Guardatevi intorno, nel Metaverso, e cercate qualcosa che possa essere raffrontata a un’espressione artistica “reale”. Un’espressione originale, che dia la sensazione a chi la guardi di trovarsi di fronte ad una novità, a un messaggio originale. Qualcosa che stimoli l’immaginazione, e ci spinga a misurarla, a cercare precedenti, a ripercorrere somiglianze. Qualcosa che ci colpisca insomma, e non un artefatto stereotipato, o un’accozzaglia di prims colorati senza senso. Ebbene, dopo quasi dieci anni di frequentazioni del Metaverso di Second Life, posso confessarvi che poche volte ho vissuto questa esperienza. Pochi sono stati i casi, e pochissimi gli “artisti”, che hanno colpito la mia immaginazione. Alcuni di questi li ho “recensiti”, trovando riscontro in esperti e critici d’arte del mondo “reale”, con altri ho dialogato, esprimendo le mie sensazioni e confrontandole con le loro.
Non farò nomi, si risentirebbero gli altri, i molti amici e conoscenti che annovero nel Mondo Virtuale, è umano, è legittimo. La prenderebbero come una critica al loro lavoro, e non è così. Dirò solo, modestamente, che alcune delle opere di Giovanna Cerise possono essere annoverate fra quelle che lasciano il segno (https://www.virtualworldsmagazine.com/a-proposito-di-arte-virtuale/ – more-6716, https://www.virtualworldsmagazine.com/il-flauto-magico/). Alcune sue opere, non tutte ovviamente, lasciano traccia, ci spingono a cercare un senso, un messaggio nascosto. E cos’è in fondo “l’Arte”? Non è qualcosa che ci emozioni? Un’immagine, un suono, un insieme di parole, che ci lasciano un’impronta? Ebbene, io cerco questo, ogni volta che guardo una mostra, un’esposizione artistica, una raccolta di foto. Qualcosa che mi ritroverò poi a ricordare, a distanza di mesi o di anni, ripensando alle sensazioni vissute nel momento in cui le ho viste per la prima volta, e a quello che mi è rimasto.
Andate a vedere l’ultima mostra di Giovanna, al “The last harbor”, in cui ha raccolto opere di diverso genere, di diversa fattura (alcune nuove, altre già esposte) e misurate le vostre sensazioni, come ho fatto io. Scoprirete alcune meraviglie, e altre opere che, ovviamente, potrebbero lasciarvi indifferenti. E’ il destino dell’artista. Non tutti i messaggi arrivano, alcuni neanche partono! Ma c’è sempre qualcosa da scoprire, qualcosa che rimane impresso, che vi spinge a cercare ancora, a tornare a vedere le prossime opere, i prossimi messaggi. Non è da tutti, e non è poco.