo i nostri demoni , c’è sempre la segreta speranza di coltivare ed inseguire i propri sogni…ecco perché, quando il sogno svanisce ,fà male…e quello che avvertiamo è maledettamente reale.

Fuoriclasse di voce e di simpatia: Altum Neox

by Francesca Caeran

Da tempo volevo dedicare un articolo a tutti quei cantanti che non si distinguono per una voce  eccezionale, ma che comunque piacciono e sono seguiti dal pubblico per tanti altri motivi. Uno di questi è Altum Neox. Ma avrei anche potuto scegliere  qualcuno come Giulia Elton, Mauro Zemenis o altri … Ho scelto Altum perchè rappresenta in pieno il messaggio che desidero far passare scrivendo questo articolo. E, come al mio solito, sarò onesta e sincera nel mio scrivere, anche se so che tanti non condivideranno il mio pensiero, io scriverò quello che penso senza nessun falso pudore, e in modo schietto e diretto.

Ma partiamo dall’inizio. La prima volta che sentii cantare Altum ero con la Signora Milla Rasmuson, e mi portò lei ad ascoltare questo suo caro amico. La mia prima sensazione è stata negativa, Altum troppe volte stonava. Oddio, può succedere, ma nel suo caso era una cosa troppo importante. Pertanto, c’era già all’epoca tanta gente che applaudiva e che partecipava con allegria al suo concerto. Io quella sera sono rimasta fino alla fine ad ascoltarlo, e mi sono divertita in quella serata. Lui cantava canzoni allegre, si divertiva con il pubblico, lo faceva partecipare, faceva dediche, ed era autoironico, e quindi passai una bella serata. Qualche settimana dopo, andai di nuovo ad un concerto di Altum, e ricordo di aver  pensato che sicuramente aveva preso qualche lezione di canto, perchè lo trovai migliorato. E anche quella sera rimasi fino all’ultimo, divertendomi insieme agli altri. Credo che sia stato in quel periodo che decisi di immare Altum, per conoscerlo un po’ di più. E cosi conobbi una persona veramente squisita.  Altum non si prende mai sul serio, non si gaza, ride di se stesso, ed è simpaticissimo. A me fa morire dalle risate, con le sue battute. Inoltre, è una di quelle rare persone che si incontrano putroppo pochissime volte in Second Life, ha il cuore in mano, pronto sempre ad aiutarti, se ne hai bisogno (ad esempio, è stato uno dei pochi ad aiutare altri cantanti ad iniziare a cantare sul Metaverse). Poi ho scoperto che quando parla ha una voce cosi sexy, ma così sexy, che le donne cascano tutte ai suoi piedi J.  Infatti, non mi stupii nel sapere che Altum, in un certo periodo, ha fatto anche il DJ, oltre a cantare. A quell’epoca era seguito dalla nota fotografa Stupenda Flux, che gli faceva da manager, e un giorno Stupenda mi disse che non esitava mai ad emettere giudizi, per farlo migliorare. Dunque, niente lezioni canore, ma una manager che gli diceva chiaro e tondo dove sbagliava. L’ho fatto, e lo faccio ancora anch’io, tantissime volte con i miei cantanti. La cosa non è per forza apprezzata da loro, perchè sentirsi criticare non fa mai piacere, ma chi è intelligente capisce che lo si fa sopratutto per il loro interesse. Ma torniamo un pò alla presentazione del nostro connazionale Altum …

Lui è entrato in Second Life il primo Aprile del 2009 e, pensate un pò, lui è entrato perchè voleva fare radio, visto che aveva una radioweb in RL. E certo Altum, con una voce così, chissà che successo ha in radio hehhehe, credetemi se ve lo dico, la prima volta che ho avuto il piacere di sentir parlare in voice Altum, sono rimasta ipnotizzata, tipo il serpente che sente il flauto hahaha. E vabbè, sono sensibile alle voci embè!?? Altum ha quasi 51 anni (meeee, dalla voce nè dimostra appena 25, come il suo avatar, lol, ed è Toscano. Lui in RL canticchia, adora la musica, e dice che canta per sfogare le sue passioni (meeeeee) e un giorno con i suoi amici, Nuriah e Licio, decise di salire su un palco di Second Life. Nacque così Altum Neox, Live Singer. Amici, voi oramai conoscete la mia avversione per chi non canta in live. L’ho detto e ridetto, l’ho scritto e riscritto. Ebbene, vi assicuro che Altum, mai e poi mai, ha mandato un giorno in streaming un brano suo registrato. Lui dice che preferisce steccare piuttosto che non cantare in live. Bravo! Mille volte bravo, un miliardo di volte bravo! Tante volte ho sentito gente criticare pesantemente cantanti di Second Life. Ragà ve la posso dire una cosa?  Ma lo sapete che facciamo tutti parte di un gioco di ruolo? Ma voi veramente pensate che io in RL sia Reporter? Lol … No, vero? Un Reporter vero scrive molto meglio di me, allora ditemi un po, se voi qui siete fighissimi, con un avatar che somiglia ad un top model, mentre dietro allo schermo magari siete dei 70 enni . Perchè in questo gioco di ruolo una persona che ama cantare non  potrebbe esprimersi? Se questo cantante ha della gente a cui piace sentire quella voce, o forse solo quella simpatia, perchè non dovrebbe cantare allora? Vi dà fastidio? Vi fanno male le orecchie? We gente, un semplice TP e siete a NY qui! Allora, basta criticare per favore, piuttosto, andate via,  e giuro che vi diremo anche ciao J. Altum, io ti ho sentito cantare Adagio, di Lara Fabian, con brio.  E quella favolosa canzone di Baglioni “Con Tutto l’Amore che Posso”, che hai interpretato da Dio. E non sei piaciuto unicamente a me, visto la gente che c’era in land quella sera, o come tutte le altre sere in cui canti. Allora mi raccomando, vai avanti, facci ancora passare tante belle serate, insieme a questa tua voce, e quei famosi  progetti che hai nel cassetto, riguardo a spettacoli, mi raccomando, mettili in atto!  A presto, per un altro tuo concerto live, caro Altum, sei una grande persona non scordarlo mai!

Per ascoltare qualche brano di Altum ecco un assaggio di alcune canzoni registrate in Live: http://www.wix.com/mau344/altum-neox-live?ref=nf

Quando i mondi si scontrano.

Un interessante dibattito è andato svolgendosi nelle scorse settimane, nella Second Life italiana, in seguito ad un articolo pubblicato su questo Magazine in data 11 febbraio 2012.

Questo articolo, provocatoriamente intitolato a “I bassifondi di Second Life”, ha ottenuto l’effetto che pensavamo provocasse. Si è infatti scatenata una bagarre che ha coinvolto molti resident, sia con discussioni dirette che con commenti postati sul Magazine che abbiamo integralmente pubblicato, senza censure di alcun tipo (non sono nostro costume, a meno di insulti, parolacce o riferimenti a dati personali). Come era facile prevedere, la discussione ha percorso due binari distinti: da un lato, i più arrabbiati, erano quelli che si sono auto ritenuti appartenenti ai cosiddetti “bassifondi”, non meglio definiti ma evidentemente, per loro, facilmente identificabili; dall’altro, quelli che, a loro dire, i bassifondi non li frequentano, e che si sono inoltre sperticati a negare la loro qualifica di “intellettuali”, negando perfino che tale categoria esista in Second Life.

E’ stata una prima fase interessantissima, e immagino lo stupore che un osservatore esterno abbia potuto provare, leggendo questi commenti o assistendo a discussioni di tale veemenza, nel difendere posizioni che nessuno aveva attaccato, o comportamenti personali che nessuno si era mai sognato di stigmatizzare (prego rileggere l’articolo). E’ stato il festival della cosiddetta “coda di paglia” all’italiana. Sia gli uni che gli altri hanno difeso posizioni preconcette, che nessuno aveva mai attaccato. E’ stata una discussione che ha dato la stura a “sfogatoi” di ogni genere, e ha fatto saltare il tappo di antichi rancori e beghe personali. Era facilmente prevedibile, ed era già successo in altre occasioni. La vena polemica ed il gossip italiota fanno sempre scuola, purtroppo. La seconda parte, che abbiamo dosato nel tempo protraendola per due serate, è stato un vero e proprio dibattito in world, in voice e in chat, a cui hanno partecipato punte di quasi 70 avatar. Ed è qui che abbiamo notato e analizzato i comportamenti del popolo di Second Life, ritenendo il campione che ha partecipato a questi dibattiti ampiamente rappresentativo, con l’unica, rilevante eccezione, delle persone più impegnate in Second Life in attività artistiche e professionali. Purtroppo, questo genere di persone ha in parte disertato gli incontri, ma un campione significativo è stato comunque presente.

Le serate di dibattito sono state due e non una, poiché la sede di Virtual Worlds Magazine, presso Solaris, per qualche strano motivo (forse troppo “intellettuale”) non è stata ritenuta neutrale. Le due serate si sono svolte quindi una a Solaris (giovedì 8 marzo) e l’altra a Suspiria (martedì 13 marzo). Un ringraziamento sentito va allo staff di Pyramid (in particolare a Magicflute Oh) e allo staff di Suspiria (in primis a LelenyLoka Demonia). Non è stato facile organizzare e gestire le due serate, quindi onore al merito. Dalle due serate sono venute fuori, innanzitutto, una serie di considerazioni scontate, tutte già sentite e discusse. Altre, invece, si sono rivelate molto interessanti, dal punto di vista sociale, soprattutto in relazione all’aggressività e alla violenza di certi scambi.

In riferimento all’articolo, la considerazione pressoché unanime è stata che non esistono categorie in Second Life, ognuno è libero nelle sue frequentazioni, e fa quello che crede. Ciò anche se alcuni ambienti sono alquanto impermeabili ad iniziative culturali “impegnate”, o legate ad attività RL. Gli stessi ambienti “intellettuali” si sono quindi rivelati, dichiarandolo apertamente, assidui frequentatori di certi ambienti, per lo più utilizzando degli alter, per “salvaguardare”, almeno così si è sentito dire, l’immagine dell’avi principale.

Quindi i punti di contatto fra i diversi mondi ci sono, e sono tanti, tuttavia, c’è una certa impermeabilità verso l’alto. La gente che utilizza Second Life per puro svago e divertimento non ha molta voglia di impegnarsi, o di partecipare ad eventi di un certo tipo. Una posizione rispettabilissima, e probabilmente maggioritaria. Non così invece, come abbiamo detto, per il percorso inverso, degli “intellettuali” verso altri tipi di ambienti. Non è quindi questione di intellettuali o bassifondisti, ma del modo di intendere Second Life, a seconda anche delle proprie aspirazioni di fondo o del momento e della serata che si vuole vivere. Su questo sono stati tutti d’accordo, e con questa conclusione unanime, l’argomento “bassifondi” veniva archiviato.

La cosa più interessante di questo dibattito è stata invece l’aggressività, e la violenza verbale, che si è manifestata da parte di alcuni, tanto da indurci, come diremo tra poco, ad una profonda revisione delle regole che è necessario darsi per gestire questo tipo di dibattiti. La violenza si è espressa nelle serate di dibattito, nelle chat di gruppo, e nei commenti postati sul Magazine. Sfruttando l’ospitalità data dalle pagine di VWM sono stati espressi commenti di ogni tipo. La maggior parte sono stati interessanti e civilissimi, mentre alcuni sono stati completamente sopra le righe, certi di non essere censurati, come avrebbero meritato. Durante le due serate ci sono stati alcuni personaggi che hanno costantemente disturbato la discussione, sproloquiando su inesistenti argomenti polemici, o tirando fuori vecchi rancori personali. Ovviamente il moderatore, il sottoscritto, ha subito ogni sorta di attacco, così come pure altri componenti la redazione di VWM. Le “accuse” sono state le più strampalate, dalla ricerca della pubblicità per fare traffico (dove? quando?), al settarismo, alla spocchia intellettuale, alla voglia di mettersi in mostra, ecc.

E’ stato il prezzo che abbiamo voluto pagare, per arrivare fino in fondo e per concludere le due serate programmate. Mi perdonerà quindi la mia stretta collaboratrice su VWM, se ho troncato qualsiasi tipo di replica, per quanto giustificata e giustificabile fosse. Ma nessuno pensi che la violenza paghi: tali atteggiamenti non verranno più tollerati, almeno per quanto ci riguarda. Abbiamo voluto, in ogni caso, andare fino in fondo, per completare la discussione e dare modo alla grande maggioranza degli intervenuti di esprimere il loro pensiero. Questo nostro atteggiamento è stato criticato, ma l’alternativa era interrompere la serata e andarcene, e non era questo il nostro obiettivo. Le prossime serate di “Virtual Worlds Magazine – Reloaded”, si svolgeranno con regole prefissate: le sopraffazioni non saranno consentite, e il moderatore userà, in casi estremi, il ban per far rispettare le regole. Criticabile o meno, questa sarà la nostra linea di condotta: chi vorrà partecipare agli incontri, sarà il benvenuto, ma chi vorrà aggredire non sarà tollerato. Confido comunque che non sarà mai necessario adottare tali provvedimenti, ma tant’è.

Di tutt’altro genere le critiche, pur feroci, che ci sono state rivolte in maniera civilissima e argomentata. Sono state queste il vero nocciolo della discussione, hanno consentito un vero confronto e hanno portato a conclusioni comuni, come abbiamo spiegato in precedenza. Ci sono stati interventi molto interessanti, di gente nota e con grande esperienza di Second Life, ma anche di perfetti sconosciuti, che hanno portato un punto di vista originale nella discussione.

In conclusione, possiamo ritenerci soddisfatti di questo dibattito, c’è stata una discussione franca e accesa, anche se a tratti di inutile violenza. Molta gente si è conosciuta, ha solidarizzato, e nuove amicizie sono nate. Spero che tali contatti si mantengano e che altre iniziative si possano organizzare insieme. Sono queste le cose che fanno piacere a chi vive e lavora in Second Life, e noi, ogni volta che sarà possibile, favoriremo questo genere di eventi.

Il format “Virtual Worlds Magazine – Reloaded” continuerà, con le regole che abbiamo detto, ponendo l’attenzione sui temi specifici che vorremo discutere, sia derivanti da articoli del Magazine, sia dai temi di attualità del Metaverso, sia proposti da lettori o protagonisti di Second Life e dei Mondi Virtuali (non dimentichiamoci che un intero nuovo Metaverso sta sviluppandosi sulle Open Sims). Ci piacerebbe organizzare le serate in land sempre diverse, per coinvolgere il maggior numero possibile di interlocutori e comunità. Chiunque voglia contribuire può contattarci in ogni momento. Ciao e grazie a tutti.

Fatto personale

By Serena Domenici

Ho sempre scritto anche in prima persona. Ho sempre raccontato quello che percepivo con i miei occhi, le mie orecchie e le mie sensazioni. A tutto questo,mancava solo l’uso del tatto e dell’odore. Ho scritto di cose irritanti, scomode, belle e piacevoli, ma ciò che evidenziava gli aspetti negativi  scatenava sempre l’inferno. Non mi diverte irritare il prossimo, mi piace semplicemente scrivere di tutto e nel tutto è compreso anche ciò che non va bene a molti, non soltanto a me.
Ieri al Suspiria non era in corso un dibattito, ma un agguato in branco. Un’occasione mancata anche per farsi quattro risate e ridimensionare la faccenda.
Sono stata attaccata in chat, in im privati, in voice local , insomma ovunque. Non avrei dovuto partecipare , sapevo sarebbe andata così…Ma confidavo sulla moderazione, e su  qualcuno che avrebbe dovuto impedire si andasse troppo oltre e non è stato così. Alla fine sono sbottata con un sano vaff…niente a confronto delle volgarità scritte in chat , allo scopo di sembrare forse simpatici. Non sono fatta solo di pixel per fortuna.
Potrei fornire le prove di vecchi e nuovi im, vere e proprie provocazioni e ‘persecuzioni’, avrei davvero potuto anche io praticare lo sport più diffuso nella comunità italiana: Lo sputtanamento e la maldicenza.Vi basti sapere che mi sarei macchiata del reato di avere chiesto un tip in una land dove si ballava e di averlo chiesto alla persona sbagliata.Insomma cazzate di questo genere. Ma non voglio soffermarmi molto sulle miserie in pixel. Voglio ribadire altri concetti.
Sul significato di seconda vita.
In realtà nonostante Eva cerchi di affermare sempre il contrario, mi dispiace deluderla, ma questo concetto di astrattismo è vivo solo in pochissime persone. In realtà piaccia o meno ,la seconda vita di tanti non è che la replica enfatizzata della prima, nel bene e nel male.
Le stesse paure, le stesse frustrazioni.
Le stesse logiche di branco.
Si individua il presunto anello debole della catena e lo si sbrana. O come nel mio caso si cerca di delegittimarmi, per mettermi a tacere o perché risulto antipatica o solo Dio sa cos’altro.
Ma esiste anche la poesia sul Metaverso…e non è quella scritta dei vari concorsi. E’ una poesia molto più intima e privata. Quella che ti fà desistere da non cancellare il proprio account. E’ l’incontro. Spesso inaspettato con anime affini.,che incroci in modo del tutto casuale. Sconosciuti e sconosciute che ti rivolgono la parola e che ti incantano. Pixel liberi che non seguono logiche di ‘mercato’, che non sgomitano e che vivono in questo mondo fantastico con curiosità benevola ed estrema educazione.
Nascono così sentimenti, amicizie, che alle volte possono durare anche solo il tempo di un battito di ciglia. Ma  conta il tempo? Conta la pienezza di questi incontri. Io sono stata fortunata. Ho incontrato voci fuori dal coro. Gente che entra su SL, veramente con la voglia di lasciarsi alle spalle tutto quello che lo rappresenta nella vita reale e che magari lo affanna. Di astratto c’è solo il modo di comunicare l’estro in tutta libertà. Ma quello che siamo oltrepassa lo schermo… sempre.  Anche io ho peccato …non ho seguito i consigli di chi, più saggio di me, mi diceva di lasciar perdere. Ho peccato di presunzione probabilmente. Ma ci mettevo passione nel cercare di cambiare le regole del gioco.
Sono ‘battaglie’ perse in partenza . Ieri ho conosciuto un avatar donna, in un negozio di capelli. Mi ha dato un’informazione e da lì siamo finite a parlare di altro. Dei nostri cani e dell’amore per gli animali. Cose semplici solo in apparenza…Umanità che spesso nel mondo reale non trova il tempo o anche il coraggio di manifestare determinate emozioni. Credo, che in fondo  la maggior parte della gente cerchi questo entrando in SL: emozioni ,poter condividere qualcosa. Peccato che in tanti ci si perda per strada massificandoci e riproducendo gli stessi usi e costumi che tanto ci stanno stretti nella vita reale.
Semplicità dovrebbe essere la parola d’ordine. Ridimensionarci un po’ tutti. Educazione sempre e solo educazione che è l’unico concetto non astratto nemmeno sul Metaverso.

P.S.
Non so se Aquila esaudirà il mio desiderio di non far commentare questo mio scritto. La mia è sola una replica . Il mio modo di vedere il Metaverso è racchiuso nell’ultima parte di quanto scritto. Non è un articolo, questa volta è davvero un fatto personale.

The day after

by Serena Domenici

Qualche parolina di inglese la conosco anche io… Chi ha voglia di leggermi, si metta comodo. Cercherò di essere fluida e scorrevole. L’argomento merita. Premessa: ieri (8 marzo) era impossibile per me intervenire in voice, ho provato a scrivere qualcosa in local, ma nel marasma generale non ha attecchito. Vorrei spendere due parole per Aquila. Non credo abbia volutamente cercato di offendere qualcuno, piuttosto provocare, stimolare. E’ una persona curiosa, gira il Metaverso da cima a fondo. A dirla tutta, spesso la pensiamo in modo diverso e discutiamo animatamente. Però, devo ammettere che, alla fine, mi ha sempre dato carta bianca per i miei reportage. Scrivo per puro piacere personale, non certo per fama e denaro. Nessuno mai, mi ha pagato per un articolo. Fino a che ne avrò voglia, e Aquila mi ospiterà, continuerò a scrivere. Ho un mio personale blog, tra l’altro molto seguito, e mi sarebbe più facile, e anche più pratico, far convergere tutto lì. Ma per motivi personali non voglio fondere due mondi così diversi. Insomma, la strada, se si ama scrivere, la si trova comunque. Qualcuno ha pensato, a mio avviso erroneamente, che l’articolo e la successiva serata organizzata da Aquila fossero altrettanti escamotages pubblicitari. Sarò ingenua, ma non penso sia così, e se lo è stato, credo abbia giovato più agli amici dei ‘bassifondi’.

Ho apprezzato alcuni interventi, come quello della pasionaria Lele :), anche se non l’ho condiviso totalmente. Certi toni potevano evitarsi. Mi è sembrato uno (Aquila) contro tutti. Non doveva trasformarsi in un processo su di lui, ma in un dibattito. Ho trovato l’intervento di Stregavento offensivo ed eccessivo, soprattutto perché sembrava un discorso letto al parlamento. Eravamo lì per discutere, non per offendere… Di cattivo gusto poi terminare la pappardella preparata in casa dicendo: “Non leggero più te, Aquila e chi scrive per te!” Ho toccato ferro, non avendo altro da toccare! 🙂 Sembrava un anatema… Un conto è confrontarsi con ardore e passione , un conto esagerare nel modo in cui ha fatto Stregavento. Ho notato che i c.d. intellettuali hanno preso le distanze dalla serata (come fanno alcuni meridionali che, trapiantati al nord, diventano i più accaniti razzisti dei loro simili), all’improvviso nessuno più si definiva tale, e la democrazia e il “volemose tutti bene” regnava sovrano. Aquila è diventato un usurpatore di titoli e io sono stata allusivamente etichettata come una che fa la morale. Tutti al rogo! Se c’è una cosa che non ho mai sopportato è l’ipocrisia, il dire e non dire, il parlare alle spalle. Non faccio parte di nessuna casta, vivo la mia SL con pochissimi ed intimi amici che ormai conosco persino in RL. Scrivo quel che osservo e sento, non scrivo cose di fantasia. Mi limito a mettere in evidenza un mondo che racchiude cose negative e cose positive. Mi stupisce che se parlo di Stalking, e di atteggiamenti verbali violenti e di cattivi comportamenti, ad attaccarmi siano soprattutto le donne. Le ‘intellettuali’ perdono tempo a contare quanti punti e virgole io abbia omesso o usato in eccesso. Le “gelose” invece stanno lì acquattate, pronte a scagliare le loro frecce al curaro. Vi comunico che non mi interessano le polemiche sterili finalizzate solo a colpire me, come persona, e non a confrontare le  mie idee senza pregiudizi.  Scrivo quello che gli altri non osano dire in faccia, ma dicono solo alle spalle! Scrivo semplicemente articoli e accetto le critiche, non quelle personalistiche, ma quelle costruttive ed attinenti all’argomento trattato. Intervisto persone che hanno davvero qualche cosa da trametterci, in diversi ambiti. Perché non è vero non ci siano persone capaci di espressioni artistiche e anche pochissimi veri artisti. Sono pochi, ma ci sono e di solito sono poco noti ai più. Se c’è una cosa che davvero latita su SL è soprattutto la buona educazione. Chi determina un ‘titolo’ o una appartenenza? L’articolo di Aquila ha scoperchiato il malcontento che covava nel fondo del Metaverso.  E’ stato un bene ridimensionare un mondo di presunta ‘elite intellettuale’ e sollevare un po’ il mondo che secondo alcuni starebbe più in basso.  Quante volte sono andata a mostre, eventi e concorsi, dove nessuno rispondeva al mio saluto o a quelli di gente andata lì perché semplicemente tippata a caso. Quante volte alle stesse mostre ho sentito un tripudio di: bello, bellissimo, complimenti , divinooooooo … e poi alle spalle le peggiori critiche. Si, l’arte c’è sul Metaverso, ma quante ciofeche di poesie e mostre ho dovuto digerire … Perché, vedete… non solo voi giudicate me, anche io giudico i vostri lavori. Voi sapete in realtà di cosa mi occupo in RL? Potrei essere una dignitosa e onesta fruttivendola, con l’hobby della scrittura, come potrei essere tante altre persone. Sia chiaro un concetto: ognuno scrive, o dà il suo contributo come meglio sa fare, e ritiene opportuno. Rileggetevi l’articolo che dedicai a Swina Allen: un vero artista scappato e, ahimè, perso da SL. Perchè riportare nel Metaverso le stesse dinamiche di frustrazione della vita reale?

Gabriele D’annunzio ”Il Vate”, Pasolini, Charles Bukowski, Henry Miller, e potrei citarne tanti altri… sono stati indubbiamente dei personaggi di rilievo della letteratura italiana e non. Erano degli asessuati? Per nulla! D’Annunzio era un vero godereccio e non ha mai fatto mistero del suo lato sessuale estremo, enfatizzato dalle sue varie amanti. Cosa c’entrano vi domanderete… C’entran, per spiegare a chi crede di essere un intellettuale, che il sesso in certi ambienti è anche più porco e ricercato. Senza contare tra l’altro che certe pulsioni sono legittime. Ormai tutti sappiamo che sul Metaverso , gli Alter  in alcuni casi, servono allo scopo di divertirsi in ‘anonimato’.  Quindi basta con queste ipocrisie. Pasolini diceva: “Gli intellettuali si chiudono in caste dove la libertà, la creatività muore tra quattro mura insieme a loro”. Ma criticava anche chi, dall’altra parte creava inconsapevolmente una chiusura per partito preso e rifiutava il dialogo con chi si gli poneva di fronte. Darsi un atteggiamento di superiorità intellettuale nel Metaverso è semplicemente ridicolo, visto che non sappiamo con chi abbiamo a che fare. In passato ho parlato male del “That’s Amore”, non perché ho la puzza sotto il naso, ma solo perché viene vissuto da alcuni come un porto franco, mancando di educazione verso il prossimo.  Se vado al Suspiria e dico: Buona sera. Al mio saluto risponderanno la maggior parte delle persone presenti. Il bene e il male non stanno tutti da una parte. Quello che stona, sono proprio queste trincee.

Confini che in un mondo virtuale non avrebbero ragione di esistere. Abbiamo tutti un lato oscuro da soddisfare. C’è chi riesce a farlo senza fare troppi danni e chi invece ha bisogno di emozioni sempre più forti. Ma nessuno è giudicabile nei comportamenti, se non nuoce al suo prossimo. In Conclusione… Ben vengano le polemiche se servono per capirsi e scambiare opinioni. Il dialogo arricchisce tutti.  Il Metaverso, per non morire e per alimentarsi, ha bisogno anche di queste cose. Sana critica ed autocritica. Con educazione , sempre e solo con educazione. Il Metaverso è un’opportunità per volare sopra le cose, non dentro alle cose, che fanno stare solo male.  Non fottiamoci pure i sogni.

Fotografia ed eclettismo: Glio Zapatero

by Serena Domenici

Ho conosciuto Glio Zapatero per caso, anzi, più che conosciuto, mi sono imbattuta in Glio in quanto avevamo casa nella stessa land. Per deformazione professionale leggo sempre i profili e ho così scoperto che Glio in Sl fà il fotografo. Ci siamo accordati e ho visitato il suo studio. Sia lui che la sua bravissima ex compagna mi hanno scattato alcune fotografie nel loro studio dove, con la telecamera, ho potuto vedere i loro lavori. Mi hanno colpita le opere di Glio non tanto per l’uso del colore, quanto per la sua indubbia capacità di cogliere e trasmettere, la sensibilità interiore di un pupazzo. Un avatar non è la riproduzione fotografica di un corpo umano, che possiede un proprio linguaggio, fatto di sguardi, sorrisi, smorfie, gesti e molto altro. Quindi trovare un artista che trasmette l’arte visiva mediante pixel, facendomi pensare a qualcosa di umano, non capita spesso.

Glio è il tipico artista un po’ dannato. Insofferente, accidioso, permaloso, introverso … ha i suoi tempi e segue solo il suo estro personale. Se dovessi associarlo ad un animale, di certo lui sarebbe un felino. Indolente e apparentemente morbido. Estremamente educato con chi gli si pone con educazione. La nostra intervista non è stata un semplice botta e risposta scritto, quanto piuttosto, un colloquiare a ruota libera. Mi ha raccontato di se stesso, dei suoi sogni in RL e in SL. Nel Metaverso vorrebbe realizzare un fumetto erotico, un’idea che gli frulla nella testa da un bel po’ di tempo. Le donne sono il suo soggetto preferito e determinante. Ma fotografa sole le donne che lo ispirano, come la sua ex compagna e allieva Suavitas.

L’erotismo è il leitmotiv del suo lavoro. Atmosfere rarefatte o immagini crude, l’importante è che susciti in lui un interesse particolare. Non solo erotismo, ma anche tante altre passioni come il BDSM, che lui ha riadattato a suo modo, e la moda, intesa come stile e ricerca di un look particolare. Tempo fa, si è cimentato persino come modello per conto di Dadina Dosei/DDstyle, cercando di creare un modo nuovo di sfilare in passerella sul Metaverso, anche grazie all’aiuto della bravissima Katiuscia Vollmar (Red Passion è il suo marchio).

Insomma, è una persona in continuo divenire, e come tutti i veri artisti è anche incostante, umorale, e dipendente dall’ispirazione del momento. Lo trovo strepitoso nelle foto in bianco e nero. Riesce davvero a cogliere l’attimo e a rendere suggestiva nei chiaroscuri qualsiasi cosa catturi la sua attenzione. Non copia nulla, ma elabora immagini frutto di una sua personalissima interpretazione.

Troverete qui il suo studio: Balck Rose photographer c/o City LeGend Urban. Mentre se volete visitare il suo sito date un’occhiata qui: http://www.flickr.com/photos/ 40631365@N08/ Ogni 15 giorni il tema delle sua mostra varia e non dovrete stupirvi se il soggetto del suo prossimo lavoro sarete  voi: lui, cattura l’attimo e lo trasmette in foto, ed essendo anche una persona generosa ve lo donerà. Per lui fotografare è un impulso irresistibile, ma totalmente istintivo, così istintivo da non rendersi quasi conto che è speciale. Se volete una foto che parli per voi, lui è senz’altro uno dei pochi che saprà dare un’anima alla vostra immagine in pixel.

Inaugurazione sede di Virtual Worlds Magazine e Pyramid

Il prossimo martedì 6 marzo, si terrà, presso la land di Solaris, l’inaugurazione della nuova sede di Virtual Worlds Magazine (http://maps.secondlife.com/secondlife/Solaris%20Island/198/226/22).

I festeggiamenti includeranno la inaugurazione contemporanea della sede di Pyramid Cafè. Nella land di Solaris hanno trovato la loro sede anche altri prestigiosi gruppi di Second Life, come i Mentor, Stregatti, Arte Libera ecc. in un esperimento di collaborazione e di messa in comune di risorse che sta già dando i primi risultati. Era da molto tempo che il nostro Magazine batteva il tasto della collaborazione e della messa in comune di risorse e di energie per la comunità italiana di Second Life, e la disponibilità dell’owner di Solaris, e le sinergie create finora, stanno consentendo questa positiva evoluzione. Seguirà un concerto di Eddie Santillo e grande festa con divertimento assicurato.