Nel corso del meeting di ieri sera organizzato dalla Linden Lab sulle quattro land della Town Hall si è discusso molto sui progetti in corso, e due annunci importanti sono stati fatti: la possibilità di usare il viewer Firestorm in modalità streaming per accedere a Second Life e l’introduzione come Alfa Test di un linguaggio di scripting molto innovativo, il LUA, creato nel 1993 e molto semplice da usare. Faciliterà sicuramente lo scripting, allargando la base di programmatori che attualmente usano il LSL.

Ma quello che mi ha colpito ieri sera non sono stati questi annunci tecnologici ma la presenza nella hall di tantissimi avatar con cartelli che chiedevano di non utilizzare le AI in Second Life. Naturalmente molti hanno suggerito, anche il management della Linden Lab, che l’AI è dappertutto, che può aiutare in tantissimi compiti, dalle traduzioni simultanee alla sicurezza, ecc. Quindi chiudere Second Life agli agenti di AI sembra sicuramente una scelta fuori dai tempi ed autolesionista, quando poi noi stessi abbiamo ormai agenti di AI dappertutto, dai nostri cellulari, ai PC, alle apparecchiature connesse a internet, ai Social Networks e così via. Oggi le AI sono profondamente integrate nelle nostre attività, sia digitali che reali, quindi fare una crociata per “tenerle fuori” è del tutto velleitario e incomprensibile.
Detto questo però, la nostra attenzione si sposta sulle regole: come vanno utilizzate le AI, come evitare che creino danni con le loro scelte, come impedire che diffondano in modo massiccio fake-news, influendo direttamente anche su scelte politiche democratiche, come successe in UK durante il referendum per la Brexit e, ormai giornalmente intervenendo pesantemente sull’informazione, e sulle nostre attività di lavoro e persino nei compiti scolastici che svolgono a casa i nostri figli.

E qui si aprono discussioni a non finire, perchè la questione delle “regole “Regole” è ormai un elemento fondamentale della discussione pubblica quotidiana, anche politica. L’impostazione degli americani è quella di lasciar libera la ricerca, con pochissime regole (vedremo ora la nuova presidenza come le cambierà), per consentire di mantenere la competitività verso la Cina, che sta investendo enormemente in questo settore. La scelta dell’Europa è stata più politica, ma maggiormente aderente alla protezione dei valori etici e umani delle nostre società. Infatti, e dal mese di agosto 2024 che è operativo il cosiddetto “Artificial Intelligence Act“, una regolamentazione europea che definisce i cosiddetti “sistemi ad alto rischio“, indica quali attività sono espressamente vietate, quali sono le precauzioni da prendere quando si sviluppa un sistema di AI, e quali sono gli obblighi che le aziende che li sviluppano e che li utilizzano devono rispettare (https://commission.europa.eu/news/ai-act-enters-force-2024-08-01_it).
Io credo che, come indica il nuovo settoredi ricerca della “Human Centered AI“, i valori umani e la protezione degli individui vadano messi al primo posto, e che se si lasciano briglie sciolte alla ricerca rischiamo anche di finir male, come specie umana. I sistemi di AI possono avere una potenza inimmaginabile, molto superiore a qualsiasi tecnologia precedentemente impiegata, e potrebbero rivelarsi persino un pericolo per la specie umana. Quindi da qui le regole: quali sono le precauzioni da prendere, quali i divieti, e come rispettarli. E’ il grande dibattito in corso oggi.

Per quanto riguarda i Mondi Virtuali, le regole non possono che essere quelle dettate dalle regolamentazioni, e l’AI Act è una pietra miliare su questo terreno, per ora e per il futuro. Quindi, i sistemi di AI devono essere chiaramente identificati, in modo che non ci siano dubbi sull’identità di un Avatar, e chiunque possa sapere con chi ha a che fare, se con un essere umano o con un LLM basato sull’addestramento con i dati che gli sono stati forniti, e con quelli che continuiamo a fornirgli noi.
Altra questione, fondamentale, è il rispetto della privacy e le regole sulla raccolta di dati riguardanti i comportamenti degli Avatar. I dati che è possibile raccogliere sulle abitudini e i comportamenti in rete sono sterminati, e già con i social questo problema è molto rilevante, ma in un Mondo Virtuale ci sono anche i comportamenti personali, le frequentazioni, i dialoghi, e così via, tipici anche del mondo fisico. Il rispetto delle regole è fondamentale per la privacy e per la protezione dei dati personali, in un ambiente virtuale molto di più che su una semplice piattaforma online.
La tecnologia serve a tanto e ci aiuta moltissimo, ma ricordiamoci sempre che l’uso che è possibile farne può essere di ogni tipo, da quelli più utili a quelli più dannosi, e persino letali per l’umanità. Chi ha equiparato la potenza dei sistemi di AI alle armi nucleari, non ha affatto esagerato a mio parere. Quindi quando si parla di “Regole” non storciamo il naso, dobbiamo abituarci ad utilizzarle, per il nostro bene, e ora anche per la nostra sopravvivenza.
Un saluto.