by AquilaDellaNotte Kondor
Parlando di donne, si rischia inevitabilmente di essere catalogato, a seconda del genere e dell’inclinazione personale, in due opposte categorie: da un estremo c’è la categoria classica dei “maschilisti”, che alimentano i discorsi da bar, o da parrucchiere, o gli stereotipi più beceri legati a questa immagine maschile, dall’altro, quella dei convinti difensori della parità e dell’uguaglianza forzata tra i due generi. Questo indipendentemente da quello che si dice, poiché l’argomento è talmente sentito da risvegliare, a priori, i propri istinti polemici o rivendicativi, e a seconda del proprio punto di vista, indipendentemente da quanto si legge. Affronterò questo rischio (questa certezza, direi) consapevole che le critiche saranno numerose, e opposte.
Intanto, è utile stabilire gli assiomi di partenza, su cui tutti dovremmo concordare. Il primo assioma, è che la “materia prima” di partenza è la cultura, e il carattere, delle persone che, dietro un computer, affrontano la propria esperienza virtuale. E’ un’ovvietà, che però vale la pena di ricordare ancora una volta: nessuno “nasce” nel Mondo Virtuale, a dispetto delle strambe teorie sul pensiero Avatariano. Il secondo assioma, più controverso, è che i comportamenti, invece, sono in genere alquanto diversi da quelli che adottiamo nella vita reale. Anche questa è un’ovvietà, su cui però non tutti concorderanno, ma che è evidentemente il motivo principale per cui ci si avventura in un’esperienza virtuale. Altrimenti che senso avrebbe? Solo per scambiare quattro chiacchiere in un ambiente diverso, in mancanza del bar del paese, o del parrucchiere preferito? Quindi anche questo secondo assioma dovrebbe, per forza di cose, essere dato per acquisito.