Se andate a visitare l’installazione di Aloisio Congrejo e Lorys Lane a LEA23, troverete una delle conferme dell’efficacia dell’utilizzo di un Mondo Virtuale, per sperimentare nuove forme artistiche e architettoniche.
Fin da quando ho iniziato ad esplorare il mondo di Second Life, e a frequentare le numerose esposizioni artistiche, sia di fotografia che di arte in genere, ho sempre notato la contraddizione presente in molte di queste realizzazioni. Infatti, pur avendo a disposizione un mondo in cui ogni forma e dimensione è possibile, molti artisti si ostinano a realizzare esposizioni che ricalcano quelle del mondo reale: pareti lunghe e parallele, quadri attaccati alle pareti, il più delle volte su uno o al massimo due piani, ecc. Una tipica e classica esposizione del mondo reale. Non ho mai capito infatti perché, con tutte le potenzialità offerte dai Mondi Virtuali, questi artisti si ostinano a ricreare gli stereotipi del mondo reale.
Ebbene, non è il caso di questa installazione di Aloisio Congrejo, che fa da magnifica cornice alle fotografie di Lorys Lane, sempre molto intense, e mai banali. La mia ammirazione per questa all’installazione ha rievocato la legittimità dei miei dubbi, di fronte alle banali installazioni che spesso si vedono in giro in Second Life. Un’ulteriore notevole caratteristica di questo lavoro è il movimento, rappresentato da sagome umane che sfilano attraversando un percorso interno all’installazione. Questa caratteristica mi ha riportato alla mente, senza ovviamente pensare ad alcun parallelo, l’immagine che Renzo Piano ha dato della sua nuova opera americana, che conterrà il Centro delle Arti Visive di Los Angeles. Un museo del cinema che mancava in questa città, patria e sede delle maggiori Majors mondiali e centro dell’industria cinematografica. Il grande architetto italiano, nell’intervista rilasciata a Repubblica dello scorso 16 aprile, così descrive una delle caratteristiche della sua opera: “Poi ci sono le scale mobili: in trasparenza danno un diagramma visibile della gente che si muove, così gli spettatori sono parte dello spettacolo”.
Sono certo che Aloisio abbia letto questa intervista, e ne abbia tratto ispirazione. Se non l’ha fatto, la sua installazione è figlia delle vere potenzialità dei Mondi Virtuali nel campo artistico, e come tale vi consiglio di andare a vederla soffermandovi sia sui suoi dettagli, sia sulle belle immagini riprodotte da Lorys Lane.