La “personalità” dell’Avatar

Sul ruolo e sul significato che attribuiamo al nostro Avatar nei Mondi Virtuali sono state scritte migliaia di pagine, e di questo nostro alter ego se ne discute ogni giorno, sia in rete sia su ben documentati saggi e lavori di ricerca in giro per il mondo. Molte sono le interpretazioni che se ne danno, alcune comuni a tutti, altre davvero fantasiose e immaginarie.

E’ del tutto evidente che l’Avatar non è solamente un logo o una interfaccia digitale che utilizziamo in rete, non nei Mondi Virtuali, almeno. Perchè un Mondo Virtuale non è un sito web, è un “luogo” vero, in cui la figura dell’Avatar è indispensabile per interagire con gli altri, e rappresenta una personificazione di noi stessi, non importa che sia del tutto digitale (come del resto lo è un Mondo Virtuale), è un personaggio con cui ci identifichiamo pienamente nel nostro vagabondare in-world.

Il modo in cui un Avatar viene realizzato varia moltissimo, a seconda dei desideri e degli scopi che il suo “utente” vuole realizzare: dalle figure realistiche, alle creature fantastiche, e fino ai veri e propri “digital tweens”, copie fedeli di noi stessi. E’ una figura che rappresenta gusti e scopi personali, ed è creata seguendo l’idea di se stessi che si intende dare nei Mondi Virtuali. E’ una espressione della modalità con cui vogliamo presentarci in un Mondo Virtuale, che sia del tutto anonima, o che sia un nostro corrispondente alter ego digitale, con tanto di tag identificativa, per ragioni di business o di riconoscibilità professionale.

Ogni forma ed ogni modo di presentarsi è legittima, avendo unicamente la regola del corretto comportamento e del rispetto delle leggi. Nei Mondi Virtuali, infatti, valgono tutte le leggi del mondo fisico, secondo le diverse giurisdizioni nazionali e le regole e le convenzioni internazionali. L’anonimato è molto difficile da mantenere, a meno di non usare precauzioni e metodologie che consentano la non identificazione assoluta dell’utente, cosa possibile e a volte necessaria, per difendere l’incolumità stessa della persona fisica (pensiamo ai regimi non liberali, ai giornalisti sotto copertura, alle forze dell’ordine in servizio, ecc.).

Tante sono le discussioni in corso tra gli esperti della rete e della cybersecurity su questi temi, ma fondamentale è il rispetto della privacy e della riservatezza e conservazione dei dati da parte delle piattaforme che gestiscono i Mondi Virtuali. Il modello più avanzato di tutela della privacy è rappresentato dal GDPR (General Data Protection Regulation) europeo, 2016/679. Questo strumento regolatorio è preso come riferimento da tutto il mondo, e costituisce ormai una pietra miliare nella regolamentazione dei diritti legati alla protezione dei dati. Negli USA non esiste una normativa come questa a livello nazionale, essendo ogni stato libero di legiferare in materia. Lo stato della California, ad esempio, così come il Canada e l’Australia, hanno adottato una regolamentazione mutuata dal GDPR europeo. Questa frammentazione ha reso in passato complicato l’applicazione dei diritti dei cittadini europei sulle piattaforme basate negli USA, anche a motivo di uno specifico “Executive Order” vigente negli USA, che consente alle autorità di sicurezza di accedere a qualsiasi dato per scopi di sicurezza nazionale. Sono stati fatti, di recente, molti passi in avanti con accordi specifici tra USA e UE in questo senso, migliorando di molto questo aspetto, e rendendo più agevole la comune difesa dei dati e della privacy.

Ho voluto sottolineare questa problematica perchè la maggior parte delle piattaforme che gestiscono i Mondi Virtuali sono basate negli USA, anche se la localizzazione dei Data Centers è sparsa per il mondo, secondo anche un principio di “Edge Computing”, di vicinanza. E’ quindi fondamentale conoscere queste tutele, in relazione al diritto alla privacy dell’Avatar. Ad oggi ogni piattaforma di gestione dei Mondi Virtuali ha proprie procedure di autenticazione e autorizzazione all’accesso, avendo account e modalità di gestione proprie. Non esiste alcuna interoperabilità tra i Mondi Virtuali, anche se, in futuro, sarebbe del tutto auspicabile poter disporre di una “Identità” univoca dell’Avatar, per consentire l’accesso alle diverse piattaforme utilizzando la stessa “identità”, tipo lo SPID italiano, per intendersi. Questa modalità richiederà però una evoluzione della giurisdizione, anche a livello internazionale, ed ancora non ci siamo arrivati.

Tornando all’Avatar, e alle modalità con cui esso viene riconosciuto in-world, è evidente che, al di là dell’Aspetto (umano, fantasioso, furry, ecc.) e delle attività svolte, l’Avatar è pienamente la nostra manifestazione digitale, siamo noi stessi, non esiste alcuna forma di “personificazione” dell’Avatar indipendente dall’individuo che lo ha creato. Possono cambiare i comportamenti, in relazione alle attività svolte e alle modalità in cui si vuole essere riconosciuti nel Mondo Virtuale, ma sempre noi stessi siamo, con la nostra mentalità, la nostra cultura, ed i preconcetti che abbiamo. Ho sentito in passato, e ancora sento oggi, fantasiose elucubrazioni sulla “personalità avatariana”, che possono avere senso se la intendiamo nel modo che abbiamo qui discusso, ma che sono del tutto immaginifiche se si vuole sostenere una forma di “indipendenza” dell’Avatar dalla persona fisica che lo gestisce. Naturalmente, il diritto a esprimere ogni opinione è sacro, ma sempre tenendo a mente l’ammonizione di Umberto Eco: che la rete ha dato libero diritto di espressione a chiunque, dal premio Nobel allo scemo del villaggio, e sta a noi distinguere l’uno dall’altro. E questo vale anche in relazione alla pletora di fake news che circolano in rete, su qualsiasi argomento.

La rete è, come sappiamo, un ambiente complesso, e bisogna imparare a gestirlo e a difendersi dalle minacce di ogni tipo, da quelle digitali, a quelle psicologiche, a quelle legate alla privacy e ai diritti. E’ una lotta continua tra guardie e ladri insomma, ma quello che rende questo mondo così attrattivo e pieno di opportunità è la possibilità di interazione con gli altri. Dobbiamo però avere la capacità di difenderci e di svolgere in libertà le nostre attività, in particolare nei Mondi Virtuali, perchè questi realizzano un ambiente di vita vero e proprio, con tutte le caratteristiche e le forme che possono assumere, così come i mondi fisici. Quello che dobbiamo curare è insomma la nostra “awareness“, la nostra consapevolezza, e il modo in cui viviamo e facciamo evolvere la nostra presenza in rete. L’Avatar, per i Mondi Virtuali, è la figura chiave di questa presenza, e dobbiamo valutarlo e farlo vivere nella giusta prospettiva, sia per noi stessi sia per le altre persone con cui interagiamo. Nel rispetto dei diritti e della personalità di chiunque.

Un saluto.

Nota: Le immagini sono state create con l’AI Microsoft Copilot, su mio prompt.

Le iniziative della Linden Lab per una migliore tutela dei minori.

Il 2 maggio scorso un secondo, importante, comunicato è stato rilasciato dalla Linden Lab sul tema del miglioramenti dei processi e delle procedure operative rivolte ad una migliore gestione e tutela dei minori, e alla condotta verso gli utenti di quanti rappresentano o dipendono dall’azienda:

https://community.secondlife.com/blogs/entry/15531-enhancing-our-world-together-important-updates-for-the-second-life-community/

Questo secondo comunicato, sempre a firma di Oberwolf Linden (aka Brad Oberwager) il CEO della Linden Lab, fornisce diverse informazioni sull’argomento, oltre che un aggiornamento sullo sviluppo (ormai leggendario) della versione mobile del viewer di Second Life:

  1. Si sta lavorando ad un miglioramento del processo di verifica dell’età degli utenti.
  2. Si sta aggiornando la politica dell’azienda sugli avatar infantili per “garantire e salvaguardare tutti i membri della comunità”
  3. Si è preparato un elenco di FAQ per spiegare bene questo passaggio, che potrebbe dare adito a discussioni e proeoccupazioni.
  4. L’indagine interna sulla condotta di personale dipendente o subappaltato della Linden Lab ha portato alla conclusione che tutti hanno rispettato le linee guida della comunità, anche quelle di tipo etico e non scritte.
  5. Si stanno aggiornando le politiche interne per migliorare gli standard di comportamento dei dipendenti verso i membri della comunità.

Tutti punti chiari, che si fanno carico di molti miglioramenti da apportare. Allo stesso tempo, il punto (4) smentisce nettamente tutte le illazioni e le dichiarazioni contenute in un recente articolo, a firma di “Robert Bartos”, su presunti comportamenti illeciti da parte di personale collegato all’azienda.

Dobbiamo naturalmente dare credito e fiducia a quanto dichiarato da Oberwolf Linden, e restare in attesa degli ulteriori sviluppi di queste iniziative. Tuttavia, a distanza di più di due mesi da quell’articolo, siamo ancora agli annunci, e non si vedono ancora i risultati concreti di queste iniziative. Sarebbe quindi auspicabile una maggior celerità nell’affrontare temi tanto sensibili e critici, per tutta la comunità di questo Mondo Virtuale, dando una chiara evidenza e opportuna pubblicità ai risultati.

Crediamo però che il tema degli avatar rappresentanti minori, o bambini, debba però essere affrontato in maniera molto netta, e diremmo drastica:

GLI AVATAR BAMBINI DOVREBBERO ESSERE VIETATI IN SECOND LIFE

Ci rendiamo conto che questo implicherebbe conseguenze di vario tipo: commerciale, per i produttori di accessori e oggetti, e anche operativo, per quanti utilizzano in buona fede, anche nell’ambito di attività di role playing, certi tipi di avatar. Ma il tema è troppo sensibile per non farsene pienamente carico.

L’utilizzo degli avatar bambini, per attività legate a programmi di education da parte di scuole o altre organizzazioni, che prevedano l’ingresso in Second Life di minori, dovrebbe essere rigidamente normato, identificando in modo evidente a tutti questa tipologia di avatar, preventivamente autorizzata, usando specifici modelli di avatar messi a disposizione dalla piattaforma in fase di registrazione di questi account.

Andrebbero poi rese pubbliche le norme di comportamento, ed il “codice etico” dell’azienda, per il comportamento dei dipendenti verso la comunità.

Un provvedimento adeguato alla migliore gestione delle problematiche legate ai minori potrebbe poi essere l’istituzione di una speciale categoria di Report Abuse, del tipo “CODICE ROSSO“, che molte legislazioni, compresa quella italiana, utilizzano nel caso di violenza a donne e soggetti deboli. Questo tipo speciale di report abuse dovrebbe essere trattato in maniera immediata e prioritaria, dando una risposta entro, ad esempio, al massimo 6 ore, da parte dell’azienda.

Sono proposte che, se adottate, darebbero una chiara evidenza di come l’azienda intende gestire questi temi così sensibili, e sarebbe anche un atto coraggioso e rassicurante adottarli da parte della Linden Lab. Per quanto ci riguarda, sono proposte che facciamo con assoluta fiducia nel management dell’azienda, ma che, evidentemente, sono per noi di fondamentale importanza. Perchè l’intera comunità di Second Life attende risposte concrete, oltre gli annunci.

Un saluto.