Mostra fotografica di Paola Mills a Solaris.


 Si è inaugurata oggi, e rimarrà aperta fino al 18 novembre, presso la Flute Gallery, nella sede di Pyramid Cafè a Solaris, a cura di Tani Thor e Aloisio Congrejo, una straordinaria mostra fotografica di paola Mills, che invito tutti a visitare (http://maps.secondlife.com /secondlife/Solaris Island/24/92/2006). Riporto l’intervista a Paola Mills di Tani Thor.

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By Tani Thor

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Due brevi cenni sull’artista tratti dalla sua biografia. Paola dice: “Sono piombata in Second Life per curiosità lavorativa, perchè il mondo virtuale è la realtà di tutti i giorni, traslata in un luogo dove è permesso personalizzare, gestire a proprio modo, secondo le nostre pulsioni, paranoie, ogni tipo di emozione. Ognuno, a modo suo, è un’artista, l’apertura mentale che si genera, acquisendo questa consapevolezza, ti permette di vivere la vita in modo diverso”.

Di seguito l’intervista all’artista, con le domande lette in voice da Sergej Zarf, l’owner di Pyramid Cafè, con la collaborazione di Fiona Saiman, per la lettura della chat scritta.

Tani Thor: Paola, cosa ti ha portato in Second Life?

Paola Mills: La curiosità, legata alla mia esperienza professionale. Si vedeva Second Life in un modo particolare che pero’ nel tempo e’ cambiata, io sono rimasta svincolata dalla professione
perche’ ho intravisto altri utilizzi prettamente personali.

Tani Thor: Cosa ti ha spinto a fare la tua prima fotografia in Second Life?

Paola Mills: Sicuramente l’idea di catturare istanti di vita sociale da regalare agli altri residenti, come ricordo di un attimo passato insieme. Mi sono accorta che, nel tempo, hanno acquisito un loro significato, memoria dei cambiamenti nel
tempo di Second Life.

Tani Thor: Cosa vuoi rappresentare con le tue opere?

Paola Mills: Utilizzo l’avatar come un semplice mezzo per rappresentare miei stati d’animo del momento.

Tani Thor: Da cosa vieni ispirata per le tue creazioni?

Paola Mills: Io dipendo quasi esclusivamente dalle migliaia di creatori di Second Life, senza di loro avrei difficolta’ a rappresentare qualsiasi cosa. Io ci metto solo l’inventiva, tutto il resto viene dalla collaborazione inconsapevole di tante persone.

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Tani Thor: Cos’è per te l’arte in Second Life?

Paola Mills: Premesso che io non sono artista, ma fermo delle immagini, l’arte e’ la consapevolezza di ognuno di noi di poter trasmettere agli altri il meglio di noi stessi, utilizzando qualsiasi mezzo. Potenzialmente, Second Life puo’ concederti non un momento di popolarita’, ma la possibilita’ di donare agli altri sensazioni che altrimenti non potresti condividere.

Tani Thor: Quali sono i tuoi soggetti preferiti?

Paola Mills: Sicuramente i soggetti che più utilizzo sono avatar femminili, personalmente non ho un’identita’ unica, ma centinaia di soggetti che utilizzo al momento

Tani Thor: Sei un’artista anche in RL?

Paola Mills: In RL svolgo un’attivita’ molto aliena all’arte. Faccio fotografie, che elaboro su siti non virtuali come soggetti, ma non mi ritengo fotografa.

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Tani Thor: Quale tecnica usi?

Paola Mills: Non sono una eccelsa utilizzatrice di Photoshop. Diciamo che smanetto con filtri che trovo in rete, però sto studiando parecchio, purtroppo nel poco tempo libero di cui dispongo.

Tani Thor: Hai qualche artista di Second Life che preferisci?

Paola Mills: Parecchi direi, non vorrei dimenticarne nessuno, per questo invito chi ama l’arte della fotografia virtuale a visitare i siti di Koinup e Flickr: www.koinup.com, www.flickr.com

Tani Thor: Quali sono i tuoi piani per il tuo futuro artistico?

Paola Mills: Azzardando parecchio, mi piacerebbe, unito all’uso piu intensivo di Photoshop, cimentarmi nei soggetti astratti. Mi piace la pittura di De Chirico o Dali’, insomma, vediamo cosa ne verrà fuori. Spero nei creatori di avatar, che escano dal circolo vizioso del soggetto eccessivamente bello per puntare su profili più umani. Non sono mai riuscita a trovare donne con cellulite o grasso, io quelli cerco.

Tani Thor: Paola c’è molta tristezza in alcune tue foto. E’ voluta o è data dal caso?

Paola Mills: No viene dalla vita quotidiana.

Tani Thor: Utilizzi anche molto colori scuri, e il bianco e nero? Questo tuo stile, anche questo è dato dalla vita? O è uno stile artistico tuo preferito?

Paola Mills: Il colore cattura l’immagine per quello che è, il bianco e nero sa cogliere emozioni, sfumature piu’ profonde.

Tani Thor: Usi sempre donne, perchè i maschietti no?

Paola Mills: Perche’ io utilizzo molto il nudo, e il nudo maschile richiede la presenza di un organo tra le gambe, che i siti rifiutano, censurandoli. Un culo rende di meno.

Ripartiamo da qui.

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.Esattamente un anno fa, prendendo spunto da un eccezionale lavoro di team, che un gruppo di amici, spesso rivali nella quotidianeità, era stato capace di organizzare, in occasione dell’evento in più serate “2Lei in Second Life”, mi esprimevo in questi termini, relativamente alle attività che si svolgono nel Metaverso: “Forse la lontananza dai riflettori e la voglia di tornare a crescere hanno compattato questa comunità, forse la conoscenza reciproca, consolidata in diverse occasioni negli ultimi tempi, e forse anche la maturità, raggiunta da questi gruppi, ha prodotto un risultato veramente incoraggiante per il futuro”. Da quel lampo d’ingegno, realizzatosi per merito di tanti, ha preso spunto una nostra riflessione, spingendoci a riflettere e a indagare su quale sia il motivo che impedisce di lavorare normalmente, nella quotidianità,  in un clima di supporto e collaborazione reciproca. Una riflessione profonda su quali siano le cause che impediscono il decollo di questo Mondo Virtuale.

Siamo così partiti per un lungo viaggio, durato un anno, e sulle cui esperienze vogliamo tirare ora le somme, in occasione del prossimo evento “2Lei in Second Life”, di cui parleremo in un prossimo articolo. Quell’evento ci fornì  lo spunto per il viaggio intrapreso, e quanto abbiamo appreso in questo viaggio ci consente, a un anno di distanza, una riflessione a questo punto più articolata e documentata.

Siamo partiti dal punto a nostro parere più basso della capacità elaborativa e culturale che si esprime nel Metaverso, non certo per motivi morali, intendiamoci, ma come capacità propositiva e di costruzione del futuro. Siamo partiti da quelli che, con un termine grossolano, ma che è servito ad accendere il dibattito, abbiamo chiamato i “bassifondi” di Second Life. Ne è scaturito un dibattito dai toni molto accesi, che ha messo in evidenza tanta passione, ma anche tante contraddizioni, sia da parte dei frequentatori, orgogliosi, dei cosiddetti “bassifondi”, sia da parte dagli snob, o “intellettuali”, che poche parole hanno speso nell’analisi che abbiamo stimolato e che a noi interessava, dal punto di vista sociale. Partendo da quella esperienza, a mio parere molto positiva, poiché emblematica del livello di separazione che regna tra gli ambienti sociali del Metaverso, siamo risaliti, man mano, durante tutto quest’anno, a individuare e a mettere in risalto i diversi aspetti del modo in cui viviamo la rete, e i Mondi Virtuali in particolare (vedi in coda la timeline degli articoli pubblicati).

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Abbiamo discusso e analizzato cosa intendiamo per “identità” dell’avatar, sulla sua Reputazione, sui limiti e gli eccessi dei comportamenti nel Metaverso, sulla diffamazione e la disonestà. Abbiamo discusso sull’estremizzazione delle caratteristiche proprie degli individui, che in Second Life si manifestano liberamente, senza tabù, contribuendo a creare le situazioni che tutti noi viviamo in questa nuova realtà sociale. Abbiamo notato la passione di molti per il cosiddetto “gossip”, un’attrattiva che non nasce di certo nel Metaverso, ma è tipica di un certo modo di ragionare e di discutere su quanto ci succede giornalmente (molte trasmissioni televisive nazional-popolari hanno fatto la loro fortuna, e quella elettorale di altri, su questi temi). E siamo arrivati a individuare quello che può essere il punto di forza del vivere in una comunità (la luce in fondo al tunnel…), per quanto virtuale possa considerarsi, ma con tutti i nostri pregi reali, così come i nostri reali difetti: lo spirito di collaborazione, l’entusiasmo, la creatività, l’impegno quotidiano. Caratteristiche queste che da sempre premiano tutti i progetti “reali”, così come tutte le imprese di successo, in qualsiasi posto e in qualsiasi epoca.

Non mi soffermo sulle critiche spietate, gli improperi e spesso le offese, che ci sono state indirizzate. Abbiamo conosciuto nuovi amici, e molti ne abbiamo persi per strada, a causa del nostro modo di analizzare crudamente i fatti e i comportamenti. Ma ne valeva la pena, visti i risultati e le riflessioni che abbiamo raccolto. I nostri strumenti di analisi ovviamente sono stati limitati dalla nostra esperienza e dalla nostra cultura, poca o tanta che sia. Non siamo sociologi, ma riteniamo di aver accumulato in cinque anni di osservazione, e di analisi, un’esperienza che ci ha consentito di individuare alcune caratteristiche salienti, che spero possano aiutarci nei passi successivi, in particolare a seguire il percorso di evoluzione del Metaverso, attraverso questo nostro Magazine. Spero altresì che la nostra buona fede sia sempre stata indiscutibile per chiunque, non avendo noi sponsor alle spalle, land da sostenere, interessi da curare, o amici da promuovere.

Abbiamo così osservato in Second Life comportamenti assolutamente normali, anche nella vita cosiddetta “reale”, in fondo, il Metaverso è solo un altro posto in cui trascorriamo il nostro tempo, che si aggiunge a quelli “reali” in cui viviamo, ma anche alcuni tratti caratteristici che vogliamo condividere.

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Una prima caratteristica peculiare è rappresentata dall’estremizzazione dei comportamenti. Non credendo che ci siano tabù, o reputazioni personali da difendere (quanto ci si sbaglia…), in Second Life ci si consente di tutto, dall’estrema scorrettezza di certi comportamenti, allo sfruttamento e alla strumentalizzazione dei caratteri più deboli. Il Metaverso è perciò un luogo che può essere molto pericoloso, per chi si espone a livello emozionale ed affettivo. Quindi, un primo campanello di allarme e di attenzione va assolutamente tenuto in conto relativamente all’emotività.

Una seconda caratteristica è la voglia naturale di alimentare il gioco. Tutti noi amiamo giocare, il gioco è una componente fondametale della nostra vita, da bambini come da adulti, e il Metaverso ci consente di sfruttare al meglio queste nostre aspirazioni, fino a interpretare personaggi di assoluta fantasia, che aiutano la nostra immaginazione a vivere in un mondo, veramente, “virtuale” e immaginario.

Terza caratteristica è l’assoluta parità, nelle possibilità di partenza, che ognuno possiede nel Metaverso. Chiunque può inventarsi una vita virtuale soddisfacente: grande artista, poeta, proprietario terriero, manager (quanti ce ne sono …) o leader di gruppi più o meno improbabili. Quante carriere nascono nel Metaverso, e quante professioni vengono fuori! Ovviamente, chi ha più filo da tessere alla lunga viene fuori, e le capacità dell’individuo vengono riconosciute e premiate da chi ha occhi per vedere e obiettività nel riconoscere limiti e meriti. Altri, molti altri, passano la loro vita virtuale nell’autoreferenzialità, producendo poco, ed esaltandosi spesso per pochissimo, circondati dalla tribù di appartenenza, che ne solidifica e ne alimenta l’ego. Anche questa è caratteristica del tutto peculiare nel Metaverso, un ambiente in cui, il gioco della finzione e delle “professionalità” montate, assumono una luce esagerata rispetto alla realtà dei fatti.

Ultima caratteristica rilevante è l’enorme capacità di interazione, l’estrema facilità di tessere rapporti e di costruire progetti. E’ proprio questa, al di là dei limiti e dei campanelli d’allarme che abbiamo detto, e di cui dobbiamo tener conto, la leva da sfruttare nella costruzione del futuro del Mondo Virtuale. Questa facilità di interazione può essere sfruttata nel migliore dei modi, come il caso del progetto da cui è partita la nostra riflessione, quando tale capacità e facilità di intessere rapporti si sposa con il meglio che ognuno di noi sa esprimere: l’amicizia e la voglia di lavorare insieme per un obiettivo comune.

 

E’ da questa caratteristica quindi che ripartiamo per il nostro viaggio, lasciando le considerazioni sociologiche a quelli che saranno momenti di riflessione più specifici, ma volendo discutere di progetti, collaborazioni, nuove realizzazioni, cose concrete e qualità reali. E se un giorno il Metaverso sarà un ambiente sicuro, gratificante e ricco di possibilità, ma anche di opportunità di lavoro vero, oltre che di svago e di socializzazione, sarà anche grazie a quanto di buono si sta costruendo in questi anni. Ed è questo che continueremo a raccontare su questo Magazine, e se qualcuno non gradisce, che cambi canale per favore, noi resteremo qui …

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Articoli pubblicati durante il “viaggio”:

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11) 20 ottobre 2012: La luce in fondo al tunnel (il rinnovamento):

10) 13 ottobre 2012: l’interesse per il gossip:

9) 6 ottobre 2012: l’identità dell’Avatar:

8) 16 settembre 2012: i problemi della presenza in rete:

7) 23 giugno 2012: sulle polemiche in rete:

6) 17 giugno 2012: sul futuro dei Mondi Virtuali:

5) 3 giugno 2012: sull’utilizzo del voice:

4) 22 aprile 2012: sull’esperienza virtuale:

3) 17 marzo 2012: la discussione su come vivere il Metaverso:

2) 11 febbraio 2012: sui “bassifondi” di Second Life:

1) 26 novembre 2011: le capacità del lavoro di team in un esempio:

Nadine Morani: la cantante Belga dalla voce da soprano, con un impressionante repertorio pop.

by Francesca Caeran

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Doveva succedere!

Già, doveva succedere che qualcuno mi dicesse: no grazie, preferisco che tu non scriva nulla su di me, hehehehe. Devo dire che, sul momento, ci sono rimasta un pò male, anche perchè la cantante di cui vi volevo parlare (e di cui ovviamente non farò il  nome)  essendo straniera, non ha mai letto i miei articoli, e dunque non poteva sapere che la mia critica è sempre positiva, inoltre, appartenendo al gruppo delle più bravi cantanti di Second Life, avrei avuto parecchie difficoltà nel criticarla, anche volendomi sforzare 🙂 E comunque, lei oltre ad aver paura delle critiche negative, non voleva assolutamente parlare della sua RL (nemmeno dire la sua età, in quale paese vive, cose che io credevo fossero banali a dirsi, ma evidentemente, per qualcuno nel Metaverso, non è così). Comunque, questa posizione va rispettata, ed è così che, sulla mia lista, la prossima cantante live che mi accingo a farvi scoprire, è la Signorina Nadine Morani. Iniziamo subito con le presentazioni.

Nadine è una giovane cantante di 26 anni, con un talento straordinario. Lei vive in Belgio, in quella parte chiamata il “Limburg”, dove parlano il fiammingo (per chi non sa cosa sia, no, non si tratta di Flamenco, LOL, ma della lingua quasi simile all’Olandese che la sottoscritta, anche se vive a 30 minuti dalla casa di Nadine, non conosce per nulla, hehehe. E dunque, devo comunicare con lei in “Englitaliafrances” (linguaggio firmato Caeran ad hoc, LOL). Nadine ha iniziato a cantare all’età di 13 anni, e ha raggiunto una tecnica vocale degna di un soprano o di una vera cantante professionista RL. Per molti anni ha studiato musica e canto e, tra poco tempo, entrerà a far parte di un complesso che andrà in giro per le città del Belgio e chissà magari un giorno nel mondo. Intanto, lei da due anni si esibisce nel Metaverso. Ho sentito Nadine cantare pezzi di opera classica, e credetemi, ho provato qualcosa che va oltre la pelle d’oca (gallina forse?  LOL). Ma questo repertorio classico non lo canta facilmente, perchè come sapete, non attira le folle, allora lei canta le canzoni pop di cantanti con una voce simile a lei, da sballo. Interpreta Withney Houston, o Evanescence, meravigliosamente, ed è capace di cantare in Inglese, in Francese, in Olandese o in Italiano. Provate a chiederle di cantarvi una delle più famose canzoni della cantante Lara Fabian (“Je  Suis Malade”), e vedrete che, come me, vi innamorerete di questa incredibile voce.

Ho conosciuto Nadine Morani quando un giorno, vedendo passare una notice, in cui c’era scritto che si stava esibendosi una cantante belga, non potei resistere alla curiosità di sentire una mia connazionale cantare nel Metaverso, e così mi teleportai da lei. Ma mai, fino ad oggi, Nadine è stata ospite di una land italiana, e penso di non sbagliare dicendo che, fino ad oggi, sono pochissimi gli italiani che la conoscono.
Dunque, mi auguro che questo articolo vi darà il desiderio di andare ad un suo concerto, e chissà magari potremo anche tra poco aver il piacere di ascoltare Nadine cantare in Italia. Io me lo auguro, perchè questa giovane artista deve essere conosciuta. Nadine vi propone due tipi di concerti live: con, o senza connessione al videostreaming. Se scegliete l’opzione video streaming, la potrete vedere in diretta da casa sua esibirsi in live (su schermo gigante posto sul palco della land) mentre  il suo avatar si muoverà come per ogni concerto.

Amici, ancora volta su Second Life, ecco a voi  una cantante vera, una artista da scoprire, una meravigliosa voce da ascoltare. Questo Mondo Virtuale ci fa conoscere persone che un giorno forse diventeranno famose nella RL, ma, aspettando che il loro momento di gloria arrivi, intanto si fanno le ossa sul Metarverso, e tutti, assolutamente tutti, dicono la stessa cosa: l’emozione provata è identica alle vere serate live.
E vi dirò di più. Qualche giorno fa sono andata al concerto del grandissimo Massimo Ranieri, di passaggio in Belgio (RL ovviamente), bhè mi sono resa conto che il mio entusiasmo era identico a quello che provo a volte nei concerti in Second Life, quando il (o la) cantante fa passare quelle emozioni che anche qui mi fanno salire le lacrime agli occhi, o scatenano in me la voglia di ballare saltellando sulla sedia 🙂 Mi auguro che anche per voi sia così, e che questo secondo mondo vi faccia comunque passare delle serate rilassanti e divertenti.

Un abbraccio, al prossimo articolo, la vostra Francesca Caeran.

Ascolta Nadine cantare qui:

https://www.youtube.com/watch?v=XrHM9Om-3wM&feature=BFa&list=UUIwbuUgQl-QRu6NLERzWqSg

https://www.youtube.com/watch?v=x4tjng9_X7A&feature=BFa&list=UUIwbuUgQl-QRu6NLERzWqSg

Second Life Fashion: questa sconosciuta

by Melusina Parkin

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Lavoro nella moda di Second Life da quasi quattro anni. E’ facile immaginare la mia sorpresa quando, di recente, parlando con degli amici e raccontando di sfilate, Fashion Weeks, marchi, eventi, agenzie e accademie di modelle mi sono sentita dire: non ne sappiamo nulla di queste cose! Riflettendo su questa inaspettata risposta, mi sono convinta che per la maggior parte dei residenti di Second Life, anche per coloro che acquistano regolarmente dei bei vestiti, delle scarpe, dei capelli o delle skin, l’enorme e complesso meccanismo che è il mondo della moda di SL rimane una nebulosa sconosciuta.  Da qui l’idea di una serie di articoli su questo tema, che facciano luce su tutto ciò che sta dietro e attorno al vestito che colpisce e diventa oggetto di desiderio.

Una serie di articoli perchè si tratta, appunto, di un meccanismo complesso, esteso e molteplice, sia dal punto di vista della tecnica, che da quello dello stile o dell’organizzazione. Sarà quindi necessario distinguere diversi ambiti, tutti sovrapposti o convergenti nel definire quel fenomeno onnipresente che è la moda in Second Life.

Dovremo innanzitutto occuparci di designer e di marchi: quali sono emersi e quali scomparsi, come agiscono sul mercato, come si collocano nel panorama complessivo della moda commerciale o di qualità, se le caratteristiche culturali e nazionali pesano o meno sul modo di fare moda, e, naturalmente dei diversi stili che propongono, dal classico al casual, all’avantgarde al vintage. Un panorama infinito, la cui osservazione svela un universo coloratissimo, fantasioso, con radici in conoscenze profonde del design e dell’arte e un costante riferimento al trend della moda RL.

Indagheremo poi sulla presentazione degli abiti: dall’esposizione nei negozi alla pubblicità, alle forme di comunicazione.

Parleremo quindi di building e di arredamento, di riviste specializzate, di pubblicità, di tecniche di vendita come campagne di lancio, offerte e sconti. Ma anche di grandi Mall e SIM di moda e di shopping, di reseller e di reti di negozi monomarca. E per finire con questo aspetto, di eventi, di fiere periodiche, di spettacoli.

Il mondo delle modelle e delle agenzie sarà poi una tappa fondamentale: a loro spetta il compito di presentare al pubblico i vestiti in sfilate o sulla stampa. Print e runway models, free lance o organizzate in agenzie, sono le protagoniste di eventi che coinvolgono a loro volta builders per i set e le passerelle – spesso vere opere d’arte – fotografi, registi, esperti/e di hosting e scripter per presentare i vestiti in sfilata, DJ per l’intrattenimento…

Il mestiere di modella, poi, richiede una lunga formazione, dunque le agenzie sono spesso anche Accademie che rilasciano titoli professionali dopo duri e difficili corsi, come d’altronde sono pure produttrici di eventi.

Ovviamente la moda, come proprio le modelle sanno bene, non è solo vestiti: lo styling, indispensabile per la presentazione adeguata degli abiti, e del quale sono esse stesse specialiste, significa entrare nel mondo delle skin, dei make up, delle acconciature, delle pose, degli accessori e dei gioielli e delle calzature. Uno sguardo a questo mondo, anche se il nostro centro restano gli abiti, sarà dunque indispensabile per avvicinarci a completare il quadro della moda di SL.

Un’ultima tappa non può essere che la tecnica: la recente introduzione delle mesh si è affiancata alla tradizionale confezione degli abiti con componenti base (system) ed elementi sculpted. Diversi creatori stanno spesso dietro l’abito finito: produttori di template e modelli sculpt o mesh forniscono a molte designer gli elementi grezzi necessari per la creazione di un abito finito. Poi interviene la creatività delle e dei designer…

Essere consapevoli che dietro ognuno delle centinaia di capi che conserviamo nel nostro inventario e che indossiamo con piacere, con vanità  e con orgoglio sta tutto questo, un intero mondo affollato di competenze, abilità, impegno spesso di altissimo livello non può che farci amare ancora di più i capi che vediamo esposti nei bei negozi delle SIM di moda e che diventano oggetto del nostro desiderio. Sapere che l’acquisto di un capo raffinato e tecnicamente perfetto è solo l’ultimo atto di una storia che ha coinvolto la passione e l’abilità di tante persone, ha generato tanto lavoro, ha rallegrato il nostro tempo di Second Life con bei pomeriggi di shopping o con belle serate di eventi spettacolari può servire a dare un senso al nostro gusto e alla nostra stessa vanità. Che più che un peccato, diventa allora il motore di un bel pezzo di questo affascinante mondo virtuale.

C’è luce in fondo al tunnel?

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C’è grande fermento in Second Life, come dicevamo, e il tema dei “dibattiti” è solo una delle manifestazioni di risveglio delle attività nella community italiana. Molto è stato detto e molto si è polemizzato sul tema del “gossip”, e cito l’argomento solo perché voglio riportare una frase del mio ultimo articolo, che sintetizza il massimo della “critica” che ho espresso, dal mio personale punto di vista ovviamente, del tutto opinabile, verso tali forme di discussione: “La gente frequenta le sessioni di gossip perché vuole mettersi in mostra. Vuole raccontare la sua storia, dar sfogo al proprio Io. Che c’è di male in tutto questo? Nulla, è un modo anch’esso di socializzare, di condividere le proprie pulsioni e le proprie esperienze, è sempre stato così nella storia dell’uomo, ci si trova intorno al fuoco e si raccontano le proprie storie, vere o immaginarie che siano, e di solito si cerca di spararla più grossa degli altri. La novità è che nel Metaverso di storie immaginarie se ne possono costruire quante ce ne pare, hai voglia quindi a raccontare …”. Lascio giudicare, a quanti dotati di senso critico e di intelletto, cosa di offensivo ci possa essere in una frase del genere, che esprime, addirittura, una forma di apprezzamento, visti i tempi … Per quelli che invece la intendono a modo loro, non ho altro da aggiungere.

Ma, a parte le iniziative rivolte alla discussione e al dibattito, molte sono le attività che vengono continuamente portate avanti nel Metaverso da professionisti, artisti, cantanti, gente di cultura: le serate a tema sui libri, le mostre d’arte, la partecipazione di nostri artisti ad eventi internazionali, l’attivismo delle gallerie d’arte, gli eventi organizzati a scopi benefici, le serate di poesi, ecc. ecc. I nomi li conoscete, inutili farli, altrimenti qualche amico carissimo, che per disgrazia non dovessi citare, mi toglierebbe il saluto … C’è un nuovo emergere di cantanti, ad esempio, anche con un background professionale RL, e questo porta ad un ampliamento dell’offerta, a un incremento della qualità delle serate musicali in Second Life. Così come si riprendono pure a diffondere forme di spettacolo più complesse da gestire, come le serate teatrali. Tutto questo organizzato con grande passione e dedizione. Vorremmo, nei prossimi mesi, dare voce direttamente a questi protagonisti sul nostro Magazine, oltre a raccontarne le gesta con i nostri articoli.

Dal punto di vista tecnologico, l’evoluzione impressa dalla Linden Lab col nuovo CEO Rod Humble, proveniente dal mondo dei Giochi on Line della “EA – Electronic Arts”, prima con le Mesh, poi col Pathfinding, e infine con i nuovi prototipi di Mondi Virtuali basati sul mobile computing, i nuovi “Patterns” ) e la app per iPad “Creatorverse” (http://www.gamemag.it/news/la-seconda-vita-di-linden-lab-con-i-giochi-di-creativita_44240.html), per quanto ancora rudimentali, spingono verso l’incontro tra il modello di Mondo Virtuale legacy, rappresentato dal software installabile su client, e quello di un Mondo Virtuale “open” basato sui web browser. Quando i due paradigmi si incontreranno, la diffusione dell’utilizzo di Second Life sarà molto accelerata.

Eppure, tutto questo non basta a farci dire che ci troviamo di fronte ad una rinascita dell’interesse verso i Mondi Virtuali, verso Second Life in maniera particolare. Che cosa manca per un rilancio?

A mio parere manca un elemento fondamentale: il rinnovamento ed il ricambio. Non ci sono nuovi, consistenti, ingressi nel Metaverso, manca il bridge, il “ponte”, tra Mondo Reale e Mondo Virtuale, che nel passato era stato fornito dall’esplosione dell’interesse data dalla novità e dall’impatto mediatico. E’ vero che il principale passatempo in rete dei giovani, e anche dei meno giovani visti i numeri (un miliardo di utenti toccati da poco), è costituito oggi da Facebook, e che la facilità di accesso e di utilizzo di questo Social Network è estremamente più elevata rispetto ai modelli di viewer attuali alla Second Life, ma è anche vero che tale gap non è bilanciato da un valore aggiunto riconoscibile, che un Mondo Virtuale può certamente offrire. E che cosa può costituire un elemento di traino che dia valore aggiunto “vero” a quanti guardano il Metaverso dall’esterno, e non con gli occhi dei residenti, spesso rivolti verso se stessi e il proprio piccolo mondo? Proviamo a immaginare questa moltitudine che frequenta Facebook (tra cui anche noi, sia chiaro!) la sera dopo il lavoro magari, o dopo una giornata di studio. Cosa ci trova in Facebook, che prima in qualche modo era stato prefigurato da Second Life? Ci trova elementi di socializzazione e di condivisione, con amici o anche estranei di passaggio, lo sviluppo dei temi che gli stanno a cuore, magari in maniera molto frammentata con le catene di post, la voglia di raccontarsi, di mostrare una foto, di scrivere un pensiero. Tutto questo trova su Facebook e lo usa per il proprio piacere e per soddisfare queste esigenze. Che cosa, invece, non troverà mai in Facebook? La possibilità di esporsi direttamente e di confrontarsi in tempo reale con gli altri, anche se mediati da un avatar in un Mondo Virtuale. La possibilità di interloquire, magari a voce, di condividere uno spazio, che solo un Mondo Virtuale può consentire. La voglia insomma di scendere direttamente in campo e interagire. Tutto ciò ovviamente accompagnato dall’immersione in un mondo fantastico, spesso di pura fantasia, che alimenta anche la voglia di gioco, di sviluppo della fantasia. E c’è poi la vera trovata geniale dei creatori di Second Life: la possibilità di “creare” con le proprie mani, oggetti o immagini. E’ un livello di coinvolgimento che non trova l’interesse di tutti i frequentatori della rete. Ci vuole più coraggio, e voglia di esposizione, per misurarsi direttamente, e partecipare ad una comunità ben più visibile e coinvolgente di quella su Facebook. Quindi la platea di quanti frequentano i Mondi Virtuali non può essere paragonata (almeno allo stato attuale della loro evoluzione) a quella dei social network, ma, parlando di contenuti e di valore aggiunto, può fornire occasioni di confronto su temi che riguardano la vita di tutti i giorni. E può essere l’elemento distintivo, l’occasione da offrire, che contraddistingua l’esperienza nel Mondo Virtuale rispetto alla rete nel suo complesso.

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Molte sono le occasioni, nei prossimi mesi, che potranno attrarre una più ampia platea di frequentatori nel Metaverso: le elezioni Americane e quelle politiche in Italia, la battaglia sull’Agenda Digitale e l’evoluzione delle infrastrutture (vi ricordate la battaglia per i referendum, come quello sull’acqua pubblica?), la vita quotidiana nei comuni disastrati dalla crisi, il taglio delle spese imposto ai servizi essenziali, il peggioramento progressivo delle condizioni di vita della gente, la difficoltà di trovare lavoro per i giovani, e per quanti lo stanno perdendo, ecc.

Sarebbe bello rivolgere sforzi e capacità organizzative verso temi del genere, che possano avere risonanza all’esterno del Metaverso, contribuendo anche alla sua rinascita in termini di immagine. Ricordiamoci di quando Sarkozy, Segolene Royal, e anche Barak Obama, vennero in Second Life, durante le precedenti campagne elettorali. Credo sia difficile (ma non impossibile) ripetere tali exploit, ma un passo avanti lo possiamo sicuramente fare. Perché non provarci? Sarebbe bello, ad esempio, organizzare un incontro (non chiamiamoli più dibattiti, per carità …) sulla crisi economica e sociale, invitando persone da ogni parte del mondo, in Second Life. Confrontare le difficoltà quotidiane che stiamo vivendo qui in Italia, con quelle che vivono gli amici Americani, Francesi, Marocchini o Giapponesi. Una discussione dal punto di vista della gente comune, non degli economisti o dei politici. Credo che un evento del genere sarebbe di certo più seguito, all’esterno, di tante manifestazioni organizzate nel Metaverso, per quanto seguite e apprezzate. Potremmo perfino trarne, una volta tanto, qualche insegnamento utile alla vita di tutti i giorni. Perché non provarci?

Dalle parole ai fatti …

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Si è propagata in Second Life una diffusa voglia di dibattere, esprimersi, raccontare le proprie storie. Benissimo, la discussione è sempre utile, aiuta a confrontare le proprie opinioni, a crescere intellettualmente. I temi sono per lo più il modo di vivere il Metaverso, i fatti che vi succedono, dallo stalking ai tradimenti, dai molestatori ai matrimoni, e così via. E’ un segno di grande vivacità. Ovviamente poi queste serate sono spesso caotiche, disturbate dai prevaricatori di turno o da chi espone in maniera ricorrente il proprio ego, autocelebrandosi. Ma tant’è.

I gruppi di discussione non sono certo una novità nel Metaverso, dagli incontri organizzati da giornalisti famosi, a gruppi intellettuali come Brain2Brain, agli incontri di carattere psicologico organizzati dal mio amico Marco Longo, ai salotti serali a Pust Utopia. Bei tempi. Oggi dibattiamo soprattutto su corna e molestie. Tuttavia già la voglia di discutere è, di per sè, un segno di risveglio dell’interesse verso attività più costruttive della solita serata in discoteca o passata al concerto del cantante di successo (… in Second Life).

Intendiamoci, ci sono esperienze di grande interesse che vengono portate avanti, come la serie di incontri di “Libriamo tutti” organizzati all’isola Imparafacile col contributo di diversi protagonisti, o le serate a tema tecnico nell’isola di Solaris tenute da Salahzar Stenvaag, i corsi di building a TorinoItaly, le serate sulla musica classica o la filosofia, organizzate a Italian Mood da Marjorie Fargis, al bellissimo corso di inglese che sfrutta i temi delle canzoni famose, tenuto da Karelia Kondor ecc. Ma il grosso del “pubblico” si indirizza solitamente verso le discussioni orientate al gossip, mentre a discutere di musica classica, o di inglese partecipano i soliti dieci o dodici. Ho riflettuto su questo, e la risposta che mi sono dato non riguarda i contenuti di questi dibattiti, alcuni veramente di notevole spessore, ma l’atteggiamento dei frequentatori di Second Life.

La gente frequenta le sessioni di gossip perché vuole mettersi in mostra. Vuole raccontare la sua storia, dar sfogo al proprio Io. Che c’è di male in tutto questo? Nulla, è un modo anch’esso di socializzare, di condividere le proprie pulsioni e le proprie esperienze, è sempre stato così nella storia dell’uomo, ci si trova intorno al fuoco e si raccontano le proprie storie, vere o immaginarie che siano, e di solito si cerca di spararla più grossa degli altri. La novità è che nel Metaverso di storie immaginarie se ne possono costruire quante ce ne pare, hai voglia quindi a raccontare …

Il fenomeno nuovo è proprio questa “costruzione” senza limiti delle storie. Alla fine è davvero difficile capire cosa c’è di “vero”, e cosa invece è costruito ad hoc, sulla base dei desideri del protagonista, tanto si trova sempre un’Avatar che asseconda la costruzione della storia, segue le iniziative del personaggio in questione o le sue avventure sentimentali. E in fondo, la costruzione delle storie, è uno dei motivi di maggior interesse nella vita dentro il Metaverso. Parte gioco, parte esperienza affettiva, siamo affamati di storie, di avventure.

E’ quindi questo, la voglia e la capacità di costruire una propria storia, un tassello importante nella nascita di quel personaggio, metà reale e metà fantastico, rappresentato dall’Avatar. Quanta parte c’è di “reale” e quanta invece di “immaginario” nella personalità di un Avatar? E chi può dirlo? A meno che non conosciamo il personaggio reale, quello che c’è dietro l’Avatar, è davvero difficile distinguere. Ma anche se fosse, a che servirebbe?

Abituiamoci a vedere quindi nel Pinco Palla di turno (voglio sperare che non esista Pinco Palla come Avatar in Second Life, ma verificherò …) un personaggio che è caratterizzato solo dalla sua presenza nel Metaverso, spesso avendo poca attinenza con la persona reale che ci sta dietro. Abbiamo voglia a dire “sono sempre me stesso”, non è affatto così, altrimenti andremmo in giro col nostro nome e cognome reale stampato sulla testa dell’Avatar. I nostri comportamenti non sono gli stessi che abbiamo nella quotidianità. Tanto o poco che sia, siamo diversi, ci comportiamo diversamente. Fanno eccezione quelli che lavorano in Second Life, e svolgono una vera attività professionale usando questo strumento. Per loro il Metaverso è l’ambiente di lavoro quotidiano, quindi devono essere riconoscibili.

Torniamo alla necessità di giudicare l’Avatar non per chi è, o potrebbe essere, ma per i suoi comportamenti, la sua “Reputazione”. Che cosa intendiamo con questa parola? Esattamente quello che essa esprime: il giudizio che ci si è fatti su quel personaggio, nel tempo, sulla base delle azioni, delle attività che ha portato avanti, dei comportamenti che ha tenuto nella comunità del Metaverso. E se una persona ha costruito negli anni questa “Reputazione”, non c’è diffamazione o fandonia che regga, a patto che quelli che osservano abbiano la compiacenza di guardare ai fatti, alla storia, e non al gossip. Sono fiducioso che la maggior parte degli abitanti del Metaverso sia già conscio di questa verità, anche se poi la sera, davanti al fuoco …

Nefer Adder: la nostra più famosa piemontese che canta come una black ma dalla straordinaria semplicità.

by Francesca Caeran

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Qualcuno un giorno mi rimproverò dicendomi che scrivevo unicamente cose positive e mai nessuna critica nei miei articoli, e qualcun altro mi chiese come sceglievo i cantanti di cui poi parlavo qui.

Bhè, posso rispondere  a questi due commenti con un unico argomento: per scrivere su qualcuno, questo mi deve prima di  tutto piacere (e non solo perchè ha una bella voce, ma forse, e soprattutto,  perchè è simpatico, ed è capace ad animare una serata senza prendersi per un Divo) e poi, seconda condizione fondamentale, deve cantare in live. Dunque, se ho un colpo di fulmine per un cantante, mi piace tutto cosi com’è, e difficilmente troverei argomenti negativi per criticare. Dunque, se cerchi qui materiale per polemizzare ti consiglio di non leggere più i miei articoli ;-). Poi, d’accordo o no con quello che ho scritto, si può anche aprire un dibattito, io sono sempre disponibile.

Oggi vi voglio far conoscere uno dei miei colpi di fulmine. Lei amici si chiama Nefer Adder ed è la cantante faro della “Rho Cassiopeae” il gruppo creato dalla mia amica Laragrace, che promuove cantanti nel Metaverso, e dunque è la mia diretta concorrente :-).

Voglio aprire una piccola parentesi, perchè già vi sento da qui io: seee Francesca la tua amica seeeeee!!! Ebbene, voi pensare pure quello che volete, ma io e Lara abbiamo scambiato amicizia tantissimo tempo fa, io sono spesso andata ai concerti organizzati da lei, e lei spesso e volentieri è venuta a quelli organizzati da me. Siamo si concorrenti, ma siamo soprattutto amiche, e ognuna ha sempre rispettato l’altra. Ci siamo anche scambiati dei cantanti! Ecco detto questo, chiusa parentesi :P.

Sarò onesta fino in fondo, dicendo che se Nefer si fosse rivolta a me, piuttosto che a Lara, quando ha deciso di cantare, mai me la sarei fatta scappare hehehhe. E so che Laragrace, appena sentì cantare la dolce Nefer, ebbe infatti questa reazione: ti piglio e non ti mollo più! Lol. E te credo! con questa voce la nostra piemontese ti lascia semplicemente a bocca aperta. Alla prima nota che interpreta lo devo dire? Ma siiii diciamoloooo : TI VIENE LA PELLE D’ OCA!

Nefer è una persona di una straordinaria semplicità, ed è dolcissima, ma appena canta ti tira fuori questa voce potente, da black alla Tina Turner, che ti lascia sbalordita. Ricordo la prima volta che la sentii cantare pensai: ammazza! ma da dove sbarca questa qua?? La voce di Nefer mi ricorda molto la voce di un’altra cantate di SL, cioè Mapoo Little (di cui ho scritto un articolo qualche mese fa). Una bellissima voce, forte e un pò rauca, insomma la voce ideale per interpretare il blues nero.

Nefer è approdata nel 2009 nel Metaverso,  perchè, come tanti di noi, aveva letto qualcosa su un giornale che parlava (cosa piuttosto rara) molto bene di questo mondo virtuale. All’inizio era solo per divertirsi e passare del tempo, ma poi capì che poteva trasportare qui le prove che lei faceva in RL, e siccome cantava dalla mattina alla sera, cosa poteva far di meglio che vivere la sua Second Life come live singer?

Nefer ha 40 anni, ed è una piemontese pura e dura :-). Dice “nè” alla fine di ogni frase: giuro!!! Ma LOLLLLL. Scherzo ovviamente nè!!!!!!! La sua forza, oltre a questa stupenda voce, è di conoscere bene l’inglese ed il francese, per cui è facile per lei interpretare canzoni straniere. Ma, ovviamente, canta anche  in italiano, e lo fa molto volentieri, sopratutto quando le chiedono canzoni a richiesta. Adora interpretare Mina, ma ragazzi miei, la sottoscritta vi può assicurare che la nostra Nefer è fatta per cantare in lingua straniera. L’ho sentita ultimamente cantare “Etienne” di Guesch Patti (ricordate quella canzone super sexy di questa cantante francese?), bhè, la sua dizione era perfetta, e ci ha messo tutto un mare di sensualità che ha fatto scaldare subito l’atmosfera. Adesso immaginate un pò una voce blues nera che vi canta come Anastacia “I’am outta love”, ammazzaaaaaa! se non vi mettete a ballare io non mi chiamo più Caeran! LOL

E terminerò dicendo che abbiamo sotto casa (virtuale ovviamente) delle cantanti come Nefer Adder, e manco lo sappiamo, uffà! Bhè adesso non ditemi più “non la conoscevo” perchè so che al suo prossimo concerto voi sarete lì ad ascoltarla, perchè lei è una garanzia di serata riuscita, e come dice quella: perchè lei vale, parola di Francesca Caeran.

ASCOLTALA QUI :

http://www.youtube.com/watch?v=BRMCKVinr9c&feature=plcp

http://www.youtube.com/watch?v=Tef2b2zybKw&feature=plcp

E venne l’Avatar …

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Ultimamente si discute molto di identità dell’Avatar, ci sono stati vari dibattiti su questo tema, e ne ho anche accennato in un precedente articolo, a proposito del tema della diffamazione già discusso nelle scorse settimane. Addirittura si sostiene la possibilità che l’Avatar abbia una propria specifica personalità, diversa, e in gran parte separata, da chi “ci sta dietro”.

Non sono discussioni inutili, tutt’altro. Occorre tuttavia, a mio parere, portare la discussione ad un livello concreto, per poter cogliere l’effettiva novità di una rappresentazione della persona, caratterizzata dall’Avatar, che comincia ad assumere una propria precisa identità. Questa nuova identità si realizza muovendosi e lavorando, discutendo e partecipando, creando e progettando, in un ambiente che di virtuale ha solo l’apparenza, e in una comunità in cui gli interlocutori hanno anch’essi la propria specifica identità.

E’ indiscutibile che quando mi siedo davanti al Computer ed entro nell’ambiente virtuale sono me stesso e non un altro, con la mia cultura, la mia esperienza, i miei valori. Tutto quanto fa parte di me si manifesta nel mio Avatar, egli non è “altro” da me, sono io.

Tuttavia, l’ambiente virtuale, per le proprie caratteristiche, e per la possibilità di interagire con vincoli e assiomi un po’ “diversi” dalla vita reale, consente una serie di comportamenti e di interazioni che non avremmo la possibilità, la voglia, o addirittura il coraggio, di portare avanti nella vita quotidiana. Queste azioni, ovviamente, possono essere di diverso tipo, positive o negative. Si sviluppano capacità artistiche, relazionali, culturali, che per motivi diversi non siamo in grado, o non vogliamo, realizzare in Real Life. Tra queste caratteristiche rientrano, purtroppo, anche quelle negative, e a volte criminali. Ci troviamo in un ambiente, senz’ombra di dubbio, con molti meno vincoli al nostro comportamento.

Detto questo, per tracciare i contorni, e mettere dei paletti, alle fantasie e alle sciocchezze che spesso si leggono in giro, è importante guardare con oggettività a questi nuovi modelli di comportamento, consapevoli di avere di fronte personalità che non sono esattamente quelle che incontreremmo per strada o al bar, ed i cui comportamenti non sono sempre quelli che ci aspetteremmo nella vita Reale. Il fatto di avere meno vincoli (meno, non nessun vincolo…) rende le persone molto meno reticenti e più disponibili, ma apre anche la possibilità a camuffamenti, menzogne o slealtà di ogni tipo, poiché l’anonimato è uno scudo potente e rende le nostre inibizioni molto meno efficaci, in ambito di rapporti interpersonali. Cercherò di coinvolgere qualche amico psicologo in questa discussione, ma per il momento tentiamo di arrivare a qualche considerazione condivisa.

Sappiamo che quando incontriamo in world Tizia o Caio, dobbiamo prendere quello che ci dice, e i suoi comportamenti, con ampio beneficio del dubbio. I rapporti che si sviluppano servono a conoscere e a chiarire in gran parte i contorni della persona/avatar, ma resterà sempre un margine di dubbio, di incertezza, sulle caratteristiche della persona che abbiamo davanti, per interposto Avatar. A maggior ragione, se l’Avatar con cui abbiamo a che fare, mantiene, com’è suo inalienabile diritto, una netta separazione tra la sua vita virtuale e quella reale. Io non saprò mai se il mio amico Pinco Palla, residente del Metaverso, è nella vita reale un prete o un criminale, se mantiene il completo anonimato. Dobbiamo fare quindi i conti con un nuovo soggetto, che separandosi nettamente dalla sua vita reale, rinasce come Avatar.

Parliamo quindi di questa nuova entità che, in larga parte, “include” la nostra personalità reale, ma contiene anche altre caratteristiche, in gran parte presenti da sempre in noi stessi, ma spesso mai manifestatesi nella vita reale, positive o negative che esse siano. L’avatar a questo punto sviluppa una personalità alquanto diversa, in maggiore o minore misura, dal nostro io reale. I livelli di differenza variano notevolmente da individuo a individuo, ovviamente, e vanno da una totale identificazione, alla completa diversità, dal serio professionista che continua il suo lavoro nel Metaverso, come estensione della vita reale, al personaggio di fantasia, costruito interamente dal nulla e “nato” unicamente nel Metaverso.

Tornando quindi al punto da cui siamo partiti: chi è l’Avatar? L’Avatar è un personaggio che dobbiamo considerare a sé stante, non necessariamente espressione dell’io reale della persona.

Il grado di conoscenza che svilupperemo con questa entità servirà a delinearne i comportamenti nel Metaverso, ma mai la sua identità o personalità reale. A meno che non si esca dal virtuale e si entri nel mondo di tutti i giorni, come qualsiasi rapporto di amicizia o amore dovrebbe poter fare, se vuole vivere una realtà concreta e trasparente. Ma se restiamo nell’ambiente virtuale, dobbiamo sapere che l’entità che abbiamo di fronte, ha una sua propria identità, e che questa identità è data dai suoi comportamenti in world, non da chi è, o non è, nella vita Reale. Come ho già detto altre volte, sono i suoi comportamenti a determinare chi esso sia, e da qui nasce la vera carta di identità dell’Avatar: la sua reputazione. La reputazione è quindi il valore più grande che un Avatar possiede nel Metaverso, creata in anni di lavoro e di frequentazione, e soprattutto dalle cose che ha fatto e disfatto in questo mondo. Ricordiamocene quando incontriamo un Pinco Palla, e cerchiamo di guardare ai suoi comportamenti, e non alle chiacchiere o alle maldicenze, spesso gratuite, che si raccontano su di lui/lei, o a quanto l’Avatar stesso racconta in giro.

E come dicevo prima, lasciamoci sempre il beneficio del dubbio …

La nuova stagione all’isola Imparafacile

By Maryhola McMillan

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Con una lunga serata inaugurale abbiamo dato inizio, mercoledì 26 settembre, alla nuova stagione di eventi e iniziative all’isola Imparafacile. Proveremo anche quest’anno ad appassionare i nostri amici e i curiosi con corsi, cicli e serate a tema sugli argomenti che più ci sono congeniali. Abbiamo cercato di offrire occasioni varie, interessanti e divertenti agli amici che ci seguono da tempo e a quelli che vorranno via via unirsi a noi durante la stagione che ci aspetta.

 Per quanto riguarda gli avvenimenti seriali previsti nella prima parte della stagione, si terranno alcuni corsi e un ciclo di serate musicali, che inizieranno a breve, curati da persone che fanno parte integrante o collaborano ormai stabilmente con il gruppo.

Il primo a partire sarà il Corso Base di Building, riedizione dell’anno passato, in cui Solkide Auer insegnerà ai nuovi e vecchi allievi a costruire forme a partire dai semplici prim e ad elaborarle fino alla creazione di oggetti complessi con il supporto dell’editor interno di SL.

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Livio Korobase invece terrà un corso su come si realizza un eBook in formato ePub. Ci è sembrata una buona idea, dal momento che viviamo tempi in cui il rapporto tra libro e lettore sta cambiando radicalmente grazie alle nuove tecnologie. Sarà necessaria una dotazione di base sia per quanto riguarda le conoscenze che i mezzi, ma speriamo sia un corso interessante e apprezzato.

Samya Silberman ed Andrej Nansen cureranno un ciclo di serate sulla musica per pianoforte, letta dal punto di vista dell’interpretazione di grandi musicisti come Keith Jarrett, Philip Glass e Arturo Benedetti Michelangeli.  Intendendo lo strumento come un prolungamento del corpo, Samaya e Andrej ci spiegheranno il diverso approccio alla musica di questi grandi autori.

E poi ci sono i libri e la lettura, nostra grande passione da sempre, per parlare dei quali abbiamo una nuova serie di Libriamo Tutti, condotta da Imparafacile Runo, con qualche piccola novità, come rendere noto, in anticipo rispetto alla serata, un titolo tra quelli presentati, per favorirne la discussione tra i presenti.

Di libri, di editoria e di argomenti ad essi correlati parleremo anche in una serie di eventi in mixed-reality dalla biblioteca Chiesa Rossa di Milano, ci occuperemo di Social Reading, presenteremo nuovi libri insieme agli autori e non ci occuperemo solo di romanzi e saggi, ma anche di fumetti, fumetti Bonelli.

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L’esperienza passata ci ha mostrato come sia proficua la collaborazione con altri gruppi, lavorare insieme arricchisce tutti e porta a uno scambio di conoscenze e professionalità a cui non si può e non vogliamo rinunciare nemmeno in futuro. Ospiteremo quindi anche il lavoro di amici, prima fra tutte la commedia “Due partite”, curata da Viola Tatham e dallo staff di L’Arme d’Amour, liberamente tratta dal testo teatrale di Cristina Comencini. Tutto questo soltanto fino all’inizio del nuovo anno, poi altri progetti e nuove esperienze si aggiungeranno per crescere, imparare e divertirci insieme.

Vi aspettiamo all’isola!

 

I buchi nella rete.

by AquilaDellaNotte Kondor

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Si sta discutendo negli ultimi giorni, anche sull’onda di alcuni episodi venuti alla luce nella comunità di Second Life, sul tema dello “stalking”. Cioè della messa in atto, da parte di un “molestatore”, di comportamenti persecutori verso una persona, mediante atti di vario genere, e ripetuti nel tempo, che creano nella vittima uno stato psicofisico di disagio, e un senso continuo di timore e di ansia. E’ un fatto molto positivo che su questi temi, spesso taciuti per timore di ripercussioni, o per personale timidezza, si faccia una pubblica discussione. Ho quindi partecipato personalmente a discussioni su questo tema, anche durante una serata recentemente organizzata  e condotta con efficacia dalla mia amica, e reporter di VWM, Serena Domenici. Ho rilevato tuttavia, in questi dibattiti, che il tema dello stalking non viene affrontato in maniera diretta, poiché la discussione spesso sfocia, anche da parte di persone esperte di diritto (ma è comprensibile, vista la “novità” del tema) in temi che riguardano invece la diffamazione. Non parliamo qui di calunnia che costituisce un caso specifico di reato, rilevabile quando la falsa denuncia è rivolta all’autorità giudiziaria o a chi possa esserne un tramite diretto.

Entrambi gli atti, di stalking e diffamazione, costituiscono reato penale, la cui tipologia è sanzionata dagli artt. 612 bis e 595 del codice penale Italiano. Naturalmente questi atti costituiscono reato penale anche negli altri paesi, ma con alcune differenze riguardanti l’onere della prova, ma su questo non è il caso di approfondire. Cerchiamo quindi di distinguere le due casistiche, tenendo conto che entrambi i reati possono essere denunciati alla forza pubblica per richiedere di procedere contro il molestatore. Esiste addirittura un apposito ufficio online della Polizia Postale a cui ci si può rivolgere (vedi linkografia).

Quello che vorrei mettere in evidenza, nel sottolineare questa distinzione, è che non è solo questione di reato penale, ovviamente da perseguire nei casi di gravità rilevata e di condizionamento ripetuto della vita online della vittima, ma che queste fattispecie di reato, presenti da sempre nella nostra vita sociale, risultano purtroppo notevolmente amplificati da questa nuova dimensione di vita sociale in rete. Infatti, la dimensione di comunità “in rete”, non solo non ne è esente, ma addirittura moltiplica e amplifica i casi, poiché gli strumenti di vessazione sono purtroppo pervasivi e di grande impatto nella vita quotidiana, visto il nostro modo di vivere la rete in ormai perenne connessione, tra PC, tablet e smartphone.

Il mio punto di vista è di estrema intolleranza per i casi di stalking, che vanno pubblicamente denunciati, nella comunità online, e all’autorità pubblica se persistenti. Questa gente non deve trovare spazi di azione, deve sapere che si pongono, con tali comportamenti, al di fuori della comunità e della convivenza civile in rete. Sul tema della diffamazione la questione è molto più complessa, dal mio punto di vista, poiché mette in evidenza l’esistenza di un notevole “buco” nella rete, che ormai è uno dei nostri ambienti di vita quotidiani.

La nostra presenza in rete è di due tipi: diretta, se ci presentiamo col nostro nome e cognome, o mediata da un avatar, ed è il caso della stragrande maggioranza dei residenti in Second Life. In entrambi i casi, il tema della “reputazione” in rete è di grande importanza, ma mentre se siamo presenti con la nostra identità reale, è la nostra personalità, la nostra storia reale, e la nostra effettiva reputazione, nota a molti di quelli che ci vedono in rete, che ci viene in aiuto e rende evidenti alcune falsità o di invenzioni, se siamo presenti invece con un avatar, tutto quello che di noi si sa in rete, passa attraverso la nostra reputazione, costruita in molti casi in anni di presenza online. La personalità di un avatar è la sua reputazione. Gli atti che facciamo durante la nostra permanenza online rappresentano la nostra storia e la nostra identità. E’ questo il motivo per cui la diffamazione costituisce un attacco diretto alla stessa nostra presenza in rete.

Molteplici sono i casi di abbandoni della vita online, di avatar eliminati e poi ricostruiti da zero, dopo esperienze catastrofiche o fenomeni di distruzione della reputazione. Così come pure è diffusissima la pratica degli Alter, avatar doppi, per mettere l’avatar principale al riparo di certi rischi. Io non credo che la pratica degli Alter sia uno strumento efficace, penso che il problema vada affrontato alla radice, contrastando efficacemente questa pratica. Da un lato è necessario che la comunità online, e quella nostra italiana in Second Life è abbastanza ristretta, sviluppi dei propri anticorpi, e una rete di solidarietà verso i soggetti colpiti da questa pratica, dall’altra, le vittime devono porre in atto tutti gli strumenti di protezione, denunciando efficacemente i casi di diffamazione, “sputtanando” i soggetti pettegoli o diffamatori. Questa autodifesa deve essere costante, non occasionale o dettata dalle specifiche emergenze.

Il primo livello di denuncia da porre in atto è, ovviamente, verso i gestori della rete di Second Life, e cioè la Linden Lab. Contrariamente a quanto si pensi, la Linden è molto severa nei casi di violazione dei Terms of Services (ToS), l’unica legge, ma molto efficace, imposta dai gestori ), e di cui una traduzione in italiano è stata diffusa in world. Un caso recentemente verificatosi, di violazione di dati sensibili, e di diffusione di informazioni sulla vita reale di una persona (che conosco direttamente, in quanto collaboratrice di questo Magazine), è un caso che grida vendetta. Una violazione così palese dei ToS, se fosse stata denunciata alla Linden da parte di più soggetti, e molti ne erano a conoscenza per diretta testimonianza, avrebbe comportato provvedimenti seri nei confronti del violatore. Ma forse questa coscienza della comunità e della solidarietà, che anche in rete deve esistere tra gli individui (con troppa superficialità definiti “friends”), è un qualcosa che molti non hanno affatto nel proprio DNA. Teniamone conto, nei nostri rapporti quotidiani online, e sforziamoci di crescere anche da questo punto di vista.

Per concludere. Credo che la discussione debba andare avanti, e so che altri dibattiti si stanno organizzando nei prossimi giorni, ma soprattutto occorre comprendere il fenomeno nella sua vera portata, distinguendo i casi di stalking e di diffamazione, e costituendo una rete di solidarietà che potrebbe aiutare ognuno di noi, nel momento in cui fossimo minacciati da queste pratiche. Solo così potremo definirci una “comunità” il primo passo verso una stabile organizzazione sociale del Metaverso.

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Linkografia:

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Polizia Postale:

http://www.commissariatodips.it/

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Stalking (art. 612 bis c.p.):

http://it.wikipedia.org/wiki/Stalking

http://www.filodiritto.com/index.php?azione=visualizza&iddoc=1660

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Diffamazione (art. 595 c.p.):

http://it.wikipedia.org/wiki/Diffamazione

http://www.mondodiritto.it/normativa/codice-penale/art-595-codice-penale-diffamazione.html

La calunnia è un venticello …

by Serena Domenici

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Mercoledì scorso, presso la land Plusia Ars Island, si è dibattuto di un tema spinoso, che è agli “onori” della cronaca Real Life ormai da tempo. Si è parlato di stalking all’interno del Metaverso e si è discusso sull’uso che in genere si fa di questo termine, che, spesso erroneamente, viene caricato di implicazioni puramente sessuali. In realtà lo stalking non è altro che un atteggiamento persecutorio ai danni di una persona. Una vessazione continua e persistente che in taluni casi può sfociare in minacce e violenze non solo verbali nei confronti dell’oggetto causa dell’ossessione, fino alla sua soppressione fisica. Ovviamente, nel Metaverso l’eliminazione fisica non è possibile, come non è possibile la violenza sessuale. Ma lo stalking si sviluppa in tante direzioni, come un antibiotico a largo spettro. Si tratta di un discorso molto complesso e, per quanto io sia piuttosto documentata sulla materia, non ne sono un’esperta e non ho certezze assolute in proposito, né possiedo ricette o soluzioni.

Nel corso del dibattito la presenza di uno psichiatra avrebbe probabilmente reso la discussione  ancora più esaustiva. Forse sarebbe stato più corretto parlare di maldicenza, calunnia, invidia, pettegolezzo, sopraffazione. Atteggiamenti che, se portati all’estremo, assumono i connotati di una vera condotta persecutoria e, gettando la maschera, rivelano il loro vero volto: quello, truce e detestabile, della violenza. Lo stalking ha tanti fattori scatenanti, e altrettanti modi, per insinuarsi nella vita altrui. Di certo causa, in chi lo subisce, paura, ansia e prostrazione. Quella che dovrebbe essere una seconda vita rilassante e appagante, per alcuni diventa motivo di sofferenza o insofferenza. Dal dibattito sono emersi disagi personali che hanno portato a più di una considerazione. C’è chi fa spallucce e afferma di poter risolvere il problema con un MUTE, chi decide di andar via da Second Life e chi vi resta, vivendo male in un contesto che, invece, dovrebbe essere l’occasione per trascorrere in tutta serenità il proprio tempo libero.

Nonostante la buona volontà di alcuni, pensare che Second Life sia solo un teatro dove si rappresentano, di volta in volta, opere o operette, è mera illusione. Siamo troppo umani per distaccarci dalla carne e vivere e ragionare solo in termini di pixel. Io non ho mai visto un cartone animato in cui dall’inizio alla fine trionfano i buoni. Figuriamoci se ciò possa accadere in un ambiente in cui, dall’altra parte dello schermo, c’è tutto un genere umano sull’orlo di una crisi di nervi. Questo vale per ogni contesto virtuale, non solo per Second Life. Un tempo pensavo che Seconda Vita significasse libertà, ed anche espiazione da tutte quei bordelli mentali di basso profilo che fanno parte della nostra vita reale. Invece, le uniche libertà che ho riscontrato, sono state quelle sessuali e creative. Intendiamoci, validissime anche quelle, in un certo senso strutture portanti della rete sociale radicata nel Metaverso. Ma c’è anche dell’altro. Ci sono le amicizie, i rapporti sociali, le relazioni comunicative. Questo ed altro ancora, che spesso assume i connotati di una brutta copia del mondo reale. Ma … shhhh! Non bisogna dirlo, bisogna far finta che non sia così. Invece io lo penso, lo dico e lo scrivo.

Allo stesso tempo, affermo che, se siamo ancora sul Metaverso, è perché per fortuna non ci scontriamo solo con il brutto, o saremmo affetti tutti da masochismo delirante. Quindi dibatterne, parlarne, aiuta a capirsi, ed  a cercare di migliorare atteggiamenti viziati in origine. Credo  che la soluzione sia nell’individualità, nella capacità di ognuno di noi di andare oltre determinati schemi, e vincere i pregiudizi che portano ad isolare, solo per sentito dire, determinate persone.

Tempo fa, al mio ingresso su Second Life, fui messa in guardia verso una persona (la chiamo persona volutamente e non avatar, perché è poi entrato nella mia RL). Me ne dissero di tutti i colori a riguardo, avvertendomi finanche di starne alla larga. Per circostanze che ora non sto a raccontare, lo incrociai sul mio cammino. E siccome non sono una persona influenzabile, decisi di conoscerlo. Sono passati circa tre anni, e posso oggi affermare di aver conosciuto una delle persone/avatar  più squisite del Metaverso. Un vero signore. Certo, ha i suoi difetti, chi non ne ha di noi … ma sul piano etico e civile è senza dubbio una persona correttissima. Mentre chi me ne parlava male, non sempre ha dimostrato di esserlo. Questo per dire che forse sconfiggere determinate persone consiste anche nella capacità di andare oltre. Oltre i preconcetti, la calunnia e le falsità. Convincerci che bisogna dare sempre, a chiunque, una chance di dimostrarci quello che è realmente. Per tutto il resto c’è la Polizia Postale. Più si ha visibilità, in qualsiasi contesto, e maggiori saranno gli attacchi.

L’invidia e la gelosia accecano, ma dovrebbero essere anche uno sprone per chi li subisce. In fondo, se si è invidiati, è perché si hanno quelle caratteristiche e capacità che rodono il fegato agli invidiosi. Poverini, sanno di arrivare sempre secondi, se gli va bene. E in fondo amano, a modo loro, i loro “prescelti”,  li amano a tal punto che vorrebbero tanto somigliar loro. Come non è da sottovalutare anche l’altra faccia della medaglia: c’è chi si spaccia per vittima e in realtà non è tale, anzi, è peggiore dei carnefici. Questa condizione è ancor più difficile da smascherare, solo il tempo riesce a fare giustizia. Mi rendo conto che il discorso non è dei più semplici, perché c’è un sottobosco troppo vasto da affrontare; l’unica arma che abbiamo è di andare oltre, superare i nostri limiti ed evitare di fissarci. Se non ha risolto il problema Walt Disney, figuriamoci noi!

P.S.: Colgo l’occasione anche di ringraziare lo staff di Plusia Ars Island per il tema della serata.

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La calunnia è un venticello

Un’auretta assai gentile

Che insensibile sottile

Leggermente dolcemente

Incomincia a sussurrar.

Piano piano, terra terra

Sotto voce sibillando

Va scorrendo, va ronzando,

Nelle orecchie della gente

S’introduce destramente,

E le teste ed i cervelli

Fa stordire e fa gonfiar.

Dalla bocca fuori uscendo

Lo schiamazzo va crescendo:

Prende forza a poco a poco,

Scorre già di loco in loco,

Sembra il tuono, la tempesta

Che nel sen della foresta,

Va fischiando, brontolando,

E ti fa d’orror gelar.

Alla fin trabocca, e scoppia,

Si propaga si raddoppia

E produce un’esplosione

Come un colpo di cannone,

Un tremuoto, un temporale,

Un tumulto generale

Che fa l’aria rimbombar.

E il meschino calunniato

Avvilito, calpestato

Sotto il pubblico flagello

Per gran sorte va a crepar.

 

Rossini – Il Barbiere di Siviglia

 

Intervista creativa

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by Serena Domenici

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Ho scritto più volte di creatività e arte all’interno del Metaverso, e spesso sono stata volutamente fraintesa, perché non ho nascosto una certa insofferenza per tutto ciò che a parer mio, e non solo, non era meritevole di tale definizione. L’arte esiste anche in Second Life, ne sono sempre più convinta. Diciamo che attorno all’arte c’è anche tanta spazzatura, spacciata per tale. E chi entra in Second Life per una breve toccata e fuga, non ha il tempo di rendersi conto di quante iniziative, progetti e realizzazioni di ottimo livello sia impregnato il mondo virtuale.

Di recente ho conosciuto due creativi, a mio parere eccezionali, una coppia di architetti. Mi sono piovuti dal cielo, è il caso di dirlo… Ci siamo conosciuti per caso e in modo anche simpatico, avevano casa dove io ora ho la mia, e ogni tanto me li ritrovavo in giardino :). Casper e Stephan, sono di poche parole, ma di una gentilezza e disponibilità mai riscontrata a questi livelli nel Metaverso. Mi ricordano, per certi versi, la disponibilità di un’altra grande builder: Sniper Siemens… E’ nata così la nostra amicizia, tra una chiacchiera e l ‘altra ho scoperto la loro arte e li ho messi alla prova anche.

Volevo una casa particolare in Second Life, che richiamasse un po’ le costruzioni dell’antica Roma, (e mi riferisco alle case romane patrizie fuori porta) ma riadattata in chiave moderna. Ora posso confessarlo: ero molto scettica, visto che loro prediligono soprattutto lo stile moderno, ma gli ho dato carta bianca. Il risultato è stato, al di là di ogni previsione, fantastico. Usano texture di ottima qualità per cominciare, e ascoltano ogni  desiderio o consiglio che gli si voglia dare. E, cosa molto apprezzabile, ti dicono in faccia  cosa pensano. Fanno coppia anche nella vita, non solo sul Metaverso, e lavorano con un affiatamento non comune. Compensano i loro gusti e canalizzano la loro energia in un unico obiettivo: fare belle case, vivibili e a prova di telecamera. Finalmente non mi sento più una falena impazzita che sbatte ovunque, che si sposta da un punto all’altro della casa. Cosa molto frequente in altre abitazioni di Second Life.

Chi mi conosce, o ha imparato a conoscermi, sa benissimo che non parlerei mai così, per scopi di interesse personale. Sul Virtual Worlds Magazine nessuno di noi accetta offerte di denaro, o favoritismi vari, per parlare bene di chicchessia. Il nostro è un “lavoro” no profit. Sul Magazine si scrive e discute di ciò che cattura la nostra attenzione, e che secondo noi merita di essere conosciuto da chi ci legge. Ovviamente, gusti e opinioni restano personali. Ho deciso di scrivere di loro perché ciò che fanno è oggettivamente particolare, bello o meno è soggettivo, anche se io ritengo i loro lavori bellissimi. Ritenevo importante farli conoscere a quella parte del Metaverso che ancora non li conosce. Ogni loro creazione rimane unica. Lo stile è inconfondibile, del resto è la loro impronta, il loro marcare il territorio nel mondo del designer e non solo… ma di volta in volta viene trasformata ed elaborata in base ai desideri dei committenti.

Ho avuto il piacere di intervistare entrambi, ed è stato un piacere misurarmi con la loro eleganza innata, che traspare anche dai loro avatar, molto particolari anche nei loro AO ( “animazione avatar” per i non addetti ai lavori). Di seguito l’intervista a due artisti  che hanno, a mio parere, interpretato magistralmente l’arte del design e dell’architettura moderna all’interno del Metaverso.

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 Sere (serena.domenici): Siete su Second Life da molto tempo?

 Casper (eterprising.kingmaker): io da circa due anni e qualche mese, 804 giorni per la precisione

 đonniearo (stephan.lanfier): anche io, praticamente tra il mio avatar ed il suo ci sono 17 giorni di differenza.

đonniearo (stephan.lanfier): 787 giorni.

Sere (serena.domenici): 🙂 Vi siete conosciuti subito? 

Casper (eterprising.kingmaker): no, ci è servito circa un anno per incontrarci

đonniearo (stephan.lanfier): si, circa un anno, ci siamo incontrati mentre lui lavorava

Sere (serena.domenici): Quale mezzo ha usato il destino per farvi “scontrare”?

Casper (eterprising.kingmaker): una mostra d’arte… io la seguivo da profano, lui invece più da critico.

Sere (serena.domenici): 🙂

Sere (serena.domenici): Insomma come nelle migliori commedie romantiche…

đonniearo (stephan.lanfier): 🙂

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Sere (serena.domenici): L’arte, in generale, mi sembra il filo conduttore della vostra storia, o sbaglio?

Casper (eterprising.kingmaker): arte e design, diciamo

đonniearo (stephan.lanfier): si, più che altro il filo conduttore è la passione per il “bello”

Casper (eterprising.kingmaker): esatto

Sere (serena.domenici): Mi sembra di capire che non riguardi solo Second Life, ma anche la vostra vita reale …

Casper (eterprising.kingmaker): si, in un certo senso la vita su Second Life è una estensione più creativa e libera di RL, ma trattiamo entrambi gli stessi argomenti anche in Real

Sere (serena.domenici): In Second Life avete trovato intoppi o avete potuto manifestare la vostra creatività al massimo della sua potenzialità?

Casper (eterprising.kingmaker): mai nessun intoppo, forse qualche piccola “noia” ma troppo piccola per essere ricordata

đonniearo (stephan.lanfier): bhè, penso che su Second Life la creatività superi il limite che ci impone la RL, nel senso che su Second Life si possono fare alcune cose che in RL si possono solo pensare

Sere (serena.domenici): Qual è la forma d’arte che preferite in assoluto assecondare nel Metaverso?

Casper (eterprising.kingmaker): per quanto mi riguarda il design, l’architettura, perchè mi permette di ideare fuori dagli schemi. La maggior parte dei costruttori su Second Life cerca di avvicinarsi il più possibile alla realtà, e quindi ai vincoli che la caratterizza. Io invece creo edifici (case, palazzi, discoteche) partendo dalla progettazione, con l’idea che dovranno essere abitate da avatar e non da esseri umani… prediligo principalmente case moderne, open spaces, e discoteche.

đonniearo (stephan.lanfier): è quello che intendevo prima. Su Second Life puoi uscire fuori dagli schemi, senza copiare dal reale, ma creare una sorta di nuovo mondo.

Sere (serena.domenici): Come funziona il vostro Team?

Casper (eterprising.kingmaker): la HQB nasce circa due anni fa, io e il mio primo socio decidemmo di creare qualcosa per finalizzare la nostra attitudine per l’architettura… nacque così la High Quality Builders. Fin dall’inizio progettavamo, disegnavamo e creavamo gli edifici per lo più facenti parte di città, quindi sempre con un tema comune. Poi abbiamo cominciato a chiedere l’aiuto di altri builders perchè il lavoro aumentava, le SIM da costruire erano sempre di più, poi, alcuni mesi fa, ho preso una pausa da Second Life, e diciamo che da quel momento ho lasciato tutto in standby. Quello che ha sempre accomunato, nel corso del tempo, tutte le creazioni HQB è che sono uniche, poiché abbiamo sempre costruito CUSTOM ovvero su misura… il cliente sceglie ogni aspetto, questo fa si che la HQB si impegni a non rivendere o cedere progetti di case già venduti, ed è uno dei motivi per cui non esistono case in vendita sul Market Place. Al momento la HQB è composta da me, il mio socio Stephan Lanfier, e la nostra manager Lunastella Drachios. Anche se a breve troverete dei prodotti in esclusiva anche su Market Place, ci stiamo lavorando con buona lena.

Sere (serena.domenici): Cosa vi diverte in assoluto e vi soddisfa allo stesso tempo di più, l’inizio o la fine del progetto  o i lavori in corso!?

đonniearo (stephan.lanfier): dal mio punto di vista i lavori in corso, sono quelli più divertenti a mio parere

Casper (eterprising.kingmaker): l’inizio, l’ideazione, ma soprattutto la soddisfazione del cliente a lavoro finito

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Sere (serena.domenici): Vi è capitato di rifiutare un lavoro che consideravate non nelle vostre corde ?

Casper (eterprising.kingmaker): si, spesso succede che ci chiedono di creare delle cose che sono oggettivamente di bassa qualità, e quindi, a prescindere dal compenso, lo rifiuto, preferisco scegliere i miei clienti …

Sere (serena.domenici): Cosa vedete nel vostro futuro… è facile realizzare i vostri sogni qui indubbiamente, ma credete entrambi in un ponte che colleghi tutto questo tra Second Life e RL? E’ possibile, secondo voi, cominciare a sognare e progettare qui, per farsi poi conoscere nel mondo reale?

Casper (eterprising.kingmaker): spesso Second Life è stato precursore di mode e stili di vita, io credo che non sia solo uno specchio distorto della realtà, ma una vera e propria scatola magica dalla quale fuoriescono idee innovative, maturate nella libertà assoluta. Quindi, perché no, potrebbe essere l’inizio virtuale di un progetto di vita reale.

đonniearo (stephan.lanfier): io penso che Second Life rimanga collegato alla RL solo in alcuni minuscoli punti, per il resto, nella maggior parte dei casi, rimangono due mondi totalmente diversi.

Vi ringrazio per l’intervista concessami e vi auguro in bocca al lupo!!!

Questo è un loro video: http://www.youtube.com/watch?v=BprsFQYvOy8

Phil Setner: dal Jazz al pop. Il massimo, e anche di più

by Francesca Caeran

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Ecco, oramai le vacanze sono praticamente  finite  per tutti, e le land stanno tornando a fare animazione alla grande. E dunque si riprendono i concerti live, che per circa sei settimane sono andati al ritmo del caldo italiano, cioè più siesta che voci, heheheh. Intanto, approfitto dell’occasione di questo articolo per ringraziarvi, infatti l’articolo dedicato a Putri Solo ha battuto tutti i record di lettura, e questo lo dobbiamo solo a voi.

Ma iniziamo questa presentazione di Phil Setner con due domande. Lo avete già sentito cantare? Sapete chi è? Se siete amanti del jazz e dei Golden Oldies (gli anni d’oro della musica) allora è impossibile non conoscerlo, perchè Phil è “IL” cantante live per eccellenza, per quanto riguarda questo stile di musica. Phil ed io, è una bella storia di amicizia, che dura da tanto tempo. Stranamente, non l’ho incontrato in una land straniera, ma in una land italianissima, cioè una di quelle land create da Evelina Bonetto ai tempi di Italia Vera, e di tutte quelle sue sim, come Torino Vera (dove sono nata e cresciuta io), Milano Vera, Marostica, ecc. Phil era una presenza abituale in Italia Vera, dove veniva spesso invitato. Poi, quando sono cresciuta e diventata grande anch’io :), cioè quando sono diventata Manager di land, ho avuto spesso l’occasione di invitarlo, per uno show lì dove lavoravo.

Phil Setner è un gran bell’uomo, scozzese, di 44 anni, che  da circa 4 anni canta su Second Life. Approdato anche lui nel Metaverso perchè un amico gli fece conoscere questo Mondo Virtuale. Phil ha cantato anche in RL, e viaggiato pure all’estero, per proporre i suoi concerti. Infatti, un giorno è anche arrivato a Bruxelles per cantare. Purtroppo ancora non lo conoscevo altrimenti di sicuro sarei andata ad applaudirlo. Poi la vita gli ha fatto uno brutto scherzo, e, per colpa di un grave  incidente d’auto, i suoi sogni furono stroncati. Ma il sogno, per fortuna, proseguì su Second Life, per il piacere dei suoi numerosi fans.

Come vi dicevo prima, Phil Setner è il Crooner per eccellenza. La sua bellissima voce è calda, profonda e  sensuale. Lui canta il jazz come nessun altro, ma non solo quel tipo di musica, può eseguire un repertorio intero di Michael Bubble o Frank Sinatra. Passa tranquillamente da Elvis Presley a Nat King Cole. Non vi piace il jazz? No problem, la pop music non ha segreti per lui. Inoltre, Phil Setner è un grande professionista, serio in quel che fa, e vi assicuro che, da quando lo conosco, si è sempre impegnato per dare il meglio nei suoi concerti, facendosi in quattro per non annullare mai uno show. Certi cantanti del Metaverso dovrebbero infatti prenderlo ad esempio, e, magari,  prima di annullare per futili motivi un loro concerto live,  pensare un pò alle conseguenze, per un owner che ha impegnato tempo in pubblicità, magari anchè Linden Dollars, e mobilitato diverse persone per quella serata. Insomma amici, Phil Setner è la garanzia di una serata riuscita, con un gran bel momento live, parola di Francesca Caeran!

ASCOLTALO QUI : http://www.youtube.com/watch?v=cfHxlPOjuYc

The Cube Project

By AquilaDellaNotte Kondor

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Molti di voi hanno di sicuro sentito parlare del “Linden Endowment or Artist in residence program” (http://lindenarts.blogspot.it/), una iniziativa, patrocinata dalla Linden Lab, per favorire la conoscenza delle maggiori realizzazioni artistiche in Second Life (https://wiki.secondlife.com/wiki/Linden_Lab_Official:Linden_Endowment_for_the_Arts_Committee). Vogliamo cogliere l’occasione di una iniziativa particolare promossa in quest’ambito, “The Cube Project”, per parlarne con Bryn Oh, la massima animatrice del gruppo che gestisce il progetto, una delle artiste più note in Second Life (http://brynoh.blogspot.it/2012/08/the-cube-project.html). Abbiamo incontrato Bryn presso la sede dell’esposizione (http://maps.secondlife.com/secondlife/LEA23/165/229/24) ed ha accettato volentieri di rispondere alle nostre domande.

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[09:20] AquilaDellaNotte Kondor: Hello Bryn, thank you for this meeting. I’d like to talk with you about the LEA. It’s wonderful that Linden Lab dedicates 20 sims to this project, how the idea was born?

[09:21] Bryn Oh: The 20 regions we are now on, were from a program called the “Linden Endowment or Artist in residence program”. Each artist had them for five months and just finished, so between the finish and the next set of artist who come on the 1st of september, we had two weeks, and i proposed to create this project to use the resources. But the artist in residence program will give each a full region for 6 months

[09:23] Bryn Oh: the 20 regions we are on, are used all year for artists who apply with projects , 6 months residence, but when one ends and another begins, there is two weeks where the regions are not being used, so i created this for those two weeks, then it comes down and the artist begin their projects for 6 months

[09:25] AquilaDellaNotte Kondor: 6 months + 2weeks free + 6 months, etc. …..

[09:25] Bryn Oh: yes, the two weeks are just to allow us to remove everything and flatten the land etc

[09:25] AquilaDellaNotte Kondor: and each artist can remain here

[09:26] Bryn Oh: yes, and we will announce the new set of artists in a week or so

[09:26] Bryn Oh: each proposal is different, but they may have numerous exhibits

[09:26] AquilaDellaNotte Kondor: I see

[09:26] Bryn Oh: there will a main exhibit after four months, where all artists are expected to have their work ready, but they are quite welcome to have numerous shows before and after [09:27] AquilaDellaNotte Kondor: how many artists are involved in this projecy?

[09:27] Bryn Oh: the Cube Project has 25 artists, i think

[09:28] AquilaDellaNotte Kondor: but others will came …

[09:28] Bryn Oh: i will give you a notecard with their names

[09:28] AquilaDellaNotte Kondor: tks

[09:28] AquilaDellaNotte Kondor: what countries they mostly come from?

[09:29] Bryn Oh: the wonderful thing about Second Life art is that there is a huge range, many countries, we are not limited to local artist when in a Virtual World, so the breadth of cultural vision is quite varied and impressive

[09:31] AquilaDellaNotte Kondor: in this case, of the Cube Project, you give a theme to the exhibition: white and black…

[09:31] Bryn Oh: yes

[09:31] AquilaDellaNotte Kondor: will it be always so? With a specific theme?

[09:31] Bryn Oh: i think perhaps there is still some confusion, this show here that is black and white cubes, is just for two weeks, and essentially it is curated, but the main use of this land is for endowment artists with their own projects , who use the land for six months, so we do not interfere with them. They apply for the land with a project description and they follow their project.. we merely supply land for them.

[09:33] AquilaDellaNotte Kondor: I understand, so this kind of exhibition, with a specific subject , is only for this case?

[09:33] Bryn Oh: right, and in six months time. When the next set of artists are done, there will be two weeks between new artists, and perhaps we plan another event, with a theme

[09:36] Bryn Oh: we would think up some 2 week project, then back to endowment artists

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[09:37] AquilaDellaNotte Kondor: why Linden Lab accepted to dedicate so many resources to a not commercial project?

[09:38] Bryn Oh: actually linden labs is not directly involved with the LEA, it is run by a group of resident volunteers, so they then ask their shareholders and we negotiated with Linden Labs to get the regions to give to artists

[09:39] Bryn Oh: but the reason they give the land is because it creates content for them

[09:39] AquilaDellaNotte Kondor: yes, but the sims are available from Linden Lab as a free use, or not?

[09:40] Bryn Oh: yes we dont pay tier, but the virtual world needs content for its users, so this for example. People come to see it, they bring friends, have fun, they dont have to pay

[09:41] AquilaDellaNotte Kondor: but it’s not usual to obtain such a contribute by Linden Lab, don’t you think? Maybe in this case the project is very important for them

[09:41] Bryn Oh: so they get much value, very rare for them to do, and increasingly so they drop out of burning life and SL birthday party. They dont wish to organize events anymore, they dont have the employees to do this, so now they wish residents to do it

[09:42] AquilaDellaNotte Kondor: I know

[09:42] Bryn Oh: they will watch to see if what we do with the LEA is effective, if it makes sense for them, as a business, they will keep giving us these resources, if we do a poor job they will take them away

[09:43] AquilaDellaNotte Kondor: so, it is a succes for you as group too

[09:43] Bryn Oh: it is rewarding, they occasionally do give land, like for the World Expo in Shanghai, and other events, but very rare, it sets a precedent. If they give land to one then others will want free land etc, so they are quite careful

[09:45] AquilaDellaNotte Kondor: what are your plan for the future for this project? or it’s too early to talk about that?

[09:46] Bryn Oh: Oh lots of things. We have educational classes and the avatar games to begin again, different curated art shows, film festivals. Lots of work

[09:47] AquilaDellaNotte Kondor: I see

[09:47] Bryn Oh: there is a group called the Linden Endowment for the arts info, where we announce things, as well as a website

[09:47] AquilaDellaNotte Kondor: it’s a lot of work for your group too

[09:48] Bryn Oh: yes more than I expected 🙂

[09:48] AquilaDellaNotte Kondor: 🙂

[09:48] Bryn Oh: little things take forever

[09:48] Bryn Oh: not to mention the big projects

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[09:48] AquilaDellaNotte Kondor: are you an artist in your RL as well?

[09:50] Bryn Oh: yes, I am an oil painter by profession, that is my career. But i find the medium of Virtual Worlds fascinating to work in. It is like making a painting you can go into

[09:50] AquilaDellaNotte Kondor: You live in Canada, don’t you?

[09:50] Bryn Oh: yes

[09:51] AquilaDellaNotte Kondor: Bryn, may I take some pics for the article?

[09:51] Bryn Oh: yes

[09:51] AquilaDellaNotte Kondor: thanks a lot for your time Bryn

[09:56] Bryn Oh: thanks for your interest

[09:56] AquilaDellaNotte Kondor: see you soon

[09:56] AquilaDellaNotte Kondor: bye

[09:56] Bryn Oh: bye have fun

[09:56] AquilaDellaNotte Kondor: and congratulation again

[09:57] Bryn Oh: thank you 🙂

Una chiacchierata illuminante, su cosa voglia dire, in termini di risultati, creare un gruppo qualificato ed affiatato nella realizzazione un progetto.

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Di seguito le “regole” per l’organizzazione del progetto, diffuse a suo tempo dal team:

“Artists of the Cube Project. The Cube Project begins now and there are very few rules.  You may use only cubes (prim, sculpt or mesh) in either black or white.  If you texture the cube yourself then it should remain within the aesthetic of black and white.  Scripting is allowed but should be fairly subtle.  The overall build will have a feelling of stillness.  If you plan something dramatic using scripting or video then try to make it innitially concealed only being discovered perhaps after turning a corner allowing it again to dissapear upon turning the next.  Pockets of things to find is the idea and we don’t want to be competing with each other for attention.     

The landmark provided takes you to the arrival point for the build and from there please explore and find a place to begin building.  The idea for the Cube Project is to create an environment for the guest to navigate by foot or by flying so keep an eye out for the overall composition.   We want variation so areas of calm or emptiness for the eye to relax are fine when juxtaposed against other areas of chaos  or movement.  So look at your neighbour and play on what they are doing, if they are chaotic then build minimal… or move to another area.    Use a variety of scale, surface or sky.  I will be going around adding ambient sounds so let me know if you wish to use your own and for me to stay away.”

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Ed ecco l’elenco dei partecipanti al progetto:

charlotte bartlett, sea mizin, remington aries, misprint thursday, bryn oh, rag randt, tony resident, nessuno myoo, kicca igaly, Cajska Carlsson, haveit neox, tyrehl byk, Rowan Derryth, PatriciaAnne Daviau, Solo Mornington, L1 Loire, Werner Kurosawa, Lapiscean Liberty, Pol Jarvinen, Xineohp Guisse, oberon onmura, london junkers, Dancoyote Antonelli, Solkide Auer, Giovanna Cerise

 

Servizio fotografico

Le foto che illustrano l’articolo, relative al “The Cube Project”, sono state prese, col permesso di Bryn Oh, presso la sede dell’esposizione.

‘The Mistery of Lighthouse’ di Kicca Igaly

by Loredana Loring

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Il Mistero del Faro è il titolo della suggestiva installazione di Kicca Igaly esposta nella Art Gallery di Maryva Mayo, che si potrà visitare fino all’8 settembre 2012: http://maps.secondlife.com/secondlife/Hugo/190/185/23. L’invito recita: “Un faro, su una scogliera… che cosa nasconde? Chi ha voluto porre fine a una vita spesa nella solitudine di questo posto, alla ricerca di se stesso? Sali i cento scalini e trova la risposta nella tua mente…” E li abbiamo saliti in tanti, quei cento gradini, osservando le pareti spoglie della torre e spiando dalle piccole finestre il paesaggio sottostante, le ondate che a tratti illuminano gli scogli… una barca da pesca abbandonata… per giungere, curiosi, alla sommità. Qui la vista è fantastica e inquietante, enfatizzata dal settaggio delle luci: è consigliabile visitare il luogo con il cielo impostato sui valori London 2026 e l’acqua Water (TOR) Negative ultras pace.

 

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Il faro si trova a più di 1200 metri sul mare, appena sopra le nebbie: un’elevazione sufficiente per essere avvistato con il necessario anticipo dalle navi in transito; la lanterna fa pensare a una struttura di metà dell’800 ma… i suoi vetri sono spezzati e la lampada è spenta; la torre ci appare abbandonata, sospesa in mezzo all’oceano. Il generatore di luce rotante è sostituito da una sorta di occhio e la membrana dell’iride nasconde la sagoma di un uomo rannicchiato… Chiediamo dunque all’autrice di rivelarci i dettagli dell’opera e del mistero che nasconde:

 

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Loredana Loring: Kicca, la salita al faro fa pensare di entrare, ospiti forse indesiderati, in una casa abbandonata improvvisamente: come è nata l’idea di questa singolare installazione?

Kicca Igaly: Effettivamente il faro, nel momento in cui lo visitiamo, è una casa abbandonata. L’idea di questa opera è venuta ammirando struggenti tramonti in cui i fari dominavano la scena. Considerando poi che il faro esercita su di me un fascino particolare, spesso abbinato al desiderio di quel tanto di solitudine per poter indulgere all’introspezione. Ecco che ha preso forma l’idea.

 

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L.L.: Quale storia, quale mistero si nasconde nella lanterna?

Kicca Igaly: Ho volutamente evitato di dare indicazioni dettagliate circa la storia precedente del personaggio che si individua nel faro, ma qui voglio darvi una indicazione più precisa. La mia idea segue un uomo che, appunto preso dal desiderio di solitudine e di voler guardare dentro se stesso, si rifugia in questo faro per abitarlo. Nel trascorrere dei giorni, si accorge che il faro lo sta rendendo schiavo di questa atmosfera e non riuscendo a liberarsi, ad andarsene, pensa che l’unica possibilità di tornare libero sia il suicidio. Sale per questo in cima alla lanterna per gettarsi nel vuoto, ma il faro, rendendosi conto di stare perdendo il suo nuovo compagno, lo risucchia nella lampada, congelandone per sempre l’esistenza.

 

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L.L.: Il mistero è un fil rouge che lega molte tue creazioni… come si inserisce quest’opera nel tuo percorso artistico?

Kicca Igaly: E’ vero che il mistero è spesso presente nelle mie opere. Lo ritengo un elemento che rende più interessante la vita in genere, caricandola di fascino e di indeterminatezza. Il faro è, probabilmente, l’opera più suggestiva incentrata sul mistero.

 

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L.L.: Kicca, come prendono forma le tue opere prima di mettere mano, a quello che chiami “scalpello digitale”? Che  tipo di progetto artistico hai seguito questa volta? E gli strumenti… hai realizzato tutto da sola?

Kicca Igaly: Alcune opere nascono da un progetto mentale, più raramente comincio a lavorare qualche prim e dalle prime forme che emergono, prende vita l’opera che nascerà in seguito. Per questa ultima installazione, l’idea è stata indubbiamente determinata da quella panoramica dei fari. Escludendo gli effetti di particelle, che ho comunque allestito secondo il mio gusto, tutta l’opera è prodotta con prims nativi di Second Life.

 

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L.L.: Il faro è immerso in un oceano sospeso nel vuoto, c’è una barca abbandonata, immersa nella luce surreale di Londra…

Kicca Igaly: Ho scelto questa luce per enfatizzare le atmosfere drammatiche che circondano il faro. La barca è un po’ il simbolo della vita passata dell’uomo: il mondo da cui proveniva e il mezzo di trasporto per arrivare fin lì.

L.L.: Questa installazione è una tappa di un percorso? Hai programmi per il prossimo futuro?

Kicca Igaly: Ogni ultimo lavoro è il risultato di un percorso mentale e di sperimentazione e questo non fa eccezione. Ultimamente sto producendo lavori piuttosto grandi. Sto lavorando anche a nuove installazioni, ma nei miei progetti c’è il ritorno a sculture più contenute.

 

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Ecco i LM per visitare le sue opere:

– Artwork’s Gallery, lo showroom dove potrete vedere le sculture realizzate in Second Life e i dipinti di Real: http://slurl.com/secondlife/Battlestar/62/57/22

– I lavori su Flickr: http://www.flickr.com/photos/31465953@N05/

– Le foto su Facebook:

Io ringrazio Kicca per le emozioni che le sue creazioni ci regalano e vi invito a non perdete l’opportunità di visitare “Il mistero del faro” il suo mistero merita una visita accurata !!!

http://maps.secondlife.com/secondlife/Hugo/190/185/23

Per concludere, due bellissimi video sull’installazione:

http://www.facebook.com/photo.php?v=403621573032038 (di Julio Juste Ocaña)

http://www.youtube.com/watch?v=TFkSF5vZdvY&feature=youtu.be (di  Fiona Saiman)

Buona esplorazione!